Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Maurizio Zaccaro |
Attori | Sergio Castellitto, Linda Mresy, Valeria D'Obici, Thierry Toscan, Raffaella Rea . |
Uscita | lunedì 10 agosto 2020 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,90 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 agosto 2020
Una ragazzina siriana sbarca a Lampedusa e viene soccorsa dal medico della zona. In Italia al Box Office Nour ha incassato 3,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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A Lampedusa sbarcano migranti. Quelli che riescono a toccare la terraferma, quantomeno. Molti invece muoiono annegati, o per ipotermia. Altri ancora arrivano lì, ma sono stati separati dalla rispettiva famiglia: come Nour, una ragazzina siriana costretta dalla guerra a lasciare la propria patria, rimasta senza la madre Fatima. Pietro Bartolo, il dottore che si occupa di soccorrere i migranti, prende a cuore il caso di Nour.
Lampedusa, terra di confine. Luogo della speranza e della sua frustrazione: l'"isola del sale" è stato teatro negli ultimi anni di sbarchi di moltitudini di esseri umani, quasi mai trattati come tali e disposti a tutto per la possibilità di un futuro migliore.
Nour di Maurizio Zaccaro, nella sua semplicità di linguaggio e umiltà di atteggiamento, può vantare diversi meriti. In primis quello di affrontare la vicenda attraverso un caso esemplare, senza presentare verità assolute o facili manicheismi. Anche il personaggio più vicino a incarnare la figura di villain, lo scafista senegalese Sandy, ha modo di esporre il suo punto di vista, attraverso un confronto deciso con Bartolo; e così per una giornalista, che ha la possibilità di smentire il pregiudizio del dottore con i fatti, dimostrando un'umanità che va al di là del sensazionalismo da ricerca dello scoop a tutti i costi.
Zaccaro ritorna a lavorare con Sergio Castellitto, dopo il film tv Il sindaco pescatore, e ritorna sul tema dell'immigrazione dopo L'articolo 2. Nour trae spunto da una vicenda realmente accaduta e raccontata in "Lacrime di sale", scritto dallo stesso Bartolo insieme a Lidia Tilotta a coronamento di un infaticabile lavoro di soccorso e assistenza, fisico e spirituale, svolto dal medico a Lampedusa.
Il suo cinema apparentemente prosaico si rivela nuovamente vincente in Nour, dove la polifonia di personaggi e relativi pareri prova a ricostruire le mille sfaccettature di un dramma in cui è più semplice additare presunti colpevoli che trovare delle soluzioni concrete.
I confronti di Bartolo con padre Giovanni o con altri "scettici" rappresentano altrettante occasioni per ridiscutere il nostro ruolo di occidentali privilegiati di fronte a una situazione apparentemente senza via di uscita, e che riguarda tutti noi. Come in una breve scena ambientata in un bar di Lampedusa, quando finalmente Bartolo trova il modo di sedersi e dimenticare, per un attimo, l'affanno continuo tra le corsie dell'ospedale. È qui che un fotoreporter confessa al medico di "votare a destra", perché terrorizzato da quel che avviene in città come Ferrara, in cui la mafia nigeriana si è impossessata di un intero quartiere. E Bartolo, anziché presentare facili risposte, ascolta, capisce, solo in parte smentisce.
Anche questo apparentemente "indifendibile" punto di vista, secondo la vulgata corrente, ha luogo di esistere nella concezione orizzontale e attenta alle contraddizioni di Zaccaro. Per questo sarebbe semplicistico e miope accanirsi contro i limiti di messa in scena o di budget di Nour, così come attaccarlo per una "televisività" da fiction di prima serata. Il linguaggio del regista, dimesso e vicino alla quotidianità del piccolo schermo, è volutamente privo di ogni orpello autoriale, di qualunque possibilità di strumentalizzare la tragedia per metterla al servizio di un mero esercizio di stile. Zaccaro segue la lezione di Ermanno Olmi, a cui Nour è dedicato: un cinema etico parte innanzitutto dall'umiltà, dal fatto di non voler piegare la realtà o, peggio, la tragedia umana al proprio volere di autore.
Mille storie e mille vite. Lampedusa non è solo un porto e nemmeno soltanto una porta d'ingresso. Assomiglia a una biblioteca di biografie di sconfitti. Denominatore comune fra chi non ce la fa e chi sopravvive - o non è mai stato in pericolo - ma nulla ha capito di ciò che accade sotto i propri occhi. Una delle più belle isole del Mediterraneo è il capolinea della conoscenza.
Storia di una bambina di dieci anni che da sola compie il viaggio dalla Siria all'Europa. Il suo nome è Nour e, dopo aver attraversato il Mar Mediterraneo ed essere uscita indenne da un violento naufragio, è arrivata a Lampedusa, dove viene soccorsa dal medico Pietro Bartolo. L'uomo diventa il suo eroe. Si occupa di lei, cerca di ricostruire il suo passato, darle un presente e un nuovo futuro.
C'è da sempre, nei film di Zaccaro, una tensione irrisolta tra finzione e documentario che, forse troppo semplicisticamente, si fa discendere dal rapporto fondamentale con Ermanno Olmi (a cui Nour è dedicato). Ed è vero che la lezione di quest'ultimo oggi si può intravedere, debitamente rimodulata, in certa fiction (frequentata con dignità dal medesimo Zaccaro, come nel tv movie Il sindaco pescatore, [...] Vai alla recensione »
Lampedusa, isola di sbarchi. Tra i tanti naufraghi in cerca di una terra, Nour ha perso il padre ucciso durante il tentativo di fuga e ora è anche senza madre. Il medico Pietro Bartolo cerca di tutti i modi di aiutare la ragazzina siriana a ritrovarla. Zaccaro si ferma al didascalico, dedicando quasi più tempo alla passionale professionalità del noto medico che non alla sua protagonista.
L'isola di Lampedusa è finita alla ribalta della cronaca in questi ultimi anni per essere una delle porte d'ingresso dei migranti verso l'Europa, la punta dell'Italia più vicina ad un continente, l'Africa, ridotto dalle mille guerre ad essere un territorio ostile dal quale bisogna scappare, e crocevia di un movimento di uomini che arrivano anche dalle zone limitrofe come la Siria o l'Afghanistan per [...] Vai alla recensione »
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà economica, politica e sociale". Questo è l'articolo 2 della Costituzione italiana, a cui Maurizio Zaccaro aveva dedicato il titolo del suo omonimo film del 1994 (L'articolo 2).
Facciamo tutti una piccola rinuncia. Mettiamo da parte tutti i riferimenti a partiti e leader politici, senza pensare nemmeno a cronaca e tweet, e guardiamo Nour. Il film di Maurizio Zaccaro presentato al 37esimo Torino Film Festival. Stralcio significativo della quotidianità recente di Pietro Bartolo, il medico che dal 1992 si occupa di soccorrere i migranti sull'isola di Lampedusa.