Titolo originale | Country of My Skull |
Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna, Sudafrica |
Durata | 100 minuti |
Regia di | John Boorman |
Attori | Samuel L. Jackson, Juliette Binoche, Brendan Gleeson, Menzi Ngubane, Nick Boraine Lionel Newton, Sam Ngakane. |
MYmonetro | 2,53 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 22 aprile 2011
Una giornalista indaga sulla violazione dei diritti durante l'apartheid. In Italia al Box Office In My Country ha incassato 870 mila euro .
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Un giornalista americano si reca a Città del Capo per seguire i lavori della Commissione per la Verità e la Riconciliazione promossa dal governo Mandela. Ha così modo di rendersi conto direttamente delle violazioni dei diritti perpetrate durante l`apartheid. Conosce la giornalista radiofonica e poetessa Anna. L'americano ne è attratto e respinto al contempo: è una bianca e quindi appartiene agli oppressori ma lo attrae come donna e come personalità progressista. C'era una volta John Boorman si potrebbe dire. Ora sembra non esserci più. Perchè questo film (che ha l`indubbio merito di avere scelto di raccontare a chi ne è ignaro la via pacifica al cambiamento istituendo una Commissione mirante non a punire ma a far emergere i crimini commessi per poterli denunciare senza spargimento di sangue) è edulcorato oltre ogni limite. La Binoche ci offre le stesse espressioni regalateci in Chocolat. Peccato che là fossero funzionali e qui no. La storia d`amore fra lei e Samuel L. Jackson serve indubbiamente per arrivare al grande pubblico ma annacqua tutte le buone intenzioni che il regista poteva avere.
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Mentre le cronache quotidiane da Bagdad ci tolgono ogni residua illusione, mettendoci dinanzi all'atroce attualità della tortura e dell'umiliazione programmata di esseri umani, un film come In my country arriva a proposito. E' ambientato nel Sudafrica del 1995, anno in cui furono istituite (per volere di Nelson Mandela e dall'arcivescovo Desmond Tutu) le "Commissioni per la verità e la riconciliazione". [...] Vai alla recensione »
Realizzato dal britannico John Boorman, sempre interessato a indagare il rapporto fra uomini di diverse etnie e mentalità, In My Country è un film di cui si vorrebbe dire il meglio possibile. Si svolge infatti nel Sudafrica appena liberato del 1995, dove per volere del presidente Nelson Mandela e dell'arcivescovo Desmond Tutu venne istituita una «Commissione per la verità e la riconciliazione» ispirata [...] Vai alla recensione »
C’era una volta il Sudafrica deIl'apartheid. Dall'incubo al sogno: dalla rigida e odiosa separazione razziale al tentativo di riconciliazione, alla realtà di un Paese che cerca di porsi come guida dell'intero Continente. Una storia difficile, un cammino impervio e insieme esaltante, quello raccontato da In my country, di Jonn Boorman. Un film che vuole documentare un fondamenta- le passaggio storico, [...] Vai alla recensione »
Non sapevamo...», tenta di giustificarsi la afrikaner Anna Malan (Juliette Binoche), quando volgono alla fine le udienze della Truth and reconciliation commission (la Trc voluta da Nelson Mandela nel 1995, e presieduta per oltre 2 anni dall'arcivescovo anglicano Desmond Tutu). Di fronte alla giornalista bianca c'è l'afroamericano Langston Whitfield (Samuel L.
A dieci anni dalla fine dell’apartheid in Sudafrica, arriva un film che racconta il momento più difficile: quello che venne subito dopo. Dopo tanti orrori il rischio di guerra civile era altissimo. Per scongiurarlo, come si ricorderà, il neopresidente Nelson Mandela e l’arcivescovo Desmond Tutu escogitarono uno strumento azzardato quanto geniale: la Commissione per la Verità e la Riconciliazione.
Ecco l’atteso ritorno di un grande maestro come John Boorman che con il suo Country of my Skull porta i fari dell’attenzione su una delle nazioni più violentate dalla storia. Il Sudafrica, di cui ricorre il decennale dalla liberazione e che proprio in virtù di questo anniversario striscerà più volte gli schermi tedeschi della kermesse. Un bisturi visivo, quello di Boorman, che ci riporta indietro [...] Vai alla recensione »
Dieci anni fa, finita in Sud Africa la vergogna dell’apartheid, vi venne istituita una «Commissione per la verità e la Riconciliazione» di fronte alla quale le vittime o i loro parenti, incontrandosi faccia a faccia con i carnefici di ieri, se potevano constatarne il pentimento, concedevano loro una sorta di perdono definito, secondo le tradizioni africane, «ubuntu».
In my Country è il primo film che racconta le vicende legate alla Commissione per la verità e la riconciliazione del Sudafrica. A servire «questo» tema sono stati chiamati: un regista su commissione, John Boorman (di talento solo quando ispirato, come con Un tranquillo week end di paura); una sofisticata attrice francese d’aspirazione hollywoodiana (Juliette Binoche); una star afroamericana, professionista [...] Vai alla recensione »
Juliette Binoche, figlia di un'attrice e di uno scultore, è la diva francese che ha colpito al cuore il pubblico americano grazie al ruolo, premiato con l'Oscar, dell'infermiera nel «Paziente inglese». In Country of My Skull, il film di John Boorman presentato ieri alla Berlinale, è Anna Malan, poetessa «afrikaner» incaricata di seguire per le radio del Sud Africa i lavori della «Commissione verità [...] Vai alla recensione »
Ecco uno di quei film di cui fa male parlar male. E non so'tanto perché si tratta di un cineasta che abbiamo amato tanto. In My Country possiede evidenti intenti onorabilissimi: la ricostruzione dei processi per la verità e la riconciliazione che presero luogo nel 1995 a Città del Capo e dintorni sui crimini commessi durante l'Apartheid. Le questioni sono spinose: la confessione può di per sé essere [...] Vai alla recensione »