Gli Squallor

Film 2012 | Documentario

Regia di Carla Rinaldi, Michele Rossi (II). Un film Da vedere 2012 con Totò Savio, Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi, Alfredo Cerruti, Vinicio Capossela. Cast completo Genere Documentario - Italia, 2012, - MYmonetro 3,42 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 1 ottobre 2012

Il ricordo nostalgico di un gruppo cult che di giorno componeva canzoni raffinate, di notte si dedicava alla trasgressione volgare.

Consigliato sì!
3,42/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,33
CONSIGLIATO SÌ
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Un tributo nostalgico e puntuale ad un gruppo cult che prendeva di mira tutti.
Recensione di Fiorella Taddeo
Recensione di Fiorella Taddeo

La scena deve essere stata la stessa ogni sera, per anni, in tutta Italia. Un ragazzo va a prendere la fidanzata. Mentre guida ride di gusto ascoltando alcune canzoni all'autoradio. Ma non appena arriva nei pressi dell'abitazione della fanciulla, con fare lesto cambia musica. Lei non deve sospettare, non deve sapere, non deve immaginare che in quell'abitacolo risuonano normalmente le spregiudicate canzonette degli Squallor.
Per decenni la prima pop band demenziale italiana ha vissuto nelle retrovie dei circuiti ufficiali dell'industria musicale del Bel Paese, nonostante fosse formata da un quartetto che reggeva artisticamente e produttivamente le fila di quello stesso sistema. Tutti ascoltavano il chitarrista e compositore Totò Savio, i parolieri Daniele Pace e Giancarlo Bigazzi, nonché il produttore Alfredo Cerruti, tutti compravano i loro album (milioni quelli venduti dal '69 al '94), ma nessuno voleva o poteva ammetterlo. A quasi vent'anni dal loro ultimo disco, Carla Rinaldi e Michele Rossi con il documentario Gli Squallor rendono omaggio alla memoria di un gruppo impostosi da subito come cult. Una band che ebbe l'ardire di sfidare tutto e tutti: morale, censura, perbenismi di ogni genere.
L'operazione dei due filmaker, assistiti dal produttore esecutivo Gianni Valentino, non può non avere il sapore di un tributo nostalgico e le frequenti e inevitabili risate devono fare i conti con la realtà. Ormai solo Alfredo Cerruti, il temutissimo direttore artistico della Cgd, gloriosa etichetta discografica di Ladislao Sugar, può ancora narrare le "gesta" del gruppo, gli altri non ci sono più. L'arte goliardica e sboccata degli Squallor viene, così, ricostruita attraverso un mosaico di testimonianze, a volte reso troppo sfuggente da un inclemente montaggio. Artisti, intellettuali, produttori, conduttori televisivi, amici o semplici estimatori della band, come Vinicio Capossela, Rocco Tanica, Caparezza, Renzo Arbore, Achille Bonito Oliva, Mara Maionchi, Don Backy, Diego Abatantuono e Stefano Bollani, rispondono a loro modo alla fatidica domanda: chi erano gli Squallor. Chi si celava dietro questa "ghost band" che di giorno scriveva o produceva "Ti amo" di Umberto Tozzi, "Erba di casa mia" di Massimo Ranieri, "Cuore matto" di Little Tony, "Gli uomini non cambiano" di Mia Martini e la colonna sonora del film premio Oscar Mediterraneo, mentre di notte lavorava a titoli come "Cornutone", "Chi Cazz m'o fa fa" e "Troia"?
Nel film ci sono anche le ultime interviste a Giancarlo Bigazzi (il documentario, che uscirà in dvd a febbraio per la Cni, è dedicato a lui), scomparso nel gennaio 2012. Autore di successi nazionali, si rintanava la sera nelle stanze della casa discografica con gli altri membri del gruppo per fare scherzi telefonici e buttare giù testi dissacranti. Da quelle serate rette da whisky e da atmosfera simil "vitelloni", sono nati pezzi che usavano la vena comico-demenziale per "sbeffeggiare il sistema", come commenta nel film lo stesso Bigazzi. Nel mirino c'erano proprio tutti e tutto: sesso ovviamente, ma anche politica, chiesa, tv, e lo stesso universo intellettuale e musicale italiano.

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