fonteio
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domenica 16 febbraio 2020
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eroismo ed orrori della guerra
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Se vogliamo, abbastanza forzato mi sembra anche l'episodio della proditoria uccisione, da parte del morente aviatore tedesco, del suo salvatore ancorchè nemico, considerando quale fosse lo spirito cavalleresco che ancora animava durante la Grande Guerra gli aviatori di entrambi gli schieramenti, provenienti spesso da ranghi aristocratici. Il soldato inglese sarebbe potuto perire semplicemente a causa dei rottami che gli erano arrivati addosso. Ma tant'è! Il film rimane bellissimo, ci scaraventa drammaticamente e realisticamente nell'orrore della guerra ma fa anche capire come, in situazioni terribili, possa venir fuori la miglior parte di un essere umano, l'altruismo, il cameratismo, fino al sacrificio della propria vita per salvare quella di chi gli è accanto.
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emanuele 1968
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domenica 16 febbraio 2020
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bello
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4.5 Un buon film , grande George, se vi e piaciuto guardate anche Dunkirk
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thomas
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mercoledì 12 febbraio 2020
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la guerra come orrore assoluto
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C'era una volta una filmografia western in cui "gli indiani" erano i cattivi e i "cowboy" i buoni, poi negli anni '70 iniziò un lungo esame di coscienza da parte degli USA che rivoluzionò il genere western e portò Hollywood almeno a riconoscere la verità storica: i pellerossa furono vittime di una guerra crudele volta a privarli della terra che avevano sempre abitato. Capolavori come "Balla coi lupi" stanno lì, a ricordarci com'è andata veramente.
E c'era una volta una filmografia di genere bellico in cui la guerra era spettacolarizzata, i soldati erano eroi alla ricerca di gloria, i generali grandi condottieri ricchi di acume, poi Stanley Kubrick con "Orizzonti di gloria" spiegò che spesso, dietro la deciisone di attaccare una postazione nemica, vi era soltanto la vanagloria di un comandante desideroso di fare carriera e Steven Spielberg con "Salvate il soldato Ryan" fece vedere che, quando un soldato viene colpito dal nemico in guerra, non cade a terra come fulminato, ma rimane vivo e dilaniato dalle ferite a soffrire atrocemente.
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C'era una volta una filmografia western in cui "gli indiani" erano i cattivi e i "cowboy" i buoni, poi negli anni '70 iniziò un lungo esame di coscienza da parte degli USA che rivoluzionò il genere western e portò Hollywood almeno a riconoscere la verità storica: i pellerossa furono vittime di una guerra crudele volta a privarli della terra che avevano sempre abitato. Capolavori come "Balla coi lupi" stanno lì, a ricordarci com'è andata veramente.
E c'era una volta una filmografia di genere bellico in cui la guerra era spettacolarizzata, i soldati erano eroi alla ricerca di gloria, i generali grandi condottieri ricchi di acume, poi Stanley Kubrick con "Orizzonti di gloria" spiegò che spesso, dietro la deciisone di attaccare una postazione nemica, vi era soltanto la vanagloria di un comandante desideroso di fare carriera e Steven Spielberg con "Salvate il soldato Ryan" fece vedere che, quando un soldato viene colpito dal nemico in guerra, non cade a terra come fulminato, ma rimane vivo e dilaniato dalle ferite a soffrire atrocemente.
1917 fa parte del secondo filone, quello che fa volentieri a meno delle frasi roboanti, dello spettacolo, della favoletta bellica secondo cui conquistare una medaglia è il massimo desiderio di un soldato. 1917 ci ricorda che la guerra è un orrore assoluto, il più grande degli orrori; e ce loricorda facendoci vedere topi, cadaveri di giovani lasciati a decomporsi nei campi, famiglie private di ogni loro ricchezza, neonati condannati a morire di fame per mancanza di latte, soldati che barattano una medaglia con una bottiglia di vino "perchè avevo sete".
La guerra raccontata da Sam Mendes è un monito ad ognuno di noi perchè a nessuno venga in mente di dimenticare il passato e, nel farlo, il regista ci fa vivere in quell'inferno, ci fa seguire senza fermarci mai i due soldati in missione, che non sono eroi, ma soltanto persone che sentono il dovere di fare la cosa giusta e che, al termine, scelgono come premio il riposarsi seduti contro il tronco di un albero, guardando il prato dinanzi a loro.
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nicolo scialfa
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mercoledì 12 febbraio 2020
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viaggio all’inferno
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1917 Generale Erinmore (Colin Firth): Tu hai un fratello nel secondo battaglione! Soldato Blake (Dean-Charles Chapman): Sì, signore! Generale Erinmore: Stanno per finire in una trappola, l’ordine è consegnare un messaggio, perché fermino l’attacco di domani mattina. Se fallite…sarà un massacro! Film Title: 1917 Sam Mendes e la grande guerra. Colin Firth (generale Erinmore), Benedict Cumberbatch (colonnello Mackenzie), Richard Madden (tenente Blake) e Mark Strong (capitano Smith) in piccole ma significative parti. Il film è tutto giocato sul caporale William Schofield (George MacKay) e il suo amico Tom Blake (Dean-Charles Chapman) in viaggio all’inferno. 1917 fiamme 6 aprile 1917.
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1917 Generale Erinmore (Colin Firth): Tu hai un fratello nel secondo battaglione! Soldato Blake (Dean-Charles Chapman): Sì, signore! Generale Erinmore: Stanno per finire in una trappola, l’ordine è consegnare un messaggio, perché fermino l’attacco di domani mattina. Se fallite…sarà un massacro! Film Title: 1917 Sam Mendes e la grande guerra. Colin Firth (generale Erinmore), Benedict Cumberbatch (colonnello Mackenzie), Richard Madden (tenente Blake) e Mark Strong (capitano Smith) in piccole ma significative parti. Il film è tutto giocato sul caporale William Schofield (George MacKay) e il suo amico Tom Blake (Dean-Charles Chapman) in viaggio all’inferno. 1917 fiamme 6 aprile 1917. Il colonnello Mackenzie vuole lanciare all’attacco il 2º Battaglione del Devonshire Regiment, convinto che i tedeschi siano in ritirata. È una trappola. 1.600 inglesi sono votati al massacro. Linee telefoniche interrotte. Il generale Erinmore incarica i due giovani caporali Tom Blake e William Schofield di consegnare a Mackenzie l’ordine di interrompere l’attacco. Il fratello del caporale Blake fa parte del 2° Devonshire. Viaggio all’inferno. Generosità ripagata con la morte. Paesaggi spettrali, desolazione e rovina ovunque, filo spinato, corpi di cavalli gonfi e divorati dai tafani, cadaveri ammucchiati ovunque, topi enormi che attaccano qualsiasi cosa. Apocalisse. Montato in modo da farlo apparire come un unico piano sequenza, Mendes si affida ai ricordi di suo nonno. I protagonisti sono due militi ignoti che incontrano ufficiali con volti di attori carismatici. Il sacrificio di pochi per la salvezza di molti. La stupenda fotografia di Roger Deakins riesce a coinvolgere lo spettatore che si immedesima nell’impresa dei due caporali. Visioni mozzafiato, rovine infernali, incendi che illuminano la notte buia. Scene dantesche. Film diverso dall’impianto corale di Orizzonti di gloria di Kubrick e dal Capitan Conan di Tavernier per citare due grandi ricostruzioni del conflitto che ha cambiato il mondo. Film sull’amicizia in trincea, sul coraggio degli umili e l’eroismo necessario. Operazione filmica titanica in difesa del Cinema contro lo streaming; film che non si può vedere seduti sul divano di casa. Anche per questo motivo non si comprende la cecità di Hollywood che non lo premia come miglior film. Del resto parliamo di una cecità quasi cronica. È il film di guerra più vicino nella sostanza al soldato ignoto, vero protagonista di quella orribile carneficina che fu la prima guerra mondiale. Tutti i protagonisti sono convinti della ineluttabilità della guerra e sono consapevoli che non ci sarà mai una vera fine se non la sopravvivenza (non la vita) dei vincitori e l’annientamento (non la sconfitta) dei vinti. 1917 prot L’eroe di questo film è il direttore della fotografia Roger Deakins che lo ha reso unico e futura materia di studio senza staccare mai e senza dare allo spettatore la possibilità di riprendere fiato. In guerra è impossibile rilassarsi. Sam Mendes trasmette tensione continua con eleganza, mestiere, consapevolezza di girare qualcosa di grande e che resterà nella storia del cinema. 1917 cumb 1917. Roger-Deakins-1917-cinematown.it--870x600 Un’eccellente colonna sonora di Thomas Newman è essenziale per la realizzazione di un monumento cinematografico che si appoggia sulle spalle dei giganti per scorgere meglio il presente e il futuro. J.V.
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vincenzo cammisa
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martedì 11 febbraio 2020
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film imbarazzante
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Stanco delle solite elucubrazioni di certa critica che ti trascina al cinema e poi ti rimane solo una domanda : ho sbagliato sala?
Il film è inadeguato ed imbarazzante.
La fotografia e' bellissima ma la sceneggiatura è totalmente assente. Lento da morire. Eliminate le scene inutili e i tempi morti il film si sarebbe ridotto a 15 minuti.
Nessuna emozione , ne per i protagonisti ne per la storia.
Ridicole alcune scene, i due super uomini si affacciano sulla trincea del nemico brandendo i fucili alla rambo. Se la trincea era ' abitata' sarebbero stati abbattuti solo da qualche pernacchia crucca. Non succede mai niente... tutto scontato.... la scena con la ragazza francese e' totalmente inverosimile e inutile.
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Stanco delle solite elucubrazioni di certa critica che ti trascina al cinema e poi ti rimane solo una domanda : ho sbagliato sala?
Il film è inadeguato ed imbarazzante.
La fotografia e' bellissima ma la sceneggiatura è totalmente assente. Lento da morire. Eliminate le scene inutili e i tempi morti il film si sarebbe ridotto a 15 minuti.
Nessuna emozione , ne per i protagonisti ne per la storia.
Ridicole alcune scene, i due super uomini si affacciano sulla trincea del nemico brandendo i fucili alla rambo. Se la trincea era ' abitata' sarebbero stati abbattuti solo da qualche pernacchia crucca. Non succede mai niente... tutto scontato.... la scena con la ragazza francese e' totalmente inverosimile e inutile.insomma un piano sequenza privo della componente FILM. La cosa più divertente e' leggere certi commenti che si sforzano a dare una spiegazione cinemarografica al nulla totale. Vogliamo parlare di come sia facile avvicinarsi ad un plotone di militare nei boschi intenti al canto e alla meditazione ? Con una bombetta e 2 granate l'ultimo dei crucchi annienteva la poderosa armata inglese pronta all assalto. Per carità ..... Non chiamatelo film
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piecarore
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martedì 11 febbraio 2020
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sconcertante la critica
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Sconcertante la diffusa critica che il film sembra un videogame. Credo che il film ci faccia vedere in tempo reale l'azione bellica con una violenza ed un realismo che non ho mai visto prima. I videogame cercano di fare la stessa cosa, e quindi inevitalmente qualche sequenza ci ricorda qualche noto videogame, ma non per questo il film deve essere criticato.
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lunedì 10 febbraio 2020
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assurdità
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Magari si potevano spendere due righe per sottolineare che la sceneggiatura presenta un buon numero di assurdità. Tanto che, a ben vedere, la guerra viene trattata quasi come un videogame. Ammirevole è lo sforzo di rendere credibili il paesaggio e gli ambienti, e di operare una ricostruzione filologica delle uniformi, delle armi, etc: sforzo che deve essere anche costato parecchio in termini di budget. Però "Orizzonti di gloria", pur con i suoi poveri mezzi, era davvero altra cosa!
Giovanni Assereto
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nino pellino
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domenica 9 febbraio 2020
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bella scenografia per una sceneggiatura essenziale
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Ottimo film per quanto riguarda l'aspetto scenografico e dei costumi. A livello di sceneggiatura, invece, il film mi è sembrato piuttosto essenziale nell'impostazione della trama che rasenta a tratti anche qualche momento monotono. Comunque non un capolavoro, almeno dal mio punto di vista
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luciano sibio
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domenica 9 febbraio 2020
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un film dal buon taglio storico
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Ho trovato il film eccellente sul fronte della scenografia ma apparentemente scontato per la storia,del tutto convenzionale e poco avvincente.
In verità la storia a parte qualche naturale ammiccamento verso il pubblico va inquadrata come necessaria per fornire una specifica visione dei quegli eventi e che a mia memoria non si è mai fatto a dovere sulla Grande Guerra in un film.
Grande Guerra che in buona parte non fu guerra di movimento ma guerra di attesa,di snervante passività difronte a una morte sempre in agguato e che a volte non proveniva nemmeno dalle armi nemiche cecchine ma dalle malattie stesse legate alle condizioni igienico sanitarie del tutto insufficenti nelle trincee.
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Ho trovato il film eccellente sul fronte della scenografia ma apparentemente scontato per la storia,del tutto convenzionale e poco avvincente.
In verità la storia a parte qualche naturale ammiccamento verso il pubblico va inquadrata come necessaria per fornire una specifica visione dei quegli eventi e che a mia memoria non si è mai fatto a dovere sulla Grande Guerra in un film.
Grande Guerra che in buona parte non fu guerra di movimento ma guerra di attesa,di snervante passività difronte a una morte sempre in agguato e che a volte non proveniva nemmeno dalle armi nemiche cecchine ma dalle malattie stesse legate alle condizioni igienico sanitarie del tutto insufficenti nelle trincee.
Qui invece in apparente contraddizione tutto diventa esaltazione del movimento,anche la cinpepresa che segue l'azione è in costante movimento e segue fedelmente l'azione,azione che ovviamente si svolge essenzialmente quando ci si lascia alle spalle la trincea per svolgere la missione richiesta al dilà di esse,trincea raccontata quindi solo in chiave documentaristica.
Solo apparentemente si contraddice il contesto storico, dicevo,perchè tale guerra sul fronte italiano fu vinta proprio così e cioè quando alla strategia di posizione di R.Cadorna si sostituì la strategia della guerra di movimento del generale A. Diaz ,e con questo film si vuole essenzialmente celebrare una vittoria.
Tutto il secolo entrante con la grande guerra fu poi proprio questo in tutte le restanti manifestazioni umane.
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barone di firenze
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domenica 9 febbraio 2020
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fa pensare
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Film che ci porta a soffrire con il protagonista, ambientazione ottima un plauso a campentieri, muratori e a tutto lo staff della manovalanza, tutto sommato la storia non coinvolge più diu tanto essendo una minestra riscaldata, l'attore principale è bravo come tutti gli attori inglesi (George MacKey) Colin Firth se non avessi letto i titoli di coda non l'avrei certo riconosciuto nei panni del Generale. Fa pensare perchè nelle guerre vengono mandati al macello giovani da ufficiali assassini (La Marmora docet). Concludo si può vedere ma senza attentersi più di tanto.
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