The Reader - A voce alta |
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Un film di Stephen Daldry.
Con Kate Winslet, Ralph Fiennes, David Kross, Lena Olin, Bruno Ganz.
continua»
Titolo originale The Reader.
Drammatico,
durata 124 min.
- USA, Germania 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 20 febbraio 2009.
MYMONETRO
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I confini dell'Anima
di Diletta Di DonatoFeedback: 484 | altri commenti e recensioni di Diletta Di Donato |
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sabato 9 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ancora un film sulla Shoah? Ancora il male assoluto racchiuso nei lager hitleriani,quasi la follia del Gulag non avesse avuto a che fare con altrettanto orrore, e con creature di carne e di sangue, con volti e cuori umani dei quali non un regista, uno solo, si sia degnato mai di narrare la storia. Ma questo film, pur citando quanto si è convenuto identificare come il simbolo più oscuro del male, sembra voler andare ben oltre, e indagare sulla radice, sul misterium iniquitatis che avvolge la vita di ognuno e che fa della storia un fiume dagli affluenti ricchi di sangue. Un'impresa titanica più che ambiziosa, e pur lodevole perchè si presta a meditazioni cui sarebbe bene non opporre difesa. Quale la colpa di Hanna, una donna povera e analfabeta che trova lavoro nel Lager e seleziona per la morte le vittime in soprannumero, e che obbedisce fedelmente agli ordini fino a lasciar serrate le porte di un edificio in fiamme dove moriranno 300 donne ebree? La colpa c'è, e grande, se si è convinti che esiste una legge profonda in ciascuno che dice di non uccidere,e che ha tanta forza in taluni da far loro preferire la propria stessa morte. Ma la colpa può avere attenuanti per chi vive nell'ignoranza, al confine della follia, per chi si trova ad avvertire solo vagamente il valore irrinunciabile del bene. L'arte, potente richiamo verso i valori autentici affascina la povera Hanna che ne è attirata,quasi cieco cui sia concesso- a tratti, miracolosamente - di scorgere la luce o sordo che possa udire talvolta misteriosamente musiche di perfetta bellezza. Quale la forza oscura che attira il giovanissimo Michael verso questa donna? Esiste certo un'affinità elettiva, ma costituita soprattutto di ombra. Quell'iniziazione sessuale, quell'incontro sembra averlo messo in contatto con una parte profonda di se , la più oscura. La sua vita affettiva ne riceverà una ferita tale che non potrà più legarsi veramente, sinceramente, nè alla moglie, nè alla figlia, quasi quel legame precoce, inconsueto, lo avesse relegato in uno spazio invalicabile agli affetti. . Il tribunale che condannerà Hanna al carcere a vita con testimonianze che falsamente ne aggravano la responsabilità rispetto alle complici è una balbettante parvenza di giustizia, è la giustizia consentita dalla legge degli uomini che tanto spesso condanna negli altri il proprio stesso male. Michael sa, ha prove irrefutabili, che Hanna non può essere responsabile di ciò che aggrava la sua pena,e potrebbe scagionarla. Ma non lo fa. Per conservare rispettabilità e decoro? Per rispettare la scelta di lei? Difficile dirlo. E se Hanna avesse voluto espiare col carcere la sua colpa, quella rispetto alla quale la punizione della legge era pur irrisoria pena? Non conclude del resto il suicidio la sua vita? Il film pone assai più domande di quante risposte possa dare. Ma questo non è un pregio da poco. Diletta Di Donato
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