Titolo internazionale | Pericle |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Belgio, Francia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Stefano Mordini |
Attori | Riccardo Scamarcio, Marina Foïs, Valentina Acca, Gigio Morra, Maria Luisa Santella Lucia Ragni, Eduardo Scarpetta (II), Corentin Lobet, Baptiste Sornin, Nissim Renard, Simon Caudry, Christine d'Argenton, Mikael di Marzo. |
Uscita | giovedì 12 maggio 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,06 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 13 maggio 2016
Pericle è un uomo assoldato dalla camorra per punire chi tradisce. Almeno fino a quando commette un grave errore e scappa per ricominciare a vivere. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Pericle il nero ha incassato 149 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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La vita di Pericle Scalzone è nera come il 'titolo' che si è guadagnato sul campo. Assoldato da Don Luigi per fare letteralmente il culo alla gente, Pericle arrotonda l'attività criminale girando film pornografici. Perché Pericle 'maneggia' bene certi argomenti davanti alla macchina da presa come alle spalle dei malcapitati che umilia barbaramente. Durante una spedizione punitiva uccide per sbaglio la sorella di un temibile boss camorrista e ripiega in un rifugio segreto dove viene presto raggiunto da due uomini armati. Tradito da Don Luigi, l'unico a sapere dove si fosse nascosto, Pericle infila l'autostrada e abbandona Bruxelles. Lontano, solo e disperato a Calais incontra Anastasia, impiegata in una boulangerie e madre di due bambini. Per Pericle è subito amore e forse l'inizio di una nuova vita.
È nero il Pericle di Riccardo Scamarcio e contrariamente al suo omonimo ateniese non esercita la democrazia ma l'oppressione, mortificando in nome di un principio barbaro e di un boss che gestisce le pizzerie di Bruxelles. Nondimeno con l'uomo politico celebrato da Tucidide, Pericle Scalzone condivide la capacità di legittimarsi dentro un mondo che gli ha rubato l'infanzia, lo ha iniziato alla sodomia e lo ha sottomesso costringendolo a sottomettere.
Noir fluido e insieme romanzo di emancipazione, Pericle il nero converte la discesa, motivo ricorrente del noir, in movimento ascensionale (la ricerca di aria, di luce, di sentimento) ed elude lo scacco esistenziale del criminale, accordandogli la fuga. Motore del film un uomo che si ritrova improvvisamente intrappolato, una figura non strutturata all'interno della società, nemmeno quella criminale, che precipita in un incubo a cui scampa prendendo in contropiede le irruzioni dei sicari e del caso.
Alla maniera di Provincia meccanica, Stefano Mordini svolge l'impasse di un personaggio sgradevole spingendolo a seguire fino in fondo i suoi sogni e le sue ossessioni. Occhi grandi affondati nel buio e affamati di affetto, Pericle è solo sulla faccia della terra e si muove lungo la frattura che si genera spesso fra ciò che siamo, o ciò che sentiamo di essere, e ciò che gli altri vedono in noi. Per Don Luigi e sua figlia Anna, che Pericle ama in segreto e dentro lunghi monologhi interiori, lui non esiste e quando esiste è per adempiere la loro volontà.
Mordini salta via veloce sugli snodi che risultano troppo ovvi e si concentra sul suo attore, sul suo corpo in fuga, sul suo sguardo vuoto e bisognoso d'amore. A dare autenticità e credibilità al Pericle del titolo provvede Riccardo Scamarcio, spiazzando lo spettatore, operando degli strappi e inserendo delle variabili che evadono la norma e trovano l'essenzialità e il cinetismo emotivo. Trasposizione del noir secco di Giuseppe Ferrandino, traslocato da Napoli a Bruxelles, Pericle il nero aggiunge una fisicità distorta al clima di angoscia che il genere costruisce innanzitutto sul piano psicologico.
L'interiorizzazione del racconto noir si nutre di questa dissonanza fisica come segno di una distorsione mentale che investe l'intero rapporto col mondo. A sublimare la brutalità del protagonista, alla ricerca della propria identità sulla battigia battuta come lui dai marosi, e a ridurre la deformazione della sua relazione con la realtà, interviene il personaggio di Marina Foïs. È (anche) lei a incarnare la solitudine noir, premessa a un'immagine femminile indipendente, capace di prendere audacemente in mano la situazione, di sfondare imprenditorialmente (aprendo magari una panetteria) e di traghettare oltre il proprio uomo. E a Calais, luogo di sospensione e di passaggio col suo porto e i suoi traghetti per Dover e per l'altrove, Mordini incontra un uomo e una donna a cui concede, in un finale che non chiude evitando la tragedia quanto l'happy end consolatorio, una possibilità ulteriore. Una seconda chance che incrocia gli occhi larghi di Pericle che per un attimo sorridono, sciogliendo l'inquietudine accumulata e aprendo alla speranza. In attesa da qualche parte, al di là del mare.
PERICLE IL NERO disponibile in DVD o BluRay |
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Pericle (Riccardo Scamarcio) fa parte di una organizzazione criminale che opera in Belgio imponendo il pagamento del pizzo: il suo compito è quello dell’esattore e a chi si rifiuta di pagare infligge con violenza una umiliante punizione. Non ha una grande intelligenza, ma esegue con diligenza gli ordini ricevuti dal suo boss, don Luigi, che è una specie di padre adottivo.
Se si resiste al primo quarto d'ora del film, che ti colpisce come un jab di Cassius Clay, Pericle il Nero, CRESCE, nonostante la linea di partenza sia la terribile deriva della negazione della persona: “tu non dovevi proprio nascere...”. Film prevalentemente noir, forte di argomenti trattati con realismo e razionalità da un punto di vista totalmente malsano: la realtà di cui si parla è la realtà della [...] Vai alla recensione »
Lo sgherro di un mafioso mandato a punire un prete reo di aver parlato male del boss, commette un errore che potrebbe riaprire le ferite di una vecchia faida tra clan. L'uomo allora decide di fuggire a Calais. Ottimo questo nuovo film di Mordini in concorso a Cannes e tratto dall'omonimo romanzo. La trama ha un incedere molto lento che però permette allo spettatore di immergersi fino [...] Vai alla recensione »
Una prima incursione nei 'neo noir d'autore ' Del regista, si tratta di una storia sottoproletaria, in seguito agirà nella Milano da bere e da mangiiare, questa votla per forzare i canoni castranti televisivi , l'autore mostra uno Scamarcio 'coraggioso, è anche produttore' intento ad incularsi le propirie vittime, vedremo se passerà sugli schermi della nostra [...] Vai alla recensione »
Film alquanto discutibile,in una trama che non c'è in quanto è talmente vuota da non dare allo spettatore nessun punto di riferimento,si perde con dei racconti tra le figure del film senza dare un finale logico,o quanto meno credibile anche se avvolto nel mistero,non siamo in Italia quindi il regista avrebbe dovuto su tutti i personaggi creare una storia capace di far capire a tutti il perché questo [...] Vai alla recensione »
"Pericle il Nero" è il nome del personaggio dell'omonimo film di Stefano Mordini e tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino con lo stesso titolo. Interpretato da Riccardo Scamarcio, Pericle è un uomo al soldo di un clan di camorristi stanziatisi nella città di Bruxelles e sin da giovane svolge per il suddetto clan l'incarico di punire tutti coloro che commettono [...] Vai alla recensione »
Il film mi è piaciuto molto..non è tanto una storia di malavita ma la storia di Pericle che può essere metaforicamente quella di ognuno di noi...Lui è apparentemente quello che gli hanno fatto credere di essere e invece scopre accidentalmente, come succede nella vita, che può essere molto di più e meritare molto di più.
Bella storia, cruda e asciutta come il protagonista e per questo non facile da interpretare. Sto apprezzando sempre di più Scamarcio e la sua maschera fredda ed espressiva allo stesso tempo. Il suo percorso per emanciparsi dall'icona di idolo delle adolescenti che lo persguita fin da inizio carriera è convincente.
INSULTANTE è la Sua recensione, soprattutto perché si aiuta con la citazione di gente CHE NON CAPISCE CHE UN FILM NON E' UN PIATTO MA UNA ELABORAZIONE DI LUNGO RESPIRO DI CONCETTI CHE NON SI POSSONO INDOVINARE NE' DOPO 5', NE' DOPO 60'. Taccia, su.
Che dire; il film scorre bene e lo si vede con attenzione, ma proprio per questo appaiono alcune distorsioni la cui assenza avrebbe di certo migliorato il tutto. Quali?? Ma, come ha già scritto qualcuno, dai dialoghi in napoletano qualcosa si perde; in casi del genere -mi chiedo-: > ed inoltre i dialoghi in francese li riterrei inutili, considerato che addirittura ci sono voluti i sottotitoli.
Di chiare origini meridionali, Pericle vive e lavora a Liegi in Belgio alle dipendenze di Don Luigi, boss locale che gestisce le pizzerie della zona. Il lavoro di Pericle è abbastanza particolare, il suo compito è punire chi non paga il pizzo umiliandolo con un gesto alquanto discutibile, inoltre arrotonda girando qualche scena in film pornografici.
Film intenso e appassionato, Scamarcio guidato da un impeccabile regia esprime un suo lato insito e forse mai prima rivelato ,di autentico attore impegnato e credibilissimo. Un film che segna una svolta nel panorama del noir italiano. Ti prende allo stomaco e all' anima, fa quindi quello che solo un capolavoro può fare... Eccellente
Bel film ,acuto, un vero noir dell'anima, un film che parla di vita, quella vera pero'. Mi è' piaciuto molto tanto da riuscire a provare una strana tenerezza per tanto male , un male che nasce insieme alle persone stesse senza che sia permesso loro se scegliere se farne parte o no......anche se sempre male è' .....
Commovente evoluzione esistenziale di Pericle che Scamarcio ha saputo indossare perfettamente come una seconda pelle. La fotografia e l ambientazione sono molto in sintonia con la storia e contribuiscono a esaltarne la drammaticità...Sguardi silenziosi e pieni di espressività riescono più delle parole a far capire la disperazione e il bisogno d amore di quest uomo anche quando [...] Vai alla recensione »
Una tra le sceneggiature più insulse che ho visto al cinema... povero cinema italiano a Cannes e non...
Ho visto un commento da 3,5 stelle, suvvia non scherziamo. Dopo le prime scene non migliora, si può' andar via dopo 5 minuti, e' un consiglio gratuito e disinteressato
Solito film. degrado ai margini della società raccontato senza nessuna novità o guizzo. Poco interessante a tartti noioso, spesso prevedibile. Scamarzio mai credibile, tutto faccette da cattivone ed accento napoletano imbarazzante.
Inguardabile: in una sala di provincia con 30 presenti (cioè tanti) ben tre si sono alzati e sono usciti durante la proiezione (cioè lo hanno fatto in tanti), come rimandare indietro il piatto al ristorante: 1 su 10. Lo avrei fatto anch'io, ma ero al centro della fila. È stato un supplizio. Vedrete più scene di apertura e chiusura di porte, che di contenuti.
Un tempo, all'epoca d'oro della commedia nazionale, il personaggio dell'italiano all'estero svolgeva sostanzialmente due ruoli: la conferma dei nostri stereotipi in luoghi lontani, e la messa a prova dell'identità tricolore nei confronti di costumi, stili di vita e comportamenti a noi sconosciuti. Film come Riusciranno i nostri eroi..., Fumo di Londra, Il gaucho attuavano dunque questo doppio registro di distanziazione e conferma - per non parlare del cinema sulla nostra migrazione, capitanato da Pane e cioccolata. Di tutto questo si è ricordato anche Checco Zalone con il suo recente Quo vado?, costruito evidentemente su questa tradizione.
Se usciamo dal territorio della commedia, l'estero è quasi sempre luogo di malaffare o pericolo. In questi anni ce lo hanno insegnato Una vita tranquilla, Anime nere, Alaska, Gomorra - la serie, La prima luce e altri film, spesso diversi tra di loro ma pur sempre centrati su questo ossessivo confronto tra radici italiane, spesso meridionali, e sistemi sociali eteronomi.
Fa una certa impressione, in Pericle il nero, che Stefano Mordini abbia spostato l'ambientazione del romanzo di Giuseppe Ferrandino da Napoli a Bruxelles, perché emerge inevitabile una eco delle cronache provenienti dal Belgio, dipinto dai media come un paese culturalmente fallito, covo di terroristi e di utopie finite a ramengo, di camorra e 'ndrangheta in trasferta, ma pur sempre capitale dell'Europa presunta unita.
Non sappiamo se Pericle il nero abbia anche questa ambizione metaforica, di farsi cioè portatore di una visione del Continente tutt'altro che ecumenica e ottimista. Certo è che ambientare parte della trama a Calais - luogo dell'imbarco per quella Gran Bretagna in bilico sull'uscita dall'Unione, oltre che posto terribile dove i migranti affamati e assetati cercano di sfuggire alla loro condizione - non sembra un caso, anche perché lo scalo sembra diventare un limite invalicabile invece che un sito di transito per l'altrove.
In attesa della presentazione sulla Croisette a Un Certain Regard, dove corre in gara, esce oggi nelle nostre sale Pericle il Nero, tratto dal bel romanzo di Giuseppe Ferrandino (Adelphi, 1998). Una storia dura - che anticipa il fenomeno Gomorra di circa dieci anni - raccontata in prima persona dal protagonista del titolo, un «soldato» della camorra che ha il compito preciso di dare l'avvertimento [...] Vai alla recensione »
Io mi chiamo Pericle Scalzone. Di mestiere faccio il culo alla gente». L'incipit brutale è mantenuto intatto, mentre altre cose del romanzo sono cambiate. In particolare l'ambientazione, spostata dall'originaria Napoli a Bruxelles mentre per la fuga del protagonista Pescara è sostituita da Calais. Ma anche se siamo lontani siamo sempre tra napoletani.
Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie... Io mi chiamo Pericle Scalzone... Di mestiere faccio il culo alla gente". Così inizia Pericle il Nero, il romanzo (Adelphi) di Giuseppe Ferrandino a cui è ispirato l'unico italiano nella Selezione Ufficiale, Un Certain Regard, di Cannes 69. Progetto di lunga gestazione, regia di Stefano Mordini, ha in Riccardo Scamarcio [...] Vai alla recensione »
La via italiana al noir ha una rotta europea. Belga, fredda, ostile e solinga come una notte che non promette l'alba. E quale bussola pedina la voce narrante e interiore di uno strano e spietato killer della camorra, Pericle Scalzone, la cui specialità, come avverte pure l'mcipit del romanzo (Adelphi) di Giuseppe Ferrandino da cui è stato cavato il film da oggi nelle sale e tra una settimana al "Certain [...] Vai alla recensione »
Pericle, di professione, violenta uomini per incarico di don Luigi, un boss della camorra trasferitosi in Belgio. Un giorno, però, viene riconosciuto e fa fuori (apparentemente) la testimone, benvoluta dalla malavita. Per lui è una condanna a morte che lo obbliga a scappare. Troverà rifugio e un briciolo di normalità tra le braccia di Anastasia, una madre separata.