Titolo originale | Noches de espera |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Spagna, Portogallo |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Tiago Leão |
Attori | Ainhoa Azcona, Shota Buadze, Maria Flores, Pierrick Fouilleux, Leire Igartua Rita Macedo, Jorge Martín, Damián Mengoni, Fran Olivares, Oli Oliver, Manex Rekarte, Carolina Touceda. |
MYmonetro | 2,53 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 aprile 2015
CONSIGLIATO NÌ
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A Madrid si incrociano le esistenze di un gruppo di uomini e donne che, in differenti modi, tentano di sentirsi vivi: Aitana è un travestito che passa di marchetta in marchetta, trovando non di rado clienti violenti; Jorge, coinvolto in traffici di droga, non riesce a comunicare con la compagna Maria; ancora Rita e Carolina sono una coppia al capolinea mentre Pierrick stenta a trovare la sua dimensione affettiva.
Ritratto di solitudini combattute a colpi di sesso e incomprensioni, Longing Nights sceglie una struttura in cui l'incontro avviene prima tra i corpi e poi tra i sentimenti che gli stessi mettono in gioco. In questo ordine di cose, la macchina da presa di Tiago Leão si trasforma nella lente d'ingrandimento di un disagio esistenziale perfettamente specchiato in una città mostrata per strade illuminate dai colori della notte, attraverso piccoli parchi come mille altri, appartamenti angusti, stanze buie e dai soffitti opprimenti. Pur all'interno dei meccanismi di un cinema a tematica omosessuale, il regista non si limita a mettere in scena soltanto il sesso, ma ancora meglio la difficoltà di incontrarsi, non tanto in sé quanto negli altri.
Come a voler espandere il discorso sempre più in là, si procede di incontro in scontro, mostrando un campionario di umanità senza punti fermi: alle storie queer di un travestito che fa la vita, di una coppia lesbica in crisi e di un gay, non a caso fa da controcanto "straight" il rapporto logoro tra Jorge e Maria, incapaci di ascoltarsi, persi ognuno dentro alle sue solitudini. L'ottica notturna in cui sono calate tutte le vicende va in questa direzione, nella ricerca, cioè, di una misura che prima di essere temporale-scenografica è emozionale, intendendo la notte e la mancanza di luce come la vibrazione più vera dell'anima di ogni personaggio.
Nelle intenzioni registiche e negli sviluppi, Longing Nights è un lavoro immediato, piano nel suo fluire e nell'affastellarsi degli episodi, ma non di rado un po' ripetitivo e poco inventivo. Anche per questo, forse, andrebbe preso per una specie di documentario, falso eppure più vero del vero, dove ad essere protagonista è una vita di strada in cui, quasi per caso, ci troviamo a seguire uomini e donne che avrebbero potuto essere mille altri. Una maggiore cura registica avrebbe certamente giovato alla riuscita globale, senza nulla togliere a quell'effetto di immersione nella realtà ricercato anche in fase di scrittura.