Titolo originale | Obkhodniye puti |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Russia, Paesi Bassi |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Ekaterina Selenkina |
Attori | Denis Urvantsev . |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 luglio 2021
L'urbanistica della nuova Russia viene delineata da Denis che nasconde pachetti di droga in tutta la città.
CONSIGLIATO N.D.
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Un’ampia riflessione sulla coreografia dei corpi nel paesaggio urbano di Mosca, Detours descrive un nuovo modo di trafficare droga attraverso il Darknet, la stratificazione di realtà fisiche e virtuali, così come una poetica e una politica dello spazio. Ambientato in quartieri silenziosi, tra i muri di cemento dei grattacieli, dietro i garage e tra i binari abbandonati, il film segue e perde di continuo le tracce di Denis, il “tesoriere" che nasconde pacchetti di droga in tutta la città.
Obkhodniye puti di Ekaterina Selenkina comincia all'insegna della stratificazione tra reale e virtuale. Le prime inquadrature sono giocate sul web: una calcolata successione di street views che un mouse esplora freddamente. Di tanto in tanto, lo scavo del paesaggio urbano si interrompe per la cattura di qualche snapshot di cui non riusciamo, sulle prime, a comprendere il significato.
Una finestra di Google Street View e una freccia che si muove sullo schermo, tra mappe, vie ed edifici. Inizia così Detours della russa Ekaterina Selenkina, passato in concorso alla 36esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia. L'incipit è una chiara dichiarazione d'intenti che vuole spingere alla riflessione sull'iperrealismo dell'esperienza virtuale.
Ekaterina Selenkina, russa, è regista di grande talento: pratica un cinema situato in quell' interregno tra sperimentazione e solida, consolidata autorialità che è già terreno di esercitazione per molti registi e video-artisti della sua generazione, tra cui mi viene in mente quell' Helena Wittmann passata qualche anno fa a Venezia con il suo vertiginoso Drift.
Detours (Obkhodniye puti) non è un film facile. È una sorta di esperienza alla quale bisogna accettare di abbandonarsi accogliendone la sfida, quella di farsi trascinare in quello che Yuri Afanasiev definisce "un paese con un passato imprevedibile". Proprio questo passato imprevedibile sembra essere infatti la dimensione in cui prende corpo la sottile linea narrativa che regge il film.