Titolo originale | Fukushame - The lost Japan |
Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Giappone |
Durata | 65 minuti |
Regia di | Alessandro Tesei |
Uscita | mercoledì 23 gennaio 2013 |
MYmonetro | 2,93 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 gennaio 2013
Un docu-film sul disastro della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi (2011), girato all'interno della "No-Go Zone", con i contributi fotografici del fotografo Pierpaolo Mittica e l'intervista-shock di Pio d'Emilia a Naoto Kan, ex premier nipponico.
CONSIGLIATO SÌ
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Istantanee di un crimine umanitario. Sono quelle scattate dal videoreporter Alessandro Tesei nella "No-Go Zone": l'area fantasma di 20 chilometri creata dal governo giapponese all'indomani del terremoto dell'11 marzo 2011. Una tragedia della natura che ha scatenato una reazione a catena, con il successivo violentissimo tsunami. Uno degli effetti più devastanti ha responsabilità umane cucite addosso: il danneggiamento dell'impianto nucleare di Fukushima, con conseguente fuga di particelle radioattive che si sono disperse in tutto il Giappone a macchia di leopardo. Il reporter italiano mostra gli esiti di quell'incidente avventurandosi, sette mesi dopo, nella zona evacuata e interdetta dalle autorità, spingendosi sino a un chilometro dalla centrale.
Al seguito di un gruppo di animalisti dell'associazione Animal Forest, Tesei riavvolge il nastro di una trama che non sarebbe stata scritta, se il governo nipponico avesse ammesso i rischi di una politica nucleare in un paese notoriamente sismico e se i dirigenti della Tepco avessero provveduto alla messa in sicurezza di un impianto obsoleto. Una "bomba a orologeria", come viene definita nel documentario, pronta a riesplodere con conseguenze simili a quelle di un'apocalisse nucleare su scala globale, se si verificasse un nuovo violento terremoto.
Sappiamo, però, che la storia non si fa con i "se" e con i "ma", e allora non resta che documentare quanto accaduto per trarne insegnamenti sul futuro. È l'obiettivo che si propone il regista, coadiuvato dal video-artist Matteo Gagliardi, autore del montaggio, art-director e co-sceneggiatore. Obiettivo raggiunto con l'uso di riprese non autorizzate, confessioni rubate, appelli inascoltati e documenti giornalistici come gli estratti dell'intervista esclusiva di Pio D'Emilia per SkyTg24 all'ex premier nipponico Naoto Kan, dimessosi dopo la tragedia e oggi contrario al nucleare.
A comporre il mosaico di un paese in frantumi anche le interviste a Katsunobu Sakurai, sindaco di Minamisoma, città evacuata a metà, e Seiichi Nakate, esponente del network Save the Children from Radiations, che usa il termine di "crimine umanitario". A queste si aggiungono le testimonianze di sfollati, ristoratori, volontari, funzionari pubblici e scienziati americani, che spiegano in maniera didascalica il meccanismo e gli effetti dell'esposizione radioattiva. Emerge, così, un quadro sanitario allarmante, le cui proporzioni effettive potranno essere comprese solo nei decenni a venire. Un disastro nascosto alla popolazione («c'è un momento per dire e uno per non dire», si giustifica l'ex primo ministro) e taciuto a livello mondiale.
Il ritmo teso del reportage giornalistico realizzato da Tesei, che cresce all'aumentare dei beep del contatore geiger (dispositivo che misura il livello di radiazioni nell'atmosfera) e delle pulsazioni elettroniche che fanno da appropriata colonna sonora, è reso ancor più incalzante dal montaggio nervoso di Gagliardi. Quest'ultimo non disdegna l'uso della CGI, dando vita a soluzioni visive originali e di impatto, impreziosite dal contributo degli scatti firmati dal fotografo di fama internazionale Pierpaolo Mittica, che aveva già documentato il disastro nucleare di Chernobyl ed è stato uno dei primi a entrare nella "No-Go Zone" giapponese. Là dove la natura sembra ancora voler fiorire - come mostrano le immagini filtrate dal grandangolo di Tesei - e dove si aggirano come spettri gli animali abbandonati, quelli di cui la politica non ha inteso occuparsi.
Nel marzo 2011 il Giappone viene colpito da uno dei più violenti terremoti mai registrati, seguito da una tsunami che spazza e distrugge chilometri di costa e, cosa ancor più grave, danneggia seriamente la Centrale Nucleare di Fukushima provocando un rilascio ingente di particelle radioattive che si disperdono in tutto il Giappone, a macchia di leopardo.
Una zona di restrizione, la "No-Go Zone", di 20 km di diametro viene immediatamente evacuata e diviene territorio off-limits per chiunque, in particolar modo per i giornalisti stranieri. Sette mesi dopo la sciagura Alessandro Tesei, videoreporter italiano, riesce ad entrare nell'area proibita portandosi fino ad a 1 Km dalla centrale, aiutato da un gruppo di animalisti della "Animal Forest".
Dalle immagini "rubate" di questo viaggio, dalla collaborazione con Matteo Gagliardi (video-artist internazionale col suo "Space Opera") e Pierpaolo Mittica (fotoreporter dai 40 premi internazionali) nascono due progetti: il primo, Enter Fukushima, è uno short-movie adrenalinico di 15 minuti che riassume il percorso nella zona proibita nelle sue tappe fondamentali, con qualche concessione alla fiction cinematografica.
Il secondo è questo Fukushame - Il Giappone Perduto, il docu-movie finale prodotto da Teatro Primo Studio e che ripropone parte di quanto visto in Enter Fukushima ma che ne approfondisce le tematiche più dolorose con interviste a personaggi noti e a persone comuni, come Katsunobu Sakurai (sindaco di Minamisoma), Seiichi Nakate (esponente del Network "Save the children from radiations") Naoto Kan (ex-premier giapponese intervistato in esclusiva da Pio d'Emilia), il noto scienziato nippo-americano Michio Kaku e molti, moltissimi altri. Per risvegliare le coscienze di fronte a situazioni al limite dell'umanità, e attivare le masse di fronte al grande dilemma del "Nucleare Pulito".