Un'atmosfera suggestiva contaminata da una scrittura innaturale. Disponibile dal 10 giugno su Netflix.
di Andrea Fornasiero
Anna ha vissuto con il padre e la madre a Curon, in provincia di Bolzano, finché un tragico fatto non le ha sconvolto la vita. Lei lo ricorda come un incubo, ma la sua conseguenza fu ben reale: andare a vivere a Milano e non tornare mai più. La sua vita però non è filata liscia e ora, con i due figli Mauro e Daria, sta tornando a casa, all'albergo di famiglia dove il padre Thomas non la vorrebbe. Lei però ha già iscritto anche i figli a scuola, dove si legano ai ragazzi del luogo, tra cui i due figli di Albert, fiamma di gioventù di Anna. Thomas non voleva il loro ritorno perché a Curon, che fu inondato da un lago artificiale e ricostruito più a valle, accadono eventi inspiegabili, che hanno a che fare con la duplice natura del paese e con il sommerso che ognuno ha dentro di sé.
Curon è una storia sul tema eterno del doppio in una location suggestiva, peccato sia anche un teen drama scritto in modo spesso approssimativo e recitato senza una direzione degli attori convincente.