rongiu
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sabato 9 aprile 2011
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se e solo se.
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Aleksej NikolaevičRomanov, è l’ultimo nato della coppia: Nicola II Romanov \ zar di Russia / - Alessandra Fëdorovna \ zarina /. Alessandra, è nipote della Regina Vittoria del Regno Unito (ha regnato per oltre 60 anni, è “l’Epoca” cosiddetta “Vittoriana”) e, come la nonna, è portatrice sana di emofilia. E’ la zarina a trasmettere al piccolo Aleksej la malattia. Malattia che consente l’ingresso a corte del nostro protagonista; Grigorij Efimovič meglio conosciuto come Rasputin. Sul contadino siberiano si è detto è si dirà, di tutto e di più. Purché non si tratti di grossolane balle, la ricerca di fonti serie, è propria dell’uomo, ben venga.
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Aleksej NikolaevičRomanov, è l’ultimo nato della coppia: Nicola II Romanov \ zar di Russia / - Alessandra Fëdorovna \ zarina /. Alessandra, è nipote della Regina Vittoria del Regno Unito (ha regnato per oltre 60 anni, è “l’Epoca” cosiddetta “Vittoriana”) e, come la nonna, è portatrice sana di emofilia. E’ la zarina a trasmettere al piccolo Aleksej la malattia. Malattia che consente l’ingresso a corte del nostro protagonista; Grigorij Efimovič meglio conosciuto come Rasputin. Sul contadino siberiano si è detto è si dirà, di tutto e di più. Purché non si tratti di grossolane balle, la ricerca di fonti serie, è propria dell’uomo, ben venga. Anche il film di Louis Nero \regista/ nasce da nuove e documentate fonti, da qui l’idea, la voglia, dopo un approfondito e serio studio di far sapere, far conoscere. E cosa ci propone? Un Rasputin più vittima che cospiratore. I risultati di questa ricerca, poi, sono stati postati nel film anche attraverso una proposizione iconografica, diligente ed accorta. Chi ama il Caravaggio, ad esempio, avrà modo di constatare come “Fotografia e pittura” si alternano gradevolmente, prendendosi per mano. La coscienza caravaggesca è presente con tutta la sua emozionante impulsività. Luci ed ombre ovvero \ Verità e Bugie /. Questo mi par di capire, alla bella prima.
Il regista, quindi, intende proporre non la leggenda o il mito di un portentoso figlio di satana, ma di un mistico ed incompreso uomo collocato all’interno di una epoca non facile, né felice per la nazione Russa. Personaggio che ha praticato con professionalità l’ipnosi e numerose sono le guarigioni attestate da documenti ufficiali. Anche la famiglia Romanov ha un suo destino storico, si presenta fulmineo e forse atteso. Infatti, “... E’ nel nome della Rivoluzione che il Soviet Supremo ha deciso…” la sentenza… è…
Personaggi ed interpreti.
La scelta dei personaggi è stata a lungo meditata dal regista, volutamente meno noti, con esperienza teatrale e tante sono le comparse. A questi attori il regista ha dato anche ampia autonomia espressiva.
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Francesco Cabras |Grigorij Efimovic Rasputin| il suo personaggio, straordinariamente “reale e concettuale”, è stato doppiato da Francesco Pannofino \Clooney – Denzel Washington – Kurt Russel – Jean Claude Van Damme/ per citarne alcuni. Più regista che attore ha accettato questo lavoro solo ed esclusivamente perché è difficile dire di no a Rasputin ed a Louis Nero.
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Daniele Savoca |Principe Feliks Yusupov| vuole liberarsi di Rasputin per motivi personali. Quale sentimento nutre nei confronti del monaco? Perché i congiurati si servono di lui? E’ giunto il momento delle decisioni irrevocabili. E poi…?
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Ottaviano Blitch |Jakov Michajlovič Jurovskij | rivoluzionario russo è lui che esegue la… di Ekaterinburg.
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Diana Dell’Erba |Zarina Alessandra Fëdorovna | Donna tormentata. L’unico figlio maschio dopo 4 femmine è gravemente ammalato. Chiama a palazzo diversi veggenti, taumaturghi o presunti tali, tra cui lo starec della Siberia Rasputin. Dice di Rasputin “Diceva di parlare spesso con satana, invocando preghiere e digiuni per combatterlo. Lo scaltro nemico voleva impossessarsi della sua anima, devota a Dio. Era importunato dal diavolo, che gli appariva sotto diverse forme. Non sembrava normale, agitava le mani, cantava qualcosa, faceva gesti minacciosi” …
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Vincenzo Fiorito \ pittore - scenografo / A lui dobbiamo una scenografia che rispecchia attimo dopo attimo l’idea del regista. I cospiratori, ad esempio che devono far assumere dosi cospicue di veleno, sono un tutt’uno con i colori di un ambiente che non è certamente quello per una serata di gala o di uno studio aristocratico ampio e sfarzoso. Mi ha dato bellissime emozioni video pittoriche.
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Teho Teardo \ musicista /. Parlando del film dice “Rasputin era tra i mondi che mi intrigano. E’ una storia interessante perché è una vera storia. Quindi ho deciso di lavorarci. Poi con Louis in passato ho già fatto un altro film e per me è stato molto soddisfacente. Non è facile in Italia avere la possibilità di sperimentare facendo il proprio lavoro. Con Louis ho la possibilità di poterlo fare, mi auguro di poter realizzare, con lui, anche un terzo film.
Se e solo se ti avvicini con pazienza, stupore, voglia di conoscere altre verità sul contadino ignorante e sul modo di presentarle; non diventi, di lì a poco, preda di un disagio e di una inquietudine psichica. Sicuramente non è un film per tutte le età. Se e solo se in futuro avrai voglia di Cinema, ti consiglio di rivederlo.
“Ora ascolterete la mia voce, la mia voce vi aiuterà e vi condurrà sempre più a fondo nella mia storia. Ogni volta che sentirete la mia voce, a ogni parola, entrerete in uno stato di rilassamento sempre più profondo, più ricettivo. Ora siete in mio potere, vi guiderò nei meandri più scuri della mia storia. Conterò fino a tre e sarete catapultati all’interno del mio ultimo giorno di vita. Uno… due… tre.
(Grigorij Efimovič Rasputin)
Good Click!
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ludovico piccolo
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giovedì 21 aprile 2011
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rasputin e le lande desolate del cinema italiano.
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La steppa è innevata, vuota, una lieve bufera fa roteare nell’aria i fiocchi di neve che, come impazziti, tracciano nell’atmosfera traiettorie irregolari, per poi posarsi sull’enorme tappeto bianco, formatosi sopra l’antica terra di Russia.
Le landa è desolata e nessuno osa avventurarsi in questi territori oscuri e tenebrosi.
All’improvviso appare un uomo, cammina solitario ed ha in mano un bastone, egli è l’unico ad avere il coraggio di affrontare questi luoghi così ostili; questo uomo è Rasputin, il protagonista del film che andremo ora ad analizzare.
La scena che è stata appena descritta è l’emblema della situazione in cui verge al giorno d’oggi il cinema d’autore, o indipendente come lo si voglia chiamare, nel mondo e, soprattutto, in Italia; un cinema oramai sempre più schiavo del Dio denaro e della televisione.
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La steppa è innevata, vuota, una lieve bufera fa roteare nell’aria i fiocchi di neve che, come impazziti, tracciano nell’atmosfera traiettorie irregolari, per poi posarsi sull’enorme tappeto bianco, formatosi sopra l’antica terra di Russia.
Le landa è desolata e nessuno osa avventurarsi in questi territori oscuri e tenebrosi.
All’improvviso appare un uomo, cammina solitario ed ha in mano un bastone, egli è l’unico ad avere il coraggio di affrontare questi luoghi così ostili; questo uomo è Rasputin, il protagonista del film che andremo ora ad analizzare.
La scena che è stata appena descritta è l’emblema della situazione in cui verge al giorno d’oggi il cinema d’autore, o indipendente come lo si voglia chiamare, nel mondo e, soprattutto, in Italia; un cinema oramai sempre più schiavo del Dio denaro e della televisione. Tutto ciò però non interessa a Louis Nero, l’autore del film, il quale, dimostra di non preoccuparsi delle regole di mercato e di andare verso quello che è lo scopo più puro del mezzo cinematografico, l’arte.
La pellicola del regista torinese può tranquillamente essere guardata come si guarda un quadro; la fotografia, la suddivisione delle schermate in “pictures” e le sue inquadrature simmetriche e regolari danno vita a un prodotto finale esteticamente molto valido.
Una visione superficiale del film potrebbe dare vita a commenti tipo “l’opera di Nero si perde si specchia troppo su se stessa” oppure “il troppo estetismo toglie spazio allo sviluppo narrativo del film”, niente di più sbagliato. Il merito che si può attribuire a Nero per questo film è, invece, proprio la funzionalità narrativa delle “pictures”, che concorrono attivamente allo sviluppo del plot, dando vita a una visione a “tuttotondo” di quello che sta succedendo nella scena.
Il film mantiene un ritmo costante, nelle azioni, nei dialoghi e nel montaggio, dall’inizio alla fine, dando vita a scene efficaci e a un intreccio, basato sui flashback, pienamente riuscito.
Louis Nero ha avuto coraggio, non si può che sperare che il suo film funga da esempio a registi e produttori, i quali, magari, oseranno di più e rischieranno in nome dell’arte e della cultura.
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flandi
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mercoledì 15 giugno 2011
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rasputin un film d'atmosfera e quadri viventi
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Louis Nero, trentaquattrenne regista torinese e produttore indipendente, incentra questo
nuovo lavoro sulla figura di Rasputin, monaco contadino che con le sue doti di guaritore
divenne così influente alla corte degli ultimi Zar di Russia da attirarsi l'ira dei nobili
spodestati del loro ruolo, i quali ne organizzarono l'uccisione. Da documenti risalenti al
processo che ne seguì, di recente resi pubblici dal governo della Repubblica Russa, Nero
ha tratto una sceneggiatura originale che fa di Rasputin, anziché l'uomo dissoluto e
opportunista cui ci ha abituati una tradizione storica ora superata, l'uomo che insegue la
singolare idea, che solo attraverso una profonda conoscenza del peccato si può arrivare
alla purificazione dell'anima e all'ottenimento di poteri soprannaturali.
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Louis Nero, trentaquattrenne regista torinese e produttore indipendente, incentra questo
nuovo lavoro sulla figura di Rasputin, monaco contadino che con le sue doti di guaritore
divenne così influente alla corte degli ultimi Zar di Russia da attirarsi l'ira dei nobili
spodestati del loro ruolo, i quali ne organizzarono l'uccisione. Da documenti risalenti al
processo che ne seguì, di recente resi pubblici dal governo della Repubblica Russa, Nero
ha tratto una sceneggiatura originale che fa di Rasputin, anziché l'uomo dissoluto e
opportunista cui ci ha abituati una tradizione storica ora superata, l'uomo che insegue la
singolare idea, che solo attraverso una profonda conoscenza del peccato si può arrivare
alla purificazione dell'anima e all'ottenimento di poteri soprannaturali.
In questo film Nero si conferma ancora una volta capace di una fotografia curatissima che
rende alla perfezione le atmosfere talvolta cupe, talaltra quasi di fiaba e fa delle scene veri
e propri quadri viventi grazie alla ricchezza di colori, alla scelta precisa degli arredi aiutata
dal pittore-scenografo Vincenzo Fiorito, ma, soprattutto, grazie a un complesso lavoro
effettuato in fase di montaggio con cui ha creato azioni che si svolgono su piani diversi e
contemporanei: un'azione lentamente cresce all'interno di se stessa; dettagli di un'altra
azione si evidenziano affiancati in dittici e trittici; due azioni diverse scorrono una sull'altra
in orizzontale unite da una terza scena che si sviluppa in verticale e così via, in un
movimento continuo che dapprima destabilizza lo spettatore, poi lo avvolge, lo ipnotizza e
di nuovo lo scuote, in un continuo prendere e lasciare.
Rasputin è reso perfettamente dal volto fortemente espressivo di Francesco Cabras
doppiato dalla voce suadente di Francesco Pannofino e spicca per intensità e
coinvolgimento, insieme al Principe Jusupov interpretato da un sensibile Daniele Savoca,
sul cast di pochi attori professionisti e di molti attori provenienti dal teatro amatoriale, i
quali invece sono volutamente indotti ad aderire a questa composizione pittorica tramite
una recitazione quasi sempre distaccata, monocorde, bene accompagnata dalla calda
voce narrante di Franco Nero e dalla musica d'atmosfera di Teho Teardo, a volte
inquietante a volte di una serenità rarefatta.
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gretalene
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lunedì 16 maggio 2011
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molto interessante, come tutti i film di l.nero.
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Atmosfere teatrali,scenografia stupefacente, belle luci, eccellente interpretazione di F.Cabras e del grande Ottaviano Blitch.
[+] la sostanza nella tecnica
(di arkadico)
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renato volpone
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lunedì 11 aprile 2011
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riuscitissimo esperimento di cinema-teatro
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Da Luis Nero, un regista tecnico, ecco un film di vera sperimentazione. La storia racconta l'ultima notte di vita di Rasputin e da qui le immagini della sua crescita politica e spirituale, mostrandone anche i lati più oscuri. Il personaggio è da sempre avvincente e interessante, ma qui quello che colpisce è l'uso del mezzo cinematografico, in particolare le inquadrature che si suddividono sullo schermo in più spazi: quasi una rappresentazione teatrale su più livelli. Bellissima la scala a chiocciola che sale e l'immagine del soggiorno su due frame separati ma proposti insieme. La ricostruzione degli ambienti è perfetta e anche le luci e la fotografia lo sono. Qualche piccola pecca nella recitazione e il racconto, sulla suadente voce di Franco Nero, si trascina un po' lentamente, ma l'esperimento è riuscito e si perdona tutto.
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august
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domenica 26 giugno 2011
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un film da gustare come uno spuamnted'annata
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Il film di Louis Nero su Rasputin è uan sorpresa per il cinema italiano un film forte vigoroso che ricrea in alcuni quadri bellissimi dove trionfa la maestria di Louis Nero direttore della fotografia la vicenda personale e la morte del monaco più famoso di tutte le Russie. Francesco Cabras è perfetto in questo ruolo e riesce con tecnica stanislaya a rendere giustizia al personaggio non più icona dle male ma uomo vero e proprio. Anche molto brava nel ruolo dell’imperatrice Diana Dell'Erba e Angelo Santamaria in quello delo Zar. Gli mabineti la forma narrativa mostrano uan padronanza rarissima e quasi assoluta della macchina cinematografica da parte di Louis Nero come le musiche di Teho Teardo .
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Il film di Louis Nero su Rasputin è uan sorpresa per il cinema italiano un film forte vigoroso che ricrea in alcuni quadri bellissimi dove trionfa la maestria di Louis Nero direttore della fotografia la vicenda personale e la morte del monaco più famoso di tutte le Russie. Francesco Cabras è perfetto in questo ruolo e riesce con tecnica stanislaya a rendere giustizia al personaggio non più icona dle male ma uomo vero e proprio. Anche molto brava nel ruolo dell’imperatrice Diana Dell'Erba e Angelo Santamaria in quello delo Zar. Gli mabineti la forma narrativa mostrano uan padronanza rarissima e quasi assoluta della macchina cinematografica da parte di Louis Nero come le musiche di Teho Teardo . Nessun punto debole in un racconto difficile perché richiede la massima attenzione da parte dello spettatore che va al cinema per pensare e istruirsi con un film simile. Bellissima la voce narrante di Franco nero ma mi chiedo come mai non s’accenni mai alla prima guerra mondiale dove i russi e gli altri sudditi dell’impero furono imbottiti di piombo e tritolo dagli imperi centrali . Un film da vedere piú volte
Robert Fogelberg Rota
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kevglaich
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mercoledì 25 aprile 2018
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soprannaturali
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Louis Nero incentra questo lavoro sulla figura di Rasputin, monaco contadino che con le sue doti di guaritore divenne così influente alla corte degli ultimi Zar di Russia da attirarsi l'ira dei nobili spodestati del loro ruolo, i quali ne organizzarono l'uccisione. Da documenti risalenti al processo che ne seguì, di recente resi pubblici dal governo della Repubblica Russa, Nero ha tratto una sceneggiatura originale che fa di Rasputin, anziché l'uomo dissoluto e opportunista cui ci ha abituati una tradizione storica ora superata, l'uomo che insegue la singolare idea, che solo attraverso una profonda conoscenza del peccato si può arrivare alla purificazione dell'anima e all'ottenimento di poteri soprannaturali.
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