Emily in Paris

Film 2020 | Commedia 30 min.

Regia di Andrew Fleming. Una serie con Samuel Arnold, Lucas Bravo, Lily Collins, Philippine Leroy-Beaulieu, Camille Razat. Cast completo Genere Commedia - USA, 2020, STAGIONI: 5 - EPISODI: 50

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Ultimo aggiornamento lunedì 16 settembre 2024

Emily, una ragazza di vent'anni originaria dell'America centro-occidentale, decide di trasferirsi a Parigi. La serie ha ottenuto 2 candidature a Golden Globes, 1 candidatura a Critics Choice Award, 3 candidature e vinto un premio ai CDG Awards, 1 candidatura a ADG Awards,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CRITICA 3,00
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CONSIGLIATO N.D.
La serie di Darren Star, l'ideatore di Sex and the City.
a cura della redazione
mercoledì 2 settembre 2020
a cura della redazione
mercoledì 2 settembre 2020

Emily, una ragazza di vent'anni originaria dell'America centro-occidentale, decide di trasferirsi a Parigi. Ciò che la spinge a fare questo grande passo è un'allettante opportunità lavorativa: portare il punto di vista americano in una compagnia di marketing francese. In uno scontro di culture, Emily cercherà di adattarsi alle sfide che vivere in una città straniera comporta, mentre si destreggia tra la carriera, nuove amicizie e la propria vita amorosa.

Episodi: 10

Recensione di a cura della redazione

Netflix ha annuncia il rinnovo di Emily In Paris con la quinta stagione.
Episodi: 10
Regia di Andrew Fleming, Peter Lauer, Katina Medina Mora, Zoe R. Cassavetes, Jennifer Arnold, Erin Ehrlich.

Leggera che più leggera non si può, la quarta stagione è ancora confortevole, malgrado la mancanza di complessità

Recensione di Silvia Guzzo

Le complicate vicende amorose di Emily fanno il boom su TikTok. Ora tutti sanno del triangolo con Alfie e Gabriel, che per colpa sua non ha sposato la ricca Camille, la quale però è incinta, ama una donna e ora non si trova più. Sarà scappata in Grecia con Sofia? Chi lo sa, ma questo è soltanto uno dei tanti grattacapi cui dovrà far fronte Emily, spalleggiata come sempre dall'eccentrica Mindy, pronta a volare sul palco dell'Eurovision. Per prima cosa, però, bisogna provare a recuperare il rapporto con Alfie, convinto che tra la sua bella e il giovane chef quasi stellato ci sia qualcosa di più di un'amicizia. Tra drammi professionali e sentimentali, Emily dovrà fare chiarezza nel suo cuore e capire (forse) chi è il suo vero amore.

Arrivata alla sua quarta stagione, Emily in Paris continua ad appassionare grazie ai continui tira e molla amorosi, agli outfit eccentrici e colorati e ai riferimenti a un certo cinema degli anni Cinquanta che non ha perso fascino e attrattiva.

Le dinamiche tra i personaggi, però, cominciano a risultare troppo ripetitive ed eccessivamente superficiali, con una Emily sempre vincente e priva di qualsiasi complessità.

Leggera che più leggera non si può, Emily in Paris si riconferma quella serie confortevole che non sappiamo bene perché ci piace, ma continuiamo a seguirla finché ce n'è: per due, tre, quattro stagioni e anche oltre, se così sarà. Gli ingredienti per rendere la storia accattivante sono sempre gli stessi: outfit eccentrici, una colonna sonora spensierata che sa sempre quando fare il suo ingresso nella narrazione, colori saturi, ambientazioni favolose, intrecci amorosi zuccherosi e una protagonista vincente, che riesce sempre a superare le situazioni di difficoltà.

E poi, Emily in Paris la può guardare tutta la famiglia, bambini compresi: nonostante al centro della storia ci siano le avventure d'amore della protagonista, il sesso non è mai mostrato e i baci appassionati sembrano un po' quelli dei film americani degli anni Cinquanta, dove gli attori reclinano le teste, simulano un'espressione estasiata e tengono le labbra rigorosamente immobili. Ma, d'altro canto, è proprio quel tipo di cinema la fonte di ispirazione ultima della serie, e in questa stagione vogliono proprio farcelo sapere: sono tante, infatti, le citazioni esplicite a Vacanze romane, con una Emily sempre più simile a una novella Audrey Hepburn, sperduta per le vie di una città sconosciuta. Anche i riferimenti a una serie cult come Mad Men, richiamata dal mondo del marketing in cui si muove la protagonista, conducono nella medesima direzione.

Se tuttavia da un lato non è difficile intuire quali siano gli elementi che hanno reso Emily in Paris un prodotto così seguito, dall'altro è altrettanto semplice individuarne le criticità. Le relazioni tra i personaggi sono così superficiali che basta un momento per innamorarsi o diventare amici e ancor meno per non sopportarsi più e decidere di chiudere i rapporti. Ormai, poi, la questione è indiscussa: Emily piace a tutti i parigini e, se li incontra, pure agli italiani: chiunque entri in contatto con lei se ne innamora immediatamente, grazie ad un fascino che è veramente arduo spiegare. Anche quando lavora, Emily è sempre la più brava, le sue idee sono brillanti, i clienti la adorano, i colleghi la stimano e la sua capa la ammira.

Nessun conflitto, nessuna reale difficoltà: sappiamo sempre che la nostra americana a Parigi troverà un modo per farsi apprezzare. Simili dinamiche eliminano dalla narrazione ogni tipo di complessità e la storia va dove ha deciso di andare, senza preoccuparsi di dare al pubblico troppe spiegazioni. Ma, forse, è proprio per questo che ci piace: Emily trionferà sempre e non ci deluderà mai.

Episodi: 10
Regia di Andrew Fleming, Peter Lauer, Katina Medina Mora, Zoe R. Cassavetes, Jennifer Arnold, Erin Ehrlich.

Qualche piccolo cambiamento per una serie che non intende abbandonare pregi e difetti consolidati

Recensione di Silvia Guzzo

Dopo il licenziamento di Sylvie e dell'intero staff di Savoir, Emily si ritrova bloccata tra due fuochi. Da un lato vorrebbe potersi dedicare completamente all'avviamento della nuova agenzia francese fondata dai colleghi parigini, dall'altro l'idea di lasciare da sola Madeline, incinta in una città sconosciuta, la fa sentire tremendamente in colpa. Incapace di prendere una scelta definitiva, decide di dividersi fra due lavori, con tanto di corse disperate e notti insonni. Poi c'è Alfie che sta per ripartire per Londra e bisogna organizzare la sua festa di addio, ma per fortuna c'è anche Gabriel, pronto a preparare per il nuovo amico e compagno di calcio una cena con i fiocchi. Nel frattempo, nella galleria di Camille fa il suo ingresso un'artista misteriosa.

Dopo una seconda stagione un po' deludente, Emily in Paris torna ad appassionare grazie alla sua leggerezza e agli outfit mozzafiato, raccontandoci finalmente qualcosa di nuovo.

Gli episodi iniziali della nuova stagione della serie ci sconvolgono con una novità: Emily è costretta ad affrontare una reale situazione di difficoltà, e questa volta il suo comportamento lascia un po' a desiderare. La vediamo infatti indecisa e impaurita, incapace di rivelare alla sua capa americana Madeline di aver scelto di lavorare con Sylvie. Per la prima volta Emily non riesce a cavarsela grazie alla sua parlantina e finisce a fare il "doppio gioco", lavorando contemporaneamente per due agenzie. Lei che era sempre apprezzata da tutti, in un solo colpo delude entrambe le sue mentori e si ritrova in una situazione ardua da gestire. Certo, il primo vero fallimento di Emily dura ben poco e la sua vita da disoccupata si dimostra presto un successo - il suo account Instagram raccoglie nuovi follower grazie alle dirette quotidiane per le vie di Parigi e persino la giornalista più richiesta della città sembra non riuscire a fare a meno dei suoi contenuti - ma almeno per un paio di episodi ci domandiamo se questa volta la nostra infallibile protagonista riuscirà a togliersi dai guai.

Nonostante le turbolenze inziali, però, la serie ci riporta ben presto in territori più accoglienti e familiari. Infatti, formula che vince non si cambia, e quindi Emily in Paris non abbandona gli elementi che l'hanno resa iconica nel corso delle sue prime stagioni: abiti mozzafiato, location da sogno, eventi glamour e relazioni complicate, ma non troppo. Anche i consolidati punti dolenti della narrazione non sembrano essere stati abbandonati: prosegue l'imperituro tira e molla Camille-Emily-Gabriel, i legami tra i personaggi continuano a stravolgersi in modo repentino - un momento prima ci si ama e il momento dopo ci si odia - e i dialoghi risultano talvolta talmente artificiosi da suonare surreali.

Alcune storyline, però, acquisiscono profondità e introducono nuove dinamiche all'interno della narrazione: è il caso, ad esempio, della relazione tra Mindy e Nicolas, e del suo effetto sull'unione tra Emily e la cantante, improvvisamente scossa da una possibile incomprensione. Resisterà la loro amicizia al frapporsi dell'affascinante ereditiere?

Piccola chicca divertente della stagione l'introduzione di un frivolo, ma proprio per questo appassionante, riferimento metacinematografico. Emily, Gabriel, Mindy e Nicolas si ritrovano in un cinema all'aperto per assistere alla proiezione della commedia cult anni duemila Come farsi lasciare in dieci giorni, perché «a tutti piacciono le storie in cui i protagonisti cercano di resistere all'attrazione reciproca», parola di Gabriel.

Insomma, un po' come Emily con la sua nuova frangetta, questa seconda stagione porta qualche piccolo - e gradito - cambiamento, ma senza osare troppo: giusto quel che basta per rinnovare il look.

Episodi: 10
Regia di Andrew Fleming, Zoe R. Cassavetes, Peter Lauer, Jennifer Arnold, Katina Medina Mora.

Dopo il grande esordio della prima stagione, Emily prosegue la solita vita a Parigi. Le dinamiche si ripetono un po' troppo

Recensione di Silvia Guzzo

Dopo la notte di passione con Gabriel, Emily non riesce a pensare ad altro che ai momenti bollenti trascorsi insieme. Il senso di colpa per aver tradito la fiducia di Camille inizia, però, a farsi sentire: per questo, la nostra americana a Parigi decide di aiutare la coppia a risolvere le incomprensioni per tornare nuovamente insieme e a nulla possono i tentativi di Gabriel di convincerla a cambiare idea. Nel frattempo, poi, si avvicina il viaggio a Saint-Tropez con l'affascinante Mathieu Cadault. Emily dovrà decidere se partire per una vacanza romantica con il nipote del rinomato stilista francese, mentre è impegnata a gestire la campagna di comunicazione dello Champére, lo champagne prodotto dalla famiglia di Camille.

Con la seconda stagione di Emily in Paris approfondiamo vecchie conoscenze e incontriamo nuovi personaggi, ma le dinamiche che muovono la narrazione non sembrano cambiare.

Dopo la sfavillante prima stagione di Emily in Paris - seguitissima e chiacchieratissima da un vasto pubblico diviso fra appassionati e detrattori - non sapevamo proprio cosa aspettarci dal proseguire della storia. Di certo, però, la curiosità era molta e la speranza era forse quella di imbattersi in nuove situazioni - sempre frizzantine, glamour e bollenti - in cui la protagonista avrebbe dovuto imparare a destreggiarsi. Ebbene, la seconda stagione della serie delude in parte questa aspettativa. Troviamo una Emily ancora bloccata in quelle dinamiche che avevano caratterizzato la prima stagione: il triangolo amoroso con Gabriel e Camille, gli affair con nuovi amanti, le liti con la magnetica Sylvie e i grattacapi lavorativi con clienti sempre più difficili da soddisfare.

Guardando i nuovi episodi si ha infatti la sensazione di rivedere quanto già visto in precedenza: cambiano un po' i personaggi, le situazioni, ma i meccanismi alla base della storia rimangono i medesimi. Nemmeno l'ingresso di Alfie - il bell'inglese divertente e scontroso che sembra essere il nuovo interesse amoroso della protagonista - riesce a scalfire realmente l'eterno tira e molla tra Emily, Camille e Gabriel, di cui è davvero difficile immaginare una fine.

Certo, nella nuova stagione fanno il loro ingresso alcune storyline secondarie che seguono le vicende di altri personaggi, ma l'unica veramente appassionante sembra essere quella legata alla vita personale di Sylvie, che prima conoscevamo solo in quanto spietata capa di Emily. Il suo personaggio inizia infatti un'evoluzione che lo porta a discostarsi dalla descrizione piuttosto macchiettistica che ne era stata fatta nella prima stagione e non vediamo l'ora di conoscere cosa si nasconde dietro alle sue frasi caustiche e al suo fascino misterioso.

Anche l'incursione nelle dinamiche alla base delle audaci campagne di comunicazione messe in atto dall'agenzia Savoir sotto la spinta di Emily diventa più superficiale e la narrazione tende a soffermarsi maggiormente sulla vita amorosa dei personaggi in scena. Sempre interessante, invece, lo scontro tra visioni differenti sul mondo del lavoro, qui rappresentate dal contrasto tra Emily e Alfie e tra Sylvie e Madeline, venuta da Chicago per controllare la contabilità di Savoir. Se da un lato Alfie fatica a comprendere le giornate lavorative di Emily perché legate a un mondo di lusso e di eventi mondani che poco sembra avere a che fare con la fatica e con l'impegno; dall'altra Madeline stenta a comprendere il management di Sylvie, per lei eccessivamente legato alla gestione degli equilibri relazionali con i clienti.

Insomma, tra qualche spunto interessante e la ripetizione di dinamiche consolidate, ci lasciamo comunque affascinare dalle vicende parigine di Emily, ma la voglia di tenere il passo con i suoi intrighi sentimentali comincia a mancare.

Episodi: 10
Regia di Andrew Fleming, Zoe R. Cassavetes, Peter Lauer, Jennifer Arnold, Katina Medina Mora.

Una serie rom-com leggera e spensierata, ambientata in una Parigi glamour e ammaliante

Recensione di Silvia Guzzo

Emily è giovane, dinamica e intraprendente, lavora per un'agenzia di marketing a Chicago e ha un bel fidanzato che la ama. All'improvviso, però, si trova costretta a lasciare tutto e volare a Parigi: deve sostituire la sua capa - che si è scoperta improvvisamente incinta - in un lavoro di consulenza all'Agence Savoir, che si occupa del marketing di brand di lusso. Ambientarsi nella capitale europea è meno facile del previsto: Emily non conosce la lingua, la cultura, né le abitudini francesi, mentre i suoi colleghi non sembrano apprezzare molto la sua visione del lavoro. Anche la sua relazione comincia a scricchiolare sotto il peso della distanza. Ce la farà Emily a trovare un nuovo equilibrio nella città dell'amore?

Prodotta da Darren Star, ideatore dello show cult degli anni Novanta Sex and the City, Emily in Paris è una serie romantica leggera e glamour, che segue le vicende lavorative e amorose di una novella Audrey Hepburn alle prese con una nuova vita nella capitale francese.

Nella storia della serialità contemporanea Darren Star è una vera e indiscussa celebrità. Il suo curriculum vanta alcuni fra i maggiori fenomeni televisivi degli ultimi trent'anni: Beverly Hills, 90210, Melrose Place e la rivoluzionaria serie HBO pluripremiata ai Golden Globes e agli Emmy Awards Sex and the City. Ma con il cult degli anni Novanta, Emily in Paris non condivide soltanto la mano di Star, ma anche quella di Patricia Field, la costumista che ha reso iconici gli outfit della stilosissima Carrie Bradshaw.

Infatti, tra gli elementi più caratteristici della serie ci sono proprio i coloratissimi abiti di Emily, per la quale Field ha ideato un look che mescola lo stile parigino a quello di una ragazza americana del Midwest. Evidente - oltre che dichiarato dalla stessa costumista - è poi l'omaggio alla star del cinema hollywoodiano degli anni Cinquanta e Sessanta Audrey Hepburn, con la quale l'attrice protagonista di Emily in Paris - una credibile Lily Collins - condivide la fisicità esile e longilinea, i lineamenti delicati e i colori di incarnato e capelli. I riferimenti al mondo della moda non mancano nemmeno all'interno della narrazione: basti pensare alle vicende legate al marchio dello stilista Pierre Cadot, oppure al pregiatissimo intimo La Perla che la protagonista riceve in regalo.

Elemento di ulteriore interesse della storia è la sua incursione, seppur leggera, nel mondo del marketing e della comunicazione: a partire dalla campagna "sexy o sessista" di un profumo pubblicizzato con uno spot controverso, passando per l'influencer marketing, fino allo scontro di immagine tra brand tradizionali e concettuali. Le giornate lavorative di Emily, poi, sono costellate dagli imprevisti legati alle difficoltà di inserirsi in una realtà sconosciuta, di cui la protagonista deve ancora imparare il linguaggio e la cultura. Al di là degli stereotipi sullo stile di vita francese e americano, la serie riesce in modo efficace a restituire lo spaesamento di Emily: sono molti, infatti, i momenti in cui la protagonista fatica a esprimersi e a comunicare con chi la circonda, ritrovandosi talvolta isolata ma mai incapace di reagire alle situazioni di difficoltà.

Nonostante le incomprensioni, però, Emily riesce sempre ad affascinare qualche bel parigino. In vero stile Sex and the City, la protagonista vive infatti un'avventura amorosa per puntata, ma si intravede fin da subito quello che sarà il suo Mr. Big: il fidanzatissimo e bellissimo chef Gabriel. Ce la farà Emily a conquistare il suo cuore? Per il momento bisogna aspettare, ma nel frattempo possiamo goderci i dolci effetti di una favola romantica ambientata tra le meraviglie degli Champs-Élysées.

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Frasi
A molti influencer non importa
Emily (Lily Collins)
dalla serie Emily in Paris - a cura di Simone
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 1 febbraio 2022
Michela Offredi
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Fra le vie della Ville Lumière torna Emily. E tornano gli stralunati colleghi di lavoro, le amiche Sandy e Camille, e ovviamente Gabriel, il vicino di casa/chef che le fa battere forte il cuore. Sarà lui a complicare le giornate della giovane esperta di marketing americana che, in questa seconda stagione, si regalerà la solita carrellata di selfie da condividere sui social, qualche stravagante mise [...] Vai alla recensione »

martedì 1 febbraio 2022
Francesca Ferri
La Rivista del Cinematografo

Una notte di fuoco con Gabriel, fascinoso chef e fidanzato di Camille, coinvolge Emily in un imbarazzante ménage à trois. Lui che doveva partire per la Normandia così rimane a Parigi e apre finalmente il suo ristorante. Emily, entusiasta della notizia, si prepara a brindare finché non riceve un messaggio di Camille, "possiamo parlare?". Con questo finale in sospeso si era conclusa la prima stagione [...] Vai alla recensione »

martedì 4 gennaio 2022
Sara Martin
Film TV

Emily è ancora a Parigi. Si è discretamente adattata allo stile di vita europeo, ma non sa ancora smettere di lavorare nel fine settimana, non capisce quasi nulla di francese (perché i francesi le parlano tutti in inglese? Questo è in assoluto l'elemento più inverosimile) e fa sempre fatica a comprendere le regole del gioco che vigono nel vecchio continente, soprattutto nella sfera dei sentimenti. Vai alla recensione »

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martedì 23 luglio 2024
 

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