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Harry Potter e i doni della morte – Parte I: perché non è più in 3D

Usciti quattro nuovi poster del film.
di Marlen Vazzoler

I motivi dietro la rinuncia del 3D
Daniel Radcliffe (Daniel Jacob Radcliffe) (34 anni) 23 luglio 1989, Londra (Gran Bretagna) - Leone. Interpreta Harry Potter nel film di David Yates Harry Potter e i doni della morte - Parte I.

martedì 12 ottobre 2010 - News

Venerdì scorso la Warner Brothers ha rivelato che la prima parte di Harry Potter e i doni della morte non uscirà in 3D come era stato precedentemente annunciato, ma solamente nel formato 2D e IMAX: “Non abbiamo completato la versione 3D del film entro la data di uscita... Nonostante gli sforzi di tutti, non siamo stati capaci di convertire il film nella sua interezza e a mantenere un'altissima qualità del prodotto. Non vogliamo deludere i fan che da lungo tempo attendono la conclusioni di questo viaggio straordinario”. Durante la conferenza stampa il produttore David Heyman ha aggiunto: “Per 10 anni abbiamo lavorato al fianco di Alan Horn e dello studio, la cui priorità e sempre stata quella di preservare l'integrità dei libri di Jo Rowling che abbiamo adattato per il grande schermo, e questa risoluzione riflette questo impegno”. Infine, il regista David Yates ha concluso: “Questa decisione, che supportiamo completamente, sottolinea il fatto che la Warner Bros. ha sempre messo al primo posto la qualità”.
In molti sono rimasti contenti della scelta attuata dallo studio, che a quanto pare ha imparato la sua lezione dopo le critiche ricevute per l'orribile conversione in 3D in post-produzione di Scontro tra Titani. Ma cosa ha fatto cambiare idea alla Warner? Rinunciare al 3D significa la perdita dei soldi utilizzati fino a questo momento per convertire la prima parte (la seconda uscirà invece in 3D) e i soldi che avrebbe incassato in più al botteghino grazie al sovrapprezzo del biglietto. Ieri, Variety è riuscita ad ottenere informazioni su quanto è accaduto nel dietro le quinte.
Innanzitutto non era la Warner Brothers ma la compagnia IMAX la responsabile per il processo di post-conversione di Harry Potter e i doni della morte – Parte I. L'azienda, qui alla sua prima esperienza, a maggio ha subappaltato ad altre aziende che si occupano di conversioni il compito di seguire il processo e il controllo della qualità della post-conversione in 3D, ma non ha dato il via libera ai lavori fino ad agosto. Decisamente un periodo di tempo troppo stretto per realizzare un buon lavoro. Si è aggiunto altro ritardo dovuto sia al fatto che il regista David Yates non abbia realizzato il final cut del film fino a poco tempo fa sia al completamento di una grandissima quantità di effetti speciali: se una pellicola viene convertita in 3D il processo può essere realizzato solo quando le scene con gli effetti sono finite, la loro incompletezza e il ritardo della realizzazione del final cut ha di conseguenza ritardato ulteriormente il processo di conversione in post.
Con l'avvicinarsi della data di uscita (il 19 novembre) la Warner e l'IMAX hanno fatto un'urgente richiesta d'aiuto alle case che si occupano della conversione 3D, ma i due studio non sono riusciti a ottenere abbastanza aiuto dal momento che quelle poche compagnie che sanno fare bene questo lavoro sono, al momento, e a causa della mania di Hollywood per il 3D, sovraccariche di incarichi. Se il film fosse invece rimasto indietro nella tabella di marcia per gli effetti speciali, la presenza di centinaia di buone compagnie nel settore che possono essere chiamate per dare una mano non avrebbe presentato un grosso problema, ma in questo caso, come è stato possibile vedere, non era possibile.
All'ultimo minuto è stato contattato il produttore degli effetti speciali Randy Starr (impegnato alla lavorazione di Journey 2: The Mysterious Island, che per questo motivo ha visto spostare la sua data di uscita dal 2011 al 2012). Questa è stata un'azione molto importante perché rappresenta un cambio fondamentale nella post-produzione in 3D, una realtà ancora nelle sue fasi iniziali, dove la responsabilità è passata dalla normale post-produzione agli effetti speciali. La mossa, però, pare sia stata fatta troppo tardi.
Per quanto concerne l'annuncio di venerdì scorso, Variety riporta che la mattina non era stata ancora presa la decisione di far uscire il film solamente in 2D. Fino all'ultimo minuto gli esecutive hanno discusso se far uscire solo in alcuni cinema Harry Potter e i doni della morte – Parte I con alcune sequenze in 3D (come era successo con Harry Potter e il principe mezzosangue), se spostare la data di uscita o se cancellare completamente la distribuzione in 3D. L'unica cosa di cui erano assolutamente certi era di non ripetere quanto era stato fatto con Scontro tra Titani.
Nel pezzo di Variety è stato menzionato che alcune delle persone che stavano lavorando alla post-conversione della Parte I non sono state licenziate. Se qualcuno presume che stiano lavorando alla Parte II (che lo studio vuole comunque fare uscire in 3D) altri ritengono che siano impegnati nel completamento della post-conversione 3D della Parte I che potrebbe essere distribuita in futuro al cinema. Ma si tratta al momento solamente di supposizioni. Considerando il tempo che dista dall'uscita nelle sale dell'ultimo film (luglio), lo studio dovrebbe avere una finestra di tempo sufficiente per lavorare alla post-conversione, prendendo così come esempio la Lucasfilm che ha annunciato che impiegherà 15-27 mesi per convertire in 3D Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma, che arriverà nelle sale cinematografiche nel 2012.

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