Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Louis Nero |
Attori | Francesco Cabras, Daniele Savoca, Franco Nero, Diana Dell'Erba, Ottaviano Blitch Marco Sabatino, Dragos Toma. |
Uscita | venerdì 8 aprile 2011 |
Distribuzione | L'Altrofilm |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,56 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 maggio 2011
Attraverso la narrazione storica si affronta il mistero della vita e della morte del 'Santo-Demonio' Grigorij Efimovic Rasputin. In Italia al Box Office Rasputin ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 29,3 mila euro e 9,7 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Pietrogrado, 19 dicembre 1916. Il principe Feliks Jusupov scorta il monaco Rasputin nel suo palazzo, con la scusa di volergli presentare la moglie. Ad attendere il mistico, invece, ci sono dello sherry avvelenato e dei pasticcini al cianuro, preparati da alcuni tra i più influenti personaggi di corte, riuniti in complotto. Ci saranno anche dei colpi di pistola e il lancio del corpo, di notte, nelle acque ghiacciate del fiume Moika. Da queste Rasputin verrà recuperato ancora vivo, a testimonianza di una resistenza fuori dell'ordinario, che ha confermato e perpetrato oltre la morte una leggenda già nata e cresciuta durante la sua vita.
Louis Nero si assume il compito di far riemergere la figura storica di Rasputin, "the black monk", dalle accuse di occultismo per invertire la direzione del suo viaggio terreno e trasformarla da una discesa agli inferi ad un percorso iniziatico, modellato per volontà dello stesso Rasputin su quello del martirio del Cristo.
La messa in scena è teatrale, nella recitazione e nella scelta scenografica, ma la scelta di regia più evidente mira a dare un'impronta pittorica alla narrazione, con l'utilizzo di finestre e ritagli, interni all'inquadratura, che rimandano a certo Greenaway - da sempre tra i modelli del regista - ma anche alla composizione delle icone russe. Il più delle volte l'immagine si risolve in un trittico, con la scena al centro e la riproposizione di alcuni dettagli a destra e sinistra, talvolta identici e talvolta dissimili, a riproporre non solo e soltanto la figura di una croce ma in generale a fare del dettaglio cinematografico un simbolo. Nero cerca un cinema sincretico, nel quale all'immagine sia fornito il compito di comunicare più di un messaggio contemporaneamente e, allo stesso tempo, di racchiudere in sé referenti molteplici (di qui anche la scelta di mantenersi in una dimensione atemporale, nonostante il costume).
Il regista divide il quadro in due metà, tanto in verticale, come è più comune, che in orizzontale, sfruttando il soffitto che separa la sala bassa in cui dialogano Rasputin e Feliks dal salotto della congiura, al piano di sopra, e veicola così, con assoluta immediatezza, il messaggio di doppiezza che motiva la scelta del soggetto e la sua aura di mistero. Chi fu davvero Rasputin? Un santo o un demonio? Un mistico o un peccatore? Uomo illuminato, un guaritore, o un oscuro consigliere del Male e un impostore? Il giovane regista piemontese dice la sua in merito, con questo film decisamente più interessante che riuscito, tutto d'atmosfera, immerso nella musica ipnotica di Teardo, nella nebbia e nel buio, dal quale emergono, efficaci, gli occhi spiritati di Francesco Cabras.
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Aleksej NikolaevičRomanov, è l’ultimo nato della coppia: Nicola II Romanov \ zar di Russia / - Alessandra Fëdorovna \ zarina /. Alessandra, è nipote della Regina Vittoria del Regno Unito (ha regnato per oltre 60 anni, è “l’Epoca” cosiddetta “Vittoriana”) e, come la nonna, è portatrice sana di emofilia.
Louis Nero, trentaquattrenne regista torinese e produttore indipendente, incentra questo nuovo lavoro sulla figura di Rasputin, monaco contadino che con le sue doti di guaritore divenne così influente alla corte degli ultimi Zar di Russia da attirarsi l'ira dei nobili spodestati del loro ruolo, i quali ne organizzarono l'uccisione. Da documenti risalenti al processo che ne seguì, di recente resi [...] Vai alla recensione »
La steppa è innevata, vuota, una lieve bufera fa roteare nell’aria i fiocchi di neve che, come impazziti, tracciano nell’atmosfera traiettorie irregolari, per poi posarsi sull’enorme tappeto bianco, formatosi sopra l’antica terra di Russia. Le landa è desolata e nessuno osa avventurarsi in questi territori oscuri e tenebrosi.
Atmosfere teatrali,scenografia stupefacente, belle luci, eccellente interpretazione di F.Cabras e del grande Ottaviano Blitch.
Da Luis Nero, un regista tecnico, ecco un film di vera sperimentazione. La storia racconta l'ultima notte di vita di Rasputin e da qui le immagini della sua crescita politica e spirituale, mostrandone anche i lati più oscuri. Il personaggio è da sempre avvincente e interessante, ma qui quello che colpisce è l'uso del mezzo cinematografico, in particolare le inquadrature che si suddividono sullo schermo [...] Vai alla recensione »
Il film di Louis Nero su Rasputin è uan sorpresa per il cinema italiano un film forte vigoroso che ricrea in alcuni quadri bellissimi dove trionfa la maestria di Louis Nero direttore della fotografia la vicenda personale e la morte del monaco più famoso di tutte le Russie. Francesco Cabras è perfetto in questo ruolo e riesce con tecnica stanislaya a rendere giustizia al [...] Vai alla recensione »
Louis Nero incentra questo lavoro sulla figura di Rasputin, monaco contadino che con le sue doti di guaritoredivenne così influente alla corte degli ultimi Zar di Russia da attirarsi l'ira dei nobilispodestati del loro ruolo, i quali ne organizzarono l'uccisione. Da documenti risalenti alprocesso che ne seguì, di recente resi pubblici dal governo della Repubblica Russa, Neroha tratto una sceneggiatura [...] Vai alla recensione »
un film coraggioso e in quanto italiano, doppiamente coraggioso. unisce poesia, teatro, pittura, ricerca ad una delle storie più affascinanti mai esistite. assolutamente un film su cui scommettere.
Credo possa piacere o meno, a me è piaciuto, innanzitutto non ha nulla a che vedere col solito cinema italiano, è originale, forse un po' troppo "casalingo" a tratti, ma la storia (anche se difficile da seguire, forse è un film che necessita di più di una visione per essere pienamente apprezzato) ti porta a voler sapere quale sia il finale! Atmosfere [...] Vai alla recensione »
Di esperimento si tratta, riuscito al 49 % ma assolutamente ammirevole e lodevole. Film pieno di contraddizioni stilistiche, si passa da inquadrature degne di Greenway e Fellini (Satyricon) a sequenze sotto i limiti del peggiore kitch nostrano: nudi con i segni dell'abbronzatura, luci scarse, inquadrature ultragrandangolari dall'alto che non trovano nessuna giustificazione, scene raffazzonate [...] Vai alla recensione »
senza mezze misure.. o si ama o si odia. Ottima regia che rimanda continuamente a Greenaway. Dedica a Gregorio Napoli finale rende onore alla critica cinematografica(seria!)
Usando la sera dell’attentato come cornice, Rasputin getta un po’ di luce sul passato del monaco russo. Alla fine, a trasparire è una persona molto diversa da quella che di solito abbiamo in mente. Non uno stregone malvagio o un demone, bensì un uomo che, pur attraverso metodi anticonvenzionali, ha sempre cercato la purificazione dal peccato, per sé e per gli altri, [...] Vai alla recensione »
Nel senso che è ciò che il regista ha usato per fare il film (ma anche i produttori non scherzano...). Un film pretenzioso, che non ha nulla da dire o raccontare: nemmeno la storia di Rasputin appare chiara. Cinematograficamente è un film che osa, ma osa decisamente troppo, rendendo la pellicola ridicolosamente ridondante e barocca. In una parola: terribile!
A dare vita a Rasputin è Francesco Cabras che stupisce per l'incredibile somiglianza con il personaggio storico, a cui dona uno sguardo intenso ed ipnotico, per non dire inquitante. Gli attori sono incredibili sembrano visivamente identici ai protagonisti storici. Altro pregio una colonna sonora molto suggestiva
sperimentazione interessante, ma non lo chiamerei un film, piuttosto una specie di assemblaggio multimediale composto di immagini e video, con recitazione teatrale e quadri viventi. non c'è lo svolgimento di una trama, ma degli spezzoni che nell'insieme insieme formano un prodotto piuttosto documentaristico o museale. ne emerge comunque l'interessante figura del mistico rasputin, bene interpretata [...] Vai alla recensione »
Anch'io faccio parte di quella schiera che non ha apprezzato e nemmeno amato questo film. Troppo complessa la narrazione, che lo rende poco fruibile e comprensibile, con una trama non lineare, che ti fa venir voglia di cambiare canale, o uscire dalla sala... Dal trailer pensavo a qualcosa di meglio.
Una storia mistica ed interessante naufragata in un narrazione discontinua e complessa. La sensazione che lascia è quella di un documentario sperimentale. Non c'è un vero e proprio film ma una storia raccontata da personaggi in costume e da una voce fuoricampo. Un susseguirsi di scene commentate e di riquadri in cui gli attori guardano lo spettatore e raccontano la loro storia.
Film scandaloso.
...con tutto il rispetto a chi può interessare un film del genere? è proprio l'altrofilm,sperimentazioni ad uso di registi che osano.......
Film mal riuscito,si riesce a malapena ad arrivare alla fine della visione senza cedere all'impulso di lasciare la sala prima che il film sia finito.Trama confusa,forse vorrebbe essere originale ma non lo è,il regista forse si arrampica sugli specchi nel tentativo di proporre modalità cinematografiche non comuni ma finisce col proporre un film improponibile.
Il santo demonio: così, con un potentissimo ossimoro, è passato alla storia Grigorij Efimovic Rasputin. Personaggio che più controverso non si può, assurto da contadino delle steppe a consigliere personale dello zar, osannato per il suo potere taumaturgico e al contempo accusato di stregoneria; monaco, mistico, ma tacciato di possedere un’insaziabile libidine. Al cinema lo hanno portato in tanti, fin dal 1917, l’anno successivo alla sua morte, leggendaria quanto e più della sua vita.
La vicenda di Rasputin è un unicum, davvero non esiste un personaggio che gli si avvicini, nell’era moderna e anche prima. In breve: era figlio di contadini, ignorante, corrotto e debosciato, ma non c’è dubbio che avesse appeal. Riuscì ad accreditarsi come mago e guaritore e ad attirare l’attenzione di gente importante. Nel 1907 l’archimandrita Feofan, confessore dell’imperatrice Alessandra, lo introdusse a corte.
Dello sciamano Rasputin ancora molto si discute: fu mistico o mistificatore, santo o demonio? Non si è neppure sicuri di come sia morto. Un gruppetto di nobili, che mal ne sopportavano l’influenza sullo zar, prima tentarono di avvelenarlo, poi gli spararono e lo gettarono nella Neva, dove ripescato pare mostrasse ancora segni di vita. Partendo dal complotto, Luis Nero traccia uno sfaccettato ritratto [...] Vai alla recensione »
Dopo aver girato due ore di film in un unico piano sequenza, Louis Nero prosegue i suoi esperimenti da cineasta duro e puro con questa versione molto teatrale della storia dell’occultista Rasputin, qui riletta in chiave prettamente mistica. Chi è abituato al solito cinema pop corn resterà, fin dalle prime immagini, disorientato da un modo di raccontare agli antipodi.
Rasputin chi era costui? Occultista e tombeur des femmes (e di zar), santone e stratega, mesmerico e allucinato, comunque affascinante. Ultimo a farsi irretire, Louis Nero, che abbandona i budget risicatissimi ma non il mood teatrale: un Rasputin (Francesco Cabras, spiritato) tra quattro mura, che strizza l’occhio alla drammaturgia patchwork di Peter Greenaway e si affida alla voce-guida di Franco [...] Vai alla recensione »
Mesmerico, tenebroso, per certi versi perfino agghiacciante, ecco il Rasputin di Louis Nero. Al quinto lungometraggio, forse non più così low low budgetcome i precedenti, Nero offre un seducente ritratto sul celebre santone russo di inizio novecento che fece fremere mutandine di donne d'ogni lignaggio e oscillare troni zaristi. Qui interpretato da Francesco Cabras, con un primo primissimo piano che [...] Vai alla recensione »
Dopo aver girato due ore di film in un unico piano sequenza, Louis Nero prosegue i suoi esperimenti da cineasta duro e puro con questa versione molto teatrale della storia dell’occultista Rasputin, qui riletta in chiave prettamente mistica. Chi è abituato al solito cinema pop corn resterà, fin dalle prime immagini, disorientato da un modo di raccontare agli antipodi.