About a Girl

Quando piove Charleen esce in giardino e si lascia lavare il viso, chiude gli occhi e li porta in alto, mentre l'acqua le inzuppa i vestiti. Charleen ha quindici anni e non ha bisogno di osservare il cielo: le basta sognare un paradiso dove Kurt Cobain e Jimi Hendrix suonano nella stessa band, per capire che l'unico posto in cui si può stare in pace è lassù. «Le persone morte hanno un'espressione serena e soddisfatta» pensa, mentre delicatamente trucca il cadavere di una donna nell'agenzia funebre dove lavora, all'insaputa di tutti, nei pomeriggi in cui è libera dalla scuola. Vicino a Charleen c'è un'unica amica, Isa, buona ma troppo preoccupata della sua taglia di seno per capirla fino in fondo; c'è la madre, che prova a ricondurre il suo malumore a schematiche categorie adolescenziali: brufoli, litigi con le amiche, pericolo di gravidanza; c'è la nonna, vivace e sempre pronta a servirle una cioccolata calda in quelle giornate a metà tra «le giornate buone e le giornate di merda». Non ha nome il malessere di questa adolescente e in nessun momento la storia tenta di dargliene uno, a riprova di come certi stati d'animo siano tanto semplici da sperimentare quanto impossibili da raccontare.
Lo spiccato istinto della morte è il tema più scomodo del film di Mark Monheim, che riesce a far ridere per la macabra fissazione di Charleen di fotografare gli animali morti per strada, ma anche riflettere per il suo tentativo di suicidio che, seppur fallito, non rimane privo di conseguenze. About a girl non parla superficialmente di una ragazza complicata e solitaria, che appende foto di cantanti morti nella sua stanza e si chiama fuori dal mondo. Charleen è sempre al centro della scena, protagonista dei conflitti, miseri ma feroci com'è tipico dell'adolescenza, che accompagnano le sue giornate.
Il ritmo serrato dei dialoghi ne fanno emergere l'arguzia, la battuta pronta di chi sta sulla difensiva, ma in realtà attende solo un invito a mettersi in gioco. Lo strano affetto per Linus, stereotipo del primo della classe "bullizzato" dai compagni, dimostra a Charleen che la morte non è così desiderabile, e che la vita, come spesso le ha ripetuto la nonna facendole scuotere rassegnata la testa, «è un regalo, e i regali non si possono rifiutare». 