Titolo originale | Driving Miss Daisy |
Anno | 1989 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Bruce Beresford |
Attori | Jessica Tandy, Morgan Freeman, Vinnie Jones, Patti Lupone, Esther Rolle, Ray McKinnon William Hall Jr., Joann Havrilla, Alvin M. Sugarman, Clarice F. Geigerman, Muriel Moore, Sylvia Kaler, Carolyn Gold, Crystal R. Fox, Bob Hannah, Ashley Josey, Jack Rousso, Fred Faser, Indra A. Thomas. |
Tag | Da vedere 1989 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 dicembre 2018
Dopo che la signora Daisy finisce con l'automobile in una grande siepe il figlio decide di dare un autista alla madre. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 4 Premi Oscar, ha vinto un premio ai David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Berlino, ha vinto 3 Golden Globes,
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CONSIGLIATO SÌ
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Stati Uniti, Georgia, 1953. Miss Daisy è una settantaduenne ebrea vedova che vive in una grande villa con una cameriera di colore. Suo figlio Boolie, dopo che lei è finita nel prato dei vicini in seguito a una semplice manovra con la sua Packard, non vuole che continui a guidare e le impone uno chauffeur. Si tratta del sessantenne Hook, saggio uomo di colore che dovrà sopportare le intemperanze verbali della signora.
Premiato con 4 Oscar (film, attrice protagonista, sceneggiatura e trucco) e scritto da Alfred Uhry come adattamento di un suo testo vincitore del Pulitzer, A spasso con Daisy non è il solito film sui diritti civili e la loro conquista da parte della popolazione afroamericana. Man mano che se ne segue lo sviluppo, sostenuto da due grandi attori come Morgan Freeman e Jessica Tandy che trovano in Danny Aykroyd un misurato partner (sia per tempi di presenza sullo schermo che per recitazione), se ne comprende la qualità. Il rischio di caduta nella retorica è presente quasi in ogni scena ma viene sempre evitato con grande abilità. Daisy è rimasta chiusa in un proprio mondo. Sembra quasi considerarsi ancora una povera maestra ebrea come era originariamente anche se vive nel lusso e, soprattutto, non vuole ammettere con se stessa il trascorrere degli anni. Hook ha imparato dalla vita a stare al proprio posto ma anche a resistere con tenacia (come quando afferrava i maiali senza lasciarsene sfuggire uno) all'alterigia dei bianchi; anche di quelli che si considerano liberal ma nel profondo non lo sono affatto. Il nucleo centrale del film si colloca esattamente in questo ambito. I battibecchi tra i due, le incancellabili diffidenze di Daisy e la dignitosa sottomissione (sembra un ossimoro ma è così) di Hook costellano tutto il film e lo rendono al contempo brillante e portatore di considerazioni non banali. Anche quando, ormai prossimi al finale di una vicenda che abbraccia circa 25 anni di storia sociale americana, Daisy si reca ad ascoltare una conferenza di Martin Luther King non assistiamo a una svolta. Forse può essere stata toccata nell'intimo dalle parole rivolte dal leader del movimento per i diritti civili non ai 'malvagi' ma a coloro che credono di essere dalla parte giusta ma, consapevolmente o meno, conservano nel loro quotidiano le catene della segregazione forgiate nel pregiudizio. La sceneggiatura però, saggiamente, non ci dà modo di saperlo. Il gaberiano 'mangiare un'idea' resta un'utopia che è impossibile da concretizzare così come non si possono ritrovare i compiti da correggere di un tempo ormai passato.
Dopo che la signora Daisy finisce con l'automobile in una grande siepe il figlio decide di dare un autista alla madre. La donna però non gradisce il "dono" e si ostina ad andare a piedi, così è l'autista di colore a doverla convincere. Daisy però non ha un carattere molto tranquillo e per un po' lo tratta male. Quando imperverserà il Ku Klux Klan la donna cambierà e proverà molto affetto per il suo autista che l'andrà a trovare anche nella casa di ricovero dove sarà portata anni più tardi. Un film formalmente gradevole, ben girato e interpretato, ma forse non abbastanza grintoso. Imbarazzante il fatto che abbia vinto 4 Oscar tra i quali: miglior regia e migliore attrice protagonista.
Una vecchia signora aristocratica ed ebrea ha un incidente con l’auto e la famiglia le impedisce di guidare ancora. Così il figlio decide di metterle a disposizione un autista nero. Questo è il semplice intreccio, che mette in scena momenti di vita quotidiana, sorretto in realtà da un fittissimo impianto narrativo. La vecchia, interpretata superlativamente da Jessica Tandy (che vinse l’oscar a 80 [...] Vai alla recensione »
Indubbiamente è un film molto delicato,impreziosito dalle splendide interpretazioni di Freeman e della Tandy. Lei è tremendamente ancorata,nonostante non voglia ammetterlo,alla propria classe sociale ed ai pregiudizi che l'hanno accompagnata per una vita intera. Lui non sa leggere ma sa vivere e riuscirà a farsi rispettare ed apprezzare anche tramite il sorriso ed una [...] Vai alla recensione »
Non è certo un film da vedere sgranocchiando patatine e non è certo adatto a un pubblico di cinepanettoni, "A Spasso Con Daisy" è un film che attraverso la storia ci porta in un angolo ad osservare il trionfo dei buoni sentimenti, c'è una vecchia signora burbera che usa questa condizione come difesa e il suo servitore gentile e paziente che man mano riesce [...] Vai alla recensione »
Il solo oscar imbarazzante è miglior film (non perchè non meriti ma c'era "l'attimo fuggente" in gara), ma trucco attrice e sceneggiatura sono strameritati, e il film è carino piacevole leggero ma anche profondo commovente e ben interpretato, pino farinotti dovrebbe riguardarlo un pò meglio prima di definire gli oscar vinti "imbarazzanti"...
Gradirei essere informato qaundo viene trasmesso il film Non dirlo a Nessuno, Grazie e complimenti per il sito e per le vostre iniziative. Cordiali saluti Gennaro D'Aria
Uno degli esempi più lampanti di come NON funzioni l'assegnazione dei premi Oscar. Il solo pensare che questo futile (seppur ben fatto) film sia paragonabile al capolavoro di Peter Weir ("L'attimo fuggente") dello stesso anno è quanto di più assurdo e inaccettabile ci possa essere nel Cinema. D'altronde, se pensiamo al fatto che altri capolavori come "2001: [...] Vai alla recensione »
Uno degli esempi più lampanti di come NON funzioni l'assegnazione dei premi Oscar. Il solo pensare che questo futile (seppur ben fatto) film sia paragonabile al capolavoro di Peter Weir ("L'attimo fuggente") dello stesso anno è quanto di più assurdo e inaccettabile ci possa essere nel Cinema. D'altronde, se pensiamo al fatto che altri capolavori come "2001: [...] Vai alla recensione »
«Un vecchio negro e una vecchia ebrea che vanno a spasso in macchina... adesso le ho viste proprio tutte! «esclama il poliziotto che ha appena fermato l’auto di Daisy Werthan (Jessica Tandy). Tratto dalla commedia premio Pulitzer di Alfred Uhry, A spasso con Daisy di Bruce Beresford racconta il rapporto fra un’anziana vedova e il suo autista lungo 25 anni, dal 1948 al 1973.