jaylee
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sabato 10 ottobre 2015
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houston, abbiamo ancora un problema
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Dopo il flop di Exodus, Ridley Scott doveva in qualche modo “andare sul sicuro” e quindi eccolo alla regia di The Martian, film ambientato nel futuro e nello spazio, vedi i vari capolavori del maestro britannico Alien e Blade Runner, al quale aggiungeremmo il sottovalutato Prometheus di qualche anno fa.
In realtà, le analogie finiscono qua, perché The Martian non ha niente in comune con la fantascienza se non le ambientazioni e molto di più appare in linea con Apollo 13 o Gravity o addirittura Moon, ma anche con film che con lo spazio hanno niente o quasi a che fare come Cast Away oppure All is Lost. Insomma, Neil Armstrong versione Robinson Crusoe.
Mark Watney (Matt Damon), astronauta della missione Ares III sul pianeta Marte in un prossimo futuro, viene creduto morto e abbandonato dai suoi compagni sul pianeta stesso.
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Dopo il flop di Exodus, Ridley Scott doveva in qualche modo “andare sul sicuro” e quindi eccolo alla regia di The Martian, film ambientato nel futuro e nello spazio, vedi i vari capolavori del maestro britannico Alien e Blade Runner, al quale aggiungeremmo il sottovalutato Prometheus di qualche anno fa.
In realtà, le analogie finiscono qua, perché The Martian non ha niente in comune con la fantascienza se non le ambientazioni e molto di più appare in linea con Apollo 13 o Gravity o addirittura Moon, ma anche con film che con lo spazio hanno niente o quasi a che fare come Cast Away oppure All is Lost. Insomma, Neil Armstrong versione Robinson Crusoe.
Mark Watney (Matt Damon), astronauta della missione Ares III sul pianeta Marte in un prossimo futuro, viene creduto morto e abbandonato dai suoi compagni sul pianeta stesso. Mark dovrà trovare un modo di sopravvivere all’interno della base, dove scorte e viveri sono garantiti per 31 giorni, perché la prossima missione atterrerà sul pianeta tra 4 anni.
Non aspettatevi alieni e vita indigena sul pianeta, o rivelazioni eretico-religiose, The Martian è un film che ha come principale tema l’indomita volontà di sopravvivenza dell’Uomo e, in qualche modo, il messaggio che questa dipenda non solo dagli sforzi dell’individuo, ma dalla sinergia di un’intera specie, il genere umano, che, in una metafora non così nascosta, dovrà fin troppo presto capire come nutrirsi in un futuro meno lontano di quello che pensiamo. Pur non troppo innovativo come ambientazioni e impatto visivo (vedi Mission to Mars o Red Planet) ,The Martian ha il pregio di realizzare il film di sopravvivenza e solitudine mai facendo ricorso al tema fideistico come quasi sempre è capitato in questi casi ma sempre al potere della volontà e dell’atteggiamento dell’Umanità in situazioni disperati: “un problema dopo l’altro, e se ne risolverete abbastanza tornerete a casa”, nelle parole di Mark.
Proprio Mark, nell’interpretazione di Matt Damon ha un cardine fondamentale, e pensare che il buon Matt aveva inizialmente rifiutato la parte in quanto troppo simile alla sua ultima interpretazione Interstellar (solo in apparenza però). E meno male, perché il suo Mark, geniale scienziato dalla volontà di ferro e che odia la disco music (curiosa la scelta di un film spaziale con musiche anni anacronistiche subito dopo Guardians of the Galaxy), è ciò che fa la differenza con Gravity di qualche anno fa, con Sandra Bullock che evidentemente non ha lo stesso impatto e intensità di Damon. The Martian, sia dal lato della storia su Marte, sia dal lato della storia sulla Terra (ovvero come lavorano per trovare soluzioni), funziona molto bene e, seppur decisamente a credito nei riguardi di Apollo 13 per tantissimo versi, è comunque: a. sufficientemente originale; b. tesissimo: oltre 2h20’ mai noiosi e spesso senza far ricorso ad espedienti scontati; c. dotato di un umorismo un po’ nerd, ma molto efficace e con continui riferimenti alla cultura pop vintage (come musica, videogames, fumetti e, parte più simpatica, altri film su missioni spaziali come Alien –occhio anche ai titoli iniziali- e lo stesso Apollo 13)
Molto bravo il cast di contorni, con una spanna sugli altri Jeff Daniels e Chiwetel Ejiofor nella parte dei capi della NASA, ma anche Jessica Chastain, il capitano Lewis.
Insomma un film holliwoodiano nella sua forma migliore di intrattenimento per niente stupido. Houston, abbiamo ancora un problema. Finalmente! (www.versionekowalski.it)
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pisiran
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giovedì 8 ottobre 2015
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marziano di terra
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Ridley Scott come suo solito ci propone una pellicola che tiene inchiodati per le oltre due ore di proiezione senza averne la percezione, tanto coinvolgenti sono le scene che si susseguono, tanto fanno stare in punta lo spettatore. La missione sul pianeta rosso viene abortita (così si dice nel film) a causa di una tempesta di impreviste proporzioni e nel trambusto creatosi, un elemento dell'equipaggio (Matt Damon) viene lasciato su Marte credendolo morto e irrecuperabile.
Il film prosegue facendoci vedere e temere per la sorte del sopravvissuto, che una volta tornato in sè e constatato di essere solo e abbandonato, dà lustro al suo sapere e all'ingegno per poter vivere il più a lungo possibile nella speranza di tornare sulla Terra.
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Ridley Scott come suo solito ci propone una pellicola che tiene inchiodati per le oltre due ore di proiezione senza averne la percezione, tanto coinvolgenti sono le scene che si susseguono, tanto fanno stare in punta lo spettatore. La missione sul pianeta rosso viene abortita (così si dice nel film) a causa di una tempesta di impreviste proporzioni e nel trambusto creatosi, un elemento dell'equipaggio (Matt Damon) viene lasciato su Marte credendolo morto e irrecuperabile.
Il film prosegue facendoci vedere e temere per la sorte del sopravvissuto, che una volta tornato in sè e constatato di essere solo e abbandonato, dà lustro al suo sapere e all'ingegno per poter vivere il più a lungo possibile nella speranza di tornare sulla Terra.
In effetti sarà proprio così, con l'apporto di un giovane genio assonnato e della grande ex nemica Cina che collaborerà con la Nasa, il protagonista potrà ritornare a calpestare il natio pianeta insieme al resto dell'equipaggio che una volta a conoscenza che il loro collega era ancora vivo non hanno pensato a nulla se non andarlo a riprendere.
Gli attori tutti di grande spessore hanno formato un Cast formidabile e la fotografia all'altezza della situazione ha contribuito a dare quanto il film meritava.
Eccellenti le panoramiche, e la navigazione di una astronave che era dai tempi di Stanley Kubrick con 2001 Odissea nello spazio che non dava sensazioni e bellezza d'immagine così vivaci.
L'unica cosa forse che avrei cambiato (daccordo con il protagonista) sarebbero stati i vari brani musicali del film.
Da vedere. Buona visione al cinema. Pisiran.
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[+] buona visione??
(di etabeta)
[ - ] buona visione??
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menkauhor
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giovedì 8 ottobre 2015
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tutto è possibile....
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Con la forza della volontà tutto è possibile. Senza mai mollare, fai la cosa giusta, affronta i problemi, uno alla volta, e risolvili. Tutto diventerà possibile. Quante volte lo star system ci ha proposto e rappresentato la dottrina delle magnifiche sorti e progressive. Questa volta lo fa meglio del solito, certo, lascia il segno, coinvolge. E' una favola moderna, e non è necessario domandarsi quanti miliardi di dollari vengono inutilmente bruciati nei programmi di esplorazione spaziale. E però, in quasi seicento SOL trascorsi lì, da solo, sul pianeta Marte, Mark Watney non ha mai avuto un cedimento, un momento di difficoltà o di sconforto? Suvvia, Mr. Scott, perfino i replicanti di Blade Runner sapevano piangere.
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esined
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giovedì 8 ottobre 2015
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fantastico.
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Che dire...film bellissimo!!! Nonostante il mio bassissimo tasso di concentrazione, e il buco allo stomaco per non aver fatto i tempo a comprare i pop corn...è riuscito a tenermi incollata per due ore e mezza, senza mai annoiarmi.
Premetto di essermi persa parecchi bei film al cinema, ma ne ho già visti di belli e questo mi ha lasciata senza parole....
Una sfilata di emozioni, tra suspanse, risate, tal volta ansia, tristezza e commozione, sono uscita dal cinema saziata da cotanta invenzione e innovazione!
Che siano stati 3 euro del ricomincio da tre, 5,50 con l'ikea family o 9 per lo spettacolo serale, sarebbero stati più che meritati in ogni caso!
Consiglio? SI! Un film che merita di essere visto al cinema, I Sens, 3D.
[+] ma alla fine poi li hai presi i pop corn?
(di iridenero)
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maynardi araldi
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giovedì 8 ottobre 2015
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complimenti
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Bella recensione! Amara e stringata. Mi piace quello che scrivi e come lo scrivi.
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zenos
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giovedì 8 ottobre 2015
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commediucola spaziale tra il nerd e la scampagnata
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Molto poco realistico. Troppo umoristico. Sembra quasi la parodia di se stesso questo film, osannato come un capolavoro. Questo Robinson Crusoe spaziale è oltre mo(n)do ridicolo, parlo del personaggio, Matt Damon nel complesso bravo in questo film spento e scontato. Nulla di particolare. Scene stupefacienti non ce ne sono. Opera decisamente commerciale che merita molto poco, mi aspettavo molto di più da Ridley Scott.
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mickey97
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mercoledì 7 ottobre 2015
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la salvezza è a soli 225 km di distanza.
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Missione Ares III. Un gruppo di Astronauti è in missione presso Marte nella rispettiva aerea di Acidalia Planitia fino a quando non sopraggiunge una tempesta che li obbliga a lasciare la missione eccetto uno. Mark Watney in seguito all'essere stato colpito da un ripetitore radio, è ritenuto morto da parte di Nasa e compagni ignari del fatto che è ancora vivo, ma il povero astronauta oramai è solo e sopravvivere in un pianeta deserto, in cui non cresce nulla è un'impresa fin troppo ardua ma Watney si arma di un coraggio a dir poco encomiabile per il fine di non morire e aspettare che la prossima missione lo raggiunga. Nel frattempo, comincia ad usare le sue conoscenze inerenti al campo della botanica e comincia a coltivare facendo uso anche di alcune importantissime nozioni della chimica in modo da cibarsi seppur la sua dieta non sia affatto variegata e comprenda sopratutto patate.
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Missione Ares III. Un gruppo di Astronauti è in missione presso Marte nella rispettiva aerea di Acidalia Planitia fino a quando non sopraggiunge una tempesta che li obbliga a lasciare la missione eccetto uno. Mark Watney in seguito all'essere stato colpito da un ripetitore radio, è ritenuto morto da parte di Nasa e compagni ignari del fatto che è ancora vivo, ma il povero astronauta oramai è solo e sopravvivere in un pianeta deserto, in cui non cresce nulla è un'impresa fin troppo ardua ma Watney si arma di un coraggio a dir poco encomiabile per il fine di non morire e aspettare che la prossima missione lo raggiunga. Nel frattempo, comincia ad usare le sue conoscenze inerenti al campo della botanica e comincia a coltivare facendo uso anche di alcune importantissime nozioni della chimica in modo da cibarsi seppur la sua dieta non sia affatto variegata e comprenda sopratutto patate. The Martian Sopravvissuto in realtà non fa altro che rappresentare quello che accadrà fra tanti anni quando dovrà venire a costituirsi la vita su Marte, l'uomo dovrà ergersi inevitabilmente come soggetto puramente razionale nel costruire un impero di cui attualmente non vi sono nemmeno le fondamenta. All'inizio temevo che il film potesse risultare piatto nel mostrare troppo a lungo come Mark Watney è riuscito a sopravvivere e invece no, grazie ad un abile e più che egregio montaggio viene ad instaurararsi una dinamica tale che suscita nello spettatore una grande ammirazione riguardo lo svolgersi dello storia, la quale risulta funzionale sotto tutti i punti di vista. Ridley Scott questa volta ha fatto un lavoro eccellente, la sua regia non cede nemmeno un momento. il film non è altro che un vorticare di emozioni che verso il finale precisamente al momento del salvataggio di Watney raggiungono un altissimo tasso di intensità facendo in modo di far rimanere appassionato lo spettatore fino alla fine, momento in cui staccare gli occhi dallo schermo è fin troppo difficile. Un grande film nettamente superiore a Gravity ed Interstellar che vincerà sicuramente un oscar se non di più.
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[+] scusate..
(di mickey97)
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marco petrini
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martedì 6 ottobre 2015
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lungo
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Non mi è piaciuto moltissimo! Direi che le stelle sono conseguenza della bella regia, per almeno un paio di interpreti, e per la firma Scott, ma di lui ho visto films molto migliori, questo non è certo uno dei suoi capolavori.
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alexander tioz
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martedì 6 ottobre 2015
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fantapositivismo dal papà di xenomorfi e replicant
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Lo sguardo del Ridley Scott della fantascienza è da sempre pessimista: equipaggi spaziali sacrificati per portare sulla Terra un nuovo super soldato alieno, metropoli del 2019 putride, umidicce e malaticce, alieni-divinità che prima ci creano e poi vogliono distruggerci. Non è il caso di questo The Martian, film che fa del positivismo scientifico la sua ossatura e della speranza di un futuro di collaborazione proficua tra umani la sua anima. Tratto dal best-seller di Andy Weir, la trama ormai la sanno anche le pietre di Cydonia: in un futuro prossimo la Nasa, con i suoi astronauti, riesce a raggiungere Marte per studiarne la superficie; qualcosa va storto e la squadra è obbligata ad abbandonare la missione, battere in ritirata dal pianeta rosso e lasciare indietro il biologo del team (Damon), creduto ormai morto: quest'ultimo invece è sopravvissuto e, solo in un pianeta deserto, decide che, con la sua preparazione e l'attrezzatura di fortuna rimastagli, può continuare a sopravvivere e sperare di essere salvato.
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Lo sguardo del Ridley Scott della fantascienza è da sempre pessimista: equipaggi spaziali sacrificati per portare sulla Terra un nuovo super soldato alieno, metropoli del 2019 putride, umidicce e malaticce, alieni-divinità che prima ci creano e poi vogliono distruggerci. Non è il caso di questo The Martian, film che fa del positivismo scientifico la sua ossatura e della speranza di un futuro di collaborazione proficua tra umani la sua anima. Tratto dal best-seller di Andy Weir, la trama ormai la sanno anche le pietre di Cydonia: in un futuro prossimo la Nasa, con i suoi astronauti, riesce a raggiungere Marte per studiarne la superficie; qualcosa va storto e la squadra è obbligata ad abbandonare la missione, battere in ritirata dal pianeta rosso e lasciare indietro il biologo del team (Damon), creduto ormai morto: quest'ultimo invece è sopravvissuto e, solo in un pianeta deserto, decide che, con la sua preparazione e l'attrezzatura di fortuna rimastagli, può continuare a sopravvivere e sperare di essere salvato.
Il film funziona alla grande per la sua intera durata e mette in scena l'eroicità dell'uomo normale e del suo sapere acquisito con l'impegno e il metodo che sa che non ha motivo di arrendersi, perché la sua conoscenza garantisce che la speranza di sopravvivere brilli ancora. Niente metaforoni trascendentali, tutto ciò che succede ha un suo perché e una sua logica, i vari personaggi si comportano come professionisti ed esseri umani veri, operando sempre la scelta che per loro è migliore. L'uomo tramite la scienza e la logica è capace di azioni che potrebbero a prima vista risultare impossibili, mentre nella realtà dei fatti non lo sono. Il Watney di Damon è uno scienziato impacciato e dal dubbio senso dell'umorismo, ma fortemente convinto nelle sue capacità, perché conscio della sua preparazione. E lo sguardo ottimista non si ferma all'individuo, ma si estende a macchia d'olio nell'intera comunità, tutti lavorano e cooperano (pure USA e Cina) al massimo per riportare quella persona, che non sarebbe dovuta essere abbandonata nella solitudine di Marte, all'interno della collettività-Terra. E questo discorso, nell’economia del film, mette decisamente in secondo piano tutte le piccole e a volte fastidiose ingenuità tipiche dei blockbuster americani, pur presenti anche qui.
Se Ridley Scott fosse un teorema scientifico, questo film sarebbe la prova finale che garantisce la verità del suddetto: egli è IL regista da blockbuster, le sue pellicole sono imponenti e ambiziose, fatte perlopiù per intrattenere, ma anche per far pensare, visivamente potenti e al botteghino (quasi) sempre fruttuose. A settant'anni passati, la sua mano registica resta sicura e di mestiere, non più in grado di virtuosismi o soluzioni innovative, ma con l'affidabilità di un pilota esperto. Da sempre, è uno dei migliori traduttori delle parole in immagini. Il problema sorge quando le parole alla base non funzionano, ed ecco che da oltre dieci anni, l'inglese più americano del cinema non riesce a confezionare un film che funzioni dall'inizio alla fine. Probabilmente troppo vincolato dalle case di produzione, il materiale di partenza delle sue ultime pellicole è o guasto al nocciolo (The Consuelor, Exodus), o con un cuore succoso, ma con una scorza poco digeribile (Prometheus). Ma quando hai un soggetto accattivante (il romanzo di Weir) e una sceneggiatura che funziona (merito del giovane Drew Goddard, scuola Wheadon), con Scott alla regia si ottiene di sicuro un gran bel film, visivamente maestoso, ben interpretato da un cast stellare, avvincente e per le masse, che giustamente lo premiano con gli incassi. Teorema dimostrato, CVD.
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fabrizio.a
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martedì 6 ottobre 2015
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ottimo film, lo consiglio
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Visto in 3D ISENS. RItengo che sia un film da vedere assolutamente. Gli scenari sono notevoli, sia l'ambientazione di Marte, sia le scene nello spazio sono mozzafiato. Essendo un film con poche scene movimentate l'effetto del 3D nel mio caso è stato stupefacente. Recitato molto bene, e con una storia che non delude. La drammaticità della trama è spezzata da un filo di ironia da parte del protagonista con sue battute e commenti e canzoni anni 70 disco dance che è "obbligato" ad ascoltare dato che sono le uniche tracce musicali che la sua collega astronauta aveva portato su Marte. Anche la storia non delude e fino all'ultimo lascia tutto in sospeso con grande tensione. Ridley Scott non delude, ve lo consiglio e se non vi da fastidio il 3D penso sia ancora meglio del 2D.
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