Il signore degli anelli - Il ritorno del re |
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Un film di Peter Jackson.
Con Elijah Wood, Cate Blanchett, Ian Holm, Ian McKellen.
continua»
Titolo originale The Lord of the Rings: The Return of the King.
Fantastico,
Ratings: Kids+13,
durata 201 min.
- Nuova Zelanda, USA, Germania 2004.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 25 luglio 2024.
MYMONETRO
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Jackson sfiora il capolavoro e vince l'Oscar
di jacopo b98Feedback: 37261 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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giovedì 2 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gandalf (McKellen) e Pipino (Boyd) riescono ad intercettare i piani del nemico, che intende attaccare il castello del regno di Gondor, Minas Tirith, e i due si dirigono là, dove incontrano la resistenza del sovrintendente di Gondor (Noble), che non vuole chiamare aiuto per paura che Aragorn (Mortensen), legittimo erede al trono, voglia reclamare il suo trono. Intanto Frodo (Wood) e Sam (Astin) continuano il loro viaggio verso Mordor per distruggere l’Anello e con esso tutto il Male. Trionfale finale della trilogia del neozelandese Jackson, anche sceneggiatore e produttore, come negli altri film, insieme alla moglie Fran Walsh e Philippa Boyens. È il più lungo (in edizione estesa quattro ore!), lento, complesso, costoso e impegnato dei tre film, nonché il migliore della saga. In tre ore e venti di film il regista riesce a rievocare tutto lo spirito cavalleresco che è il significato vero e proprio dell’opera di Tolkien, che a lungo era stato professore di storia medievale a Oxford. Il film vuole riportare in auge i valori dei poemi epici, il coraggio e la ricerca di esso, la gloria, l’attaccamento alla patria, la paura del destino e della propria debolezza, l’amore impossibile per la dama, incarnata nella bellissima Arwen (Tyler), figlia di Elrond (Weaving), re degli elfi, innamorata di Aragorn, che potrà sposare solo rinunciando all’immortalità del suo popolo,… Alcune parti sono davvero eccezionali: innanzitutto una menzione particolare al Gollum di Andy Serkis, magistrale e memorabile come pochi personaggi nella storia del cinema; la scena in cui Dama Arwen abbandona il corteo che va alle navi che lasciano la Terra di Mezzo e raggiunge il padre per implorarlo di farla restare, per sperare in un ritorno di Aragorn (“se ora lo lascio, lo rimpiangerò per sempre” dice); la scena in cui Faramir e l’esercito vengono mandati al massacro, accompagnata dalla bella canzone di Pipino, da notare alla fine di essa che quando gli orchi scoccano le frecce Denetor mangia un pomodorino e il liquido rosso gli cola dalle labbra, il sangue del figlio; bellissima la sequenza dei fuochi che si accendono per chiamare Rohan (il filo reciso anni prima che rinasce e ricongiunge tutti gli uomini); e infine il finale: Frodo è l’unico rimasto solo; Merry (Monaghan) e Pipino, Gimli (Rhys Davies) e Legolas (Bloom) si completano l’un l’altro, Aragorn si è sposato e persino Sam ha trovato il coraggio di riformarsi una vita; il protagonista rimane quindi solo, nel ricordo dell’Anello ormai distrutto, come lo Zio Bilbo (Holm), che infatti gli chiede: “Frodo, c’è qualche possibilità di rivedere quel mio vecchio anello?” al che egli risponde: “Mi dispiace zio, credo di averlo perso.”. Frodo era legato all’Anello in un modo così indissolubile, che alla fine è costretto ad andarsene (nell’aldilà) insieme a Gandalf, nella convinzione che il suo scopo su quella terra fosse solo quella missione, infatti lo stregone dice: “Addio, miei piccoli hobbit, il mio lavoro è terminato”, prima di salire sulla nave. Numerose le sequenze spettacolari, su tutte la scena della battaglia dei campi del Pelennor, davanti a Minas Tirith, dove Jackson fa un uso eccezionale della profondità di campo, con carrellate da brivido. Musica strepitosa di Howard Shore, che ha riunito tutte le armonie delle colonne sonore dei tre film nella The Lord of the Rings Symphony, sinfonia in sei movimenti. Successo stratosferico al botteghino (millecento milioni di dollari, sesto incasso di sempre) e trionfo assoluto nella notte degli Oscar, dove l’Academy ha voluto premiare l’eccezionale lavoro di tutta la trilogia, con undici statuette (record, pareggiato solo da Titanic e Ben Hur): miglior film, regia, sceneggiatura non originale, colonna sonora, canzone originale (Into the West, di Shore, Fran Walsh e Annie Lennox, che l’ha anche cantata), scenografia, costumi, montaggio, sonoro, effetti speciali e trucco.
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