Titolo originale | The Magic Flute |
Anno | 2006 |
Genere | Musicale, |
Produzione | Gran Bretagna, Francia |
Durata | 135 minuti |
Regia di | Kenneth Branagh |
Attori | Joseph Kaiser, Amy Carson, Ben Davis (V), Silvia Moi, René Pape Lyubov Petrova, Tom Randle, Liz Smith. |
Uscita | venerdì 29 giugno 2007 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,92 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Tratto dalla famosa opera di Mozart, narra le avventure del principe Tamino, in lotta contro le forze del Male insieme a Papageno, per salvare la principessa Pamina da sua madre, la Regina della Notte. In Italia al Box Office Il flauto magico ha incassato 64,9 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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L'antico Egitto immaginario musicato da Mozart diventa una trincea del ventesimo secolo, dove la luce (Sarastro) fronteggia le tenebre (la Regina della notte). Tamino, declassato da principe a soldato, viene scelto da tre crocerossine per salvare la bella Pamina, figlia della Regina della notte e prigioniera nel palazzo di Sarastro. Tamino, perdutamente innamorato, accetta la missione. Lo accompagna Papageno, un uccellatore vagabondo e chiacchierone che sogna di conquistare la sua Papagena. Il giovane soldato sarà iniziato all'amore attraverso tre prove, che superate gli consentiranno di sposare Pamina e di condurla nel regno della bellezza e della saggezza. Luce e tenebre troveranno il loro equilibrio e il conflitto mondiale sarà annullato dall'amore.
L'uomo che "giocando" ha trasformato in cinema i drammi e le commedie di Shakespeare ha provato, questa volta senza riuscirci, a "compromettere" la lirica, traducendo sullo schermo Il Flauto Magico mozartiano. Un'operazione coraggiosa e interessante, che sognava di prendere un'opera e di trasformarla in un film, dimenticandosi da dove venisse e considerandola un oggetto culturale vivo piuttosto che un sito museale. Ma diciamolo, nel Flauto Magico di Kenneth Branagh a mancare è il cinema. L'impianto, truccato da musical, resta teatrale, la qualità della registrazione in studio, precedente al girato, è impeccabile, l'interpretazione dei cantanti superlativa, priva com'è di stecche e indecisioni, l'esecuzione della Chamber Orchestra of Europe diretta da James Conlon, decisa e pulita. Domina insomma su tutto un senso di artefatto e di armoniosa noia a cui si tenta di ovviare con grandi allestimenti, frutto della libertà creativa ed economica di scenografi e costumisti. E così abbiamo le trincee del primo conflitto mondiale contro lo spiegamento fantastico di macchinari, travestimenti, oggetti magici, mostri, fate e animali di una fiaba del Settecento.
Stravolgere tempi e luoghi mozartiani, trascinando nel Novecento il principe Tamino, non è sufficiente a vivere e a fare vivere la lirica. Da anni si auspica un rinnovamento del melodramma proprio attraverso il cinema, due le direttive seguite: la trasposizione elementare dell'opera in film (opera filmata) o il tentativo di creare qualcosa di nuovo che arricchisca l'opera di una vita interpretativa. Il problema è sempre lo stesso, quello di passare da un mezzo all'altro. Il risultato è un ibrido che non è più opera e nemmeno commento al film e che finisce per mortificare le possibilità dell'uno e dell'altro mezzo espressivo. La traduzione inglese del libretto tedesco, realizzata da Stephen Fry per rendere accessibile Il Flauto Magico a una platea più vasta, non risolve l'empasse. La soluzione integrale del problema è ancora lontana, ma l'esperimento didattico di Branagh può rappresentare un momento di trapasso che non mancherà di appassionare i melomani o chi tra i cinefili ha "l'occhio nell'orecchio".
Grande attesa per uno tra gli appuntamenti più importanti del festival, la presentazione della nuova pellicola firmata da Kenneth Branagh, la rilettura del capolavoro mozartiano, "Il flauto magico". È sufficiente sfogliare rapidamente il press book, per comprendere la meticolosità con cui è stato affrontato il lavoro di trasposizione, il dispendio di energie ed economico occorsi a livello produttivo, a partire dalla scelta di un cast di primissimo ordine, composto di giovani star dell'opera, fra cui Joseph Kaiser e Ben Davis.
La vicenda, ambientata agli inizi del ventesimo secolo, sullo sfondo di un conflitto che rimanda più o meno direttamente alla Prima Guerra Mondiale, ricalca la trama originaria dell'opera, la storia d'amore tra Tamino e Pamina, la sconfitta delle forze delle tenebre.
Il film si apre su immense distese di verde e sulle trincee, dove si rifugiano soldati in divisa: l'inizio è promettente, la colonna sonora, in tutta la sua magnificenza, invade lo schermo. Tuttavia, dopo poco, qualcosa sembra non funzionare, non vi è l'auspicata fusione tra musica e immagini e l'emozione non oltrepassa lo schermo. Gli amori strazianti e le temibili prove da superare cantate dagli interpreti, si traducono in eccessivi effetti speciali, che in quel contesto risultano un po' fuori luogo. Stupisce e dispiace constatare che Branagh, cui riconosciamo il merito di aver regalato al cinema alcune tra le più belle e riuscite trasposizioni dei testi shakespeariani, non sia riuscito invece a confrontarsi con altrettanta sicurezza con l'universo della lirica.
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che ti devo dire? 3 stelle? Non capisci NIENTE, né di musica, né di poesia, né di fotofrafia, né di CINEMA.
Le trincee della Prima guerra mondiale, le infinite croci sulle tombe dei giovani mandati al massacro: nulla potrebbe sembrare più lontano di questo tragico scenario dal Flauto magico, eppure Kenneth Branagh, con uno dei suoi geniali "colpi di testa", sceglie di ambientare proprio qui l'opera di Mozart. Dunque Tamino è un soldato, che le note dell'ouverture sorprendono nel momento in cui, sporgendosi [...] Vai alla recensione »
A proposito del film-opera, il grande critico Bela Balazs diceva che il cinema sopporta male la stilizzazione della lirica: il realismo del film contrasta con i faccioni di gente che canta a gola spiegata, rischiando il ridicolo. Lo abbia letto o meno, Kenneth Branagh ha fatto qualcosa del genere; e il risultato è uno dei migliori film-opera mai realizzati.
In una lunga sequenza che sembra non avere interruzioni,l'occhio del cinema si muove al di sopra di una terra che ha perduto anche il ricordo dei colori e della primavera. Percorso da una rete di trincee contrapposte, quel che ci si mostra è un campo di battaglia grigio e marrone che non ha fine, e che è il trionfo della morte. Così inizia Il flauto magico (The Magic Flute, Gran Bretagna e Francia, [...] Vai alla recensione »
D'accordo, un "Flauto Magico" lo aveva già filmato Ingmar Bergman. Era spettacolare, molto divertente, rispettoso dell'ambientazione favolistica, adatto ai maniaci della lirica ma anche agli spettatori che all'opera non vanno mai. La versione di Kenneth Branagh è stata accolta da un'alzata di scudi preventiva. Ma come si permette, ma chi si crede di essere (si crede di essere il regista che ha girato [...] Vai alla recensione »
Da Shakespeare a Mozart. Dai trucchi del teatro ai prodigi digitali. Dall'Ottocento dell'ardito e bellissimo Hamlet, che Kenneth Branagh girò nel 1996, alla guerra contro cui si staglia questo Flauto magico, che somiglia alla prima guerra mondiale per esigenze sceniche, ma naturalmente non va presa alla lettera e vale per tutte le guerre del mondo. In testa quelle che purtroppo dilagano in questi anni. Se [...] Vai alla recensione »
«Il cinema, checché faccia, non è paragonabile al teatro più che la morfina alle bistecche». Così scriveva l'illustre musicologo Fedele d'Amico nel 1979 a proposito della trasposizione filmica di Il flauto magico firmata da Bergman, che infatti si era rifiutato di vedere. Chissà se oggi userebbe maggiore clemenza verso l'attuale adattamento dell'opera mozartiana, commissionato a Kenneth Branagh dal [...] Vai alla recensione »
Al Lido è approdata la grazia: sulle divine note di Il flauto magico l'irlandese Kenneth Branagh ha imbastito, da meraviglioso uomo di spettacolo qual è, un film incantevole e leggiadro, anche se ambientato nel drammatico scenario del primo conflitto mondiale. Scelta sorprendente, ma non lambiccata o intellettualistica. Ascoltando e riascoltando l'ultimo capolavoro di Mozart (1791), il regista ha avvertito [...] Vai alla recensione »
Correvo su un prato francese con una radiolina in mano e Mozart nelle orecchie, cercando l'ispirazione per realizzare la prima scena del mio film». Kenneth Branagh ricorda ridendo la genesi del suo Flauto magico, trasposizione cinematogratica in inglese del capolavoro mozartiano. L'immagine rappresenta in modo semplice e perfetto la grande sfida del regista irlandese: «Aprire le porte del teatro e [...] Vai alla recensione »
Accolto quasi vent'anni fa (era il 1989) come il nuovo Laurence Olivier per un solido Enrico V, l'irlandese Branagh si è gradualmente un po' perso per strada, tanto come autore che come attore, pur mantenendo fede al suo rispettabile progetto di rendere più appetibile alle nuove generazioni l'immortale Shakespeare. Un identico intento didattico/pedagogico sta alla base di questa rilettura mozartiana, [...] Vai alla recensione »
Se Shakespeare ha messo le ali al talento di Kenneth Bra-nagh, Mozart sembra averlo impiombato. Abbiamo amato Branagh per la sua foga, la sua insolenza, il suo umorismo, le sue trovate quasi comiche. Di idee ce ne sono tante anche in questo adattamento del Flauto magico, trasposto al tempo della prima guerra mondiale. Ma il problema è che sono tutte sbagliate.
Prendi il Golden Boy del teatro inglese, prestato al cinema per trasporre Shakespeare sullo schermo come ai tempi d'oro di Olivier. Lui lascia andare troppo la mano e, dopo ottimi inizi,esagera fuggendo dalla filologia e si caccia nei guai. Trovandosi a corto di progetti, finisce nel West End a dirigere Ducktastic! ,"spettacolaccio" degno solo per certi casinò per famiglie a Las Vegas (per capirsi, [...] Vai alla recensione »