ed tom bell
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domenica 8 marzo 2009
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riuscito (a metà)
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Film elegante, validamente interpretato (meritato l'Oscar a Kate Winslet), che raggiunge - soprattutto nella prima parte - momenti di non banale autenticità. In seguito la narrazione tende a farsi meno fluida, la sceneggiatura inanella parentesi su parentesi - probabilmente per rispettare l'intreccio del romanzo originale - a scapito del ritmo, e Daldry preferisce, forse saggiamente, sfiorare soltanto il tema dell'Olocausto, mantenendo il film sui binari di un robusto bildungsroman a tinte melodrammatiche. Oltre alla già citata Winslet, meritano una menzione Lena Olin (in due parti) e il giovane David Kross. Imperdonabile che la corrispondenza fra Peter Berg adulto e la Schmitz avvenga in lingua inglese.
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marcos
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domenica 8 marzo 2009
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opinione generale
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Come tutte le cose che incontriamo nella vita e dalle quali si impara qualcosa,questo qualcosa ci viene rivelato nn sotto la sua forma,ma celato dall’abito della riflessione,del dubbio,della considerazione di cio’che fino a quel momento nn era considerato. The reader nn ha una morale e nn vuole essere un esempio,descrive due situazioni che si intrecciano e dalle quali una prima considerazione scaturisce dal fatto che le “parole”,così importanti e essenziali nella nostra vita nn siano in grado di far sublimare un amore:di avvicinare due persone in fondo molto diverse. Micheal rappresenta l’uomo reale,riduttivamente normale,in cui ogni persona si puo’riconoscere,ieri come oggi, Anna è un soggetto a se stante,privo di cultura,di emozioni,di ragione,per certi versi istintivo,il cui unico residuo di umanità è l’essere affascinato da cio’che nn conosce,e dal quale,forse perché a se estraneo riesce a trarre piacere.
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Come tutte le cose che incontriamo nella vita e dalle quali si impara qualcosa,questo qualcosa ci viene rivelato nn sotto la sua forma,ma celato dall’abito della riflessione,del dubbio,della considerazione di cio’che fino a quel momento nn era considerato. The reader nn ha una morale e nn vuole essere un esempio,descrive due situazioni che si intrecciano e dalle quali una prima considerazione scaturisce dal fatto che le “parole”,così importanti e essenziali nella nostra vita nn siano in grado di far sublimare un amore:di avvicinare due persone in fondo molto diverse. Micheal rappresenta l’uomo reale,riduttivamente normale,in cui ogni persona si puo’riconoscere,ieri come oggi, Anna è un soggetto a se stante,privo di cultura,di emozioni,di ragione,per certi versi istintivo,il cui unico residuo di umanità è l’essere affascinato da cio’che nn conosce,e dal quale,forse perché a se estraneo riesce a trarre piacere. Anna rappresenta l’umanità che si rende partecipe dei grandi crimini storici,dei quali si rende complice per ignoranza e necessità,in questo caso accettando un lavoro,migliore del precedente( la Germania era in guerra e gravava in una situazione economica drammatica da ormai quasi due decenni),senza per forza di cose potersi porre domande fondamentali come quella su cosa sia bene e cosa male. Nn lo puo’fare sia per condizione immateriale(anima priva di nobiltà) sia per condizione materiale( corpo ha bisogno di sopravvivere). Questa condizione disumana,riesce a far male sia all’umanità intesa come società,sia all’umanità intesa come individuo, di fatto approfittando di un bravo ragazzo,che incontrando un amore così terribile per la prima volta nella sua vita,ne sarà per forza di cose travolto e traumatizzato per l’intera esistenza. Pur restandole per tutta la vita legato,e vergognandosi di cio’esattamente come fosse un amore incestuoso,vergognoso e deplorevole (amore privo del suo connotato fondamentale), riesce a vendicarsi,per se stesso e per l’umanità,nn attestando la verità nel momento che segnerà definitivamente la vita del nn essere umano. Due sono le frasi chiave del film : Anna:” Nn importa cosa penso,nn importa cosa provo,i morti sono morti”. Micheal:“ Nn sai quanto ti sbagli”. Vittima dell’umanita:” Ma lei si è resa conto dell’influenza che ha avuto su di lei?” Vittima dell’umanità:” Ha fatto più male a molta altra gente”.
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julien
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domenica 8 marzo 2009
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molte chiavi di lettura
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bel film che pone molti problemi; si affronta la banalità del male già segnalata dalla Arendt. Alla fine lo studente e poi avvocato risultano meschini e la sorvegliante anna che ha le sue gravi colpe una maltrattata e ingenua. Mi sembra assurdo che la protagonista, persona determinata, sia analfabeta e che lo sia anche 8 anni dopo la guerra. Mi domando come mai il giovane studente non intervenga al processo, come mai non vada mai a trovarla in prigione ecc ecc Comunque un bel film
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pipay
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sabato 7 marzo 2009
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solitudine e ritrosia di una donna.
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Tutto il film, in fondo, è imperniato sulla figura di Hanna. Una donna sola, che non intendere condividere la sua vita con altri. Forse non vuole essere veramente amata e soprattutto teme il giudizio altrui. Ecco perché non confessa al suo giovane amante di essere analfabeta e tiene per sé questo segreto anche quando viene processata. Ma dietro la sua ritrosia non c'è la freddezza dell'ignoranza né la solitudine senza speranza degli emarginati. Lei ha un lavoro (che poi sarà costretta a lasciare perché non potrebbe assumere altri incarichi, visto che non è capace di leggere e di scrivere) e nel suo cuore alberga una sincera, dolce sensibilità. Ha sete di apprendere, di sognare. Al grande amore, che del resto sarebbe impossibile, vista la differenza di età e di cultura che c'è tra lei e il giovane studente, lei preferisce la "magia" dei libri, delle storie che gli vengono lette dal ragazzo.
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Tutto il film, in fondo, è imperniato sulla figura di Hanna. Una donna sola, che non intendere condividere la sua vita con altri. Forse non vuole essere veramente amata e soprattutto teme il giudizio altrui. Ecco perché non confessa al suo giovane amante di essere analfabeta e tiene per sé questo segreto anche quando viene processata. Ma dietro la sua ritrosia non c'è la freddezza dell'ignoranza né la solitudine senza speranza degli emarginati. Lei ha un lavoro (che poi sarà costretta a lasciare perché non potrebbe assumere altri incarichi, visto che non è capace di leggere e di scrivere) e nel suo cuore alberga una sincera, dolce sensibilità. Ha sete di apprendere, di sognare. Al grande amore, che del resto sarebbe impossibile, vista la differenza di età e di cultura che c'è tra lei e il giovane studente, lei preferisce la "magia" dei libri, delle storie che gli vengono lette dal ragazzo. C'è una macchia nel passato di lei: è stata capo sorvegliante in un Lager nazista. Ha visto morire e ha lasciato morire tante persone... anche allora, per ubbidire all'esigenza del Reich e delle disumane leggi razziali, ha dovuto prendere le distanze dagli altri. Cattiveria? cinismo? No: solo ubbidienza al Regime. Poi, in carcere, quasi a sorpresa si riallaccia "virtualmente", perché basato su cassette registrate, il legame con Michael che fa di nuovo sentire la sua voce e le ripropone i personaggi e le storie che la avevano fatta sognare tanto tempo prima. E' un momento di magia, grazie al quale lei trova la forza di imparare finalmente a leggere e a scrivere. L'incontro con Michael, ormai accreditato avvocato, non sarà scandito dalla tenerezza. Lei è prossima alla scarcerazione e rifiuta il suo aiuto: una sistemazione, la prospettiva di un piccolo lavoro, tanto per ricominciare. Hanna non vuole l'aiuto degli altri, non vuole affrontare la prospettiva di una vita sociale. E abbandona la vita. Ecco, il film, anche grazie all'eccezionale bravura di Kate Winslet, ci consegna una figura femminile indimenticabile. E tale resta, indipendentemente dal periodo storico, dalle persecuzioni agli ebrei, dalla Germania nazista, e dal fatto di cui tanti si lagnano, che i libri, nel film siano scritti in inglese (esigenze cinematografico-commerciali e basta). Bravo anche il ragazzo, che "buca" lo schermo. Ralph Fiennes rimane sempre un po' in ombra, troppo legato, quasi innaturale: non è nella sua forma migliore.
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cristina e omar
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sabato 7 marzo 2009
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un'insolita imprecisione storica
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ma nessuno si è accorto di un'imprecisione cronologica tra il film e gli eventi storici?
La protagonista del film si arruola nelle SS nel 1958 (vedi didascalie) come sorvegliante dei prigionieri nei campi di concentramento; come è possibile dato che i campi di concentramento vennero dismessi nella prima metà degli anni 40, in particolare quello di Auschwitz citato anche nel film?
Per il resto il film è veramente ben fatto e trasmette un messaggio molto profondo.
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marty
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venerdì 6 marzo 2009
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amaro intenso
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Era un'impresa strappare a Hannah il segreto del suo brivido per l'ascolto di libri e per il sesso con un giovane studente avido di conoscenza..Era nella più sconfortante inconsapevolezza di vivere e soprattutto di lasciare morire,vittime e amanti..Un incontro tra due mondi nella Germania convalescente dalle aspre contraddizioni del conflitto mondiale,dove si istruivano processi sommari per ricostruirsi una verginità politica.Film crudo nei temi ma caldissimo nei visssuti,nelle proiezioni emotive dei personaggi,anche nelle loro imperdonabili reticenze.
Straordinaria prova della Winslet e del giovane David Kross..
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carlo '78
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venerdì 6 marzo 2009
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una piccola gemma.
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Davvero uno splendido film! Descriverlo sarebbe riduttivo, se ritenete di avere buon "palato" per il cinema andate a vederlo, non ve ne pentirete.
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pipay
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venerdì 6 marzo 2009
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si sono inseriti col mio nick-name. la redazione..
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C'e un mio commento, qui sotto, uno solo, per Ronks, che mi ha risposto in modo più che garbato. Poi la situazione è degenerata perché qualche imbecille, che non ha di meglio da fare, ha fatto un pesante commento, sempre a Ronks, usando il MIO nick-name e dandogli dell'analfabeta. E Ronks, giustamente, ha risposto a tono. Trovo queste "bravate" disgustose e disdicevoli. La Redazione dovrebbe registrare i nick-name in modo che si evitino questi "scippi" di dubbio gusto. Forse lascerò questo Forum. Forse cambierò nick-name. Non che la cosa importi a qualcuno. Ma scrivo questo perché quel che è capitato a me può capitare ad altri. E vi assicuro che non è una cosa piacevole. Ci vorrebbe un rimedio, ma qui, in questo Forum, molte cose sono approssimative.
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C'e un mio commento, qui sotto, uno solo, per Ronks, che mi ha risposto in modo più che garbato. Poi la situazione è degenerata perché qualche imbecille, che non ha di meglio da fare, ha fatto un pesante commento, sempre a Ronks, usando il MIO nick-name e dandogli dell'analfabeta. E Ronks, giustamente, ha risposto a tono. Trovo queste "bravate" disgustose e disdicevoli. La Redazione dovrebbe registrare i nick-name in modo che si evitino questi "scippi" di dubbio gusto. Forse lascerò questo Forum. Forse cambierò nick-name. Non che la cosa importi a qualcuno. Ma scrivo questo perché quel che è capitato a me può capitare ad altri. E vi assicuro che non è una cosa piacevole. Ci vorrebbe un rimedio, ma qui, in questo Forum, molte cose sono approssimative. E ci sono molte persone indegne di stare in un Forum.
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[+] per mary
(di pipay)
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cinemaodoroso
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venerdì 6 marzo 2009
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4
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La storia è molto semplice,ma le cose che danno valore a questo film sono la sceneggiatura con dialoghi di particolare interesse e le straordinarie performance dei due attori principali ovvero Leonardo di caprio e kate winslet,quest'ultima strepitosa nell'affrontare un personaggio così difficile in questa storia,confermandosi di essere tra le migliori attrici in circolazione.Anche gli attori non protagonisti sono notevoli.
[+] guarda che non è revolutionary road
(di mary)
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franco68
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venerdì 6 marzo 2009
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la winslet è il film
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Incredibile il fascino che emana questa donna non bellissima (mi ha ricordato la Schneider in Ultimo tango a Parigi, forse per alcune riprese similari di mistero e di luci)..nel film mi è rimasta impressa la scena in cui lei con gli occhi luccicanti da bambina smarrita ascolta il coro in una chiesa. Una donna che sembra non aver mai vissuto..che cerca una forma di incanto attraverso i mondi fantastici e fantasiosi della letteratura..la cui "verginità" fa innamorare. Si spalancano nel secondo tempo le porte della realtà. Lei non capisce di cosa è accusata..contrappunto a questa inconsapevolezza è il discorso del Professore di Diritto.Meravigliata quando riceve le cassette; titubante quando entra in biblioteca e grandiosamente umile ( e mi si scusi l'ossimoro) nel discorso finale con Fiennes quando dice: "Che importanza ha quello che provo io.
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Incredibile il fascino che emana questa donna non bellissima (mi ha ricordato la Schneider in Ultimo tango a Parigi, forse per alcune riprese similari di mistero e di luci)..nel film mi è rimasta impressa la scena in cui lei con gli occhi luccicanti da bambina smarrita ascolta il coro in una chiesa. Una donna che sembra non aver mai vissuto..che cerca una forma di incanto attraverso i mondi fantastici e fantasiosi della letteratura..la cui "verginità" fa innamorare. Si spalancano nel secondo tempo le porte della realtà. Lei non capisce di cosa è accusata..contrappunto a questa inconsapevolezza è il discorso del Professore di Diritto.Meravigliata quando riceve le cassette; titubante quando entra in biblioteca e grandiosamente umile ( e mi si scusi l'ossimoro) nel discorso finale con Fiennes quando dice: "Che importanza ha quello che provo io..restano i morti". Non riesco ad immaginarmi altra attrice in un personaggio che il film segue e sottolinea.Per finire mi sento io di sottolineare il dramma vero che è l'analfabetismo..una bussola fondamentale..quasi un terzo occhio indispensabile senza il quale si è come ciechi e monchi e che può condizionare una vita in modo catastofico.
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[+] che bel commento!!
(di mary)
[ - ] che bel commento!!
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