enrico
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lunedì 30 maggio 2022
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gran bel film, realistico.
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Finalmente un film piuttosto realistico. Senza battute cretine, senza machismi, senza astronavi che resistono a qualunque urto. Certo, un pochino esagerato nell'ottimismo (possibile che sulla stazione spaziale nulla si sia rotto dopo tutto quel tempo)? Trovo un solo difetto: Watney viaggia per moltissime miglia per andare in una vallata sterminata, dove inciampa indovinate un po', proprio nel vecchio robot pathfinder del JPL sepolto dalle sabbie da anni. Io nemmeno se avessi scavato per ventisei resurrezioni l'avrei trovato, ma evidentemente lui è non solo botanico, ma pure rabdomante. Questa cosa è probabile come gli indizi del Codice da Vinci e seguenti su cui inciampa in continuazione Hanks.
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Finalmente un film piuttosto realistico. Senza battute cretine, senza machismi, senza astronavi che resistono a qualunque urto. Certo, un pochino esagerato nell'ottimismo (possibile che sulla stazione spaziale nulla si sia rotto dopo tutto quel tempo)? Trovo un solo difetto: Watney viaggia per moltissime miglia per andare in una vallata sterminata, dove inciampa indovinate un po', proprio nel vecchio robot pathfinder del JPL sepolto dalle sabbie da anni. Io nemmeno se avessi scavato per ventisei resurrezioni l'avrei trovato, ma evidentemente lui è non solo botanico, ma pure rabdomante. Questa cosa è probabile come gli indizi del Codice da Vinci e seguenti su cui inciampa in continuazione Hanks. Ovviamente il robot viene dissotterrato, ed ovviamente, funziona, messo a posto non da un ingegnere, che è già comunque altamente non convincente, ma addirittura da un botanico. Mah. Comunqje, gravità a parte, e qualche blooper piuttosto evidente, il film è molto, molto bello, soprattutto nella fase finale, gli ultimi 20-25 minuti. Consigliatissimo.
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fable80
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venerdì 9 agosto 2019
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affascinante e intenso sogno ad occhi aperti sul futuro, ancorato al passato
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Il titolo sintetizza bene: un film di "sopravvivenza spaziale", un po' come Gravity, però ambientato su Marte, che porta a familiarizzare con questo pianeta in modo intenso, quasi fino a renderlo un paesaggio familiare. Avevo amato molto il primo "Atto di forza" ed era da allora che non vedevo (e cercavo) un film ambientato su Marte in maniera così totale. Qui siamo ad una fase precedente rispetto ad "Atto di forza", in cui s'immagina un pianeta già colonizzato. Mark Watney (interpretato da Matt Damon) - come spiegherà lui stesso - è il primo uomo a colonizzare Marte, perché è il primo uomo che vi farà crescere delle piante. Un sogno ad occhi aperti sul futuro, ma anche sul passato, che evidenzia l'importanza delle missioni esplorative che si sono succedute (senza equipaggio) sul "pianeta rosso" (i "rifiuti" di una vecchia missione, cioè l'attrezzatura abbandonata su Marte negli anni novanta, verranno recuperati e consentiranno al protagonista di comunicare con la Terra), la cooperazione internazionale nelle missioni spaziali.
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Il titolo sintetizza bene: un film di "sopravvivenza spaziale", un po' come Gravity, però ambientato su Marte, che porta a familiarizzare con questo pianeta in modo intenso, quasi fino a renderlo un paesaggio familiare. Avevo amato molto il primo "Atto di forza" ed era da allora che non vedevo (e cercavo) un film ambientato su Marte in maniera così totale. Qui siamo ad una fase precedente rispetto ad "Atto di forza", in cui s'immagina un pianeta già colonizzato. Mark Watney (interpretato da Matt Damon) - come spiegherà lui stesso - è il primo uomo a colonizzare Marte, perché è il primo uomo che vi farà crescere delle piante. Un sogno ad occhi aperti sul futuro, ma anche sul passato, che evidenzia l'importanza delle missioni esplorative che si sono succedute (senza equipaggio) sul "pianeta rosso" (i "rifiuti" di una vecchia missione, cioè l'attrezzatura abbandonata su Marte negli anni novanta, verranno recuperati e consentiranno al protagonista di comunicare con la Terra), la cooperazione internazionale nelle missioni spaziali. La profonda solitudine, il senso d'impotenza del protagonista, che decide di non arrendersi e sfoderare tutte le proprie capacità - fisiche, mentali - e conoscenze - tecnologiche, matematiche, scientifiche, culturali - per combattere per la sopravvivenza in un ambiente terribilmente ostile, rendono questo film un'esperienza da non perdere. Belle anche le scene nello spazio fuori da Marte.
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rmarci 05
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domenica 19 maggio 2019
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semplice ma appassionante odissea fantascientifica
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Ridley Scott, basandosi sul romanzo best-seller di A. Weir, realizza una semplice ma appassionante odissea fantascientifica in cui gli aspetti fantastici passano in secondo piano rispetto all’attendibilità scientifica. La storia, però, ha un ritmo piuttosto discontinuo nella parte centrale e cade spesso in alcune banalità, causate da una sceneggiatura piuttosto frettolosa, compensata in parte dalla bravura di Matt Damon. Oltre allo straordinario ma misurato supporto degli effetti speciali e alla suggestiva fotografia, elemento a cui Scott ci ha da sempre abituati, nel film è presente un improvviso ed inaspettato cambio stilistico: dalla pellicola infatti non traspaiono i toni pessimisti che facevano di Blade Runner un capolavoro, ma c’è una nota ottimista nel raccontare la fiducia riposta nell’essere umano e nel suo innato istinto di aiutare il prossimo.
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Ridley Scott, basandosi sul romanzo best-seller di A. Weir, realizza una semplice ma appassionante odissea fantascientifica in cui gli aspetti fantastici passano in secondo piano rispetto all’attendibilità scientifica. La storia, però, ha un ritmo piuttosto discontinuo nella parte centrale e cade spesso in alcune banalità, causate da una sceneggiatura piuttosto frettolosa, compensata in parte dalla bravura di Matt Damon. Oltre allo straordinario ma misurato supporto degli effetti speciali e alla suggestiva fotografia, elemento a cui Scott ci ha da sempre abituati, nel film è presente un improvviso ed inaspettato cambio stilistico: dalla pellicola infatti non traspaiono i toni pessimisti che facevano di Blade Runner un capolavoro, ma c’è una nota ottimista nel raccontare la fiducia riposta nell’essere umano e nel suo innato istinto di aiutare il prossimo. Probabilmente è proprio per questo che The Martian non possiede il fascino e la complessità delle opere migliori del regista. 3.5 stelle su 5.
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andrea antonio maddaloni
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venerdì 11 gennaio 2019
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ottimo film da guardare matt è un gran attore.
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Veramente un bel film niente da dire !
Ovviamente è fantascienza quindi certe cose ti vengono in mente, dicendo : Ma è impossibile ! O comunque dici come cavolo ha fatto, appunto è fantascienza ma fatto in modo originale.
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renatoc.
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giovedì 12 luglio 2018
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volere è potere!
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Nell'andazzo degli ultimi films di fantascienza degli ultimi anni, gli Americani fanno vedere che quando vogliono salvare un astronauta nei guai nello spazio, ce la mettono tutta! Il richiamo al fatto dell'Apollo 13 realmente accaduto è più che esplicito! La collaborazione totale tra astronauti, NASA e centro spaziale che collaborano lasciando da temporaneamente da parte tutte le altre cose, porta alla salvezza del protagonista come è avvenuto per gli astronauti dell'Apollo 13!
Certo, poi nel film ci si mette molto anche la fantasia, il prendere l'astronauta al volo tra un'astronave a l'altra è da film di James Bond, comunque ciò che conta è il voler tentare il tutto e per tutto per salvarlo! Soprattutto vale la volon
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Nell'andazzo degli ultimi films di fantascienza degli ultimi anni, gli Americani fanno vedere che quando vogliono salvare un astronauta nei guai nello spazio, ce la mettono tutta! Il richiamo al fatto dell'Apollo 13 realmente accaduto è più che esplicito! La collaborazione totale tra astronauti, NASA e centro spaziale che collaborano lasciando da temporaneamente da parte tutte le altre cose, porta alla salvezza del protagonista come è avvenuto per gli astronauti dell'Apollo 13!
Certo, poi nel film ci si mette molto anche la fantasia, il prendere l'astronauta al volo tra un'astronave a l'altra è da film di James Bond, comunque ciò che conta è il voler tentare il tutto e per tutto per salvarlo! Soprattutto vale la volontà dell'astronauta che pur sapendo di non avere molte speranze si da da fare al 100% per sopravvivere anche coltivando patate, anche se certi particolari sulla concimazione sono un po' da voltastomaco! Comunque la freddezza non gli viene mai meno, non si lascia mai prendere dall'ansia e dallo scoraggiamento, tanto sa che l'alternativa è la morte certa, quindi! Non mancano i momenti di suspance ed è molto bello il finale in cui il protagonista diventa un professore che spiega le tecniche della sopravvivenza nei casi anche più disperati! Prima di vederlo pensavo fosse un film pesante, claustrofobico; invece scorre bene ed è piacevole vederlo!
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giorpost
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venerdì 9 marzo 2018
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troppo osannato, mix di film recenti e storie note
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Pianeta Marte. La missione Ares 3, appartenente al programma di colonizzazione del quarto pianeta del Sistema Solare, è in procinto di essere terminata quando una fortissima e non del tutto preventivata tempesta di sabbia si abbatte sull'equipaggio della NASA; costretti ad un allontanamento anticipato e improvviso, non tutti gli astronauti riescono ad arrivare al modulo di decollo: Mark Watney viene infatti colpito violentemente da un grosso detrito e, causa danneggiamento della strumentazione dei parametri vitali, viene dato per morto. Ripartiti alla volta della Terra, i suoi colleghi sono costretti ad incassare un duro colpo da digerire.
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Pianeta Marte. La missione Ares 3, appartenente al programma di colonizzazione del quarto pianeta del Sistema Solare, è in procinto di essere terminata quando una fortissima e non del tutto preventivata tempesta di sabbia si abbatte sull'equipaggio della NASA; costretti ad un allontanamento anticipato e improvviso, non tutti gli astronauti riescono ad arrivare al modulo di decollo: Mark Watney viene infatti colpito violentemente da un grosso detrito e, causa danneggiamento della strumentazione dei parametri vitali, viene dato per morto. Ripartiti alla volta della Terra, i suoi colleghi sono costretti ad incassare un duro colpo da digerire.
Alcuni mesi dopo, a Houston, una controller della superficie marziana (osservata H-24 dai satelliti piazzati dagli umani) nota spostamenti anomali nei pressi della base abbandonata in fretta e furia: Mark è sopravvissuto, e sta cercando in tutti i modi di restare vivo e contattare la Terra. I problemi tecnici, prima ancora che logistici, non permettono sin da subito a Watney di lanciare l'allarme, cosa che gli riuscirà in un secondo momento allorquando avrà l'intuizione di raggiungere il Pathfinder, primo storico rover inviato sul pianeta rosso negli anni '90. Saranno i singoli frames della fotocamera del robot a permettergli di lanciare la richiesta di aiuto, la quale diverrà priorità assoluta dell'ente aerospaziale americano che non ha alcuna intenzione di farsi cattiva pubblicità agli occhi del mondo, lasciando morire un proprio uomo senza tentare di salvarlo. La strada per tale scopo, tuttavia, è a dir poco complicata e non può essere percorsa senza intuizioni geniali, calcoli matematici degni di Einstein e con l'aiuto di una grossa dose di fortuna. Il tutto in una corsa contro il tempo che mai come in questo caso è il nemico numero uno...
Adattato al Cinema direttamente dal romanzo di Weir datato 2011, The Martian (USA, 2015) riporta Ridley Scott al segmento che lo ha reso celebre. Ma stavolta non ha centrato in pieno il target in quanto, al netto della qualità filmica e della tecnica che non si discutono, l'opera narra vicende già viste in diverse pellicole -alcune delle quali molto recenti- e non presenta nulla di particolarmente innovativo riuscendo, semmai, soltanto a perfezionare alcuni tentativi fatti in passato (vedi Pianeta Rosso). Il ruolo di Mark Watney, ottimamente svolto dall'affidabile Matt Damon, è una fusione tra il Chuck Noland di Tom Hanks (Cast Away), Il piccolo principe e, soprattutto, la dottoressa Ryan Stone di Sandra Bullock (Gravity). E basta davvero poco per rendersi conto delle assonanze che il protagonista ha con i succitati personaggi: capelli e barba folti, dimagrimento forzato e i 4 anni che prospetta di passare su Marte -laddove riuscisse a sopravvivere- sono un richiamo all'opera di Zemeckis (per Tom furono necessari proprio 4 anni prima di costruirsi la famosa zattera); le frequenti battute in streaming riguardanti il fatto si essere l'unico abitante del pianeta non si possono non associare all'asteroide di Antoine de Saint-Exupéry, soprattutto nelle versioni cartoonesche; l'attaccamento alla vita, l'adattamento alla solitudine e diverse sequenze ricordano moltissimo il lavoro di Cuarón (il salvataggio finale è praticamente un replay di quello della Bullock, nella cui veste ora c'è Damon mentre in quella di Clooney troviamo la Chastain, con tanto di zaino a propulsione). Oltretutto l'interprete di Will Hunting -ovviamente non per colpa sua- sembra sia rimasto sul set del pianeta abbandonato di Interstellar (le condizioni sono pressoché identiche). Risulta poco aderente al feedback del regista di Blade Runner anche il collegamento in mondo visione dell'operazione di recupero: oltre a risultare irrealistica (difficile che la NASA di oggi trasmetta tutto in diretta, perfino i dialoghi tra astronauti), questo lavoro ricorda anche i 2 film gemelli usciti nel '98 basati su meteoriti in rotta di collisione con la Terra. Altro aspetto negativo riguarda i dialoghi dello sceneggiatore Goddard: forzatamente brillanti, permeano la pellicola di una comicità che non sempre convince.
Nonostante tutto la parabola di Watney cattura comunque l'attenzione e in alcune trovate risulta avvincente (la coltivazione di patate, l'alfabeto arcaico utilizzato per dialogare), ma eccede per quanto attiene alle doti dell'eroe di turno, il quale inizia come semplice esperto botanico e finisce per rivelarsi un genio assoluto in tutti i settori della fisica e della chimica, senza tralasciare intuizioni fumettistiche. Gli elementi necessari per un una pellicola di fantascienza non mancano, come l'azione, il pathos e gli effetti visivi; da notare la rappresentazione scenografica dei paesaggi marziani che, in ogni caso, facilmente si possono trovare in Arizona o in Giordania (dove l'opera è stata girata). C'è anche della buona musica anni '70 che, solo apparentemente, può sembrare anacronistica.
The Martian è sostenuto soprattutto dalla bravura di un cast eterogeneo, nel quale spicca la splendida Jessica Chastain, ormai a suo agio in questo genere. Peccato: il grande regista britannico stavolta ha leggermente steccato, pur vedendosi riconoscere diversi premi e attestati positivi. Le 3 stelle, vista l'ambientazione, in ogni caso non gliele possiamo negare.
Voto: 7 -
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brata
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venerdì 12 gennaio 2018
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the martian
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Non sono uno che per i film di fantascienza stravede, ma bisogna essere onesti e affermare che questo è bel film. Non so quanto sia veritiero e quanto possa essere possibile vivere in quelle condizioni, ma trlasciando questi dubbi, è un film che scorre in maniera veloce, mai pesante, alternando momenti in cui un sorriso scappa ad altri in cui la suspence la fa da padrona. Ottima la regia, qualche riserva su Matt Damon (non è il mio attore preferito).
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dandy
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giovedì 19 ottobre 2017
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life on mars.
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Il film non vuole essere un altro "Interstellar" come qualcuno ha detto.Nè pretende di essere scientificamente accurato come hanno protestato alcuni(ma pare che il regista abbia sentito numerosi esperti per cercare di esserlo il più possibile).A conti fatti questo film è,come qualcuno ha già scritto qui sopra,un'"americanata".E' la più classica delle storie,quella dell'uomo tenace,che non si da mai per vinto,che vede testardamente una speranza anche su un pianeta che non è il suo.Un pò un "Cast Away" marziano,un pò un "Salvate il soldato Ryan",e tante altre cose.Ma diciamocelo,il film funziona egregiamente e riesce nell'intendo di appassionare pur essendo prevedibile dall'inizio alla fine.
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Il film non vuole essere un altro "Interstellar" come qualcuno ha detto.Nè pretende di essere scientificamente accurato come hanno protestato alcuni(ma pare che il regista abbia sentito numerosi esperti per cercare di esserlo il più possibile).A conti fatti questo film è,come qualcuno ha già scritto qui sopra,un'"americanata".E' la più classica delle storie,quella dell'uomo tenace,che non si da mai per vinto,che vede testardamente una speranza anche su un pianeta che non è il suo.Un pò un "Cast Away" marziano,un pò un "Salvate il soldato Ryan",e tante altre cose.Ma diciamocelo,il film funziona egregiamente e riesce nell'intendo di appassionare pur essendo prevedibile dall'inizio alla fine.Scott sceglie un'idea azzardata,lasciando un unico personaggio in scena per oltre metà del film,ma Damon è ottimo e i suoi dialoghi sono molto ben scritti.L'idea di far svolgere la vicenda su tre piani distinti(le perpezie di Mark;quelle della sua squadra e quelle della Nasa sulla Terra)rende il tutto più fluido.Ma la trovata più azzeccata del film sta nell'aria scanzonata che lo pervade:persino nei momenti più critici,sia Mark che i suoi compagni non mettono mai da parte il loro umorismo.Il tono da commedia(genere per cui questo film si è aggiudicato il Golden Globe)è la carta vincente di un film fantascientifico dove come in "Interstellar"(dove hanno recitato sia Damon che la Chastain) gli effetti speciali(perfetti)sono esibiti il meno possibile per concentrarsi sul lato umano della vicenda.Altro punto di forza è la riflessione sull'uso di idee e sistemi tutt'altro che all'avanguardia(il piano finale;la serra)ma ancora efficaci persino fuori dal pianeta Terra,sulla crucialità del pensiero umano in un futuro spaziale.C'è anche spazio per l'adrenalina:nell'ultima mezz'ora c'è una tensione notevole.Grande successo di pubblico.Colonna sonora di Harry Gregson-Williams,con canzoni usate in modo ironico come "Don't leave me this way","I will survive","Waterloo" e ovviamente "Starman".Ne esiste una versione di 10 minuti più lunga.
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laurence316
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martedì 26 settembre 2017
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il naufrago delle stelle, si perde, come il film
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Arriva subito dopo il totale fallimento di Exodus: Dei e Re, questa nuova fatica di Scott, ed è un interessante, appassionante e sorprendentemente divertente film di fantascienza, basato sull’omonimo romanzo d'esordio di Andy Weir, che ha passato mesi a documentarsi, studiando di fisica, astrofisica, astronomia, botanica.
Forte di un solidissimo cast di attori (non solo il protagonista Damon, ma anche la Chastain, Daniel, Ejiofor e, in una piccola ma fondamentale parte, il simpatico Glover) e dell'inevitabile fascino suscitato dall’ambientazione "marziana" (gli esterni sono stati girati a Wadi Rum, in Giordania, sede di diverse altre produzioni cinematografiche in passato), diretto con la solita e ormai consolidata maestria da Scott, The Martian è un buon film di intrattenimento, che sconta però in parte la scelta di farne una commedia.
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Arriva subito dopo il totale fallimento di Exodus: Dei e Re, questa nuova fatica di Scott, ed è un interessante, appassionante e sorprendentemente divertente film di fantascienza, basato sull’omonimo romanzo d'esordio di Andy Weir, che ha passato mesi a documentarsi, studiando di fisica, astrofisica, astronomia, botanica.
Forte di un solidissimo cast di attori (non solo il protagonista Damon, ma anche la Chastain, Daniel, Ejiofor e, in una piccola ma fondamentale parte, il simpatico Glover) e dell'inevitabile fascino suscitato dall’ambientazione "marziana" (gli esterni sono stati girati a Wadi Rum, in Giordania, sede di diverse altre produzioni cinematografiche in passato), diretto con la solita e ormai consolidata maestria da Scott, The Martian è un buon film di intrattenimento, che sconta però in parte la scelta di farne una commedia. Infatti, alcune scene hanno sicuramente la funzione di alleggerire il racconto, ma spesso il film rivela una mancanza di drammaticità, una mancanza di tensione narrativa, una mancanza di reale coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore, che gli sono quasi fatali. Non si teme quasi mai per la vita del protagonista, in quanto è già praticamente certo che se la caverà.
Alcune scene sono comunque di grande impatto visivo e le peripezie che il personaggio di Damon è costretto ad affrontare pur di sopravvivere riescono in minima parte ad interessare. In ogni caso, i vertici della filmografia del regista sono ben lontani (ciao, ciao Alien e Blade Runner).
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robbb
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mercoledì 27 luglio 2016
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gare di vela su marte e piantagioni di patate bio
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Noioso.
Uomo dimenticato appositamente su Marte perché dato per morto. Mors tua vita mea è il concetto base.
Visto che mors tua vita mea vale per tutti, decide di salvarsi e, per sopravvivere, pianta patate. Sarà stato ispirato da van Gogh.
Quindi un uomo dotato di cibo per qualche 500 sol, una busta della spesa, un ordigno semi nucleare e dei pannelli solari va avanti e indietro per 2 ore sullo schermo televisivo, ascoltando musica pop, cercando di generare un ambiente vivibile e parlando da solo.
La sonda ed equipaggio che lo ha abbandonato fa un testacoda spaziale con traiettorie improbabili. In effetti torna a riprenderselo ma. E c'è sempre un ma. Lo deve ripescare in orbita facendo traiettorie da gare di vela.
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Noioso.
Uomo dimenticato appositamente su Marte perché dato per morto. Mors tua vita mea è il concetto base.
Visto che mors tua vita mea vale per tutti, decide di salvarsi e, per sopravvivere, pianta patate. Sarà stato ispirato da van Gogh.
Quindi un uomo dotato di cibo per qualche 500 sol, una busta della spesa, un ordigno semi nucleare e dei pannelli solari va avanti e indietro per 2 ore sullo schermo televisivo, ascoltando musica pop, cercando di generare un ambiente vivibile e parlando da solo.
La sonda ed equipaggio che lo ha abbandonato fa un testacoda spaziale con traiettorie improbabili. In effetti torna a riprenderselo ma. E c'è sempre un ma. Lo deve ripescare in orbita facendo traiettorie da gare di vela. Arrivi alla boa, viri, peschi il marziano che ha fatto un paracadute di plastica per entrare in orbita e torni indietro.
Noioso e improbabile
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