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Mad Men: pazzi per la pubblicità

La seconda stagione domenica alle 21 su Cult .
di Mattia Nicoletti

Una serie dal ritmo sincopato

mercoledì 14 gennaio 2009 - Televisione

Una serie dal ritmo sincopato
Nella New York degli anni'80 a Madison Avenue erano situati i principali uffici delle agenzie pubblicitarie americane. A quel tempo fare il pubblicitario era un lavoro nuovo, elitario, ben retribuito, e difficilmente spiegabile e giustificabile a chi non faceva parte del settore. I pubblicitari erano dei soggetti in divenire, in continua evoluzione, comunque già divisi in responsabili clienti e creativi. Mad Men la serie televisiva che ha trionfato recentemente ai Golden Globes, racconta proprio la vita dissipata di quegli uomini, fedeli alle tradizioni, alla ricerca delle innovazioni, schiavi dei vizi e degli status (Fumo, alcol, e automobili non mancano mai). Ideata da Matthew Weiner, Mad Men ha un ritmo sincopato, lento, in preda agli eventi del tempo (dalla morte di Marilyn Monroe ai missili su Cuba) divide la vita dei protagonisti in due parti ben distinte: quella professionale e quella personale.

Il protagonista
Jon Hamm, che interpreta il protagonista e direttore creativo della Sterling & Cooper, è per sembianze un uomo di altri tempi. Alto, capello nero impomatato, fascino, classe da vendere, sempre in abito, camicia bianca e cravatta, è il simbolo di questi uomini il cui passare degli anni li mette in difficoltà sia sul versante famigliare che quello lavorativo. I valori della famiglia vengono contrapposti alla decadenza di uomini e donne schiavi di una società malsana che implica comportamenti e atteggiamenti ben precisi, la tradizionalità dei rapporti (le donne sposate a casa con i figli, i mariti in ufficio o con l'amante, le donne single sempre in cerca dell'uomo da sposare, gli uomini scapoli in preda eternamente ai vizi) contrapposti al desiderio della trasgressione.

La fortuna della serie
La grande forza di Mad Men è la ricostruzione degli ambienti, delle figure professionali stereotipate per l'epoca (e quindi non per noi che ne siamo incuriositi), delle abitudini, dei dettagli, e soprattutto della messa in scena. La coerenza con i contenuti lascia spazio a una messa in scena impeccabile con inquadrature bilanciate che risultano come quadri o fermo immagine di pubblicità di successo. È forse il prodotto per la televisione che più si avvicina al grande cinema (non sfigurerebbe se proiettato sul grande schermo.

Un prodotto metapubblicitario
È curioso e interessante al tempo stesso, come ci sia una concentricità nel concetto stesso di Mad Men. Poiché è una serie che ha per oggetto il mondo della pubblicità in cui vengono sviluppate creativamente delle campagne di comunicazione, che viene programmata su un mezzo, la televisione, che sopravvive principalmente con la raccolta pubblicitaria. Se aggiungiamo le canoniche interruzioni per gli spot, potremmo definire Mad Men un prodotto metapubblicitario. Chi a Hollywood sostiene che una serie di successo può avere come oggetto solo "doctors, cops, lawyers (medici, poliziotti e avvocati)" deve ricredersi, e quale migliore pubblicità per un prodotto di qualità se non una fotografia di un mondo che la comunicazione l'ha fatta nascere.

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