Hiver Dernier

Film 2011 | Drammatico

Regia di John Shank. Un film con Aurore Clément, Anaïs Demoustier, Vincent Rottiers, Florence Loiret-Caille, Michel Subor. Cast completo Titolo originale: Last winter. Genere Drammatico - Belgio, 2011, - MYmonetro 2,70 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 3 settembre 2011

Opera prima di un americano trapiantato nel cuore dell'Europa.

Consigliato sì!
2,70/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,40
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
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Cinema
Trailer
Un'opera che trova nella sottrazione la cifra stilistica di riferimento.
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 3 settembre 2011
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 3 settembre 2011

Johan eredita la gestione della fattoria di famiglia come se si trattasse di un fatto inevitabile. Rifiutata la proposta di commercializzare l'allevamento di vitelli in Italia, subirà le conseguenze di una decisione contraria a ogni logica di mercato.
Hiver dernier si apre e si chiude nel gelo di una fattoria in cui ha luogo la desertificazione degli affetti di Johan, un uomo refrattario ad abbracciare il cambiamento in tutte le sue forme. Tanto nel lavoro, in cui rivela la sua sostanziale incapacità di adattarsi alla modernizzazione, che negli affetti, quando preferisce sottrarsi al sentimento e chiudersi in se stesso. Shank si concentra sulla staticità immota di un paesaggio in cui la presenza umana è quasi un incidente di percorso, come se nell'alternarsi delle stagioni fosse l'inverno (del nostro scontento) a prevalere, in un fil rouge di disperazione anaffettiva implacabile e inesorabile.
La fissità delle immagini e la laconicità della sceneggiatura sono parte integrante di un'opera che trova nella sottrazione la cifra stilistica di riferimento, indugiando sulle dorate distese di grano e sull'alterità di un'ambientazione che appartiene a un'epoca forse irrimediabilmente trascorsa, salvo le resistenze di pochi individui, come lo Johan protagonista. Visioni suggestive che mitigano in parte le difficoltà di un'opera acerba nel suo ostico minimalismo, non supportato doverosamente (ancora) da un linguaggio narrativo all'altezza delle indubbie ambizioni

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