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Ultimo aggiornamento lunedì 17 agosto 2015
L'ascesa e la caduta di un DJ francese a cui è attribuita l'invenzione del "French Touch", un tipo di musica elettronica che ebbe molto successo negli anni Novanta. Al Box Office Usa Eden ha incassato 55 mila dollari .
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CONSIGLIATO SÌ
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Paul è un ventenne parigino, appassionato di musica house, che la sera sgattaiola fuori di casa per andare ai rave. Presto, pur giovanissimo, fa carriera come DJ, in coppia con un amico. Il loro scopo è quello di portare la musica garage a Parigi e tutto sembra andare bene, nonostante il ritorno in America della ragazza di Paul, Julia, e il compulsivo consumo di droga. Passano gli anni e il grande amore, e i Cheers di Paul e Stan devono fare i conti con la fine di un'illusione.
Al microfono della radio, dovendo descrivere la musica che ama, che produce e diffonde, contribuendo a far ballare migliaia di ragazzi tra il 1992 e la prima metà degli anni zero, Paul parla di "qualcosa a metà tra l'euforia e la malinconia". È il French Touch, che mescolava, appunto, i toni forti della house con lo spleen di vecchi dischi funk campionati. Ma la stessa definizione calza a pennello anche a Eden , quarto film di Mia Hansen- Løve, scritto con il fratello maggiore, Sven, ex DJ e protagonista di quel pezzo di storia musicale e generazionale.
Continua, dunque, in un certo senso, il rilanciarsi di temi e stilemi tra la regista e Olivier Assayas, dopo Un amore di gioventù e Qualcosa nell'aria, così come continua la prossimità del lavoro della Hansen- Løve con la sua autobiografia, senza rigidità alcuna. Soprattutto, si conferma e affina, con un bel salto di qualità, la capacità dell'autrice di sfondare la barriera tra arte e vita, realtà e ricostruzione. C'è qualcosa di potente e impressionante nella naturalezza con la quale fa vivere l'ambiente e l'epoca, naturalezza che non può che venire da un grande impegno nei confronti della verità. Ma è una verità sentimentale prima che scenografica, e un film rigorosamente al presente, che si direbbe perennemente in tempo reale, pur coprendo una ventina d'anni.
Riducendo il citazionismo, così francese eppure a tratti stucchevole, e portando al massimo livello la sua abilità nella scrittura di dialoghi credibilissimi, sempre dell'ordine del quotidiano, Mia Hansen- Løve non ottiene un effetto di superficialità ma, al contrario, ripulisce il copione dal superfluo e può finalmente affidare in toto la parola alla macchina da presa. Mai come in questa quarta prova, il senso delle cose è trasmesso dalla scelta delle inquadrature (quale dolce autoinganno può indurre posizionarsi là in alto, dietro la consolle), dalla fotografia (così notturna eppure così nitida), dal ritmo (perché lì sta il senso ultimo e l'ultima malinconia).
Se non bastasse, la Hansen- Løve tira fuori anche una vena di umorismo, con la gag di Guy-Manuel e Thomas, alias Darlin', alias Daft Punk, giudicati invariabilmente troppo poco cool per entrare in discoteca.
Paul ha tante buone idee,è un deejay di buon livello,ma sia nella vita privata che in quella lavorativa non riesce a compiere l'ultimo salto. Troppo gli piacciono cocaina,belle donne ed una vita dedita molto più al fumo che all'arrosto. Senza volervi svelare tutta la trama,mi sembra che non ci sia molta originalità in questo prodotto di Mia Hansen-Love tanto osannata [...] Vai alla recensione »
Siamo nella Parigi degli anni '90. Una Parigi fatta di party, alcool e droga. Proprio in questi anni nasce la voglia di dare vita ad un nuovo genere musicale, un genere che misceli la voce umana a quella meccanica. Insomma, musica dal tono futuristico, ma non troppo (infondo sta per arrivare il nuovo millennio). Paul è un giovane francese ventenne ed è un assiduo frequentatore dei rave parigini ("rave" [...] Vai alla recensione »
La storia non è malvagia e la fotografia e' di buon livello,accompagnata da una colonna sonora discreta. Tuttavia mi sono abbastanza annoiato. L'attore principale e' poco convincente,a tratti l'ho trovato irritante. Saranno pure gusti personali ma lui da solo è riuscito a farmi abbassare il voto di almeno una stella.
Siamo nella Parigi degli anni '90. Una Parigi fatta di party, alcool e droga. Proprio in questi anni nasce la voglia di dare vita ad un nuovo genere musicale, un genere che misceli la voce umana a quella meccanica. Insomma, musica dal tono futuristico, ma non troppo (infondo sta per arrivare il nuovo millennio). Paul è un giovane francese ventenne ed è un assiduo frequentatore dei [...] Vai alla recensione »