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Ultimo aggiornamento mercoledì 20 gennaio 2021
Un consulente politico del Partito Democratico decide di aiutare un ex-militare nella sua candidatura a sindaco di una piccola cittadina del Wisconsin.
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo le elezioni per il presidente degli Stati Uniti del 2016 e la vittoria di Donald Trump, Gary Zimmer, spin doctor di Hillary Clinton, è in cerca di riscatto. Convinto che il problema stia nell'incapacità del Partito Democratico di comunicare con la parte più rurale della nazione, Gary si reca a Deerlaken, Wisconsin, per convincere l'agricoltore ed ex marine Jack Hastings a divenire sindaco democratico e aiutarlo nella campagna elettorale. La mossa attirerà l'attenzione della nemesi repubblicana di Gary, Faith, trasformando il paesino in centro strategico di un nuovo assetto politico americano.
Pressoché sconosciuto in Italia, ma popolarissimo in America, Jon Stewart ha condotto per sedici anni The Daily Show, talk show in cui satira e analisi politica procedevano di pari passo, prima di passare la mano nel 2015.
Divenuto ormai regista a tutti gli effetti, Stewart non poteva lasciarsi sfuggire l'opportunità di graffiare, raccontando il trauma nazionale dell'elezione di Trump e delle sue ripercussioni sul popolo americano. Un evento che ha rappresentato un cambiamento radicale e insieme una conservazione feroce dello status quo, come testimonia la scelta del brano che ricorre nella colonna sonora di Irresistible: "Still the Same" di Bob Seger, trasposizione rock di un principio che è tale fin dal "Gattopardo", cambiare tutto affinché tutto resti uguale.
Proprio la cinica consapevolezza che nulla è destinato a evolvere in America è alla base del colpo di scena destinato a caratterizzare l'epilogo, sorprendente svolta di un film dall'andamento fin lì assai canonico.
Gary, dapprima protagonista della vicenda e infine correo del sistema, è la quintessenza del politologo di alto profilo, perennemente intento a distorcere la realtà anziché provare a comprenderla. Il suo tentativo, falso e premeditato, di avvicinarsi alla gente reale comporta un ulteriore allontanamento da quest'ultima, ammesso che il concetto stesso di "gente reale" esista e non si tratti dell'ennesimo stereotipo elaborato a Washington. La scena in cui guarda la voce "Wisconsin" su Wikipedia per arrivare preparato vale più di mille parole in questo senso.
La sua natura di commedia strettamente legata all'attualità rischia di nuocere alla longevità di Irresistible, ma al di là di questa possibile scadenza a breve termine lo script di Stewart si limita a gag convenzionali, giochicchiando sulle caratteristiche di un cast straordinario - Carell, Cooper, Byrne e Davis assi pigliatutto - ma sprecandone in parte il potenziale. Stewart guarda a Frank Capra e Preston Sturges ma si avvicina solo a Billy Crystal, con le citazioni implicite da La vita, l'amore e le vacche che ritornano sul motivo del damerino di città incapace di confrontarsi con la cruda quotidianità del cowboy del Midwest.
Irresistible rimane un'occasione utile per qualche risata e per un ripasso sulle contraddizioni dell'America del terzo millennio: l'importante è non pretendere di più.
Icona della comicità americana, vincitore di ben 22 Emmy Awards, Jon Stewart ha condotto per quindici anni The Daily Show, programma che parodiava telegiornali e talk show. Irresistible è il suo secondo film come autore dopo Rosewater, l'esordio del 2014 - inedito in Italia - che ricostruiva la prigionia di un giornalista sotto il regime iraniano. Se l'opera prima era una storia di resistenza legata [...] Vai alla recensione »
C'è una sequenza rivelatrice in Irresistibile: l'ex-colonnello Jack Hastings, improbabile candidato democratico a sindaco in una sperduta cittadina del Wisconsin, nel cuore repubblicano-trumpiano d'America, esprime il suo disagio di fronte ai ricchi liberal newyorkesi ai quali è venuto a chiedere sostegno finanziario. Gli pare assurdo e pure umiliante, ma così vogliono le regole del gioco elettorale [...] Vai alla recensione »