Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Regia di | Stefano Incerti |
Attori | Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Florencia Raggi, Jorge Marrale, Víctor Hugo Carrizo Juan Leyrado, Rita Terranova, Daniele Tedeschi. |
Uscita | venerdì 17 aprile 2009 |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 2,80 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 6 novembre 2009
Cronaca di un amore sotto la dittatura militare di Jorge Videla. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Complici del silenzio ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 89,6 mila euro e 34,1 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Argentina, 1978. Maurizio Gallo, giornalista sportivo italiano, viene inviato a Buenos Aires per seguire i Campionati mondiali di calcio. Accompagnato dal collega fotoreporter, Maurizio farà visita ai parenti argentini, integrati e 'collusi' con uno dei bracci del regime di Videla, Pablo Pere, marito altero della cugina. Partito dall'Italia col cuore infranto e deciso a dimenticare il perduto amore tra una punizione e un calcio di rigore, il giornalista finisce per innamorarsi di Ana, ex moglie di un amico e membro clandestino di una formazione guerrigliera, che si oppone al regime militare. Sospettato suo malgrado di propaganda rivoluzionaria, rimane vittima della dittatura, patendo detenzione e tortura e condividendo il destino della donna amata.
Cosa rende diverso Complici del silenzio da tutte le altre opere che negli anni recenti hanno descritto i soprusi e le (s)torture della dittatura argentina? Forse niente. Abbiamo già sofferto con i film di Bechis (Garage Olimpo e Figli) o con le sconvolgenti immagini della Notte delle matite spezzate. Sembra però che il cinema argentino e quello italiano abbiano ancora bisogno di fare i conti con il proprio passato drammatico e criminale, di ricostruire a posteriori, di indagare un'assenza, quella di trentamila persone svanite nel nulla. Questo e altri film dimostrano che la profonda ferita aperta alcuni decenni fa e denunciata dalle coraggiose madri di Plaza de Mayo, è lontana dall'essere rimarginata.
Attraverso una storia d'amore e una suspense intensa e persecutoria, Stefano Incerti torna sulle violenze impietose degli aguzzini e sull'invasività ottusa del potere, per denunciare una volta di più una delle pagine più nere del nostro vissuto. Ambientato durante i Mondiali del settantotto, il calcio nel film non viene mai giocato dal vivo ma trasmesso in televisione o commentato alla radio, dimostrando che quella manifestazione sportiva si impegnava a legittimare la dittatura militare di Videla, a recuperare prestigio agli occhi dei paesi esteri, a infondere l'orgoglio nazionale tra la stessa gente che perseguitava, a occupare l'immaginario, a dissimulare i massacri, a insabbiare l'orrore, spegnendo i dissensi dietro una combine combinata con la nazionale peruviana.
Complici del silenzio individua due tendenze e distingue due tensioni: la prima parte del film è "fuori", è "leggera" e coincidente con lo sguardo innamorato del protagonista sull'oggetto del suo desiderio e sulla terra che lo ospita. Gli occhi "in amore" di Alessio Boni vedono parzialmente e riflettono il suo conoscere parziale. Il secondo periodo è "dentro", è un dramma carcerario e insieme la cronaca di ciò che non resta, di una pagina mai scritta sugli 'scomparsi' dimenticati dai loro governi e ignorati dalla patria di accoglienza. Lo sguardo soggettivo di Boni cede il passo a uno sguardo esterno, artificioso e funzionale a mostrare la violenza fisica (i volti battuti, lividi e tumefatti) e quella dei sentimenti e delle emozioni (il terrore, la rabbia, l'impotenza), che straziano il corpo vittima della tortura, il corpo attoriale chiamato a interpretare la vera vittima. Incerti sacrifica il rigore cinematografico a vantaggio della "godibilità" con l'intento evidente di rivolgersi a un pubblico giovane che del regime videlista conosce poco o nulla. Un dilemma etico-estetico su cui sospendiamo il giudizio, a fronte di un cinema (della memoria) e di una Storia (quella dei desaparecidos) che combattono per trovare una riconoscibilità.
Venerdì 17 maggio 2013, all’età di 87 anni, colpito da malore, moriva uno dei peggiore, più spregevoli e terribili dittatori della storia dell’Uomo, Marcos Vileda. Governò col sangue l’Argentina dal 1976 al 1981, dopo il golpe del ’76 che organizzò per cacciare Isabelita Peron. L’intera diplomazia internazionale lo fece fare, senza batter [...] Vai alla recensione »
Il cinema è una mia grande passione, ma è la prima volta che sento la necessità ed il dovere di scrivere qualcosa. Vedere questo film mi ha fatto sentire un'osservatrice privilegiata di una storia, mostrata con estrema lucidità e senso realistico, da noi non molto conosciuta a causa del doloso silenzio degli organi di informazione. Silenzio altrettanto doloso anche nella pubblicità che è stata fatta [...] Vai alla recensione »
Ancora un film sui 30000 desaparesidos - scomparsi, uccisi - argentini della dittatura di Vidal. Si chiede Marzia Gandolfi perché... Primo perché non è mai sufficiente ricordare quei tragici eventi, perché non avvengano più né in Argentina né - ce n'è purtroppo il timore - in un prossimo futuro in Italia (se non a quel livello ma, in [...] Vai alla recensione »
Pellicola che pur riprendendo apparentemente senza grosse sorprese l'arcinota storia della dittatura del regime di Videla ha un grande pregio: quello di far vivere allo spettatore un clima insieme di festa e di terrore come un magma di sensazioni sempre fluente, silenzioso ma inarrestabile. La politica c'è, si insinua fin dalle prime battute, fin dall'arrivo in aeroporto e scava pian piano un solco [...] Vai alla recensione »
Regia Stefano Incerti. Con Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Juan Leyrado, Florencia Raggi. Il giornalista Maurizio Gallo in cerca del mondiale argentino scoprì il dramma dei desaparecidos. Trama: Maurizio Gallo, giornalista sportivo inviato a Buenos Aires per il mondiale del 1978, si accorge che mentre tutto il mondo è distratto da quello che avviene sui campi di calcio, la giunta militare di Videla [...] Vai alla recensione »
Un film bellissimo. La violenza e la crudele sopraffazione della dittatura militare di Vileda, vengono rappresentati in modo estremamente coinvolgente e e lo spettatore viene catapultato empaticamente e dolorosamente negli strazi dei protagonisti. I mondiali di calcio del '78 fanno da cornice e da "scientifica" copertura all'immensa tragedia subita dal popolo argentino in quegli anni, [...] Vai alla recensione »
Un film bellissimo. La violenza e la crudele sopraffazione della dittatura militare di Vileda, vengono rappresentati in modo estremamente coinvolgente e e lo spettatore viene catapultato empaticamente e dolorosamente negli strazi dei protagonisti. I mondiali di calcio del '78 fanno da cornice e da "scientifica" copertura all'immensa tragedia subita dal popolo argentino in quegli anni, che lascia lo [...] Vai alla recensione »
Io non riesco a capire perchè un ottimo film non venga pubblicizzato in maniera adeguata! Succede sempre che dei "film" con attori improvvisati o film americani prendono il sopravvento su attori e registi culturalmente un secolo avanti!
CHE RIESCE A FAR ENTRARE LO SPETTATORE PARALLELAMENTE AL PROTAGONISTA ALL'INTERNO DELLA REALTA' DEI DESAPARESITOS. FACENDO SOTTILMENTE CAPIRE IL PERCHE' TUTTI (O MOLTI) SONO STATI O SAREMMO STATI ANCHE NOI COMPLICI DI QUESTO SILENZIO PER IL SEMPLICE FATTO: "A ME NON PUO' CAPITARE, LA MIA FAMIGLIA E' PERBENE, IO HO L'IMMUNITA' SONO ITALIANO.
La critica ha fatto il suo. Nonostante l'analisi obiettiva e positiva di Rondi il resto del parterre si è "risparmiato" nel sottolineare il valore di questo film lasciandosi invece andare ad entusiastici apprezzamenti su "Focaccia blues". Come al solito...
Il film è discreto, ma spero soprattutto che serva a farci riflettere su una cosa che non ha niente a che spartire col cinema: lo sport e come tutti noi ne restiamo accecati. In Italia tutti si occupano di calcio: ebbene, riflettiamo non tanto sulla giunta militare argentina in sé (criminale, ma dall'altro capo del mondo), quanto sul comportamento tenuto da noi italiani, proprio noi, [...] Vai alla recensione »
Non sarebbe meglio chiedersi del perchè alcuni dittatori usano certi metodi anticonvenzionali per reprimere le opposizioni?Forse per scongiurare un capovolgersi della situazione? In italia le brigate rosse sono riuscite a farlo.Sono riuscite a fare la stessa cosa trucidando quelli che loro ritenevano servi del regime o solo perchè lo sospettavano.
Mi è piaciuto lo spaccato con cui la regia ha dipinto una Buenos Aires metropolitana e notturna, il tutto descrivente un atmosfera di massimma spensieratezza; in antitesi, invece, l'altra faccia della medaglia, ossia la mattanza, la mancanza di rispetto dei diritti umani, la violenza ecc.... ecc...... molto bello questo aspetto ! non mi è piaciuto l'eccessiv [...] Vai alla recensione »
Un italiano che si scopa una attivista contro il regime e un ragazzo che va al funerale di un suo professore assassinato dallo stesso regime SERVONO al regista per inscenare un fumetto truculento ( a parte le scopatine iniziali e di intermezzo, visto il Boni, "bono" ), che dovrebbe denunciare la terribile realtà delle torture e dei desaparecidos ai tempi drlla dittatura di Videla.
Dopo lo svelamento delle «verità nascoste» sul primo pentito di mafia in «L'uomo di vetro» con «Complici del silenzio» ispirato da un soggetto del giornalista Rocco Oppedisano, Stefano Incerti riapre una pagina drammatica della storia argentina. La tragedia dei desaparecidos sotto la dittatura Videla è riproposta dall'autore napoletano in tutta la sua crudeltà da genocidio nazista in stridente contrasto [...] Vai alla recensione »
Stefano Incerti ha certamente pensato alla contemporaneità per il suo nuovo film: qual è oggi quel paese dove il calcio impera e invade tutto lo spazio mentale, mentre in silenzio si tolgono uno dopo l'altro gli spazi della libertà? Possiamo leggere il suo film come un segnale di attenzione. Il film parla dell'Argentina ai tempi della dittatura. «Nunca mas», mai più, non è solo un modo di dire, ma [...] Vai alla recensione »
Alessio Boni è un cronista sportivo italiano che nel ' 78 viene inviato a Buenos Aires (con il fotografo Giuseppe Battiston) per seguire i mondiali di calcio. Ha da consegnare del denaro a una donna, che si rivelerà una guerrigliera, per incarico di un argentino che vive in Italia, e ha parenti ex emigranti ora arricchiti a casa dei quali conosce un pezzo grosso dell' apparato repressivo.
Gli anni più bui della dittatura argentina, quelli delle torture e dei desaparecidos, visti con gli occhi di un testimone involontario: un giornalista sportivo italiano che arriva a Buenos Aires nel 1978 per i mondiali di calcio (Alessio Boni). E si ritrova impigliato in un amore con la giovane cui porta una lettera e soldi da parte dell'ex-marito italiano, che si scoprirà essere una combattente clandestina [...] Vai alla recensione »