1917

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daniele vanni sabato 8 febbraio 2020
catabasi. Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
100%

Ho visto 1917 ed è un capolavoro.
Sam ancora una volta è capace di regalarci emozioni ineguagliabili. Il tema è la guerra, ma più in profondità il viaggio.
A questo proposito allora i classici sull'argomento sono il modello inevitabile: l'Odissea e ancor di più la prima cantica della Divina Commedia. Le tricee sono squamosi serpenti di fango e sangue che ben ricordano i gironi danteschi, la cittadina francese rasa al suolo è Dite: "le mura mi parean che ferro fosse" (Inf VIII 78) e "alla vista come se di foco uscite / fossero a causa del foco etterno / ch'entro l'affoca (vv. 72 ss.). Essa è circondata dalla palude stigia e al suo ingresso stanno di guardia schiere di diavoli.
Usciti dal basso Inferno si giunge, attraverso il fiume, al giardino dell'Eden: il paradiso terrestre, luogo di eterna felicità e voluttà. [+]

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fabriziog giovedì 6 febbraio 2020
rasenta il capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
29%
No
71%

"1917" di Sam Mendes rasenta il capolavoro. Tramite lunghi piani sequenza, riprese quadrangolari, profondità di campo, cupi sonori e angoscianti e nascoste colonne sonore che si materializzano nell'azione in cui è coinvolto il pubblico per la presenza dell'effetto tridimensionale, il registra, nipote di uno dei due protagonisti del film, forgia un'opera la cui tragicità blocca alla sedia la platea che, posizionata accanto all'angolo prospettico della macchina da presa, guarda i personaggi dal basso verso l'alto. Lo spettatore danza fra vedute di ampio respiro d'Oltralpe, fotografie e immagini mozzafiato, pozze di morte, cadaveri, ratti e putrefazione, proiezioni di trincee catacombali e claustrofobiche, ove l'orrore è di casa in una guerra che ha visto più morti del Secondo Conflitto Mondiale. [+]

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ollipop giovedì 6 febbraio 2020
dentro l'inferno di una guerra infernale Valutazione 5 stelle su cinque
57%
No
43%

La missione suicida di due anonimi soldati ci"scaraventa"con estrema efficacia nell'inferno della trincea  dove milioni di soldati hanno combattuto una guerra durata 4 anni  vivendo nella angosciante attesa della battaglia e morendo  inviati spesso al massacro da generali incapaci .
una fotografia splendida e una altrettanto formidabile colonna sonora accompagnano lo spettatore scena dooo scena e una regia magistrale lo proiettano nell'azione stessa, alternando momenti di silenziosa tensione a epici sussulti di battaglia con sequenze eccezionali come la corsa dentro iil labirinto di tunnel  che sta crollando o la fuga dal tedesco  in uno scenario infernale con " assordanti " colpi da arma da fuoco . [+]

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vittorio mercoledì 5 febbraio 2020
l’umano videogioco chiamato “grande guerra” Valutazione 5 stelle su cinque
25%
No
75%

Un lunghissimo, emozionante, unico piano sequenza di un film epico. Un trasporto continuo, presente come se lo spettatore guardasse, nella straordinaria scenografia dei contesti bellici della guerra 15-18. E noi siamo lì, nelle trincee, tra pali e ferro spinato, in pantani melmosi o al cospetto di carcasse nauseabonde di cavalli , tra corpi straziati e prati infiniti, in scoscesi torrenti o città distrutte e abbandonate. E nel percorso di un videogioco di anime vaganti e pericoli incombenti, la figura di due soldati, e poi di una soltanto, riverbera sofferenza, volontà di servizio, dedizione suprema, umanità.. E l'eroismo diventa cosa ordinaria, quando l'altruismo ed il rigore di militi, solo alla fine , con 1600 commilitoni in pericolo, fanno ricordare al caporale in missione, il  dolore struggente di qualcuno, che, a casa, ti sta aspettando. [+]

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carloalberto martedì 4 febbraio 2020
mendes o monicelli? Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

 Mendes ha confezionato un prodotto stilisticamente perfetto ed emotivamente monocorde; utilizzando un piano sequenza unico, come in “Nodo alla gola” di Hitchcock, segue o anticipa i due protagonisti, in conformità alle tre unità aristoteliche di tempo, di luogo e di azione, con una sola interruzione temporale, ottenuta grazie all’escamotage della perdita dei sensi di uno dei due eroi, per descrivere, con dovizia di particolari macabri e abbondanza di cadaveri in putrescenza divorati da enormi ratti, soldati feriti da mutilazioni e squarci nella carne viva, l’orrore della guerra di trincea, suscitando l’unico sentimento possibile, ossia quello di repulsione e di condanna. [+]

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clavius martedì 4 febbraio 2020
il non racconto di una tragedia Valutazione 2 stelle su cinque
53%
No
47%

L'operazione di Mendes era un azzardo, una scommessa dall'esito incertissimo. Dirò subito: una scommessa persa.
La Prima Guerra Mondiale non fu un evento qualsiasi nella storia dell'Europa, bensì il vero spartiacque che ha condannato il nostro continente alla sostanziale marginalità dei decenni successivi. Raccontarla è roba difficile anche se nella storia del cinema si possono ritrovare qua e là esempi di bel cinema. Non è questo il caso, dove per mascherare l'inconsistenza di sceneggiatura, si ricorre alla tecnica. Attraverso l'uso di un piano sequenza che avrebbe nelle intenzioni l'obettivo di costringere lo spettatore ad una visione claustrofobica tra le trincee si ottiene, come misero risultato, qualche momento di suspence e poco altro. [+]

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enzo70 lunedì 3 febbraio 2020
un film di trincea Valutazione 4 stelle su cinque
17%
No
83%

1917 è la prima linea della grande guerra. Il più grande merito di Sam Mendes è quello di rendere perfettamente le ansie, i rumori, i dolori, gli odori della guerra. La storia dei due giovani soldati inglesi inviati in una missione impossibile, due vite per salvare un intero reggimento, 1.800 soldati destinati a morte sicura. Per uno dei due caporali la missione è ancora più particolare, perché tra i 1.800 uomini ci sta il fratello. Non vado avanti nella storia, per non levare il gusto allo spettatore di apprezzare un film che, semplicemente, va visto. La guerra è sempre stato un soggetto importante per il cinema; e anche la prima linea è stata spesso trattata, con alterni risultati. [+]

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jaylee domenica 2 febbraio 2020
oltre la trincee attraverso l’inferno Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

6 Aprile 2017, Francia. La Grande Guerra. 2 giovani soldati Britannici sono inviati oltre le loro trincee, nella cosiddetta Terra di Nessuno, per consegnare un messaggio prima dell’alba al Battaglione Devon: non attaccate, è una trappola dei Tedeschi. Tra i 1600 uomini del Devon, il fratello di uno dei due soldati.
Sam Mendes, uno dei migliori registi britannici degli ultimi 20 anni, torna a fare un film di guerra (il primo fu Jarhead, sottovalutata opera del 2005), ed è qui alla sua prima sceneggiatura, ispirata ai racconti di suo nonno. Da un punto di vista della fotografia, 1917 è una meraviglia: un unico piano sequenza di quasi 2 ore che seguono i due compagni dall’inizio alla fine (con qualche accorgimento tecnico per i montaggi, che comunque sono praticamente invisibili) e l’effetto è quello di un coinvolgimento emotivo incredibile. [+]

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lord sabato 1 febbraio 2020
la spettacolarizzazione visiva dell'orrore della grande guerra Valutazione 5 stelle su cinque
29%
No
71%

L'orrore della Grande guerra viene raccontato da Sam Mendes in prima persona con un linguaggio sperimentale mai visto in precedenza.
La pellicola narra la storia di due caporali britannici che vengono incaricati di una missione suicida: entro le 24 ore successive, dovranno attraversare il fronte con il rischio di imbattersi nell'esercito tedesco in ritirata, al fine di consegnare un messaggio al Colonnello del Secondo Battaglione, il cui contenuto potrebbe salvare circa 1600 uomini.
Lo spettacolo visivo è unico nel suo genere; il regista premio oscar per American Beauty riesce a calare lo spettatore all'interno della realtà nuda e cruda della vicenda, utilizzando un unico ma in realtà “falso” piano-sequenza, interrotto soltanto da qualche istante di nero, che definisce il passaggio tra il crepuscolo e l'alba. [+]

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wolvie sabato 1 febbraio 2020
perfezionismo manifesto Valutazione 2 stelle su cinque
56%
No
44%

Non ho trovato il capolavoro che cercavo, anzi, come in un altro film guerreggiante abbastanza recente, “Dunkirk" ,ho visto un estenuante esercizio di stile registico. Se nel primo film si manifestava in un montaggio barocco e anafettivo, in “1917" domina la ricerca dell' inquadratura perfetta, senza montaggio, con piano sequenza continuativo, che, in definitiva, secondo me, distoglie lo stesso regista, dalla ricerca della manifestazione emotiva che la storia dovrebbe trasmettere allo spettatore. Occasione questa che si realizza solamente nel pre finale, con la corsa fuori trincea, che con i dovuti distinguo ricorda la corsa, quella volta inutile, di Mel Gibson in “Gli Anni Spezzati - Gallipoli"
La prima guerra mondiale noi l’ abbiamo saputa raccontare meglio, basti pensare al F. [+]

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