abbey road
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lunedì 2 febbraio 2009
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antidoto contro il pregiudizio
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Ho trovato il film bellissimo,ben recitato e soprattutto scorrevole,nonostante il tema potesse facilmente implicare un film pesante.Ma oltre a questo c'è di più.Mentre io e i miei amici tornavamo dal cinema ci siamo chiesti quali fossero le reazioni di ciascuno di fronte alle effusioni tra due omosessuali.Be,nonostante l'omofobia non sia davvero una caratteristica che mi appartiene e neppure a quelli che conosco,la reazione comune è di certo un sentire un po' strano ma che di certo non ha mai fatto male a nessuno.Per quanto si dica che siamo nel ventunesimo secolo e,che i tempi sono cambiati e tante belle chiacchiere che lasciano il tempo che trovano,non è vero affatto che l'omosessualità è un tabù superato perchè io,a parte qualche volta,di omosessuali che si effondevano in pubblico,non ne ho visti molto spesso(a differenza di certi eterosessuali quasi da atto osceno in luogo pubblico).
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Ho trovato il film bellissimo,ben recitato e soprattutto scorrevole,nonostante il tema potesse facilmente implicare un film pesante.Ma oltre a questo c'è di più.Mentre io e i miei amici tornavamo dal cinema ci siamo chiesti quali fossero le reazioni di ciascuno di fronte alle effusioni tra due omosessuali.Be,nonostante l'omofobia non sia davvero una caratteristica che mi appartiene e neppure a quelli che conosco,la reazione comune è di certo un sentire un po' strano ma che di certo non ha mai fatto male a nessuno.Per quanto si dica che siamo nel ventunesimo secolo e,che i tempi sono cambiati e tante belle chiacchiere che lasciano il tempo che trovano,non è vero affatto che l'omosessualità è un tabù superato perchè io,a parte qualche volta,di omosessuali che si effondevano in pubblico,non ne ho visti molto spesso(a differenza di certi eterosessuali quasi da atto osceno in luogo pubblico). Eppure abito a Roma,che non è propriamente una città di provincia;segno che forse questa sbandierata libertà di espressione sessuale(ma anche di tante altre cose)alla torna dei conti è tutta una bufala(vedi proiezione della rai a notte fonda dei segreti di brokeback- mountain con qualsiasi scena non dico nemmeno sessuale ma affettiva,censurata).Quello che ne deduco è che questo film,come altri sulla stessa lunghezza d'onda,oltre ad avere il pregio di essere bei film e ben fatti hanno avuto il pregio di mostrarmi ed abituarmi ad una realtà che non è la mia ma che ho imparato a non giudicare anche se la società in cui vivo la ritiene un bruttura da nascondere.Credo che questo ruolo il cinema lo abbia svolto non solo nei miei confronti ma in quelli di tanti altri spettatori che hanno imparato a condividere le diversità qualora non fossero proprio sotto i loro occhi.
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cleve
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sabato 24 gennaio 2009
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potente e in controtendenza
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In controtendenza rispetto al cinema queer contemporaneo, che sembra escludere il tema della militanza omosessuale e dell'associazionismo rifugiandosi molto spesso in una visione "privata" della questione gay, Milk restituisce dignità al potere e al valore sociale dell'azione politica per cambiare in meglio la vita dei cittadini, attraverso una serie di slogan-mantra in cui la parola chiave è sempre "speranza".
Un film potente, antiretorico, orgogliosamente vintage: Van Sant vi innesta abilmente diverse immagini documentaristiche che gli danno un taglio meno epico e più giornalistico - viene voglia di rivedere il gran bel documentario The Times of Harvey Milk di Rob Epstein realizzato nel 1984 - senza rinunciare ad alcune magistrali inquadrature d'autore quali il riflesso "incarcerante" del fischietto insanguinato, la telefonata multipla in split screen che cita le copertine parlanti di Belli e dannati o la lunga camminata nel corridoio dell'assassino, quasi speculare alle allarmanti processioni degli studenti in Elephant.
[+] hai troppo ragione: potente, anitretorico, vintage
(di simo)
[ - ] hai troppo ragione: potente, anitretorico, vintage
[+] però
(di francesco2)
[ - ] però
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jack the rabbit
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sabato 24 gennaio 2009
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milk shake
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Gus Van Sant torna al grande budget dopo una serie di film indipendenti a basso costo (ad esempio Paranoid Park) e lo fa nel migliore dei modi. Se nelle pellicole cosiddette "minori" (ma non meno importanti) inserisce una prepotente marca d'autore concentrandosi su particolari movimenti di macchina, interessanti effetti video o altri interventi che curano molto lo stile visivo, a volte quasi compiacendosi, nei film più commerciali (che brutta parola, passatemela) si serve di una messa in scena classica. E' quello che accade in Milk ed è assolutamente perfetto.
Immaginate una tavola imbandita con prelibatezze di ogni tipo, di ogni forma e dimensione, con tutto ciò che più vi piace e più vi stuzzica.
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Gus Van Sant torna al grande budget dopo una serie di film indipendenti a basso costo (ad esempio Paranoid Park) e lo fa nel migliore dei modi. Se nelle pellicole cosiddette "minori" (ma non meno importanti) inserisce una prepotente marca d'autore concentrandosi su particolari movimenti di macchina, interessanti effetti video o altri interventi che curano molto lo stile visivo, a volte quasi compiacendosi, nei film più commerciali (che brutta parola, passatemela) si serve di una messa in scena classica. E' quello che accade in Milk ed è assolutamente perfetto.
Immaginate una tavola imbandita con prelibatezze di ogni tipo, di ogni forma e dimensione, con tutto ciò che più vi piace e più vi stuzzica. Immaginate di potervi cibare liberamente di quanto avete davanti agli occhi. Come vi sentireste dopo la scorpacciata? Ve lo dico io: satolli.
Lo stesso appagamento ha invaso ogni cellula del mio corpo durante e dopo la visione del film. E' stupendo.
L'omosessualità è trattata in maniera delicata, leggera, naturale, senza alcuna ostentazione. In un periodo della storia in cui la discriminazione nei confronti dei gay era molto forte Harvey Milk aveva sempre il sorriso sulle labbra. Era una persona felice, esuberante, attiva, vitale e quando qualcuno lo insultava o lo minacciava non gli dava troppo peso proseguendo dritto per la sua strada.
Come non citare il cast stellare composto da Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, Diego Luna, James Franco (e molti altri). Tutti quanti magistrali nelle rispettive performance, ma in particolare Penn e Franco.
La pellicola ha collezionato ben otto nomination agli Oscar 2009 proprio qualche giorno fa (il 22 gennaio): film, regia, attore protagonista (S. Penn), attore non protagonista (J. Brolin), sceneggiatura originale, montaggio, costumi, colonna sonora. Le merita tutte.
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emiliano
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mercoledì 4 febbraio 2009
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un movimento chiamato harvey milk
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Harvey Milk,un uomo,un comunicatore,un politico,una di quelle persone a cui almeno una volta al giorno dobbiamo dire grazie;il suo coraggio ha mutato la vita di molti esseri umani di qualsiasi edintificazione sessuale questi appartenessero.Gus Vun Sant ha ricordato la spettacolare vita dell'omosessuale più famoso di San Francisco con un film biografico,dal titolo privo di qualsiasi stucchevole aggettivo,tralasciando solo la purezza e la semplicità che evoca:"Milk".La pellicola tratta meticolosamente le tappe più salienti della storia di Harvey:il film si apre con delle immagini di repertorio,che testimoniano la persecuzione della polizia nei confronti di omosessuali tra gli anni 50 e 60.Tutta la sceneggiatura si sfilaccia intorno a tre filoni che si incastrano l'uno sull'altro rendendo la visione del film pulita e scorrevole fino al suo prologo:c'è la tormentata vita degli omosessuali emarginatio tanto meno messi al bordo da una società ignorante e deficitaria culturalmente dove la normalità è sinonimo di banale oggettività;c'è la coraggiosa vita politica di Milk,il primo gay ad essere eletto ad una carica istituzionale;c'è poi ancora un'altra vita di Milk,quella privata,tra amori e amicizie,la vita di un qualsiasi essere umano.
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Harvey Milk,un uomo,un comunicatore,un politico,una di quelle persone a cui almeno una volta al giorno dobbiamo dire grazie;il suo coraggio ha mutato la vita di molti esseri umani di qualsiasi edintificazione sessuale questi appartenessero.Gus Vun Sant ha ricordato la spettacolare vita dell'omosessuale più famoso di San Francisco con un film biografico,dal titolo privo di qualsiasi stucchevole aggettivo,tralasciando solo la purezza e la semplicità che evoca:"Milk".La pellicola tratta meticolosamente le tappe più salienti della storia di Harvey:il film si apre con delle immagini di repertorio,che testimoniano la persecuzione della polizia nei confronti di omosessuali tra gli anni 50 e 60.Tutta la sceneggiatura si sfilaccia intorno a tre filoni che si incastrano l'uno sull'altro rendendo la visione del film pulita e scorrevole fino al suo prologo:c'è la tormentata vita degli omosessuali emarginatio tanto meno messi al bordo da una società ignorante e deficitaria culturalmente dove la normalità è sinonimo di banale oggettività;c'è la coraggiosa vita politica di Milk,il primo gay ad essere eletto ad una carica istituzionale;c'è poi ancora un'altra vita di Milk,quella privata,tra amori e amicizie,la vita di un qualsiasi essere umano.Siamo tutti affascinati fin dal suo ingresso in scena da Milk,personaggio interpretato brillantemente da Sean Penn;è quasi scontato pendere dalle labbra di un comunicatore che riesce a penetrare nell'animo delle persone,avvalendosi della sua sensibilità prima di ogni altra parola.L'opera oltre ad essere una denuncia politica o quanto meno sociale,è anche una favola vera dove il lieto fine tarda ad arrivare,o magari in qualche modo è giunto il 20 Gennaio del 2009 con il giuramento di un presidente nero alla Casa Bianca.Ottima la performance di Emilie Hirch che si veste nel ruolo di Cleve Jones,e di James Barolin o meglio Dan White,tra l'altro candidato all'oscar come miglior attore non protagonista(il film ha ben 8 nomination).Milk è un film che crea un fascino particolare a chi lo guarda comodamente seduto in poltrona;verrebbe voglia di scendere in piazza e di manifestare insieme agli omosessuali,alle lesbiche,agli anziani,ai neri,ai bianchi,agli etero,insomma viene voglia di "essere reclutati"da Harvey Milk.Il movimento creato da Milk si è sicuramente ampliato nel corso degli anni,vincendo battaglie importanti per gli omosessuali,anche se alcuni organi politici e non,come la Chiesa,continuano più che a combattere ad ignorare queste persone cancellando così la loro esistenza.La speranza un giorno di amalgamare copletamente soggetti di qualsiasi identificazione sessuale è sempre viva;Milk a costo della sua vita ha fatto un passo importante verso questa possibile speranza:"Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello,possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel paese".
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tina galante tisbe
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domenica 3 gennaio 2010
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milk, una vita per i diritti
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Di recente ho visto Milk, un film con Sean Penn che racconta molte cose: la storia di un uomo, i sogni e le speranze di un periodo storico, l’evoluzione dei diritti umani. Questi tre aspetti, miscelati sapientemente, ne fanno un piccolo capolavoro da conservare nella propria cineteca. Non starò a raccontare la trama del film, mirabilmente riportata su Wikipedia, potendo difficilmente fare di meglio, ma scriverò delle mie impressioni, delle emozioni che la visione del film ha prodotto nella mia anima e delle considerazioni generali sul messaggio e la traccia che il lungometraggio ha inteso esprimere.
Mi ha colpito profondamente la cura quasi ossessiva dei dettagli e la volontà pienamente riuscita di catapultare lo spettatore direttamente negli anni settanta.
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Di recente ho visto Milk, un film con Sean Penn che racconta molte cose: la storia di un uomo, i sogni e le speranze di un periodo storico, l’evoluzione dei diritti umani. Questi tre aspetti, miscelati sapientemente, ne fanno un piccolo capolavoro da conservare nella propria cineteca. Non starò a raccontare la trama del film, mirabilmente riportata su Wikipedia, potendo difficilmente fare di meglio, ma scriverò delle mie impressioni, delle emozioni che la visione del film ha prodotto nella mia anima e delle considerazioni generali sul messaggio e la traccia che il lungometraggio ha inteso esprimere.
Mi ha colpito profondamente la cura quasi ossessiva dei dettagli e la volontà pienamente riuscita di catapultare lo spettatore direttamente negli anni settanta. Fotografia e colori fanno di Milk un film fissato nel periodo storico che ha visto agire il protagonista. Il cromatismo tenue e sbiadito, appena affrancato dal bianco e nero, conferiscono un aspetto quasi documentaristico e donano ai personaggi una appartenenza storica sbalorditiva. L’atmosfera che si respira è di grande entusiasmo riguardo la possibilità di ottenere gli agognati diritti spettanti ad ogni appartenente all’umanità, anche se rappresentante di una minoranza. Lo sfondo del film è proprio il movimento di contestazione che culminò nel ’68, il Lite Motiv è, invece, il movimento gay che, all’epoca dei fatti, muoveva i primi passi verso l’universale accettazione della propria esistenza. Il protagonista, Milk combatte per vincere i pregiudizi sugli omosessuali, e per farlo sceglie la strada della politica. Il culmine della sua opera si realizza quando riesce a bloccare la Proposition 6, legge che avrebbe permesso di licenziare gli insegnanti sulla base dei loro orientamenti sessuali, sponsorizzata dal senatore John Briggs. La campagna, iniziata dalla cantante Anita Bryant, portò all'approvazione della legge nella Contea di Miami-Dade, in Florida nel giugno del 1977. Il 7 novembre del 1978, dopo una lunga ed estenuante lotta alla Proposition 6, il movimento e Milk possono gioire per la sconfitta della legge.
Nel film sono assenti le scene di sesso esplicito, sostituite da momenti di intimità e di romanticismo a voler esaltare l’aspetto di quotidianità e “normalità” della relazione omosessuale, liberandola da ogni possibile demonizzazione.
La visione del film porta a riflettere sull’importanza dei diritti umani, spesso trascurati in questi anni del terzo millennio in cui tutto ci sembra già dato e compiuto. La verità è che ogni volta in cui una minoranza è minacciata o perde dei diritti, è tutta l’umanità a doversi mobilitare, perché quando un qualsiasi potere è in grado di limitare i diritti inalienabili di un individuo e di una minoranza, è sicuramente capace di fare lo stesso con qualsiasi gruppo, sia esso gay, di ebrei, di clandestini, di donne o di stranieri. Difendere i diritti di chi è diverso da noi significa, in ultima analisi, difendere i nostri stessi diritti come appartenenti alla grande famiglia dell’umanità. Se dimentichiamo questo non dovremmo meravigliarci se un giorno, qualcuno si sveglierà e ci considererà persona non portatrice di diritti. Con l’augurio che l’alba di questo giorno non possa mai giungere vi invito a visionare il film, perché ne vale la pena.
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everbigod
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venerdì 6 febbraio 2009
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diamo speranza a chi non ne ha!
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Gus Van Sant è tornato sul grande schermo con un nuovo film. “Milk” è una sorta di documentario drammatico che ci racconta la vita e la morte di un personaggio simbolo della lotta omosessuale contro le false ideologie di chi non sa o comunque non vuole vedere. Harvey Milk fu il primo attivista omosessuale a rivestire un ruolo politico negli Usa. Era vissuto nel buio e nella paura fino a quarant'anni, viveva a New York e lavorava per una società di investimenti a Wall Street. Quando conobbe il bel Scott Smith, se ne innamorò e lo portò con sè a San Francisco, nel quartiere Castro, dove aprirono un negozio di fotografia, il Castro Camera, che divenne ben presto il luogo d'incontro per tutti gli omosessuali emarginati.
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Gus Van Sant è tornato sul grande schermo con un nuovo film. “Milk” è una sorta di documentario drammatico che ci racconta la vita e la morte di un personaggio simbolo della lotta omosessuale contro le false ideologie di chi non sa o comunque non vuole vedere. Harvey Milk fu il primo attivista omosessuale a rivestire un ruolo politico negli Usa. Era vissuto nel buio e nella paura fino a quarant'anni, viveva a New York e lavorava per una società di investimenti a Wall Street. Quando conobbe il bel Scott Smith, se ne innamorò e lo portò con sè a San Francisco, nel quartiere Castro, dove aprirono un negozio di fotografia, il Castro Camera, che divenne ben presto il luogo d'incontro per tutti gli omosessuali emarginati. Quando Harvey, dopo tre candidature, riuscì ad avere il posto di consigliere si batté con tutte le sue forze contro la Proposition 6, che voleva bandire tutti gli insegnanti omosessuali dalle scuole pubbliche della California. Tutti i ragazzi che si radunavano all'interno del Castro Camera erano tutti giovani provenienti da ogni parte degli Usa con la speranza di trovare un posto dove essere felici e avere speranza. Quella speranza per molti alla fine degli anni '70 arrivò sotto il nome di Milk. “Mi chiamo Harvey Milk e voglio reclutarvi tutti!”diceva all'inizio di ogni suo intervento pubblico. I giovani che Gus Van Sant ci descrive in ogni suo film da Belli e Dannati a Elephant, da Will Hunting a Paranoid Park, sono giovani abbandonati dalle proprie famiglie che si perdono nella notte sui marciapiedi freddi per donare il proprio corpo, fanno uso di droghe e muoiono nei vicoli bui con la speranza che qualcuno li tragga in salvo. La storia di Harvey viene nel film divisa in due parti. Una è quella che ci rende partecipi della sua vita privata, del suo amore per Scott e del suo modo di essere allo stato naturale e l'altra è quella che segue il suo percorso politico fino alla morte, quasi certa e aspettata. La bellezza di questo film viene anche da una bella fotografia mescolata ad immagini di repertorio reali di quegli anni. Gus Van Sant ha un occhio particolare anche per la musica. A differenza di Paranoid Park in cui ogni personaggio ha una musica che descrive il suo modo di pensare e vivere, in Milk ci sono delle scene in cui la musica ci mostra lo stato d'animo del personaggio in quel momento (vedi la scena a teatro che sembra quasi premonitrice). Come sempre Sean Penn, nel ruolo di Harvey Milk, è magistrale. Gli fa da spalla un bravo James Franco, mentre un Emile Hirsch, quasi irriconoscibile all'inizio, si adatta bene a tutti i ruoli fuori dagli schemi. Gus Van Sant corona la sua carriera con questo meraviglioso film impegnato politicamente e socialmente. Non cade mai nel banale o nel volgare, non si piega alle regole del mercato e ci piace così.
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dario carta
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mercoledì 3 giugno 2009
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un film di scottante attualità
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"Milk" ripercorre la storia degli ultimi otto anni della vita di Harvey Bernard Milk,primo consigliere americano deliberatamente omosessuale ed araldo di una battaglia che portò avanti con caparbietà e fierezza al punto di arrivare a coprire una importante carica politica in un'America che non accettava compromessi con realtà in quegli anni fuori dall'ordine costituito.
Il film rievoca la carriera politica di Harvey Milk in flashback,partendo dagli ultimi giorni della sua vita e facendo parlare lui stesso,mentre registra su nastro il racconto,in laconiche inquadrature che riportano allo stato d'animo del protagonista,fatto oggetto di minacce di morte.
Tutta la narrazione scorre fluida ripercorrendo le tappe principali degli impegni politici di Milk,dei suoi affetti,delle sue sconfitte e dei suoi successi.
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"Milk" ripercorre la storia degli ultimi otto anni della vita di Harvey Bernard Milk,primo consigliere americano deliberatamente omosessuale ed araldo di una battaglia che portò avanti con caparbietà e fierezza al punto di arrivare a coprire una importante carica politica in un'America che non accettava compromessi con realtà in quegli anni fuori dall'ordine costituito.
Il film rievoca la carriera politica di Harvey Milk in flashback,partendo dagli ultimi giorni della sua vita e facendo parlare lui stesso,mentre registra su nastro il racconto,in laconiche inquadrature che riportano allo stato d'animo del protagonista,fatto oggetto di minacce di morte.
Tutta la narrazione scorre fluida ripercorrendo le tappe principali degli impegni politici di Milk,dei suoi affetti,delle sue sconfitte e dei suoi successi.
Fu molto attivo sul fronte della difesa dei diritti degli omosessuali e spinse ad oltranza le proprie ragioni,che dilatava a tutti coloro che erano emarginati per i pregiudizi che irrigidivano l'America nel ventennio '60/''70,collocandola nell'ipocrisia e nel puritanesimo.
Parlò a nome di tutta la comunità di uomini e donne segregati a causa della situazione politica di una Nazione che era a stento uscita dal secessionismo razziale e non libera ancora dal vincolo che la irrigidiva di fronte al riconoscimento dell'uguaglianza degli uomini a prescindere dal colore della pelle.
Film brillante di un regista,anch'egli apertamente gay, che ha temporaneamente lasciato da parte ogni sublimazione ideologica per toccare e sviluppare un argomento di estrema attualità ed affrontare il tema dell'impegno politico.
Sean Penn è totalmente rilassato nella parte del protagonista,non nuovo,peraltro a questo genere di interpretazioni e lo si ricorda in "Tutti gli uomini del re",di Steven Zaillian,nella parte di Willie Stark,attivista politico del Partito Democratico impegnato a difendere i diritti civili contro il monopolio dei banchieri.
Ma maggior merito va dato a Van Sant,("Paranoid Park","Elephant","Scoprendo Forrester"), per aver dato modo a San Francisco di essere protagonista principale di un film che incarna un'epoca essenziale nel movimento dei cambiamenti di una società e della sua evoluzione ideologica che vide coinvolte due generazioni di persone che a quell'epoca cercavano nella città californiana il centro gravitazionale della trasformazione del proprio sistema.
Ricordato da pochi,fuori dalla politica interna americana,Milk ha lasciato agli Stati Uniti una profonda eredità.
Gli effetti dei suoi impegni e degli scontri nell'ambito dei diritti degli omosessuali possono aver sortito nell'attuale contesto politico e culturale della Nazione,cambiamenti e conseguenze in alcuni degli Stati americani,ma l'aspetto più importante della voce di Milk è stato quello di aver dato corpo all'anelito di un popolo che voleva vedere attualizzate le proprie speranze ed aspirazioni, in un'epoca che vede un progressivo e inarrestabile cammino alla conquista del riconoscimento dei propri diritti.
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pompiere
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domenica 22 febbraio 2009
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la paura è un'emozione subdola...
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La paura è un'emozione subdola, spesso grave e incontrollabile, a volte derivante dall'ignoranza di ciò che non conosciamo oppure indotta artificiosamente per piegare le masse ai propri voleri.
Ed è curioso (ma soprattutto arrendevole) distinguere ancora oggi le paure che oltre 30 anni fa furono al centro delle prime lotte dei diritti civili degli omosessuali.
Già allora si dibatteva sulle crociate pro e contro l'istituzione familiare (come se il riconoscimento di ulteriori diritti civili potesse limitare diritti già acquisiti), sui presunti attacchi alle fondamenta della società e alle "leggi di Dio", si equiparavano (e se leggiamo le dichiarazioni sui quotidiani di oggi, è frustrante vedere come niente sia cambiato) i gay alle prostitute, ai ladri, ai pedofili.
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La paura è un'emozione subdola, spesso grave e incontrollabile, a volte derivante dall'ignoranza di ciò che non conosciamo oppure indotta artificiosamente per piegare le masse ai propri voleri.
Ed è curioso (ma soprattutto arrendevole) distinguere ancora oggi le paure che oltre 30 anni fa furono al centro delle prime lotte dei diritti civili degli omosessuali.
Già allora si dibatteva sulle crociate pro e contro l'istituzione familiare (come se il riconoscimento di ulteriori diritti civili potesse limitare diritti già acquisiti), sui presunti attacchi alle fondamenta della società e alle "leggi di Dio", si equiparavano (e se leggiamo le dichiarazioni sui quotidiani di oggi, è frustrante vedere come niente sia cambiato) i gay alle prostitute, ai ladri, ai pedofili.
Grazie ai meriti artistici di Gus Van Sant e al suo tempestivo impegno produttivo, vengono nuovamente (perchè c'è sempre bisogno di riaffermare!) rispolverate le campagne civili e politiche che infiammarono gli Stadi Uniti d'America negli anni '70.
Van Sant, abbandonando per un po' le sue ultime narrative "sciolte", destrutturate e meditative, opta per una regia di taglio quasi documentaristico (eccezionale è il lavoro svolto per ricostruire il quartiere Castro a San Francisco) alternata a riprese di impianto tradizionale.
Si concede solo qualche ardimento (l'immagine che si riflette sul fischietto gettato a terra, la morte di Milk con "la Tosca negli occhi") per poi ritornare introspettivo, lento e profondo allo stesso tempo (la parte centrale è un po' spenta, il film si ripiega su se' stesso e diventa macchinoso e paradossalmente politico nei contenuti, nei termini usati e nella rappresentazione) e ancora chiudere in modo sollecito e urgente (la risposta migliore alla "Proposition 6", il referendum per bandire i professori omosessuali dalle scuole della California, viene esternata così da Harvey Milk: "se fosse vero che i bambini imitano gli insegnanti, avremmo in giro un numero incredibile di suore").
Sean Penn è di una delicatezza interpretativa disarmante, sciolto e radioso come i suoi sorrisi; ricorderemo per sempre anche il movimento delle mani e il formarsi delle rughe sul suo volto.
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[+] bravissimo.
(di ornella)
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luca scialò
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domenica 25 luglio 2010
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speranze e lotte di un uomo lungimirante
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Harvey Milk è un omosessuale, laureato in matematica e agente presso una Società di investimenti di Wall Street. Convive con Scott, e insieme sognano di vivere senza doversi nascondere, in una società che li apprezzi e li riconosca per quelli che sono realmente. Così si trasferiscono a San Francisco, dove mettono su un negozio di fotografia a cui danno il nome del quartiere in cui abitano "Castro"; tale luogo non è solo una semplice bottega, ma diventa un luogo di ritrovo per gay che hanno il loro stesso spirito combattivo, e ben presto, diventerà la base di un vero movimento per i diritti degli omosessuali. Spinto da un crescente entusiasmo, Milk decide di darsi alla politica; un'attività che gli porterà certo soddisfazioni, ma anche diversi problemi, tanto in amore, quanto tra i suoi stessi colleghi, spinti da idee ideologicamente opposte alle sue o da gelosie per il suo crescente successo.
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Harvey Milk è un omosessuale, laureato in matematica e agente presso una Società di investimenti di Wall Street. Convive con Scott, e insieme sognano di vivere senza doversi nascondere, in una società che li apprezzi e li riconosca per quelli che sono realmente. Così si trasferiscono a San Francisco, dove mettono su un negozio di fotografia a cui danno il nome del quartiere in cui abitano "Castro"; tale luogo non è solo una semplice bottega, ma diventa un luogo di ritrovo per gay che hanno il loro stesso spirito combattivo, e ben presto, diventerà la base di un vero movimento per i diritti degli omosessuali. Spinto da un crescente entusiasmo, Milk decide di darsi alla politica; un'attività che gli porterà certo soddisfazioni, ma anche diversi problemi, tanto in amore, quanto tra i suoi stessi colleghi, spinti da idee ideologicamente opposte alle sue o da gelosie per il suo crescente successo...
Il film ripercorre la vita di Harvey Milk, attivista omosessuale in quel di San Francisco. Colui che si è battuto e ha dato una speranza a coloro che per i propri gusti sessuali sono emarginati dalla società, ma che si batteva anche per i diritti dei diversamente abili, degli anziani, delle minoranze etniche. Il suo più grande successo è stata l'abolizione della "Proposta 6" che in sostanza espelleva dal loro lavoro e abrogava i più elementari diritti agli omosessuali in California; una vittoria per cui Milk ha sacrificato letteralmente la sua esistenza. Ottima, come sempre, l'interpretazione di Sean Penn, nei panni di un gay.
Molte sono le scene toccanti; il film incalza ed è coinvolgente. Non scade mai nella ruffianeria o nella ricerca ostinata della pietà e del dramma. Gli omosessuali sono proposti nella loro naturalità, nel loro orgoglio senza pudori, senza forzature, stereotipizzazioni, vittimismi.
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sy
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lunedì 26 gennaio 2009
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milk ,l eroe!
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Ho letto che Gus Van Sant voleva raccontare la storia di Harvey Milk da piu di dieci anni .Se l avesse fatto allora sicuramente sarebbe stato un film controverso ,di rottura ,nonche coraggioso! Oggi il tema dell omosessulità,principalmente ,ma non solo ,grazie ai cowboys gay di Ang Lee nello struggente e indimenticato "Brockback Mountain" è stato ampiamente battuto e lo sarà sempre di piu cn il passare del tempo (solo quest anno credo escano almeno tre pellicole cn tematica gay ).
Cio però non toglie il fatto che "Milk"nonostante un linguaggio e uno stile piu ordinario e convenzionale che lo "condannano a prodotto Mainstream è e resterà un film importante ,sia per il delicato e (sempre)spinoso tema sociale che tratta ,sia per le indubbie qualità tercniche che il film possiede:grandissimo cast ,Penn su tutti ovviamente ,che ci offre una delle sue interpretazioni piu insolite e quindi maggiormente incisive .
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Ho letto che Gus Van Sant voleva raccontare la storia di Harvey Milk da piu di dieci anni .Se l avesse fatto allora sicuramente sarebbe stato un film controverso ,di rottura ,nonche coraggioso! Oggi il tema dell omosessulità,principalmente ,ma non solo ,grazie ai cowboys gay di Ang Lee nello struggente e indimenticato "Brockback Mountain" è stato ampiamente battuto e lo sarà sempre di piu cn il passare del tempo (solo quest anno credo escano almeno tre pellicole cn tematica gay ).
Cio però non toglie il fatto che "Milk"nonostante un linguaggio e uno stile piu ordinario e convenzionale che lo "condannano a prodotto Mainstream è e resterà un film importante ,sia per il delicato e (sempre)spinoso tema sociale che tratta ,sia per le indubbie qualità tercniche che il film possiede:grandissimo cast ,Penn su tutti ovviamente ,che ci offre una delle sue interpretazioni piu insolite e quindi maggiormente incisive .Bravi anche gli altri da James Franco a Diego Luna a Allison Pill ,sorprendente Emile Hirsch ,fresco del successo dell altro capolavoro di Penn (questa volta come regista ),"Into the Wild".Tutti insieme contribuiscono a rendere il film un grande affresco corale ,di forte impatto visivo e morale ,dove l emozione arriva in modo multiforme ;a parte la storia in se stessa come si fa a non emozionarsi nel rivedere quella splendida epoca(rimpiango di non averla vissuta) che furono gli anni 70 ,anni di grandi contestazioni ,di grandi battaglie ideologiche ,anni in cui si combatteva per qualcosa in cui si credeva veramente .Van Sant ne fa una ricostruzione tanto minuziosa quanto penetrante,alternando il montaggio del film con immagini di repertorio che contribuiscono a rendere "Milk" un film ancora piu vivo , dove viene fuori tutta la sensibilità artistica e l ambiguità che hanno sempre contraddistinto le opere di Van Sant.
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(di ornella)
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[+] così come, sempre ieri sera,
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