Anno | 2022 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 56 minuti |
Regia di | Daniele Ceccarini |
Attori | Pupi Avati, Valentina Carnelutti, Luciana Castellina, Furio Colombo, Giorgio Gosetti Ken Loach, Dacia Maraini, Francesco Maselli, Giuliano Montaldo, Massimo Ranieri, Paolo Taviani, Daniele Vicari. |
Uscita | lunedì 10 ottobre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Cineclub Internazionale |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,09 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 ottobre 2022
Un ritratto di un grande uomo di cinema e di politica attraverso i ricordi di colleghi e ammiratori. In Italia al Box Office Citto ha incassato 2,4 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Attraverso i suoi ricordi e le testimonianze di colleghi, di attori e di personalità del mondo della cultura, viene ricostruita l'attività di Citto Maselli con una particolare attenzione alla descrizione della sua personalità nonché della sua appartenenza politica.
Il ritratto di un intellettuale a cui non è mancato l'impegno politico diretto unito a originalità creativa.
Dei numerosi interventi di personalità come Paolo Taviani, Luciana Castellina e Valeria Golino quelle che risultano più originali sono quelle di Giuliano Montaldo e di Ken Loach. Il primo descrive un Maselli disponibile e generoso quanto rigido e radicale sul piano ideologico. Il secondo ricorda la conclusione di una cena con tanto di canto dell'Internazionale avviato da Maselli. Tutti gli altri sono finalizzati ad un'accurata ed efficacemente sintetica ricostruzione dell'attività di un regista il cui vero nome è Francesco ma è divenuto Citto grazie al suggerimento di un nume della letteratura che era suo parente stretto. Di chi si tratta lo si può scoprire vedendo il documentario di Daniele Ceccarini che interpola i lucidi ricordi del regista con il fil rouge tracciato dal critico Giorgio Gosetti uniti agli interventi di cui sopra. Maselli (è lui stesso a dichiararlo) ha avuto sin da quando era un giovanissimo e talentoso studente la fortuna di potersi avvicinare a giganti del cinema come Antonioni, Zavattini e Visconti entrando pertanto in un circuito virtuoso in cui erano presenti professionalità e creatività. Una creatività che non ha mai fatto difetto a Citto il quale se ne è avvalso per procedere in modo urticante a un'analisi della società italiana sempre controcorrente. Il suo non è mai un cinema pacificatore ma, pur restando nell'alveo del pensiero comunista, non è neppure unidirezionale. Lettera aperta a un giornale della sera rappresenta ancora oggi, come per chi lo vide all'epoca, un'opera abrasiva su quanti aderiscono ad un'ideologia o ad una lotta di liberazione dal divano di casa loro senza essere però così coraggiosi da intervenire in prima persona. Ceccarini delinea così il ritratto di un regista capace di individuare i propri bersagli con estrema lucidità, di dirigere gli attori con grande precisione e di intervenire sul linguaggio cinematografico piegandolo alle proprie esigenze narrative libero dal bisogno di compiacere la critica o chi deteneva il potere. Ogni suo film, anche quelli meno riusciti, aveva al proprio interno l'urgenza di manifestare un disagio sociale o una protesta mai velleitari ma sempre lucidamente schierati.
Il documentario "Citto" di Daniele Ceccarini è un ottimo racconto corale che ripercorre la vita e la carriera artistica di Francesco Maselli, un grande autore del cinema italiano. Un documentario che riesce ad invogliare lo spettatore a guardare i film di Maselli e ha il grande merito di portare l'attenzione sul valore culturale delle sue opere e in particolare del suo cinema.
Il documentario di Daniele Ceccarini ricostruisce con attenzione e passione il profilo di Francesco Maselli, il regista del film ci accompagna attraverso i ricordi e le testimonianze delle stesso Maselli e di grandi personaggi del cinema, della letteratura e del giornalismo nella sua vita, nel suo cinema e nel suo impegno politico e sociale. Le testimonianze sono davvero tante e preziose: Giuliano [...] Vai alla recensione »
Francesco Maselli detto Citto (il soprannome glielo trovò da bambino lo zio Luigi Pirandello), 92 anni a dicembre, è un prezioso testimone del nostro cinema. Assistente di Antonioni e allievo ideale di Visconti, esordì nella regia grazie a Zavattini in un memorabile episodio di L'amore in città, per poi affermarsi soprattutto come narratore della borghesia italiana fin dal primo lungometraggio, Gli [...] Vai alla recensione »
Se un merito va riconosciuto a Citto è quello di ridefinire il valore culturale del cinema di Francesco Maselli. Un valore non solo legato al suo lavoro di regista in quel sottotesto continuamente politico dei suoi film che, come dice Giorgio Gosetti, parlavano di persone, ma che perfino prescinde dalla qualità dei suoi film e della intera sua filmografia.