mahleriano
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venerdì 22 maggio 2009
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forte perplessità...
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Questo film mi ha inizialmente colpito ed entusiasmato molto, ma a breve ho avuto anche la sgradevole sensazione che qualcosa non quadrasse, come se troppa carne al fuoco concorresse ad un dramma forzato e tutto sommato finto. Per quanto non sia affatto un sostenitore di una logicità della trama ad ogni costo come elemento determinante in un film, c'è qualcosa qui che mi infastidisce e spero che il mio approccio logico non disturbi troppo, scusandomene in partenza.
Se ad esempio si provasse ad eliminare per un attimo la componente nazista dal film, sostituendola con un crimine qualunque, cosa rimarrebbe? La figura di un'analfabeta che si è resa complice di uno o più assassinii. Ciò non le toglierebbe comunque alcuna responsabilità.
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Questo film mi ha inizialmente colpito ed entusiasmato molto, ma a breve ho avuto anche la sgradevole sensazione che qualcosa non quadrasse, come se troppa carne al fuoco concorresse ad un dramma forzato e tutto sommato finto. Per quanto non sia affatto un sostenitore di una logicità della trama ad ogni costo come elemento determinante in un film, c'è qualcosa qui che mi infastidisce e spero che il mio approccio logico non disturbi troppo, scusandomene in partenza.
Se ad esempio si provasse ad eliminare per un attimo la componente nazista dal film, sostituendola con un crimine qualunque, cosa rimarrebbe? La figura di un'analfabeta che si è resa complice di uno o più assassinii. Ciò non le toglierebbe comunque alcuna responsabilità. Credo che anche al tempo nazista un assassino fosse giudicato comunque un assassino e un complice comunque un complice. Perciò il film sarebbe assolutamente inconsistente e non porterebbe ad alcuna tensione né emotiva, né di nessun altro genere.
Dunque la componente nazista "ci vuole". La contraddizione abnorme, con la conseguente tensione, consiste nel fatto che il nazismo ha di fatto legalizzato un assassinio di massa. Ma posta in questi termini, da questo punto in poi allora il significato del film mi sfugge.
Poiché quella legge valeva per chiunque, non ne consegue che l'analfabeta, che si fosse reso complice di qualcosa a posteriori giudicabile crimine, dovesse essere considerato diversamente da chiunque altro. Dunque la figura dell'analfabeta stessa era di fatto inutile ai fini del film e sostituibile con quella di qualunque altra persona, addirittura anche colta. E allora, se non era necessaria, è malizioso domandarsi perché si sia usata?
A meno che non si voglia sostenere che la mancanza di cultura "giustifichi" un certo operato... Ma questo avrebbe delle conseguenze talmente gravi che mi rifiuto di pensare fosse la tesi del film...
Il dramma proviene allora dall'essere ancor più inconfessabile di un crimine la condizione di analfabetismo? De gustibus... Ma allora sarebbe stato opportuno parlare più a fondo di questo problema, sviscerandolo meglio e capendo i mille perché irrisolti della protagonista, che invece viene presentata come una donna senza un passato e dunque inconoscibile. Tutto sommato uno stereotipo di analfabeta, quindi.
Mancando dunque, dal mio punto di vista, una solida e reale base ad un film che affronta argomenti così delicati e vasti, tutto il resto non riesce più a convincermi, compreso la scena in cui l'avvocato, che di fatto sconta il suo senso di colpa per non aver reso la condanna della donna uguale a quella delle altre imputate, invia alla donna in carcere nastri e nastri di libri e poesie recitate. In tal contesto la scena, che forse dovrebbe essere il "momento poetico" del film, mi appare addirittura abbastanza ruffiana.
Premio perciò soltanto l'interpretazione ammirevole della protagonista e mi limito a due stelle come giudizio complessivo.
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dony64
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giovedì 21 maggio 2009
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film...intenso
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Film drammatico ben interpretato da attori gia' noti con una ottima sceneggiatura e una buona recitazione.Complessivamente piu' che simpatico.Voto 7+
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costanza
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martedì 19 maggio 2009
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il senso di colpa e la responsabilità
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Da tempo non si vedeva un film così toccante che riesce a fondere i tanti temi trattati con un impianto narrativo interessante, inquadrature e recitazione intense. La paura del protagonista di essere coivolto ,ancora troppo giovane e condizionato da schemi familiari e sociali, in una storia difficile, diventa l'inettitidine di un adulto . Un intellettuale colto e sensibile, non riesce a manifestare alla donna che gli ha cambiato la vita, impedendogli , con il suo ricordo, di poter ancora amare,tutto il desiderio che ha di starle vicino. Lei, delusa, sceglie di non vivere. Le domande inquietanti sulla responsabilità del male fatto con la consapevolezza di compiere il proprio dovere ,ci scavano dentro.
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Da tempo non si vedeva un film così toccante che riesce a fondere i tanti temi trattati con un impianto narrativo interessante, inquadrature e recitazione intense. La paura del protagonista di essere coivolto ,ancora troppo giovane e condizionato da schemi familiari e sociali, in una storia difficile, diventa l'inettitidine di un adulto . Un intellettuale colto e sensibile, non riesce a manifestare alla donna che gli ha cambiato la vita, impedendogli , con il suo ricordo, di poter ancora amare,tutto il desiderio che ha di starle vicino. Lei, delusa, sceglie di non vivere. Le domande inquietanti sulla responsabilità del male fatto con la consapevolezza di compiere il proprio dovere ,ci scavano dentro.
E poi, l'amore per la lettura, grande, totalizzante, da mettere tutto in secondo piano......
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[+] la colpa
(di piero)
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elvis shot jfk
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venerdì 10 aprile 2009
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gran film
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Davvero molto intenso, emotivo e sensato......... peccato per le varie sbavature di disattenzione ma non importanti nel contesto... (esempio--->lingua inglese in Germania nel dopoguerra?).....
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jacopo86
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sabato 28 marzo 2009
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da prendere col contagocce
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Il film inizia abbastanza bene, con kate winslet che porta avanti la scenz in modo ineccepibile.
Più in avanti verso la seconda parte (dove incomincia il processo), a mio parere risulta troppo pomposo e pretenzioso, scadendo quasi nel noioso.
A)Come mai nel film ambientato in germania i personaggi leggono e scrivono in inglese??
B)Era necessario far piangere Michael durante l'incontro con la donna (all'ora bambina) deportata nei campi di concentramento? (pathos fine a se stesso!)
In generale film godibile ma da guardare con occhio critico.
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alessio
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giovedì 26 marzo 2009
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il peso delle colpe
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“The Reader” – Il peso delle colpe
L’immane colpa di Hannah è di aver personalmente contributo alla morte di trecento civili in tempo di guerra. Più colpevoli di lei sono le sue assolte compagne: che quantomeno ne condividono lo smisurato delitto, che sono maggiormente istruite, più consapevoli di sé e del mondo che le circonda; che testimoniano il falso, si accordano tra di loro e addossano la totalità della colpa su Hannah; scrivono e rendono a firma di Hannah l’atto che documenta la tremenda loro decisione di allora. Su un piano differente, anzi su diversi piani differenti – seppur tutti “inferiori”, tutti analiticamente più interessanti – colpevole è Michael, che non svela ciò che avrebbe il dovere di svelare.
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“The Reader” – Il peso delle colpe
L’immane colpa di Hannah è di aver personalmente contributo alla morte di trecento civili in tempo di guerra. Più colpevoli di lei sono le sue assolte compagne: che quantomeno ne condividono lo smisurato delitto, che sono maggiormente istruite, più consapevoli di sé e del mondo che le circonda; che testimoniano il falso, si accordano tra di loro e addossano la totalità della colpa su Hannah; scrivono e rendono a firma di Hannah l’atto che documenta la tremenda loro decisione di allora. Su un piano differente, anzi su diversi piani differenti – seppur tutti “inferiori”, tutti analiticamente più interessanti – colpevole è Michael, che non svela ciò che avrebbe il dovere di svelare.
Forse Micheal non salverebbe Hannah, ma renderebbe maggior ragione all’equilibrio delle colpe; forse salverebbe Hannah, in termini odierni senz’altro non in grado di intendere e di volere.
(Ir)responsabile giuridicamente è Micheal perché non rende pubblico né l’analfabetismo di Hannah, né – non così secondario – la passione di Hannah per la cura a suo modo dei più deboli: come debole era il giovane Michael e le giovani donne cui lei offriva miglior riparo in cambio della magia della lettura; Micheal non è eroico perché interpreta le “volontà” di riserbo di Hannah, bensì più prosaicamente solo carrierista e socialmente integrato. E colpevole moralmente e nei confronti dell’Amore perché nulla rivela e a nessuno non per un impulso giustizialista nei confronti di un Tribunale post-nazista troppo lasco, bensì per non compromettere nulla della propria attuale immagine, della propria carriera, del proprio stato sociale rendendo nota una passata relazione con una nazista povera, ignorante, senza famiglia, analfabeta; viscerale, impulsiva e borderline; ora invecchiata e in disgrazia, paria: per puro egoismo, tant’è che alla ragionata scelta su Hannah segue la ragionata accettazione della relazione con la splendida collega studentessa, sperando con poca convinzione che ciò significhi superare e dimenticare il passato.
Marcato, crivellato, solamente in parte corazzato contro un intimo sentimento di represso vero amore, Micheal mantiene sempre un distacco da Hannah ancor più sociale che personale; e il viaggio finale negli Stati Uniti e il racconto alla figlia sono ben più tentativi di egoistiche catarsi che non insensati atti di amore postumo.
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(di mary22)
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edo minerva
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sabato 21 marzo 2009
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sviste della sceneggiatura
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Il film è molto bello,ma c'è una pecca molto grave , i libri che lui le legge hanno titoli in inglese. Vi sembra possibile questo in una ambientazione postbellica in Germania?
Edo Minerva
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(di pipay)
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pipino
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sabato 21 marzo 2009
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impegnativo
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Notevole e originale da tanti punti di vista.
Consiglio: andare riposati, altrimenti è difficile seguirlo/apprezzarlo!
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maxianna
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martedì 17 marzo 2009
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positivo e negativo
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Ralph Fiennes mi piace come attore, ma tutti i suoi film..che angoscia! A parte il bel 1o tempo e la grande interpretazione di kate Winslet e Bruno Ganz, non ho capito sinceramente cosa volevano dire il regista e lo sceneggiatore.
Che il ragazzo prova disprezzo da piccolo e da grande per quello che Hanna ha fatto? Assurdo
Che lei non ammette in tribunale di essere analfabeta per vergogna? Si, possibile che qualche tedesco faccia così, ma perchè il ragazzo non testimonia in tribunale a suo favore? E poi il dialogo tra l'ebrea e Ralph Fiennes a NY, che senso hanno? E lui che anche 20 anni dopo ripudia lei non prendendole la mano??.. E poi racconta la sua storia alla bambina.
Mah, a mio giudizio un 2o tempo inguardabile
[+] madonna mia
(di luana)
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(di fanfan)
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yris2002
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sabato 14 marzo 2009
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sublime
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The Reader: film coraggioso, tratto da un romanzo altrettanto coraggioso, in quanto animato da una volontà di elaborazione del senso di colpa, e teso strenuamente verso un imperativo di conoscenza, volontà ed imperativo sempre validissimi, ma tutt'oggi scomodi, e moralmente complicati, quando l'argomento in questione è la Shoah, giustamente viva nella memoria dell'uomo moderno,ancora timoroso nell'affrontarla da un punto di vista che non sia quello della condanna assoluta. Sia ben chiaro, ogni revisionismo storico è assolutamente assente nel film, l'orrore dello sterminio nazista è fuori discussione, e sempre vivo nello spettatore, come dice la donna sopravvissuta all'orrore del nazismo, nei campi di concentramento non c'è nulla da trovare, se non un totale vuoto di senso mosso dalla terribile follia umana.
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The Reader: film coraggioso, tratto da un romanzo altrettanto coraggioso, in quanto animato da una volontà di elaborazione del senso di colpa, e teso strenuamente verso un imperativo di conoscenza, volontà ed imperativo sempre validissimi, ma tutt'oggi scomodi, e moralmente complicati, quando l'argomento in questione è la Shoah, giustamente viva nella memoria dell'uomo moderno,ancora timoroso nell'affrontarla da un punto di vista che non sia quello della condanna assoluta. Sia ben chiaro, ogni revisionismo storico è assolutamente assente nel film, l'orrore dello sterminio nazista è fuori discussione, e sempre vivo nello spettatore, come dice la donna sopravvissuta all'orrore del nazismo, nei campi di concentramento non c'è nulla da trovare, se non un totale vuoto di senso mosso dalla terribile follia umana.
Tuttavia, il cammino, doloroso e delicato allo stesso tempo, che si vuole intraprendere è quello che conduce ad entrare nella coscienza di una donna che di quell'orrore è stata protagonista e vittima allo stesso tempo, nel momento in cui ogni forma di valutazione morale o di semplice analisi razionale vennero totalmente annientate e sostituite da un bieco senso di obbedienza ad un sistema responsabile di aver causato la morte di milioni di persone, ma anche l'aanullamento delle coscienze di chi servì ciecamente quel sistema. Il film stimola domande puntuali e stringenti, senza dare risposte, forse introvabili, ma che meritano comunque di essere cercate. Un film per questo motivo sublime, nel senso romantico dell'aggettivo, nel senso di una ricerca, di una tensione continua, che pretende di cogliere la totalità del reale, e che insiste in questa ricerca, anche se una verità assoluta non si potrà mai cogliere.
Sublime nel senso di eccelsa l'interpretazione offerta da Kate Winslet, attrice che sta dimostrando una maturità sempre in crescita: assolutamente ineccepibile la resa del suo personaggio, del vuoto, dell'infinità tristezza che la invadono, e che solo le vite piene di emozione pura dei personaggi fittizi dei romanzi a cui si attacca prepotentemente, riescono in parte a contenere, non riuscendo però a salvarla.
Meno convincente, per quanto buona,l'interpretazione di Ralph Fiennes, forse un po' troppo distaccato da vicende che in realtà hanno lasciato un'impronta indelebile nella sua anima.
Unica pecca del film è la scelta di utilizzare, in una ambientazione tutta tedesca, la lingua inglese sia per i romanzi che per la corrispondenza tra Hanna e Michael, decisamente decontestualizzante in una trama dove la questione della lingua è fondamentale e strettamente connessa all'appartenenza e al riconoscersi in un paese e nella sua storia: scelta veramente inspiegabile.
Resta il fatto che il film sia assolutamente da vedere: tra i tanti film che anche in questa stagione cinematografica affrontano il tema della Shoah, The Reader emerge come quello in grado di offrire stimoli di riflessione, più complicati e dolorosi, che proprio per questo lo rendono più degno di nota.
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