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giovedì 31 agosto 2023
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grammatica
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Piombare, emergere e affiorare sono verbi intransitivi.
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domenica 26 marzo 2023
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tentativo disperato
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Il film è bellissimo di per sè, il tentativo di spiegarlo è più incomprensibile del film stesso ma non è affatto bello come il film
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emiliz
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lunedì 22 giugno 2020
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colpita al cuore
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Senza troppe aspettative mi sono lasciata trasportare dall'atmosfera e dalle storie incrociate che si rincorrono tra passato e presente. Il dialogo dal dentista è meraviglioso. Bellocchio come al solito non delude e non è necessario andare alla ricerca di una definizione di genere. Da vedere.
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giorgio zavagli
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domenica 13 gennaio 2019
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non c'è confine all'insulsaggine
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Sconclusionato. Non merita nemmeno un rating o tujtt'al più, a voler essere generosi, una stella. Il frate che ha il volto di Herlitzka e che poi appare tre secoli dopo come "conte" o vampiro notrturno è quanto di più insulso mente umana possa immaginare. Non riesco a capire come qualcuno abbia dato un piunteggio di 4 su 5.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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il potere attraverso i secoli
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Il film nasce da un'idea per un cortometraggio da girare a Bobbio, piccola località amata dal regista e già palcoscenico di diversi film del regista. Il soggetto del corto doveva essere una variazione sul tema della Monaca di Monza(a detta del regista unica parte intrigante dei Promessi Sposi). Bellocchio racconta la vicenda di una giovane monaca martoriata dall'inquisizione in quanto creduta strega, colpevole di aver fatto innamorare un uomo considerato puro,per poi averlo spinto al suicidio.
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Il film nasce da un'idea per un cortometraggio da girare a Bobbio, piccola località amata dal regista e già palcoscenico di diversi film del regista. Il soggetto del corto doveva essere una variazione sul tema della Monaca di Monza(a detta del regista unica parte intrigante dei Promessi Sposi). Bellocchio racconta la vicenda di una giovane monaca martoriata dall'inquisizione in quanto creduta strega, colpevole di aver fatto innamorare un uomo considerato puro,per poi averlo spinto al suicidio. La giovane donna ha il solo peccato di essere bella e questo la porta inevitabilmente a sedurre anche il fratello del defunto, giunto nelle carceri di Bobbio per farla confessare al fine di assicurare al fratello una sepoltura in terra consacrata(non prevista per i suicidi). Qui il regista ribadisce la sua antipatia contro l'istituzione della chiesa e il potere; tale potere non accetta compromessi, lasciando la donna a scegliere tra una confessione falsa o la morte.
La vicenda s'interrompe bruscamente: ci troviamo sempre nelle carceri di Bobbio, ma in epoca contemporanea. Un sedicente esattore delle tasse si presenta alla porta dell'edificio e da qui il paese entra nel caos; scopriamo che nelle carceri abbandonate vive un uomo, creduto morto da 8 anni, il quale, assime ad un ristretto gruppo di persone, comanda sulla cittadina, distribuendo indennità ai cittadini per tenerli buoni e creando subdolamente uno stato di benessere apparente per tutti gli abitanti che ingenuamente accettano la situazione.
Marco Bellocchio gira un film a basso budget e attorniandosi di attori che già hanno lavorato con lui, oltre che da svariati membri della sua famiglia(bravissimo come sempre il figlio Pier Giorgio); questo ha permesso una certa libertà sia narrativa che espressiva al regista il quale, ormai settantacinquenne, non si stanca di ribadire il suo punto di vista sul potere. Il potere della chiesa, che in passato è stato cruento e repressivo si trasforma negli anni in un potere più nascosto, strisciante, dove un gruppo ristretto di persone muove i fili dell'intera comunità. Il questo modo Bobbio si trasforma in un microcosmo rappresentativo dell'Italia intera("Bobbio è il mondo intero" dice Roberto Herlitzka) fatta di inciuci tra i potenti, visti metaforicamente come dei vampiri, e falsi invalidi che sperano non cambi nulla. Il potere nei secoli sopravvive; non cambia, ma si nasconde, diventa più sofisticato e accomodante, convinto di sapere cosa è meglio per il cittadino. Non è difficile coglere i riferimenti alla Democrazia Cristiana, vista anche la presenza di Roberto Herlitzka che nel film Buongiorno, notte, sempre di Bellocchio interpretava Aldo Moro(coincidenze?), così come non è difficile cogliere innumerevoli riferimenti a film precedenti del regista: a partire da I pugni in tasca fino a L'ora di religione, il film è un sunto forse imperfetto, ma affascinante della poetica di un autore che dopo cinquant'anni ancora fa discutere.
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dario
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domenica 1 gennaio 2017
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vacuo
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Non si può pretendere di fare un film solo con la fotografza, nella quale Bellocchio è maestro. Qui manca un filo di logica, tutto è messo sotto un cappuccio di fdantasia euforica e presuntuosa, Quella di Bellocchio è una presunzione da maestrino sveglio quanto inconcludente (a differenza del ciknema d Moreti, cha ha una morale scontata e ancora più presunzione). Ogni tanto ha un momento felice, con osservazioni maniera enucleate dal resto. .Film sovrabbondante, affastellato, irrisolto. Intrerpretato anche da Alba Rohrwacher, un mistero della cinematografia italiana (la sorella, come regista, per dire, è ancora peggio).
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1587740078@fb
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lunedì 26 dicembre 2016
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ritorno al passato
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L'intreccio, come la trama di un tessuto, si fa complicato. La storia con i suoi rivoli che si estendono a coprire tutto il percorso umano, riemerge per riaffondare ancora e riemergere di nuovo, in un gioco di ieri e di oggi che sembra non finire mai. Il tempo è una variabile che cambia e rimane immutata. Il tempo scandisce il battito dei cuori e rivela le verità. Non si può murare il tempo. La storia narrata dal film attraversa due epoche buie. Quella seicentesca dettata dalla Chiesa e dalle sue paure che si trasformano in violenza e quella di oggi fatta di turpi inganni in cui siamo tutti potenzialmente vittime e carnefici. Politica che è soggetta protagonista nella prima e nella seconda epoca.
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L'intreccio, come la trama di un tessuto, si fa complicato. La storia con i suoi rivoli che si estendono a coprire tutto il percorso umano, riemerge per riaffondare ancora e riemergere di nuovo, in un gioco di ieri e di oggi che sembra non finire mai. Il tempo è una variabile che cambia e rimane immutata. Il tempo scandisce il battito dei cuori e rivela le verità. Non si può murare il tempo. La storia narrata dal film attraversa due epoche buie. Quella seicentesca dettata dalla Chiesa e dalle sue paure che si trasformano in violenza e quella di oggi fatta di turpi inganni in cui siamo tutti potenzialmente vittime e carnefici. Politica che è soggetta protagonista nella prima e nella seconda epoca. Un parallelo? voluto certamente. Chi viene torturato per sospetta stregoneria e chi viene oggi messo alla gogna per sfamare la voglia di protagonismo. L'amore però resta immutato. Non lo puoi murare, non lo puoi torturare, non lo puoi annientare. L'amore è la certezza che quando abbatti il muro ti è di fronte nonostante trent'anni. L'amore è la bellezza estatica, spirituale, quella dell'anima. Quella che non viene mai meno neanche ai sonnambuli anziani che vivono di notte per evitare la luce del giorno. Il vecchio conte che ha un fremito davanti alla bella cameriera non è forse l'ammissione per la quale l'amore non ha carta di identità? Tutto ruota come un meccanismo perfettamente lubrificato, in questo film. Tutto ha una sua logica ed un senso che lo rende affascinante. E' geniale l'utilizzo del brano dei Metallica, opportunamente riarrangiato, infine, come trait d'union tra passato e presente, tra sogno e verità, tra illusione e magia.
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lucab
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venerdì 23 dicembre 2016
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la malattia di sorrentino
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Non riesco a capire come facciano certi registi a diventare cosi ! Incredibile.
Solo in Italia può succedere
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kyotrix
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venerdì 26 febbraio 2016
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che è sta roba?
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Non è un film per il grande pubblico. E' un'opera d'arte e come tale per apprezzarla bisogna comprenderla ed amare il genere. Io non sono tra quelli. Unica nota positiva ero incuriosito nel continuare a vedere, pensavo che il film mi avrebbe fatto capire...ma col salto al presente e il finale, ho capito che non ci sarebbe stato nulla per me.
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pier delmonte
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lunedì 1 febbraio 2016
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a sapevo prendevo la sala dei vanzina
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Bobbio ieri, quattro frati e suore patetiche, Bobbio oggi quattro bari e pazzi ridicoli. Marco Bellocchio mette in piedi una pellicola che fa cagare, una recitazione da commedia dialettale e suggestioni narrative da coca cola, cioe’ ti alzi dalla poltrona e vai a prenderti una coca cola, tanto non ti perdi niente.
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