Titolo originale | Cronica de una fuga |
Anno | 2006 |
Genere | Thriller |
Produzione | Argentina |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Israel Adrian Caetano |
Attori | Rodrigo De la Serna, Nazareno Casero, Lautaro Delgado, Matìas Mormorato, Pablo Echarri . |
Uscita | venerdì 4 maggio 2007 |
MYmonetro | 2,96 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 marzo 2014
Buenos Aires, 1977. Rapiti, torturati, abusati psicologicamente, quattro uomini riescono a fuggire dagli agenti del governo militare. In Italia al Box Office Cronaca di una fuga - Buenos Aires 1977 ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 52,6 mila euro e 22,6 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Buenos Aires, 1977. Claudio Tamburrini è un giovane portiere professionista. Un giorno di dicembre viene prelevato da una squadra di militari in borghese e rinchiuso in un centro di detenzione clandestino. Sospettato di appartenere a un'organizzazione che si oppone alla dittatura militare, viene sottoposto a feroci torture. Dopo 120 giorni di detenzione illegale nella Mansiòn Seré, la casa degli orrori alla periferia di Moron, decide di fuggire con altri tre compagni. Nudi e ammanettati riusciranno nell'impresa il 24 marzo 1978.
Ispirato alla drammatica vicenda di Claudio Tamburrini, avvenuta nella Buenos Aires degli ultimi anni Settanta, e trasposto dal suo romanzo "Pase Libre - La fuga de la Mansiòn Seré, il film di Israel Adriàn Caetano è una radiografia inquietante della brutalità della violenza di stato e insieme un saggio per immagini sulla "banalità del male". Tra il 1976 e il 1982, durante la dittatura militare argentina, migliaia di cittadini sono stati torturati, gettati vivi in mare e fatti sparire. Oggi i responsabili di questi crimini sono liberi e indifferenti al dolore delle mamme dei desaparecidos. Partendo da un'esperienza storica precisa, l'infamia dei sommersi, il regista ricostruisce la vicenda dei salvati, quattro uomini sopravvissuti per raccontare la violenza esercitata sul singolo individuo.
Eticamente necessario, esteticamente rigoroso, il film di Caetano sceglie di non mostrare mai la tortura, lasciando che lo spettatore intuisca e senta soltanto. Come nel Garage Olimpo di Marco Bechis, nella casa di Moron la violenza è evocata. Le vittime, sempre bendate, non conoscono il volto dei loro aguzzini, perché la tortura non la vedi, la temi e basta. Funziona come un meccanismo retroattivo di minaccia, come paura della ripetizione, come un incubo che può ricominciare.
Intorno ai prigionieri ci sono soltanto i torturatori che pranzano, bevono, guardano i mondiali in televisione e accolgono festosamente i gol della "gloriosa" Argentina. Di loro non sappiamo nulla, solo quello che vediamo: la "normale" ferocia degli umani. Fuori dalla casa, nel quartiere, a Buenos Aires, in Argentina, i complici e i conniventi assecondano l'orrore al lavoro. Caetano sceglie la via della fiction, non quella del documentario. Produce un cinema che urla, segna e scuote. Un cinema che denuncia senza usare il linguaggio dello spettacolo, senza spettacolarizzare la violenza. Tutto è asciutto, straziante e importante. Ogni inquadratura, scena o sequenza è ispirata a un criterio morale. Claudio e i suoi compagni emergono dal buio della notte, da un passato che molti si ostinano a rimuovere, e si impongono "spogliati" allo sguardo. Per non dimenticarli e per non dimenticare. Nunca mas.
"Centoventi giorni, quattro prigionieri, una sola possibilità di farcela" recita il lancio di Cronica de una fuga dell'uruguayano Adrian Caetano. Ispirato a un fatto accaduto in Argentina nel 1977, parte di un fenomeno più ampio che va dell'anno precedente al successivo, il film racconta la carcerazione e le torture da parte di agenti al servizio del governo militare ai danni di Claudio Tamburrini, calciatore totalmente estraneo al movimento rivoluzionario, e di altri tre giovani, anch'essi presunti oppositori della dittatura. In un vortice di violenza fisica e psicologica i quattro vengono interrogati, minacciati, picchiati, costretti a vivere nudi, bendati e legati al loro letto con delle manette. Ma trovano ugualmente la forza di reagire, di architettare un piano e fuggire. Costruito, soprattutto nella prima e nell'ultima parte, con il ritmo serrato di un film d'azione - camera a mano, musica minimale ad effetto, montaggio veloce e spezzato - il film emoziona, con la forza drammatica delle storie vere, così come succedeva per Garage Olimpo di Marco Bechis, incentrato su simili eventi. Nulla concede alla retorica, al vittimismo, al luogo comune, nella rappresentazione del brutale abuso dei carcerieri sui prigionieri all'interno dell'appartamento di Buenos Aires dove essi furono detenuti. E la fuga diventa un momento di liberazione anche per lo spettatore che dopo essere stato immerso negli interni claustrofobici di questa casa e costretto a vedere soprusi e crudeltà, riesce finalmente a buttare lo sguardo all'esterno, a percepirne gli spazi, a sentire l'odore della libertà.
CRONACA DI UNA FUGA - BUENOS AIRES 1977 disponibile in DVD o BluRay |
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La regia tiene molto bene una storia che sarebbe potuta decadere ad un sadismo gratuito. La storia è dalla parte dei buoni, ma senza alcun scivolamento nel buonismo. Il regista sta anche alla larga dalla pura discalia, come intelligenteme evita di calcare la mano sulla crudeltà da un punto di vista visivo. La crudeltà è sottintesa e fuziona ancora meglio come denuncia di [...] Vai alla recensione »
Agenti dei servizi segreti della giunta militare irrompono nella casa in cui Claudio Tamburrini, promettente calciatore della serie B argentina, vive con la famiglia. Senza sapere chi lo abbia accusato di opposizione al regime, il giovane è portato in un edificio fatiscente nei dintorni di Buenos Aires: vi resterà per mesi, sottoposto a continue torture intervallate da notti allucinanti, nudo e legato [...] Vai alla recensione »
Centoventi giorni e quattro prigionieri: sono i numeri (drammatici) di Cronaca di una fuga, che riporta nel sottotitolo città e data dell'infausto fatto vero da cui si ispira: Buenos Aires 1977. Colpiti dalla dittatura dei colonnelli, alcuni giovani furono accusati di essere dei terroristi. Uno di questi, totalmente estraneo a qualunque coinvolgimento politico (anzi, un giocatore di calcio della serie [...] Vai alla recensione »
Sono passati trent'anni, ma con la dittatura di Videla l'Argentina ha iniziato a fare i conti da pochissimo. Il primo processo contro gli aguzzini della dittatura si è aperto, in patria, solo lo scorso anno. Delle migliaia (circa 30mila) di morti e desaparecidos per ora pagano solo in due (gli unici condannati, due poliziotti di scarso livello). Impuniti sino ad oggi tutti gli altri: i dittatori, i [...] Vai alla recensione »
Buenos Aires, Calle Bias Parera, numero civico 48. Qui sorgeva Mansion Serè, villa signorile adibita a centro di detenzione e tortura dalla dittatura militare argentina, dal dicembre 1976, anno della presa dei potere di Videla & C., fino al marzo del 1978. II mito di questo "breve" periodo? Una fuga, quella di Claudio Tamburini e altri tre desaparecidos, narrata in Buenos Aires 1977-Cronaca di una [...] Vai alla recensione »
From an early scene in which a gang of thugs kicks and yells at the frail, cowering mother of a man whose whereabouts they demand to know, Israel Adrián Caetano’s film “Chronicle of an Escape” makes your stomach knot in anticipation that worse is to come. Minutes later, as the object of their search, a soccer player named Claudio M. Tamburrini (Rodrigo de la Serna), makes his way home after a game, [...] Vai alla recensione »
Un portiere nel calcio non è un'ala, non deve essere veloce. Ma quando finisce arrestato - non per scommesse o per droga - ma per reati politici imprecisati, come nell'Argentina di trent'anni fa, nemmeno la maglia di una squadra professionista esentava dal finire in una prigione improvvisata dopo il colpo di Stato. Capitò a Claudio Tamburrini, la cui storia è raccontata in Cronaca di una fuga di Israel [...] Vai alla recensione »
Storia vera, dettagli di prima mano, toni quasi surreali. Cronaca di una fuga ci riporta alle infamie della dittatura argentina sfruttando un'idea sempre feconda: raccontare non tanto il "fuori" (il contesto storico-politico) ma il "dentro", la prigionia, la violenza fisica e mentale. Tornano orrori noti ma sempre angosciosi, come un brutto sogno che ci perseguita.
Vogliamo convincervi ad andare a vedere «Cronaca di una fuga». Firmato da Adrian Israel Caetano, è la storia di un ragazzo che non si arrende agli aguzzini fascisti del golpe argentino. Grande interpretazione, gran ritmo e soprattutto storia vera... Va bene, Spider Man III ha fatto il botto: 2.600.000 euro nella sola giornata del Primo Maggio, chissà quanti saranno domenica sera, ma dove sta la notizia? [...] Vai alla recensione »
Un'altra fuga per la libertà, ma senza gol alla Pelé, anche perché il protagonista è un "numero 1" che deve parare le nefandezze di aguzzini spietati. Nel 1977 a Buenos Aires, al numero 48 della via Blas Parera sorgeva la "Mansion Seré" del regime fascista dei generali, un luogo di strazio fisico e psicologico per i non allineati, i dissidenti e i candidati al ruolo di "desaparecidos".
La fuga, Fuga dall'inferno, Fuga da Alcatraz. Ci sono ottime ragioni per credere che, dopo l'amore e la morte, la fuga sia il vocabolo più frequente presso la titolistica del cinema; un vocabolo che traversa i generi, poiché si può fuggire da tutto: da un carcere come da un Paese nemico; da un altro pianeta o dal futuro; oppure da una situazione insostenibile.
“Dovevamo avere un aspetto molto singolare, correndo nudi, ammanettati in mezzo alla tormenta”. Con questa immagine, Claudio Tamburrini ha trasmesso il senso di incertezza e angoscia che ha provato durante la fuga dalla Mansión Seré, un carcere clandestino dove venivano rinchiusi i nemici della giunta militare argentina. La stessa immagine ha spinto Adrián Caetano ha realizzare un film, basato sulle [...] Vai alla recensione »
Ancora un bel film sugli orrori della dittatura militare argentina. Grazie al cinema che ce li ricorda per farceli esecrare, grazie alla Fandango di Domenico Procacci che, ricordandoli con fermezza, mostra di mantenersi fedele a quell'impegno civile da cui si è sempre fatta sostenere. Anche questa volta una storia vera, vissuta e patita da quattro giovani nel '77 rinchiusi e torturati in un centro [...] Vai alla recensione »
L'uomo che fugge è il grado zero dell'avventura. Basta per stare con gli occhi incollati allo schermo e tormentare il bracciolo della poltrona. Lo aveva dimostrato Joseph Losey girando nel 1970 "Caccia sadica", storia di due evasi in un paese senza nome. Cercano di raggiungere la frontiera, con le mani legate dietro la schiena. Spesso sono solo "Figure in un paesaggio", come dice il titolo originale. [...] Vai alla recensione »