Fury |
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Un film di David Ayer.
Con Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña, Jon Bernthal.
continua»
Titolo originale Fury.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2014.
- Lucky Red
uscita martedì 2 giugno 2015.
MYMONETRO
Fury
valutazione media:
3,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non voltare le spalledi GreyhoundFeedback: 2909 | altri commenti e recensioni di Greyhound |
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domenica 7 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Parlando di Fury non si può dire altro se non che ci si trovi di fronte ad un film di guerra solido, senza fronzoli e poco dedito alla spettacolarizzazione tipica di molti prodotti hollywoodiani. Probabilmente un esempio di cinema non completamente incasellabile nella cinematografia degli anni 2000. La storia ruota attorno a cinque persone, quattro veterani del teatro europeo e una recluta inviata al fronte causa mancanza di uomini, che nelle ultime settimane di guerra si trovano ad affrontare un esercito tedesco in ginocchio ma non ancora pronto ad arrendersi. Addentratisi nel territorio nazista si troveranno di fronte e compiranno anche brutalità che difficilmente paiono comprensibili agli occhi di una persona (europea in particolare) di oggi, che la guerra l’ha solamente assaporata attraverso le immagini televisive. Ma probabilmente il reale protagonista, quello occulto, è l’M40 Sherman, il carro armato che protegge i 5 uomini e verso cui gli stessi provano un profondo affetto. Un guscio di lamiera che li protegge dall’orrore esterno. Basta citare a conferma di ciò la frase di Pitt che dichiara in una delle sequenze finali: “Non lo lascio, perché questa è la mia casa”, e anche il fatto che ad esso sia stato assegnato un nome, proprio come si fa con una persona o un animale. I personaggi sono ben delineati nella loro varietà, dall’ingenua recluta da svezzare per la sua e collettiva sopravvivenza sino al cannoniere, profondamente religioso ma al tempo stesso dispensatore di morte. Al centro di tutto si staglia la figura di Brad Pitt, lo Staff Sergeant Collier, che nonostante all’apparenza si dimostri un uomo cinico e duro (si veda la scena dell’iniziazione del nuovo compagno), in realtà dimostra un legame quasi paterno con i suoi sottoposti a cui cerca di garantire scampoli di leggerezza che permetta loro di mantenere un qualche grado di umanità. La sequenza con le due donne tedesche ne è esempio. I minuti finali, infine, riassumono alla perfezione che cosa rappresenti essere una squadra. Un gruppo di persone che nonostante si trovi di fronte ad una situazione al limite del sostenibile decide di non arretrare, credendo non tanto all’obiettivo più grande ovvero la protezione dei compagni rimasti nella città, quanto all’uomo che li guida. La scena più emozionante la si ritrova in quei minuti, quando i nostri protagonisti scherzano, bevono e fumano prima della tempesta che li investirà, con un sergente Collier che si dimostrerà anch’esso un uomo in grado di provare paure e conoscitore delle Sacre Scritture e uno Shia LaBeouf piangente di fronte alla visione della Morte. E insieme saranno in grado di dimostrare che forse uno scoglio non saprà fermare il mare, ma certamente essere in grado di proteggere chi ad esso si è affidato.
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