andreamymovies.it
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sabato 13 giugno 2015
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un film di guerra continuo e realistico
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Inevitabile il confronto con "Salvate il soldato Ryan",a cui è senza dubbio ispirato Fury,e tra il sergente Brad Pitt e il capitano Tom Hanks,entrambi uomini di onore e molto attaccati ai propri uomini e alla propria nazione,con la differenza che il sergente Pitt usa metodi un po' più ortodossi di quelli del protagonista del film di Spielberg,dimostrando un carattere crudo e spietato molto più simile a quello del tenente Aldo Raine di Bastardi senza gloria interpretato dallo stesso Brad Pitt.Anche il religioso e innocente dattilografo Norman ha,per la sua timidezza e per il suo iniziale "spirito di non belligeranza",molti punti in comune con l'introverso soldato Upham del film di Spielberg e,infine,persino le scene finali dei due film sono molto simili con i protagonisti che trovano la morte in una coraggioso ultimo attacco finale,consapevoli che questo li costerà la vita,ma decisi a portarlo avanti ugualmente.
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Inevitabile il confronto con "Salvate il soldato Ryan",a cui è senza dubbio ispirato Fury,e tra il sergente Brad Pitt e il capitano Tom Hanks,entrambi uomini di onore e molto attaccati ai propri uomini e alla propria nazione,con la differenza che il sergente Pitt usa metodi un po' più ortodossi di quelli del protagonista del film di Spielberg,dimostrando un carattere crudo e spietato molto più simile a quello del tenente Aldo Raine di Bastardi senza gloria interpretato dallo stesso Brad Pitt.Anche il religioso e innocente dattilografo Norman ha,per la sua timidezza e per il suo iniziale "spirito di non belligeranza",molti punti in comune con l'introverso soldato Upham del film di Spielberg e,infine,persino le scene finali dei due film sono molto simili con i protagonisti che trovano la morte in una coraggioso ultimo attacco finale,consapevoli che questo li costerà la vita,ma decisi a portarlo avanti ugualmente.Si sarà capito da queste prime osservazioni che sicuramente Fury non spicca per la sua sceneggiatura originale e persino i personaggi non hanno nulla di più da offrire di quanto il cinema abbia già dato e,a dire il vero,i dialoghi non sono così intensi e carismatici come quelli di Bastardi senza gloria,e complessivamente il film non risulta tanto commovente e avvincente quanto Salvate il soldato Ryan.Per dirla tutta,nemmeno gli effetti speciali,che in un film di guerra hanno un ruolo di prima fascia,riescono a far fare a Fury il salto di qualità.Tuttavia il film è molto più che discreto,e più di tutte,ho trovato vincente la particolarità di presentare il film quasi come un diario di guerra o,per essere più preciso,come uno dei "Commentarii" degli antichi Romani,in cui si sceglieva uno specifico episodio(in questo caso si tratta degli ultimi mesi della seconda guerra mondiale)e lo si raccontava con estrema dovizia di particolari e con un filo narrativo continuo:Fury è un film che scegie di descrivere pressapoco 3 o 4 giorni di guerra in cui i protagonisti sono impegnati in 3 operazioni militari,intervallate da un solo giorno di riposo,e ciò dimostra come l'intento del regista,a mio parere,sia stato quello di raccontarci gli ultimi giorni di guerra vissuti da 5 soldati,e farlo entrando nella loro quotidianità,per poterli analizzare al meglio e fare entrare anche noi spettatori nella psicologia della guerra.In particolare,tralasciando la scena finale,sulla cui banalità si sono espressi in modo esaustivo recensioni precedenti alla mia,la scena che mi ha colpito maggiormente è stata quella in cui proprio il sergente Pitt e il soldato Norman si riposano nella casa,situata in una zona di guerra appena conquistata dagli Alleati,di due donne(madre e figlia),in quanto la coincisione dei dialoghi e il ritmo molto lento delle azioni conferiscono al momento un disarmante realismo,incorniciato all'inizio dalla suspense dell'entrata dei protagonisti nella casa,e alla fine dall'arrivo degli altri 3 soldati che subentrano nella scena in modo roccambolesco.Altra scelta vincente del regista è stata quella di non protrarre il film per le lunghe ma di condensare in 135 minuti tutto quello che aveva da comunicare,e di farlo seguendo un intreccio narrativo lineare e semplice,che non tiene impegnato lo spettatore per la sua complicità ma che allo stesso tempo non lo annoia mai.Della guerra non bisogna mai smettere di parlare,mai.
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(di silvano bersani)
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francescacesca
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venerdì 12 giugno 2015
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assoluamente da vedere, non fatevelo scappare!!
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Non sono una grande amante dei film bellici, e ad essere sincera nemmeno di Brad Pitt.... Sono andata al cinema perchè il trailer mi aveva colpito.
Nonostante ciò credo non amare questo film sia praticamente impossibile. Bellissima la trama, bellissimi i personaggi......bello bello bello! Da vedere, assolutamente! Non fatevelo scappare per nessuna ragione al mondo.
Si ride, ci si commuove,...ci si emoziona di tutte le emozioni possibili.
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bizantino73
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venerdì 12 giugno 2015
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peccato il finale
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Un buon film di guerra con avvincenti scene di battaglia che comunque non indugiano troppo sui particolari sanguinolenti. Peccato però il finale. I cinque carristi che riescono a far fessi un battaglione di SS (comunque truppe d'elite) non sta nè in cielo nè in terra ma solo nella fantasia dei geni di Holliwood. Ma chi sono? Gli eroi di Termopili?
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sev7en
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venerdì 12 giugno 2015
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war never changes
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“War never changes”: possono trascorrere gli anni, cambiare le armi, scambiarsi i ruoli dei buoni e dei cattivi ma cio’ che lo stesso David Ayer vuole mostrarci in questo lungomestraggio e’ come la trasformazione, da uomo a killer, sia una costante ineluttabile. Alla guida di un tank, il sergente Wardaddy, interpretato da un soddisfacente Brad Pitt, guida la sua squadra all’interno del territorio tedesco verso quelle che, per numeri e strategie d’accatto, appaio vere e proprie missioni suicide. La sua “casa” e’ occupata da gregari fedeli fino alla morte tutti opportunamente caratterizzati: Michael Peña, che in piu di una occasione ruba la scena allo stesso Pitt, Boyd e Grady, memorie delle gesta passate ed il giovane Norman Ellison, dattilografo riallocato, vero e proprio controcanto del film.
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“War never changes”: possono trascorrere gli anni, cambiare le armi, scambiarsi i ruoli dei buoni e dei cattivi ma cio’ che lo stesso David Ayer vuole mostrarci in questo lungomestraggio e’ come la trasformazione, da uomo a killer, sia una costante ineluttabile. Alla guida di un tank, il sergente Wardaddy, interpretato da un soddisfacente Brad Pitt, guida la sua squadra all’interno del territorio tedesco verso quelle che, per numeri e strategie d’accatto, appaio vere e proprie missioni suicide. La sua “casa” e’ occupata da gregari fedeli fino alla morte tutti opportunamente caratterizzati: Michael Peña, che in piu di una occasione ruba la scena allo stesso Pitt, Boyd e Grady, memorie delle gesta passate ed il giovane Norman Ellison, dattilografo riallocato, vero e proprio controcanto del film. Il regista difatti per dimostrare la sua tesi (tutte le guerre sono uguali, tutti gli uomini in guerra sono o finiscono per diventare uguali) lascia che sia l’iniziazione di Norman a dettare i tempi della trasformazione, con un mentore illustre come il suo sergente che gli mostra la crudelta’ del loro lavoro, il “piu’ bel lavoro del mondo”, ma al contempo cerca di annichilire in lui ogni forma di raziocinio, in virtu del selvaggio “o muori tu o loro”.
Nonostante gli orrori mostrati, e qui c’e’ da dire che la regia non rispamia scene di una crudelta’ impressionante, e’ proprio quando subisce direttamente la perdita di una persona con cui fino ad allora aveva scambiato sorrisi e momenti di intimita’ a creare in lui il vuoto, quella sensazione di impotenza che disarma e spiazza, facilmente incanalabile nella violenza piu assoluta.
E’ una furia che va ben oltre la religione, a cui come per copione a turni si rivolgono, perche’ in quell’imperativo categorico dell’”uccidi” c’e’ la giustificazione del tutto, il senso di quella “casa” difesa fino all’ultimo: in cio’, tuttavia, si celano le limitazioni di questa pellicola, dai piu’ e’ stata aggettivata come la classica “americanata”.
Il film puo’ vantare un’accurata fotografia e ricostruzione storica, con forse qualche slancio eccessivo dei traccianti, alla stregua di un Guerre Stellari, nonche’ una colonna sonora di spessore, aspetti che contribuiscono a rendere piacevole e scorrevole la visione ma sicuramente se paragonato ai classici del genere soccombe sotto ogni fronte soprattutto nella parte finale che, francamente, sarebbe stato il caso di evitare…
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zavatta
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giovedì 11 giugno 2015
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gloria, ma infamia e senza lode
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Forse se non avessero gonfiato questo film con sparate del tipo “il miglior film di guerra degli ultimi trent’anni” avrei apprezzato di più un film che, pur senza infamia e senza lode, non è né un’americanata né un film da disprezzare completamente. Dal punto di vista della sceneggiatura è interessante il fatto che sia un film sulla seconda guerra mondiale in Germania che parla esclusivamente dell’America. Il Fury (il nome da combattimento del Carro comandato da Brad Pitt) mi ha ricordato molto la diligenza di Ombre Rosse, il quella scatola di acciaio il regista ha racchiuso l’America anche e soprattutto dei giorni nostri; fatta di immigrati messicani, di “redneck”, di contraddizioni e di una religiosità da predicatore a noi estranea.
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Forse se non avessero gonfiato questo film con sparate del tipo “il miglior film di guerra degli ultimi trent’anni” avrei apprezzato di più un film che, pur senza infamia e senza lode, non è né un’americanata né un film da disprezzare completamente. Dal punto di vista della sceneggiatura è interessante il fatto che sia un film sulla seconda guerra mondiale in Germania che parla esclusivamente dell’America. Il Fury (il nome da combattimento del Carro comandato da Brad Pitt) mi ha ricordato molto la diligenza di Ombre Rosse, il quella scatola di acciaio il regista ha racchiuso l’America anche e soprattutto dei giorni nostri; fatta di immigrati messicani, di “redneck”, di contraddizioni e di una religiosità da predicatore a noi estranea. Il nocciolo di questo film, il “take home message” penso sia questo visto la scarsa caratterizzazione del nemico descritto, forse volutamente, come cattivo e niente di più, vista la prevedibilità di alcuni risvolti della trama e la totale assenza di cura per altri, visti i temi dello stupro di guerra, dell’organizzazione dell’esercito, dei bambini reclutati per la guerra totale buttati un po’ lì solo per fare scenografia.
Molto bene i combattimenti, chiari e originali, anche perché riescono ad avvincere pur essendo piuttosto lenti, vista la natura del carro armato, apprezzabile che non si sbrodolino in particolari gratuitamente cruenti. Quello che mi ha deluso più di tutto invece è sul piano della recitazione, che pure poteva contare su nomi importanti. In definitiva è questo quello che secondo me è mancato per rendere veramente appassionante la storia di cinque soldati carristi della seconda guerra mondiale che riprende un po' pigramente temi non esattamente nuovi (come la recluta giovane col capo difficile). Ma forse esagero, in realtà l'unica cosa che mi ha dato fastidio è che nei primi 10 minuti di film inquadrano 10 volte il nome del carro scritto sulla canna, che poi è la locandina del film, perché indurre così tanto su un'immmagine che dovrebbe diventare iconica? Perché non ci riesce.
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marx821966
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mercoledì 10 giugno 2015
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finalmente!!!!!!
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PREMETTO CHE SON QUELLO CHE HA MASSACRATO "AMERICAN SNIPER",PELLICOLA DA DIMENTICARE IN FRETTA.....NON HO ALCUNA SIMPATIA PER GLI AMERICANI, TANTOMENO PER IL LORO HOBBY PREFERITO: LA GUERRA, SEMPRE E CMQ.
SONO CMQ UN APPASSIONATO DI FILM BELLICI ED ERA DAL BIENNIO 98/99 (SALVATE IL SOLDATO RYAN/LA SOTTILE LINEA ROSSA) E DA "LETTERS FROM IVO JIMA" CHE NON ASSISTEVO AD UN FILM NARRANTE LE VICENDE DELLA WWII COSI' BELLO, INTERPRETATO MAGNIFICAMENTE, PRECISO IN OGNI DETTAGLIO( DALLE ARMI,ALLE UNIFORMI,ALLA SCENOGRAFIA ETC....)
LA STORIA E' AVVINCENTE, SI ERANO GIA' VISTI FILM SULLE BATTAGLIE DEI TANK( "LA BATTAGLIA DEI GIGANTI"), MA LA TECNOLOGIA DEGLI FX, LA RICOSTRUZIONE MANIACALE DEI MEZZI E UNA STUPENDA FOTOGRAFIA FANNO DI QUESTO FILM, SICURAMENTE UNO DEI + BEI FILM DI GUERRA IN ASSOLUTO.
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PREMETTO CHE SON QUELLO CHE HA MASSACRATO "AMERICAN SNIPER",PELLICOLA DA DIMENTICARE IN FRETTA.....NON HO ALCUNA SIMPATIA PER GLI AMERICANI, TANTOMENO PER IL LORO HOBBY PREFERITO: LA GUERRA, SEMPRE E CMQ.
SONO CMQ UN APPASSIONATO DI FILM BELLICI ED ERA DAL BIENNIO 98/99 (SALVATE IL SOLDATO RYAN/LA SOTTILE LINEA ROSSA) E DA "LETTERS FROM IVO JIMA" CHE NON ASSISTEVO AD UN FILM NARRANTE LE VICENDE DELLA WWII COSI' BELLO, INTERPRETATO MAGNIFICAMENTE, PRECISO IN OGNI DETTAGLIO( DALLE ARMI,ALLE UNIFORMI,ALLA SCENOGRAFIA ETC....)
LA STORIA E' AVVINCENTE, SI ERANO GIA' VISTI FILM SULLE BATTAGLIE DEI TANK( "LA BATTAGLIA DEI GIGANTI"), MA LA TECNOLOGIA DEGLI FX, LA RICOSTRUZIONE MANIACALE DEI MEZZI E UNA STUPENDA FOTOGRAFIA FANNO DI QUESTO FILM, SICURAMENTE UNO DEI + BEI FILM DI GUERRA IN ASSOLUTO. IL REGISTA, EX-MARINE, SI VEDE CHE CONOSCE LA "MATERIA", NON RISPARMIA GIUSTAMENTE SCENE VIOLENTISSIME E TANTO SANGUE, IL CONTRASTO DEI CARATTERI DEI MEMBRI DEL "FURY" E' NARRATO MERAVIGLIOSAMENTE....XFETTI PITT, LaBEUFF, LERMAN, PENA....UN PUNTICINO IN MENO A BERNTHAL CHE FORSE SCIMMIOTTA TROPPO CON IL PERSONAGGIO INTERPRETATO IN "THE WALKING DEAD", MA FORSE E' IL SUO MODO DI RECITARE O LE ESIGENZE DI COPIONE......
CHE DIRE ANCORA.....LA SEQUENZA FINALE :DALL'ALTO , CHE SI ALLONTANA DALL'INCROCIO SVELANDO UNA ENORME CROCE CON AL CENTRO I ROTTAMI DI "FURY" E A LATO DELLA STRADA UNA MAREA DI CADAVERI.....TANTISSIMI, TROPPE INUTILI MORTI CHE LA GUERRA PRODUCE ANCORA OGGI.............MERAVIGLIOSAMENTE AMARO ED ESPLICATIVO SUL NON SENSO DELLA GUERRA......
NB A CHI PARLA DI AMERICANATA (A PRESCINDERE CHE SE FOSSE VERO, "A.SNIPER" COS'E' UN FILM PROPAGANDA ALLA GOEBBELS??????) FACCIO NOTARE CHE NON SI VEDE PER TUTTO IL FILM UNA STARS & STRIPES SVOLAZZANTE....E CHE I XERSONAGGI SONO CARATTERIZZATI DA UNA ASSOLUTA UMANITA' DIETRO IL QUALE SI SVELANO LE DUE ANIME DELL'UOMO IN GUERRA VIOLENZA E PIETA'.
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flyanto
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mercoledì 10 giugno 2015
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maturare velocemente ed a caro prezzo
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Con "Fury" si ritorna un poco al genere dei kolossal bellici concernenti la Seconda Guerra Mondiale. La storia infatti racconta in pratica le azioni militari che un plotone di soldati americani compiono in Germania e più precisamente con ed all'interno del proprio carrarmato, denominato "Fury". Essendo i carri armati americani tecnicamente inferiori rispetto a quelli tedeschi, le forze armate statunitensi continuano a subire disfatte e perdite di uomini, e così pure tra i componenti del plotone comandato dal sergente Don Collier (Brad Pitt) che si vede sostituire il proprio tiratore morto con un giovane inesperto, impaurito ed ancora pieno di scrupoli.
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Con "Fury" si ritorna un poco al genere dei kolossal bellici concernenti la Seconda Guerra Mondiale. La storia infatti racconta in pratica le azioni militari che un plotone di soldati americani compiono in Germania e più precisamente con ed all'interno del proprio carrarmato, denominato "Fury". Essendo i carri armati americani tecnicamente inferiori rispetto a quelli tedeschi, le forze armate statunitensi continuano a subire disfatte e perdite di uomini, e così pure tra i componenti del plotone comandato dal sergente Don Collier (Brad Pitt) che si vede sostituire il proprio tiratore morto con un giovane inesperto, impaurito ed ancora pieno di scrupoli. Nel corso delle varie giornate fatte di continue incursioni il loro legame però si rafforzerà ed il sergente diverrà una sorta di mentore e di guida quasi paterna per la giovane recluta e ciò farà sì che quest'ultimo maturi velocemente professionalmente, ma soprattutto come uomo.
Il regista David Ayer con "Fury" è riuscito perfettamente nel suo intento di realizzare un film che ricorda, come già sopra rimarcato, un poco quelli sul secondo conflitto mondiale ed ha ideato una storia "personale" o, meglio, concernente un gruppo ristrettissimo di persone, che diviene il mezzo per presentare non solo le vite, le sofferenze, i caratteri e le gesta personali e militari di una piccola, appunto, cerchia di soldati, ma anche l'atmosfera di crudeltà, di violenza e di paura e miseria che purtroppo in quegli anni seganti dalla guerra era dilagante e sempre in maggior aumento. Quello infatti che più viene apprezzato in "Fury" è proprio l'ambiente ed il clima descritti insieme alla ricreazione degli ambienti e dell'epoca stessa caratterizzati dal conflitto bellico. Inoltre, la trama, ovviamente inventata e sicuramente romanzata, risulta altamente credibile nonchè molto avvincente tanto da non fare pesare assolutamente allo spettatore la durata di più di due ore della pellicola.
Una menzione speciale, poi, va rivolta a Brad Pitt che qui interpreta il proprio ruolo alla perfezione, dandogli credibilità ed umanità e contribuendo senza alcun dubbio ad innalzare il valore del film.
Un peccato perderlo.
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diegol83
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mercoledì 10 giugno 2015
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carro armato = casa
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Americanata? Copia di Salvate il soldato Ryan? Noioso?
Secondo me si è un po' persa l'idea di guardare un film e lasciarsi prendere senza pensare troppo a tutto il resto...
Immedesimarsi nella storia...immaginare...sognare...soffrire...pensare quanto deve essere stata dura...
A me è piaciuto semplicemente perchè mi sono immedesimato, mi ha fatto immaginare...mi ha fatto sognare...mi ha fatto sopprire....e mi ha fatto pensare...
EMOZIONANDOMI
Non mi interessa se non è perfetto...
Ho visto tanto film...forse troppi...e questo e sicuramente sopra la media...sopra tutti i film che ho visto ultimamente sicuramente...
Da vedere.
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Americanata? Copia di Salvate il soldato Ryan? Noioso?
Secondo me si è un po' persa l'idea di guardare un film e lasciarsi prendere senza pensare troppo a tutto il resto...
Immedesimarsi nella storia...immaginare...sognare...soffrire...pensare quanto deve essere stata dura...
A me è piaciuto semplicemente perchè mi sono immedesimato, mi ha fatto immaginare...mi ha fatto sognare...mi ha fatto sopprire....e mi ha fatto pensare...
EMOZIONANDOMI
Non mi interessa se non è perfetto...
Ho visto tanto film...forse troppi...e questo e sicuramente sopra la media...sopra tutti i film che ho visto ultimamente sicuramente...
Da vedere...
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gabrykeegan
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mercoledì 10 giugno 2015
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la vera seconda guerra mondiale
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Il nuovo film di David Ayer ha il sapore del film moderno, ma è fatto come quelli di una volta. Poche scene madri, con un cast ben assortito e non troppo esteso, pochi effetti speciali.
La sua è una fotografia del secondo conflitto mondiale che non parla delle alte cariche politiche, non si occupa di grandi sbarchi o di battaglie fondamentali. Il lungometraggio che ci propone lo sceneggiatore del primo "Fast and Furious" è uno spaccato della vita da militare vero. Quella vita fatta di accampamenti improvvisati, sporcizia da lavare via in poco tempo - se il tempo lo si trova - battute grezze tra commilitoni e razzie di città riconquistate a suon di uccisioni ai danni di quei "bastardi" nazisti.
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Il nuovo film di David Ayer ha il sapore del film moderno, ma è fatto come quelli di una volta. Poche scene madri, con un cast ben assortito e non troppo esteso, pochi effetti speciali.
La sua è una fotografia del secondo conflitto mondiale che non parla delle alte cariche politiche, non si occupa di grandi sbarchi o di battaglie fondamentali. Il lungometraggio che ci propone lo sceneggiatore del primo "Fast and Furious" è uno spaccato della vita da militare vero. Quella vita fatta di accampamenti improvvisati, sporcizia da lavare via in poco tempo - se il tempo lo si trova - battute grezze tra commilitoni e razzie di città riconquistate a suon di uccisioni ai danni di quei "bastardi" nazisti.
Non c'è spazio per i sentimenti, non c'è tempo per i convenevoli o per pensare troppo. La guerra è guerra. Ci si butta a capofitto in ogni missione e si uccidono SS, si fanno saltare in aria le loro basi e la tattica è spicciola e letale.
Tutto questo lo impara a sue spese il giovane Norman, arrivato sapendo solo leggere e scrivere, ma senza sapere niente di come si combatte sul campo. Il generale Collier è duro e spietato, ma alla fine crea un legame che gli permette di fare da mentore al ragazzino spaesato.
Le scene d'azione sono in quantità giusta, distribuite bene lungo il corso dell'intreccio narrativo che segue la vicenda dal punto di vista storico, ma anche sul filo logico del percorso formativo del giovane protagonista.
La svolta nella parte centrale, con un impianto registico molto simile a quello di Tarantino: dialoghi serrati e scena unica lunghissima, che però non annoia mai.
Il pensiero va quindi a "Bastardi senza gloria" e al legame tra Aldo Raine e Don Collier. Brad Pitt ha lo stesso approccio estetico - fatta eccezione per la mandibola pronunciata e la cicatrice sul collo - e la stessa voglia matta di uccidere i nazisti. L'attore è bravissimo nel rendere la crudeltà dell'essere in guerra, ma anche la normalità con cui certe persone si fanno levigare la pelle e la mente dalle esperienze belliche.
La differenza è che nel film di Tarantino c'è una vena ironica che in Fury scompare totalmente. I soldati sono macchine che vanno a braccetto con le armi e con la sola missione di spazzare via i maledetti avversari che si trovano davanti. Le sensazioni umane vengono mostrate solo quando la morte è vicina o se si è bevuto un goccio di troppo (ma in quel caso escono fuori anche gli istinti più animaleschi).
Per il resto, è solo una grande montagna di cadaveri da spazzare via, in mezzo a cui passare per trovare altri tedeschi da uccidere, con la consapevolezza che il carro armato è un amico leale, una casa che protegge, un luogo dove tenere cimeli, un posto dove fare le cose più brutte che un umano possa fare, sapendo di essere nel giusto.
Fury fa parte del gruppo dei cinque uomini che lo guidano, che lo puliscono, lo usano per farsi strada nelle lande nemiche e sanno di poter contare su di lui.
L'unione fa la forza, ancora una volta. Il ragazzino capisce in fretta e viene cresciuto a forza di insulti, di decisioni da prendere in un secondo e soprattutto dalla violenza cruda e spietata che spaventa e fa sentir male, ma a cui ci si abitua presto.
Nonostante il film abbia la crudeltà di Platoon e Apocalypse Now, il patriottismo di Salvate il soldato Ryan e il sadismo di Bastardi senza gloria, lo spettatore ha bisogno di avere uno slogan per riassumere il tutto e rendere riconoscibile uno dei probabili nuovi capisaldi del genere bellico.
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j kudo
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lunedì 8 giugno 2015
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la guerra da un'altra prospettiva
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Fury si rivela un film ben fatto , che non lascia nulla al caso e la cui trama si svolge senza cali narrativi. La visione della guerra da un "tank" americano è innovativa e vincente .Il film è realistico , le immagini spesso crude danno veramente una immagine perfetta di cosa significa "vivere la guerra" . Alcune sequenze sono davvero ben riuscite , creano molto patos , i dialoghi sono semplici ma veri e non stupide frasi sull'eroismo . Il cast di gran livello con il solito Brad Pitt che in questo genere di film è fantastico . Da vedere
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