Fury |
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Un film di David Ayer.
Con Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña, Jon Bernthal.
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Titolo originale Fury.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2014.
- Lucky Red
uscita martedì 2 giugno 2015.
MYMONETRO
Fury
valutazione media:
3,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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War never changesdi sev7enFeedback: 3321 | altri commenti e recensioni di sev7en |
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venerdì 12 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“War never changes”: possono trascorrere gli anni, cambiare le armi, scambiarsi i ruoli dei buoni e dei cattivi ma cio’ che lo stesso David Ayer vuole mostrarci in questo lungomestraggio e’ come la trasformazione, da uomo a killer, sia una costante ineluttabile. Alla guida di un tank, il sergente Wardaddy, interpretato da un soddisfacente Brad Pitt, guida la sua squadra all’interno del territorio tedesco verso quelle che, per numeri e strategie d’accatto, appaio vere e proprie missioni suicide. La sua “casa” e’ occupata da gregari fedeli fino alla morte tutti opportunamente caratterizzati: Michael Peña, che in piu di una occasione ruba la scena allo stesso Pitt, Boyd e Grady, memorie delle gesta passate ed il giovane Norman Ellison, dattilografo riallocato, vero e proprio controcanto del film. Il regista difatti per dimostrare la sua tesi (tutte le guerre sono uguali, tutti gli uomini in guerra sono o finiscono per diventare uguali) lascia che sia l’iniziazione di Norman a dettare i tempi della trasformazione, con un mentore illustre come il suo sergente che gli mostra la crudelta’ del loro lavoro, il “piu’ bel lavoro del mondo”, ma al contempo cerca di annichilire in lui ogni forma di raziocinio, in virtu del selvaggio “o muori tu o loro”. Nonostante gli orrori mostrati, e qui c’e’ da dire che la regia non rispamia scene di una crudelta’ impressionante, e’ proprio quando subisce direttamente la perdita di una persona con cui fino ad allora aveva scambiato sorrisi e momenti di intimita’ a creare in lui il vuoto, quella sensazione di impotenza che disarma e spiazza, facilmente incanalabile nella violenza piu assoluta. E’ una furia che va ben oltre la religione, a cui come per copione a turni si rivolgono, perche’ in quell’imperativo categorico dell’”uccidi” c’e’ la giustificazione del tutto, il senso di quella “casa” difesa fino all’ultimo: in cio’, tuttavia, si celano le limitazioni di questa pellicola, dai piu’ e’ stata aggettivata come la classica “americanata”. Il film puo’ vantare un’accurata fotografia e ricostruzione storica, con forse qualche slancio eccessivo dei traccianti, alla stregua di un Guerre Stellari, nonche’ una colonna sonora di spessore, aspetti che contribuiscono a rendere piacevole e scorrevole la visione ma sicuramente se paragonato ai classici del genere soccombe sotto ogni fronte soprattutto nella parte finale che, francamente, sarebbe stato il caso di evitare…
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