tmpsvita
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martedì 20 ottobre 2015
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cast away on mars
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Il ritorno del maestro Ridley Scott è potente, divertente e con la giusta dose di tensione. Su questo film puntavo moltissimo sia per la presenza di Matt Damon sia per ritrovare Ridley Scott nel genere che lo ha fatto nascere e crescere nella carriera.
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Il ritorno del maestro Ridley Scott è potente, divertente e con la giusta dose di tensione. Su questo film puntavo moltissimo sia per la presenza di Matt Damon sia per ritrovare Ridley Scott nel genere che lo ha fatto nascere e crescere nella carriera. Gli effetti speciali sono davvero ben fatti, molto realistici e mai troppo ridondanti. Mi è piaciuta un sacco la regia con i suoi meravigliosi movimanti di macchina e mi è piaciuto molto il montaggio particolare. Matt Damon mokto bravo ma non una delle sue migliori interpretazioni. La pellicola mi è sembrata molto ben calibrata dal punto di vista dell'alternarsi delle scene comiche, drammatiche o ansiogene, infatti non risulta mai troppo demenziale o troppo drammaticamente stucchevole. Però ho trovato che non fosse molto ben calibrato nell'alternarsi delle scene su marte e quelle sulla terra che le ho trovate alcune troppo lunghe. Grazie al cariisma di Matt Damon e alla spettacolare sceneggiatura il film non annoia mai ed intrattiene perfettamente. Voto 8+/10.
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dinoroar
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lunedì 19 ottobre 2015
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interplanetaria noia
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Peccato. Soldi e competenze non mancavano. Le idee si. L'unica cosa che i lascia la visione di questo film è l'assillante domanda del perché gli americani ciclicamente sentano il bisogno di film così, scontati nella trama, nello svolgimento e nel finale.Ma questa volta hanno superato se stessi. Di solito esplodevano in urla ed applausi liberatoriper il risultato raggiunto ... a fine film. Qui ogni cinque minuti parte la "Ola" con abbraci e autocompiacimento senza limiti. Stucchevole quanto patetico.
Talmente scontato lo svolgimento che in alcuni punti si rasenta la noia pura, lo sbadiglio. Cosa imperdonabile in un film di fantascenza.
Se poi vogliamo cogliere il messaggio ecologista del riciclo, poetando sulle patate coltivate con gli escrementi degli astronauti ed il suolo marziano .
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Peccato. Soldi e competenze non mancavano. Le idee si. L'unica cosa che i lascia la visione di questo film è l'assillante domanda del perché gli americani ciclicamente sentano il bisogno di film così, scontati nella trama, nello svolgimento e nel finale.Ma questa volta hanno superato se stessi. Di solito esplodevano in urla ed applausi liberatoriper il risultato raggiunto ... a fine film. Qui ogni cinque minuti parte la "Ola" con abbraci e autocompiacimento senza limiti. Stucchevole quanto patetico.
Talmente scontato lo svolgimento che in alcuni punti si rasenta la noia pura, lo sbadiglio. Cosa imperdonabile in un film di fantascenza.
Se poi vogliamo cogliere il messaggio ecologista del riciclo, poetando sulle patate coltivate con gli escrementi degli astronauti ed il suolo marziano ... diciamo che l'abbiamo presa un filo larga.
Se poi vogliamo insistere nel trovare qualcosa di buono, per non sentirci in colpa di due ore e nove euro buttati, potremmo parlare di spirito di corpo, solidarietà, gruppo ecc.
Ma sinceramente questi nobili sentimenti vengono trattati in modo così superficiale da svilirli.
Peccato. Sarà per un'altra volta.
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thecroz
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lunedì 19 ottobre 2015
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dio salvi lo zio sam
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Quando si dispone di mezzi tecnici e soldi si può produrre un film. Ma si possono anche risparmiare quei soldi.
Pregi: suggestivi scenari marziani, belle ambientazioni nelle astronavi.
Difetti: interpretazione e dialoghi dei personaggi che vanno bene per le animazioni della Pixar. Valanga di luoghi comuni cinematografici riguardo i ruoli ricoperti dai personaggi. Solita propaganda sul supereroe americano che non si spaventa e non si turba di fronte a nulla, l'inverosimile superuomo che scherza e ride e balla da solo su Marte. No emozioni rilevate. Il solito inserimento di personaggi ridicoli per stemperare sul comico eventi che non dovrebbero esserlo (vedi il bambino prodigio dell'astrodinamica che spiega con la penna e brum brum vari la sua teoria).
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Quando si dispone di mezzi tecnici e soldi si può produrre un film. Ma si possono anche risparmiare quei soldi.
Pregi: suggestivi scenari marziani, belle ambientazioni nelle astronavi.
Difetti: interpretazione e dialoghi dei personaggi che vanno bene per le animazioni della Pixar. Valanga di luoghi comuni cinematografici riguardo i ruoli ricoperti dai personaggi. Solita propaganda sul supereroe americano che non si spaventa e non si turba di fronte a nulla, l'inverosimile superuomo che scherza e ride e balla da solo su Marte. No emozioni rilevate. Il solito inserimento di personaggi ridicoli per stemperare sul comico eventi che non dovrebbero esserlo (vedi il bambino prodigio dell'astrodinamica che spiega con la penna e brum brum vari la sua teoria). Jeff Daniels che interpreta probabilmente il più ridicolo e scontato ruolo di dirigente spara decisioni (sembra che gli scappi da ridere in ogni sequenza dove recita). Ridley Scott e la Nasa ci ricordano continuamente che seppure facciamo importanti progressi scientifici dobbiamo necessariamente ringraziare un Dio.
Stendo un velo pietoso sulla pessima trovata della musica dance ad infarcire la colonna sonora spesso e volentieri (anche questa trovata andava bene per uno spensierato film di animazione stile Pixar).
Film vietato ai maggiori di anni 16.
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[+] ineccepibile
(di etabeta)
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pier delmonte
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lunedì 19 ottobre 2015
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nemmeno scott e' capace di tanto
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La firma e’ di Ridley Scott… ma c e’ giusto quella. Nemmeno lui puo’ riuscire nell’impossibile e cioe’ rendere godibile una storia che non sta in piedi… quando il marziano si e’ messo a coltivare lattuga sul pianeta rosso mi sono domandato… ma io dovrei stare piu’ di un’ora a vedere come andra’ a finire? La risposta la giro a voi.
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davidino.k.b.
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domenica 18 ottobre 2015
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amerikanata fritta e rifritta
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Noia ed ennesimo supereroe americano su Marte. Fantascienza zero, Americanata dieci
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dhany coraucci
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domenica 18 ottobre 2015
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a dirla con le patate... è una patata lessa
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C'erano tre motivi per cui avrebbe dovuto piacermi questo film: il primo è che adoro la fantascienza, il secondo è che adoro Matt Damon e il terzo è che adoro (non tutti, ma quasi!) i film di Ridley Scott. E' con grande dispiacere, quindi, che lo faccio scivolare dentro la mia personalissima scatola nera dei film che non solo dimenticherò, ma che ho già dimenticato. Trama esile (ma si sapeva), finale scontatissimo (e si sapeva anche questo); non manca il ritmo, visto la sottigliezza della vicenda, però non mi consola. A suo favore, proprio perché i tre motivi di cui sopra non sono motivi qualunque, posso dire che al di là dello spirito di sopravvivenza che, sempre per i miei personalissimi parametri, non è un tema che mi emozioni particolarmente, viene esaltata una solidarietà su cui è sempre bene porre l'accento, anche se nel recupero del sopravvissuto e quindi nel valore assoluto di ogni vita umana, i toni sono troppo enfatizzati e lirici e non basta stemperarli con le note gioiose e un po' trash della disco anni settanta, che tutti canticchiamo insieme a Matt nell'abitacolo della sua solitaria navicella: come si dice, quel che è troppo, è troppo! Qualcuno l'ha paragonato a Interstellar: sempre per la mia personalissima visione e per usare la metafora delle patate che poi tanto metafora non è, è come paragonare un soufflé alto e soffice (difficilissimo da ottenere, se vi intendete di cucina) servito da Chez Maxim a Parigi a una patata lessa, scondita servita su un piatto di plastica alla fiera di “sdàz” (oggetto di scarso valore in dialetto bolognese).
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C'erano tre motivi per cui avrebbe dovuto piacermi questo film: il primo è che adoro la fantascienza, il secondo è che adoro Matt Damon e il terzo è che adoro (non tutti, ma quasi!) i film di Ridley Scott. E' con grande dispiacere, quindi, che lo faccio scivolare dentro la mia personalissima scatola nera dei film che non solo dimenticherò, ma che ho già dimenticato. Trama esile (ma si sapeva), finale scontatissimo (e si sapeva anche questo); non manca il ritmo, visto la sottigliezza della vicenda, però non mi consola. A suo favore, proprio perché i tre motivi di cui sopra non sono motivi qualunque, posso dire che al di là dello spirito di sopravvivenza che, sempre per i miei personalissimi parametri, non è un tema che mi emozioni particolarmente, viene esaltata una solidarietà su cui è sempre bene porre l'accento, anche se nel recupero del sopravvissuto e quindi nel valore assoluto di ogni vita umana, i toni sono troppo enfatizzati e lirici e non basta stemperarli con le note gioiose e un po' trash della disco anni settanta, che tutti canticchiamo insieme a Matt nell'abitacolo della sua solitaria navicella: come si dice, quel che è troppo, è troppo! Qualcuno l'ha paragonato a Interstellar: sempre per la mia personalissima visione e per usare la metafora delle patate che poi tanto metafora non è, è come paragonare un soufflé alto e soffice (difficilissimo da ottenere, se vi intendete di cucina) servito da Chez Maxim a Parigi a una patata lessa, scondita servita su un piatto di plastica alla fiera di “sdàz” (oggetto di scarso valore in dialetto bolognese). Per piacere, non toccatemi Interstellar!
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asdrubale03
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domenica 18 ottobre 2015
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ridley scott non delude
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Un altro film tra i più grandi capolavori di Ridley Scott che ha diretto la pelliccola magistralmente creando scene e inquadrature eccezionali,purtroppo devo ammettere che il 3D è sfruttato davvero male a parte due o tre scene in cui è ottimo.Le interpretazioni da parte di tutti gli attori sono superbe sopratutto quelle di Jessica Chaistain e Matt Damon, quest'ultimo secondo me per questo film si merita almeno la nomination all'Oscar.In fine ho adorato la colonna sonora ed il fatto che il film sia più ironico di molti altri film che trattano lo stesso genere.Voto 8.5/10
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michele martelossi
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domenica 18 ottobre 2015
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gli esseri umani sono tutti marziani
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Scordatevi il Ridley Scott di Alien. Scordatevi i marziani in senso autoctono. Pensate a Damon come ad un marziano molto terrestre costretto, suo malgrado, a pernottare in una camera singola sul pianeta rosso per mesi. Solo, piantato in asso da una rossa come Jessica Chastain che è la capa dell'equipaggio. Ovvio che non si tratta di un abbandono sentimentale, ma d'emergenza. Se scoppia una tempesta di detriti e la tua lentezza nel rientrare in astronave fa rischiare la vita agli altri, non è che gli altri ti possono aspettare in eterno. Specie se la navicella rischia di inclinarsi e di non ripartire più. Dato quindi per morto ma in realtà vivo e vegeto, Mark Watney (Damon) trova riparo nell'hangar spaziale piuttosto confortevole abbandonato dai suoi compagni e comincia a tenere un diario di bordo dando ormai per contati i suoi giorni da sopravvissuto.
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Scordatevi il Ridley Scott di Alien. Scordatevi i marziani in senso autoctono. Pensate a Damon come ad un marziano molto terrestre costretto, suo malgrado, a pernottare in una camera singola sul pianeta rosso per mesi. Solo, piantato in asso da una rossa come Jessica Chastain che è la capa dell'equipaggio. Ovvio che non si tratta di un abbandono sentimentale, ma d'emergenza. Se scoppia una tempesta di detriti e la tua lentezza nel rientrare in astronave fa rischiare la vita agli altri, non è che gli altri ti possono aspettare in eterno. Specie se la navicella rischia di inclinarsi e di non ripartire più. Dato quindi per morto ma in realtà vivo e vegeto, Mark Watney (Damon) trova riparo nell'hangar spaziale piuttosto confortevole abbandonato dai suoi compagni e comincia a tenere un diario di bordo dando ormai per contati i suoi giorni da sopravvissuto. Da buon botanico, semina e coltiva piante per aumentare le scorte alimentari a sua disposizione e crea acqua artificiale usando azoto e idrogeno non senza l'inconveniente di qualche esplosione. Finisce tuttavia, per perdere tutto il raccolto a causa di un imprevisto trovandosi costretto a escogitare un rientro a casa anticipato.
Mark si rivela straordinariamente capace nell'avere una risposta a tutto, tanto che ad un certo punto lo vorresti da te come domestico tuttofare.
Ares 3, la missione di cui faceva parte, nel frattempo sta tornando sul nostro pianeta, ancora ignara della sorte toccata al proprio membro. La Nasa tace e nulla dice, per non compromettere la serenità del viaggio. Gli uomini sulla Terra sanno che se il comandante Lewis (la Chastain) sapesse del sopravvissuto non batterebbe ciglio per tornare a recuperarlo, ammutinandosi, riducendo le possibilità di una rincasata pacifica e mettendo così a rischio la propria e la sicurezza personale dei suoi subordinati.
Quando però ci si rende conto che tutti i tentativi per salvare il marziano vanno falliti, Ares 3 resta l'ultima carta celeste da giocare. Ma sarà possibile ragionando in termini di anni luce, orbite planetarie e velocità di massa trovare la giusta coincidenza tra il momento in cui Mark si lancerà nel vuoto cosmico e Lewis cercherà di acchiapparlo per portarlo con sé nel viaggio di ritorno?
Girato in esterna nella suggestiva Giordania e volutamente accompagnato da una colonna sonora da disco '70 ancor più alienante e improponibile per un ottimo fantafilm, The Martian - Sopravvissuto non è poi molto diverso da ogni altra avventura cinematografica fatta di terra e sabbia. E' una metafora della solitudine come Il té nel deserto o, molto più grottescamente, è un saggio dell'attualissimo isolamento vissuto dall'Uomo e del suo eroismo nel conviverci o sopravviverci.
Siamo alla parodia dell'incomunicabilità ed il messaggio giunge chiaro anche a milioni di chilometri di distanza. Che c'è poi di così diverso tra un cittadino ed un marziano, se entrambi interagiscono principalmente attraverso la tecnologia? Direi nulla. E Ridley Scott, prendendo a prestito il romanzo di Andy Weir, sembra mostrarci proprio questo: anche se ci fosse vita su Marte, la vita sarebbe uguale a quella che facciamo qui, con la sola detrazione della gravità. In una parola, noi pure siamo dei marziani.
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mrbla
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domenica 18 ottobre 2015
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ma ridley!
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E' un prodotto dell'industria cinematografica americana, per questo sembra tutto preconfezionato: i personaggi, le battute, le situazioni. Tutto. Come banalizzare all'estremo alcuni dei temi piu profondi che riguardano l'uomo: la solitudine, la curiosità e l'esigenza di conoscere, la spaventosa indifferenza della natura, il senso di abbandono. E' un popcorn movie, quindi munitevi di schifezze varie e preparatevi a vedere il classico blockbuster a stelle e strisce (ovviamente sono state scritturate anche le bandierine americane, da reggere con una mano mentre si ha lo sguardo rivolto al cielo).
Ah, dimenticavo, "belli gli effetti speciali".
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E' un prodotto dell'industria cinematografica americana, per questo sembra tutto preconfezionato: i personaggi, le battute, le situazioni. Tutto. Come banalizzare all'estremo alcuni dei temi piu profondi che riguardano l'uomo: la solitudine, la curiosità e l'esigenza di conoscere, la spaventosa indifferenza della natura, il senso di abbandono. E' un popcorn movie, quindi munitevi di schifezze varie e preparatevi a vedere il classico blockbuster a stelle e strisce (ovviamente sono state scritturate anche le bandierine americane, da reggere con una mano mentre si ha lo sguardo rivolto al cielo).
Ah, dimenticavo, "belli gli effetti speciali".
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enzo70
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domenica 18 ottobre 2015
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un film che non dimenticheremo
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Metti un regista che le cose le vede grandi, ma molto grandi, Ridley Scott, ed un attore per cui le grandi interpretazioni sono semplicemente il suo mestiere, Matt Damon. Ed ecco così sopravvissuto, the Martian, un blockbuster che fa dire evviva urrà per i blockbuster. Questo film è ambientato su Marte ed è in 3d; ma alla fine non è un film di fantascienza, perché è reso in maniera che il futuro, ormai quasi prossimo, sembra il presente e, novità assoluta, rende godibile anche per me il 3d. Il film è tratto dal romanzo di Andy Weir e la trama è di estrema semplicità: un astronauta, ritenuto morto, viene lasciato dall’equipaggio su Marte; ma Watney, interpretato da Matt Demon, è vivo e vivo vuole rimanere, nonostante sia da solo, l’acqua sia poco, ha pochi viveri e, soprattutto, sta su Marte.
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Metti un regista che le cose le vede grandi, ma molto grandi, Ridley Scott, ed un attore per cui le grandi interpretazioni sono semplicemente il suo mestiere, Matt Damon. Ed ecco così sopravvissuto, the Martian, un blockbuster che fa dire evviva urrà per i blockbuster. Questo film è ambientato su Marte ed è in 3d; ma alla fine non è un film di fantascienza, perché è reso in maniera che il futuro, ormai quasi prossimo, sembra il presente e, novità assoluta, rende godibile anche per me il 3d. Il film è tratto dal romanzo di Andy Weir e la trama è di estrema semplicità: un astronauta, ritenuto morto, viene lasciato dall’equipaggio su Marte; ma Watney, interpretato da Matt Demon, è vivo e vivo vuole rimanere, nonostante sia da solo, l’acqua sia poco, ha pochi viveri e, soprattutto, sta su Marte. E la prossima spedizione è prevista dopo 4 anni. The martian è un grande omaggio all’intelligenza dell’uomo, Watney è uno scienziato ed è la sua capacità di risolvere problemi usando l’intelligenza, la conoscenza, l’intelligenza e la tenacia a consentirgli di sopravvivere in un film che, chiaramente, deve finire bene. Sopravvissuto è l’evoluzione temporale di Cast Away, e come Cat Away sarà un film che non dimenticheremo.
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