The Projectionist

Film 2019 | Documentario 81 min.

Anno2019
GenereDocumentario
ProduzioneUSA, Grecia
Durata81 minuti
Regia diAbel Ferrara
AttoriAbel Ferrara, Nicolas Nicolaou, Sal Peretti .
TagDa vedere 2019
MYmonetro 3,13 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Abel Ferrara. Un film Da vedere 2019 con Abel Ferrara, Nicolas Nicolaou, Sal Peretti. Genere Documentario - USA, Grecia, 2019, durata 81 minuti. - MYmonetro 3,13 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 24 settembre 2020

Abel Ferrara racconta il lavoro di uno storico esercente a New York.

Consigliato sì!
3,13/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,25
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Un racconto nostalgico e una scaltra elegia di una città che ha saputo coltivare la cinefilia come pratica popolare.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
martedì 26 novembre 2019
Recensione di Raffaella Giancristofaro
martedì 26 novembre 2019

Times Square, oggi. Il regista di Il cattivo tenente parte da qui per accompagnare lo spettatore in una mappatura sentimentale degli schermi indipendenti di New York, quasi tutti dismessi: Baronet & Coronet, D.W. Griffith, Eros, Venus, Adonis, Capri e via dicendo. Lo fa in compagnia e grazie alla guida competente di un veterano della gestione delle sale e cinefilo eccentrico: Nicolas "Nick" Nicolau, di umili origini cipriote, nella Grande Mela ha saputo e potuto realizzarsi come uomo d'affari e animare la vita sociale, riaprendo o tenendo aperti cinema in declino o minacciati dalle grandi catene di produzione e distribuzione. Che sui suoi schermi si proiettino film "regular", cioè per famiglie o non proibiti, oppure a luci rosse, a Nick non importa. Quello che conta è tenere vivo il quartiere, e nella migliore delle ipotesi tenere i ragazzi lontano dalla strada.

Avendo cominciato da adolescente a lavorare come tuttofare per gestori anziani di sale e strip club, Nick negli anni ha visto centinaia di film, sia arthouse che hard core, e sviluppato un amore folle per tutti i dettagli che accompagnano il cerimoniale della proiezione e il piacere della soddisfazione dello spettatore. Tra le altre sale Nick oggi possiede e gestisce il Cinema Village a Manhattan, il Cinemart di Forest Hills (aperto nel 1927, completamente ristrutturato nel '95) e il più antico, l'Alpine di Bay Ridge.

È una simpatia evidentemente automatica, quella che scatta tra due figli di immigrati a NYC, più o meno coetanei, innamorati della città e cresciuti coi codici della streetlife e gli ingressi in sala guadagnati raccogliendo tappi di bottiglia.

Un'affinità così animalesca che sembra di percepirne anche gli odori e gli umori, e che si fa mezzo per il regista ormai di stanza a Roma di tornare al suo grande amore, Gotham City. Il terreno comune tra i due fellas non è solo l'apprendistato metropolitano ma anche l'aver vissuto in pieno la socialità e la cinefilia prima dell'avvento dell'home video e del web. Un'educazione cinematografica e sessuale, grazie a quegli anni '70 in cui le sale erano il baricentro del bizzarro e del proibito e il cinema era seriamente una "coming attraction", un circo che offriva novità esotiche e che un pubblico nutritissimo, lo stesso che ha permesso a Nick di arricchirsi, attendeva con frenesia ed eccitazione.

E infatti appena il documentario di Ferrara può allontanarsi dalla biografia di Nick, lo fa, pescando con gioia dal repertorio indipendente e porno, nelle sue declinazioni gay e svedesi, e persino dalle performance degli strip club, con citazione puntuale della scena di Taxi Driver in cui Travis Bickle cerca di far apprezzare a Betsy Sometimes Sweet Susan (1975) e Swedish Marriage Manual (1969).
Tra un barbecue a Cipro tra i ricordi familiari di Nick e l'accenno al prospero business familiare tuttora gestito direttamente dall'isola, Ferrara non si nega neppure l'autocitazione da The Driller Killer (con la mitica sequenza eponima di trapanamento della testa).

Esaltazione del mito del self made man, nostalgia per una socialità non conformista né politicamente corretta, The Projectionist è divertissement nostalgico e scaltra elegia di una città - supportata da un solido repertorio di foto e girato di esterni cittadini, tra insegne vintage a caratteri cubitali - e insieme della cinefilia intesa come pratica popolare. Al tempo stesso è un memento della natura industriale e anche artigianale dell'intrattenimento. L'esercizio cinematografico non è mai sembrato così attraente, soprattutto grazie all'attitudine stradaiola, carismatica di Nick e a quella Misirlou (da "Rebetiko Gymnastas" di Vinicio Capossela, già sfruttata da Andrea Segre nel documentario greco Indebito) che elettrificata e velocizzata incendia Pulp Fiction.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 27 novembre 2019
Raffaele Meale
Quinlan

Nicolas Nicolaou, per gli amici Nick, è nato in un piccolo villaggio cipriota ma da bambino si è trasferito a New York insieme ai genitori. Nella Grande Mela, iniziando a lavorare nei cinema cittadini, è diventato un esercente indipendente. Oggi, nonostante i colossi produttivi costruiscano multiplex su multiplex per gestire il potenziale economico dell'industria cinematografica, Nick resiste acquistando [...] Vai alla recensione »

martedì 26 novembre 2019
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Abel Ferrara e il documentario. Forse mai come questa volta il regista de Il cattivo tenente si è scoperto così contemporaneo. Il dibattito è sul cinema, sulla sala. Forse sparirà per sempre, forse continuerà a vivere. Ferrara realizza un documento sulla ribellione, su chi non vuole abbassare la testa, davanti ai multiplex, a chi vuole far chiudere invece di rilanciare.

martedì 26 novembre 2019
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

L'incredibile storia di un ragazzo immigrato da Cipro a New York, capace di costruire un impero gestendo sale cinematografiche nella Grande Mela. Un documentario appassionante che mostra come la condivisione di realtà diverse e la capacità di viverle assieme (il film inizia con il racconto di come le greci e turchi abitavano tranquillamente insieme nell'isola), favorisca lo sviluppo sociale.

martedì 26 novembre 2019
Sergio Sozzo
Sentieri Selvaggi

Il 2019 è stato l'anno del ritorno per le strade di New York, per Abel Ferrara: il MoMa gli ha dedicato una retrospettiva, che il regista non ha tardato a trasformare in un piccolo happening di performance e concerti con gli amici musicisti e attori di sempre; proprio quell'omaggio era stata l'occasione per presentare e finalmente distribuire in patria il suo Pasolini, mai uscito negli USA, quasi in [...] Vai alla recensione »

NEWS
TORINO FILM FESTIVAL
martedì 26 novembre 2019
Raffaella Giancristofaro

Insieme a un veterano dell'esercito, Abel Ferrara celebra la cinefilia delle sale indipendenti di NYC. Presentato al TFF.  Vai all'articolo »

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