Titolo originale | Ag-o |
Anno | 1996 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Kim Ki-Duk |
Attori | Cho Jae-hyun, Jeon Mu-song, Jae-Hong Ahn (II), Woo Yun-kyeong . |
Tag | Da vedere 1996 |
MYmonetro | 3,34 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 maggio 2015
Esordio di Kim Ki-Duk, la storia di quattro matti che vivono sulla riva di un fiume, più simili ad alligatori che a esseri umani.
CONSIGLIATO SÌ
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In riva al fiume Han vive una piccola comunità di senzatetto: un anziano, un ragazzino e Coccodrillo, violento e solitario individuo. Quando la giovane Hyun-jung tenta il suicidio gettandosi nel fiume, Coccodrillo la salva per fare di lei una schiava, abusandone sessualmente. Tra i due nasce una relazione di dipendenza malsana, complicata dal fatto che quello di Hyun-jung era un suicidio d'amore.
Vedere Coccodrillo con l'occhio di chi ha già vissuto la parabola autoriale di Kim Ki-duk significa probabilmente smarrire parte dell'effetto dirompente dell'opera prima del regista, ma al tempo stesso comprendere meglio l'origine di quelli che sarebbero stati di lì in avanti i punti fermi della poetica di Kim. Coccodrillo è il tipico eroe o anti-eroe kimkidukiano: animalesco, istintivo, taciturno (benché meno del mutismo dei bad guys successivi), capace di nefandezze esecrabili come di slanci di umanità inaspettati. A dargli un volto e un corpo è Jo Jae-hyeon, ossia il Bad Guy di uno dei capolavori del regista, opera che per più di un verso rappresenta una forma più compiuta, ambiziosa e meno ancorata alla semplicità dell'intreccio di quanto già espresso in Crocodile.
Mettendo in scena l'abiezione fisica e morale di Coccodrillo, sorta di parassita fluviale che ruba oggetti e vite da chi si suicida gettandosi nelle acque dello Han, Kim prepara il terreno al riscatto del protagonista ma soprattutto allo spostamento nella percezione dello spettatore, costretto a rimettere in discussione i propri pregiudizi su Coccodrillo dopo aver preso coscienza dell'habitat in cui questi è costretto a (soprav)vivere. La misoginia conclamata e il rapporto ai limiti del sadomasochistico che il protagonista instaura con la ragazza che ha salvato dal tentato suicidio non sono che un veicolo per l'abbrutimento e la punizione di se stesso, ciò che Coccodrillo (in)consapevolmente persegue in ogni suo atto, spesso concluso in un pestaggio o reclusione. Un animale intrappolato in una gabbia di cemento che chiede a gran voce di essere messo in condizione di non nuocere e che solo nel mondo speculare che regna sul fondale del fiume ritrova una dimensione domestica e familiare, un simulacro di esistenza normale.
Un assunto che il regista evidenzia attraverso il contrasto tra la fotografia luminosa e dai colori naturali delle scene sub-fluviali, contrapposta a quella livida e cupa delle scene di brutalità, spesso notturne, che si svolgono in superficie. Come un miraggio di Jean Vigo e della supremazia del subacqueo, eden nascosto ma - o forse perché - inabitabile, sulle miserie di ciò che è mondano e terrestre, esasperato fino a un esito apocalittico dalla poetica di quello che sarà uno dei grandi provoca(u)tori del cinema all'inizio del terzo millennio.
L'esordio cinematografico di Kim ki-duk presenta già alcuni famosi tratti stilistici del maestro coreano. Primo fra tutti una violenza apparentemente gratuita ed esageratamente ostentata, che si rivela poi nella visione di un mondo permeato, in ogni suo aspetto fisico o spirituale, di atti violenti. Coccodrillo è un senza tetto ribelle, che odia il mondo per il destino riservatogli [...] Vai alla recensione »
Film d'esordio per Kim Ki-Duk, arrivato al cinema entrando da una porta secondaria. Senza la consueta gavetta e provenendo da un'altra delle sette arti: la pittura. Eppure, la sua carriera ribalterà ogni pregiudizio, grazie alla maniacalità con la quale ha scritto le sue sceneggiature. Per poi dipingerle su pellicola come fossero quadri.Nel suo primo film, affronta una tematica che spesso tornerà nella [...] Vai alla recensione »
Quattro stelle per il primo film di Kim ki-duk. coccodrillo è il soprannome di un barbone che vive lungo il fiume han a seoul insieme a un vecchio e a un bambino. vero"rifiuto deòlla società", come un animale abbandonato non conosce che violenza e prevaricazione, riservando quella poca poesia che ha in corpo alla solitudine subacquea di certe immersioni nell'inquinatissimo han.