Un heist movie originale e ben costruito, per riflettere sul concetto di virilità ai tempi della crisi. Recensione di Paola Casella, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Torino, 1996. Luigi il Playboy è impiegato alle Poste. Gli mancano tre mesi alla pensione, e già si vede gestire un chiringuito in Costa Rica. Ma quando l'età pensionabile viene spostata 10 anni avanti, Luigi prende il destino nelle sue mani: rapinerà l'ufficio postale. Non senza la complicità di Alvise il Cacciatore e dell'ex pugile Nicola il Lupo.
Dopo I peggiori Gli uomini d'oro è la seconda regia di Vincenzo Alfieri, anche attore, sceneggiatore e montatore. Rispetto al film d'esordio Alfieri ha fatto passi da gigante.
La regia è coraggiosa e la tessitura della trama, che parte da un fatto di cronaca, è articolata e ben confezionata.
Ma la vera originalità del film, in equilibrio fra tragedia e commedia all'italiana, è la volontà di ragionare in forma metaforica sulla virilità nell'era della crisi.
In occasione dell'uscita al cinema de Gli uomini d'oro, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Paola Casella.