Un film-enigma dalla natura sfuggente, perfetta fotografia di un presente complesso e terribile. Recensione di Emanuele Sacchi, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Jong-su è un aspirante scrittore che vive di espedienti. Quando incontra per caso Hae-mi non la riconosce, ma la ragazza si ricorda di lui e lo persuade a prendersi cura del suo gatto. Jong-su si innamora, ma Hae-mi parte per l'Africa e al suo ritorno è accompagnata dal misterioso Ben.
Dopo otto anni di pausa, Lee Chang-dong torna dietro la macchina da presa con un film che meritava tutto il tempo che il regista si è preso. Un film-enigma, in cui la soluzione è plurima o forse inesistente, una contorta macchinazione che accumula menzogne su menzogne per dare senso a ciò che non ne ha.
La natura sfuggente e non lineare di Burning diviene dunque la perfetta fotografia della contemporaneità, l'unico modo di raccontare un presente complesso e terribile.
In occasione dell'uscita al cinema di Burning - L'amore brucia, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Emanuele Sacchi.