L'attrice potrebbe ricevere il riconoscimento a una carriera fuori da ogni canone.
di Gabriele Niola
Quante nomination ci vogliono perchè Julianne Moore riceva il riconoscimento che la proietti, come merita, nell'empireo delle grandi attrici moderne? Quest'anno grazie a Still Alice, appena uscito nelle sale italiane, corre per un Oscar per la quarta volta senza averne mai vinto uno (ma adesso ha un Golden Globe a spianarle la strada), eppure rimane uno dei volti più apprezzati e amati, una delle attrici più significative e originali dei nostri anni.
Partita come eccezionale comprimaria, con quei capelli rossi e quell'apparenza scozzese (come la madre) ha faticato molto a guadagnare il ruolo di protagonista in film di primo piano ma anche quando ci è arrivata non ha smesso di accettare parti piccole. È uno dei molti motivi che le hanno impedito di vincere i premi che meriterebbe, la sua capacità di accettare ruoli che le attrici del suo calibro solitamente rifiutano. È una grandissima appassionata di horror (il suo film preferito è Rosemary's baby) e anche per questo ne ha interpretati molti, sia buoni che mediocri che per nulla eccezionali. Ha anche flirtato moderatamente con le commedie romantiche ma inevitabilmente quella carnagione chiara, quell'aria altera e quella naturale tendenza verso l'eleganza che il suo corpo incarna l'hanno resa immediatamente un oggetto ricercato dal cinema americano più audace. Di lei si sono innamorati i migliori autori di Hollywood e del giro indipendente e lei in risposta è sempre stata memorabile anche nelle piccole comparsate.