Titolo originale | Milk |
Anno | 2008 |
Genere | Biografico, |
Produzione | USA |
Durata | 128 minuti |
Regia di | Gus Van Sant |
Attori | Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, Diego Luna, James Franco, Alison Pill Victor Garber, Denis O'Hare, Joseph Cross, Stephen Spinella, Lucas Grabeel, Brandon Boyce, Zvi Howard Rosenman, Kelvin Yu, Jeff Koons, Ted Jan Roberts, Boyd Holbrook, Frank M. Robinson, Allan Baird, Tom Ammiano, Carol Ruth Silver, Hope Goblirsch, Steven Wiig, Ashlee Temple, Wendy King, Kelvin Han Yee, Robert Chimento. |
Uscita | venerdì 23 gennaio 2009 |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,61 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 17 giugno 2020
Argomenti: Film contro l'omotransfobia
La vera storia di Harvey Milk, primo gay dichiarato ad aver raggiunto una carica pubblica negli Stati Uniti. Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto 2 Premi Oscar, 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a Cesar, 7 candidature e vinto 2 Critics Choice Award, 3 candidature e vinto un premio ai SAG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Milk ha incassato 2,5 milioni di euro .
Milk è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO SÌ
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Harvey Milk è omosessuale, è laureato in matematica e lavora presso una Società di Investimenti a Wall Street. A un soffio dagli anni Settanta e dal suo quarantesimo compleanno, Harvey incontra e ama (per sempre) Scott Smith. Trasferitisi a San Francisco con un sogno di amore e di emancipazione, Harvey e Scott aprono un negozio di fotografia nel quartiere Castro. Davanti e dentro il Castro Camera si raccoglierà presto un gruppo di giovani attivisti omosessuali, emarginati (dalla società) e diseredati (dalle famiglie) alla ricerca di un sogno promesso e dei loro diritto contro la campagna di intolleranza avviata dagli ultraconservatori. Sostenuto dai suoi guys e da eterosessuali illuminati, Harvey si candida alla carica di consigliere comunale per una, due e tre volte. La sua terza campagna gli regala l'agognato incarico. Promotore della storica ordinanza sui diritti dei gay e trionfatore sulla Proposition 6, che voleva bandire gli omosessuali dall'insegnamento nelle scuole pubbliche della California, Milk verrà assassinato dal livore e dalla frustrazione di un ex consigliere. Trentamila persone marceranno da Castro al Municipio in una veglia pacifica che dal Settantotto alimenta e sostiene il sogno di Harvey.
Arrivano da una mala noche, dai drugstore rapinati, da uno squat gotico di Portland o da un malfamato skate park, i guys di Gus van Sant, raccolti e accolti nella Castro Camera di Harvey Milk, centro sociale e umano prima che redditizia attività commerciale. Sono i belli e dannati stroncati dalla morte sulle strade lontane da casa della sua filmografia ma sono pure i cowboy fragili e consapevoli del Wyoming di E. Anne Proulx o i mysterious boys di Gregg Araki, giovani vite in irrevocabile rottura con l'universo familiare e rassegnati alla forza di un destino già marcato.
Disorientati e alla deriva, "mai pronti per Paranoid Park" e per le rampe e i dossi della vita, i nati perdenti di Van Sant si trasferiscono a San Francisco, dove questa volta diventano adulti e maturi sfidando i "grandi". Quelli che nei film del regista americano ci sono senza esserci. Genitori divorziati, istruttori, insegnanti, poliziotti, presenze sfocate che si offrono di spalle, incapaci di ascoltare e di intendere, di esprimere e di comunicare. Il corpo giovane dell'America, inghiottito dalla noncuranza degli "educatori", incontra Harvey Milk, politico e attivista negli anni Settanta, adolescente sensibile e in fuga da un quotidiano ottusamente crudele negli anni Quaranta. Harvey ha vissuto in una clandestinità "volontaria" la sua omosessualità, fino a quando non ha incontrato Scott e poi Clive e poi Jack, Dick, Jim, Danny. Folgorato da persone che versano in condizione di svantaggio (l'omosessualità, ma anche l'etnia, l'origine ambientale, il colore della pelle), le spinge a uscire dalla marginalità cui sembrano obbligate e a lottare per i loro diritti.
Milk affronta l'età adulta del cinema di Van Sant, anticipata da Will Hunting e Scoprendo Forrester. Un dittico, che nonostante l'evidente riduzione dello spessore poetico dell'autore e il linguaggio mainstream con il quale allestisce la rappresentazione, mantiene ugualmente le caratteristiche peculiari della sua scrittura. Come lo psicologo di Robin Williams e lo scrittore di Sean Connery, Harvey Milk è l'adulto che interviene a mediare l'integrazione di eroi socialmente deboli, trovando in quell'esperienza il coraggio di affrontarsi e affrontare i propri fantasmi. L'elezione a supervisor di Milk è il riconoscimento sociale del loro padre di adozione, "doppio" e "simile" che ricopriva nella società un ruolo marginale. Sean Penn e James Franco, coppia poetica che rievoca quella "da marciapiede" di River Phoenix e Keanu Reeves, interpretano la libertà morale delle immagini di Van Sant, indossando cravatta e norme sociali, e vivendo la loro storia "in legittimità". Rinunciando al disordine mentale e al mondo capovolto abitato dai suoi adolescenti, alla singolarità del suo sguardo e a porsi in netta contraddizione con l'industria cinematografica e la società intera, il regista affronta un tema strettamente personale in un film dal sapore convenzionale e raffinato. Scartando ogni scivolamento nel pruriginoso per farsi ascoltare e frequentando un cinema ampiamente battuto per farsi vedere, Milk riconosce ai cowboy e alle cowgirls il diritto di esistenza e di replica.
Di recente ho visto Milk, un film con Sean Penn che racconta molte cose: la storia di un uomo, i sogni e le speranze di un periodo storico, l’evoluzione dei diritti umani. Questi tre aspetti, miscelati sapientemente, ne fanno un piccolo capolavoro da conservare nella propria cineteca. Non starò a raccontare la trama del film, mirabilmente riportata su Wikipedia, potendo difficilmente fare di meglio, [...] Vai alla recensione »
"Milk" ripercorre la storia degli ultimi otto anni della vita di Harvey Bernard Milk,primo consigliere americano deliberatamente omosessuale ed araldo di una battaglia che portò avanti con caparbietà e fierezza al punto di arrivare a coprire una importante carica politica in un'America che non accettava compromessi con realtà in quegli anni fuori dall'ordine costituito.
Harvey Milk è un omosessuale, laureato in matematica e agente presso una Società di investimenti di Wall Street. Convive con Scott, e insieme sognano di vivere senza doversi nascondere, in una società che li apprezzi e li riconosca per quelli che sono realmente. Così si trasferiscono a San Francisco, dove mettono su un negozio di fotografia a cui danno il nome del quartiere [...] Vai alla recensione »
"Milk" inizia dalla fine. Gus Van Sant scioglie sin dai primi fotogrammi la più comune e cinematografica tentazione alla suspense, annulla l’effetto sorpresa e, affidandosi a stralci di telegiornale dell’epoca Carter, spiazza di colpo lo spettatore predicendo la tragedia del suo protagonista, prima ancora che egli possa conoscerlo.
Non solo un film lgbt, non solo un film biografico ma una celebrazione degli attimi. Io sono vittima facile quando si parla di film e documentari riguardanti i diritti civili. Alla fin fine secondo me c'è solo una regola che bisogna rispettare: dare dignità agli attivisti senza idolatrarli, semplicemente raccontarli come uomini.
Biopic incentrato sulla figura di Harvey Milk, il consigliere comunale di San Francisco e attivista per i diritti gay, che con le sue battaglie è stato in grado di ottenere notevoli risultati in un periodo non facile per la comunità LGBT. Trattandosi di un racconto biografico, il lungometraggio di Van Sant non riesce ad evitare uno dei problemi più frequenti per il genere: il protagonista è disegnato [...] Vai alla recensione »
Ascesa e tragica fine di Harvey Milk, storico leader del movimento gay nella San Francisco degli anni settanta. Gus Van Sant lascia in secondo piano il mondo adolescenziale che aveva contraddistinto tutte le sue precedenti opere (Elephant, Paranoid Park) per concentrarsi su un uomo che, non senza ostracismi, in pochi anni diventò il primo candidato dichiaratamente omosessuale a ricoprire una carica [...] Vai alla recensione »
Le immagini di repertorio mescolate alla finzione cinematografica, i cortei, i pestaggi della polizia, danno il senso del clima di confusione e di paura che esisteva negli Stati Uniti negli anni 70. Harvey Milk è un attivista gay, che dopo molti tentativi falliti, riesce ad accedere a una carica pubblica e vi si dedica con totale dedizione nella difesa dei diritti civili, secondo i quali, tutte le [...] Vai alla recensione »
Recitato in maniera magistrale da Sean Penn e tratto da una storia vera, Milk è un film profondo e toccante. Ne consiglio davvero la visione a tutti
Il film è la cronaca di una morte annunciata, infatti si apre con le immagini di repertorio che testimonio la “persecuzione” della polizia nei confronti degli omosessuali, seguito da un servizio con cui una giornalista da la notizia della morte del consigliere di San Francisco. Grazie all’interpretazione di Harvey Mik, Sean Penn ha vinto il suo secondo Oscar, e con un Oscar [...] Vai alla recensione »
questo film mi è stato consigliato dal mio migliore amico,avevo delle aspettative,e non mi ha affatto deluso,anzi è di gran lunga migliore delle aspettative che mi ero fatta!Lungo si,ma mai lento,appassionante,attori bravissimi,bella sceneggiatura....ottimi Sean Penn e James Franco...veramente un film stupendo,lo consiglio a tutti!!!
Van Sant ci regala questo ottimo film interpretato magnificamente. Sean Penn veste con nonchalance un ruolo invece storicamente difficile. Harvey Milk è storia. Rimpiangiamo uomini riusciti a cambiare secoli di umiliazioni e ingiustizie nei confronti dell'essere umano in quanto tale.
" Se un proiettile dovesse entrarmi nel cervello, lasciate che distrugga tutte le porte chiuse " x non dimenticare questo uomo coraggioso e tutte quelle persone che si battono x i diritti di chi,nel 2012, è ancora considerato diverso o peggio malato (!!!)...assurdo tutto ciò ...vergogna!!! e l'Italia è la prima a doversi vergognare!!! DIRITTI UGUALI X TUTTI!!! [...] Vai alla recensione »
Un film capolavoro, ma mai come altre volte qui il lavoro principale non lo fa la regia ma un immenso Sean Penn, da lasciare senza fiato. quando l'america e il mondo avevano ancora dei valori da dimostrare qualunque essi siano.
Storia di Harvey Milk, primo consigliere dichiaratamente omosessuale nell'America degli anni '70. C'è un po' di tutto in questo film, dal tessuto sociale ai compromessi della politica; nonostante l'aspetto un po' patinato credo che sia un ottimo biopic. Sean Penn ha vinto un Oscar meritato.
Signori, per quanto mi riguarda siamo davanti ad un capolavoro della storia del cinema, al quale si aggiunge un grande impegno nel sociale. Ce ne fossero di film così! Stra-meritati i due Oscar, soprattutto quello a Dustin Lance Black. Semplicemente uno dei miei film preferiti. Se non l'avete ancora visto, beh che aspettate, ne rimarrete folgorati.
La prima cosa che colpisce di "Milk",una delle tante perle di Van Sant, è sicuramente la straordinaria,sorprendente interpretazione di Sean Penn,vincitore di uno strameritato Oscar.Il film ricostruisce in modo quasi perfetto la San Francisco anni 60',non solo dal punto di vista sociale,ma la rende anche vivida e reale grazie ad ottime scenografie e buoni costumi.
“Milk” è uno di quei film che tenta – invano a quanto si può costatare quotidianamente – di parlare allo spettatore tramite il “bon sens”, ovvero di dissipare pregiudizi falsi e assurdi presenti nell’immaginario comune verso determinate “classi” di esseri viventi – il nazismo è stato l’emblema della morte del “bon sens” con le sue persecuzioni di ebrei, omosessuali e nomadi.
Film "hollywoodiano" diretto da Gus Van Sant (" The last days","Elephant", "Paranoid Park",..) biografia di Harvey Milk, attivista gay degli anni '70 a San Francisco. Film emotivamente ricattatore: pone allo spettatore la questione che viene recepita come "Siete contro i gay, le minoranze?", facendo distrarre dalla costruzione e dalla efficacia del film lo spettatore.
Grande Sean Penn. Ha saputo trattare con singolare sensibilità un tema attuale e delicato e non è mai scivolato nella volgarità di espressione e di immagine. Alla fine della visione mi sento migliore; forse sarebbe auspicabile la proiezione del film in ambienti giovanili, scuole comprese, e non solo, per contrastare il clima di intolleranza che sembra rafforzarsi giorno dopo giorno anche da noi, [...] Vai alla recensione »
Sean Penn vinse, meritatamente, il suo secondo oscar, dopo quello per Mystic River, interpretando Harvey Milk, il primo omosessuale dichiarato ad avere una carica politica nell’America degli anni 70, in California. Trasferitosi da New York a San Francisco, con il proprio compagno, all’inizio del decennio, aprì un negozio di fotografia nel quartiere gay e grazie alla sua intelligenza [...] Vai alla recensione »
Un magnifico film diretto da Gus Van Saant, che dopo avermi stupito con Will Hunting e inorridito con Belli e Dannati (li avevo visti lo stesso giorno), ritorna con questo splendido film in cui un magistrale Sean Penn accompagnato dal sempre più malvagio Josh Brolin, che potremmo considerare un capolavoro appunto nel suo ambito
Un magnifico film diretto da Gus Van Saant, che dopo avermi stupito con Will Hunting e inorridito con Belli e Dannati (li avevo visti lo stesso giorno), ritorna con questo splendido film in cui un magistrale Sean Penn accompagnato dal sempre più malvagio Josh Brolin, che potremmo considerare un capolavoro appunto nel suo ambito
Vi dò due buoni motivi per guardare questo film, e altri due per non farlo... A favore: A) uno Sean Penn clamoroso, intenso e meravigliosamente femminile, e B) una storia bella e (purtroppo) vera di intolleranza, emancipazione, rabbia, amore e disperazione negli Stati Uniti di non troppo tempo fa. Di contro: C) due ore a questo ritmo sono una barba e D) baci, abbracci, e languide carezze gay [...] Vai alla recensione »
splendido film con un sean penn magistrale.e' diventato uno degli attori piu' rappresentativi del nostro secolo.il film a torto viene scambiato dalla critica per omosessualita' latente .in realta' e' una grande metafora sul diverso e sull'integrazione nella nostra societa'..come in filadelfia l'interprete incarna l'avvicinarsi al potere delle minoranze.
Harvey Milk, un omosessuale che lavorava presso una società d'investimenti. La notte prima di compiere 40 anni incontrò l'uomo che gli cambiò la vita e che amò per sempre: Scott Smith. Con lui ci trasferì a Castro, un quartiere di San Francisco, dove aprirono un negozio di fotografia. Ben presto questo divenne un centro di raccolta per omosessuali e pian piano tutto il quartiere divenne di loro dominio. [...] Vai alla recensione »
A parte che come ho già scritto non condivido le critiche per lo stile documentaristico di Van Sant, nessuna recensione tra quelle che ho letto rileva i paradossi del film.A cominciare dal personaggio che ucciderà il protagonista, figura lasciata in sospeso, proseguendo con il protagonista stesso, che scende a compromessi con il futuro assassino e ricorre a quella trovata della cacca dei cani,a parte [...] Vai alla recensione »
SI QUESTO FILM CONVINCE PER LA STORICITA' DEI FATTI NARRATI E BEN AMBIENTATI NONOSTANTE SIA REALIZZATO SU FATTI AVVENUTI CIRCA 40 ANNI FA. INQUADRATURE EFFICACI E NATURALMENTE DA SOTTOLINEARE UNA OTTIMA INTERPRETAZIONE DI UN SORPRENDENTE SEAN PENN. TEMA SCOTTANTE QUELLO DELL'OMOSESSUALITA' CHE SPESSO DA ARGOMENTO SCOMODO DI CUI PARLARNE SOTTOVOCE VIENE IN QUESTO FILM MANIFESTATO IN TUTTA LA SUA TRASPARENZA. [...] Vai alla recensione »
Non so se ho diritto a giudicare questo film, perchè l'ho visto resistendo stoicamente sino alla fine, è vero, ma l'ho anche dormito per un buon 25-30%. Al di là dell'innegabile valore sociale bla bla bla...è di una pallosità pressochè insostenibile. Un film orizzontale, senza colpi di scena, una poco coinvolgente cronaca narrata da Gus Van Sant col distacco che caratterizza spesso il suo stile narrativo. [...] Vai alla recensione »
Film drammatico ben interpretato da Sean Penn ed altri attori gia' noti.Il film narra la storia realmente accaduta di chi si e' battuto per i diritti degli omosessuali nel 1970 fino 1978 anno in cui venne ucciso.Nel complesso buon film magari adatto agli omosessuali.Voto 7
Questo film mi ha sinceramente delusa... Io mi aspettavo molto di più, ed invece è stato una noia mortale, prolisso, ripetitivo e non mi ha suscitato nulla.... Il 90 per cento del film è praticamente costituito da scene di sesso e di smancerie.... In compenso, però, ho ammirato moltissimo il modo in cui Sean Penn ha recitato, e lo considero un bravissimo attore.
Forse gli attori nn sono proprio così inespressivi....solo che il film è vuoto, lento e lento....e parla solo di politica.... Il mondo gay viene preso in considerazione solo per quanto riguarda la controparte Cristiana.... (cambiamo gay-cristiani con neri-razzisti ed avremo lo stesso risultato... Rimane cmq un buon film...poteva andare meglio xò..
Dopo i last days di Kurt Cobain e la strage alla Columbine High School, Gus Van Sant gira la cronaca di un'altra morte annunciata e dichiarata subito. Da lì parte, tornando indietro, la storia di Harvey Milk, attivista del movimento dei diritti dei gay e primo omosessuale eletto a una carica istituzionale nella San Francisco degli anni Settanta. Il suo cinema, radicato nella cultura della provincia, si trasferisce nel Castro District e accoglie generoso una parata di guys emarginati dalla società o autoemarginati per ribellione o sofferenza affettiva.
Tra i migliori registi in attività oggi, Gus Van Sant alterna film decisamente indipendenti con produzioni mainstream, più tradizionali e interpretate da star. Quel che è certo, è che non fa mai cose banali. Come in questo Milk, biografia dell' attivista gay "nominata" all' Oscar (e prima ai Golden Globes), sia come miglior film sia per l' interpretazione (davvero notevole) di Sean Penn.
Sean Penn, che ha adesso 48 anni, diventa sempre più bravo, coraggioso e maturo, come attore e regista, come persona: davvero per questo Milk di Gus Van Sant dovrebbero premiare con l'Oscar una sua interpretazione eccellente. Milk è Harvey Milk, primo gay americano ad avere un incarico pubblico notevole a San Francisco, popolarissimo attivista del movimento per i diritti degli omosessuali, ammazzato [...] Vai alla recensione »
Arrivato nelle sale americane a novembre, alla vigilia del Ringraziamento, e nel mezzo delle quasi-rivolte che in California hanno accolto il passaggio della proposizione 8, che ha reso illegali i matrimoni gay, Milk è la cronaca di una morte annunciata - come Elephant, Last Days, Paranoid Park e Gerry. Però, rispetto alla narrativa sparsa, alla spazialità destabilizzante e al lirismo contemplativo [...] Vai alla recensione »
Un ritratto insolito quanto straordinario, dominato da un Sean Penn oltre ogni elogio. L'impagabile spaccato di un'epoca, rievocata dal punto di vista eccentrico e rivelatore di una minoranza. Una testimonianza commovente e insieme fuori dagli schemi che vale anche come monito per la difesa di tutte le minoranze e dei loro diritti. Oggi come ieri. Otto nominations non sono troppe: il Milk di Gus Van [...] Vai alla recensione »
Già vedere il gay pride del 25 giugno del 1978 a San Francisco, con Penn-Milk in maglietta e sorridente, e poi quel discorso prima del quale riceve una minaccia scritta, vale il prezzo del biglietto. «Sono Harvey Milk e voglio reclutarvi tutti!» ha il sapore del sogno di Martin Luther King, e Milk di Gus Van Sant lo sa e vuole restituirci la vita e l'impatto politico di un eroe civile dimenticato. Vai alla recensione »
IT is only fitting that the extraordinary political year would give way to the season of the political biopic. With terse titles that grandly promise the last word on their subject, Gus Van Sant’s “Milk,”Oliver Stone’s “W.” and Steven Soderbergh’s “Che” all deal with once- (or still-) incendiary political figures. While the films bear a strong directorial point of view, the directors also worked [...] Vai alla recensione »
Il film di Van Sant racconta la storia di Milk, primo gay dichiarato eletto a una carica politica in Usa. Come nasce la paura del diverso. Non ha ancora combinato niente di importante, Harvey Milk (un grande Sean Penn). Lo dice lui stesso, in Milk (Usa, 2008, 128'). È il 1970, e il futuro leader dei gay di San Francisco – e primo gay dichiarato eletto a una carica politica negli Usa – è tra le braccia [...] Vai alla recensione »
Con Milk, storia di un militante gay adesso sugli schermi, si rafforza il filone dei film con protagonisti omosessuali né comici né grotteschi né disperati. Un traguardo felice raggiunto dopo molte difficoltà. Come dimostrano le pellicole precedenti. Vedendo Milk di Gus Van Sant, il film sugli ultimi otto anni di vita di Harvey Milk, primo gay americano a venir eletto a un importante incarico pubblico [...] Vai alla recensione »
Morte, emarginazione, omosessualità. Il Gus Van Sant di sempre, a lavoro nel suo dolente orticello, ma con un appropriato respiro epico in aggiunta. Era il 1978 e il carismatico Harvey Milk diventava il primo omosessuale dichiarato a coprire un incarico istituzionale negli Stati Uniti, venendo eletto consigliere nella giunta di San Francisco, capitale dell'orgoglio gay e invitante Spoon River da cui [...] Vai alla recensione »
Maybe you don't know a damn thing about gay activist Harvey Milk. Maybe you ought to know that President-elect Barack Obama isn't the only community organizer who went on to make a difference. Maybe thoughtful filmmaking, no matter how incendiary and intimate, isn't worth squat at an infantilized multiplex. Stop me now. There's really no maybe about Milk, directed with a poet's eye by Gus Van Sant [...] Vai alla recensione »
It was partly an accident of history that made Harvey Milk the first openly gay man elected to major public office in this country, so it's fitting that yet another accident of history has made "Milk," the earnest biopic about the man, more involving than it would otherwise be. Milk was elected to San Francisco's Board of Supervisors in 1977 -- after several unsuccessful attempts -- because he had [...] Vai alla recensione »
One of the first scenes in “Milk” is of a pick-up in a New York subway station. It's 1970, and an insurance executive in a suit and tie catches sight of a beautiful, scruffy younger man — the phrase “angel-headed hipster” comes to mind — and banters with him on the stairs. The mood of the moment, which ends up with the two men eating birthday cake in bed, is casual and sexy, and its flirtatious playfulness [...] Vai alla recensione »
"Harvey Milk": icône gay révélée par Sean Penn On peut appeler ça de la comédie ou de l'art dramatique, ou alors un miracle - ce moment où un acteur disparaît à l'intérieur de son personnage. Dès les premières séquences d'Harvey Milk, Sean Penn (éternel mauvais garçon, l'une des dernières gueules d'Hollywood) s'évanouit et se réincarne en Harvey Milk, personnage historique, martyr de la cause gay [...] Vai alla recensione »
IT’S June 7, 1977, nighttime in the Castro district of San Francisco. Televisions are on everywhere. The news is bad. A crowd is gathering in the street. A telephone rings. So much is happening in the life of Harvey Milk — and in “Milk,”Gus Van Sant’s movie about that life — that you wonder how Harvey (portrayed by Sean Penn) can keep track of it all.
Film sul potere, più che sulla gayezza, Milk di Gus Van Sant va visto dagli immemori che democrazia è partecipazione: negli anni '70, fu casa per casa, non tv per tv, che Haryey Milk gettò le basi della seconda lobby mondiale politico-economica-ideologica. Alfiere della gayezza orgogliosa, Milk restituì un senso a una vita semi-fallimentare proprio con la politica.