La duchessa di Langeais

Film 2007 | Storico, 137 min.

Titolo originaleNe touchez pas la hache
Anno2007
GenereStorico,
ProduzioneFrancia, Italia
Durata137 minuti
Regia diJacques Rivette
AttoriJeanne Balibar, Guillaume Depardieu, Bulle Ogier, Michel Piccoli, Anne Cantineau Barbet Schroeder.
Uscitavenerdì 13 luglio 2007
DistribuzioneMikado Film
MYmonetro 2,86 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Jacques Rivette. Un film con Jeanne Balibar, Guillaume Depardieu, Bulle Ogier, Michel Piccoli, Anne Cantineau. Cast completo Titolo originale: Ne touchez pas la hache. Genere Storico, - Francia, Italia, 2007, durata 137 minuti. Uscita cinema venerdì 13 luglio 2007 distribuito da Mikado Film. - MYmonetro 2,86 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 19 gennaio 2017

Un amore passionale e senza speranza nella Francia ipocrita della Restaurazione. In Italia al Box Office La duchessa di Langeais ha incassato 150 mila euro .

Consigliato sì!
2,86/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,88
PUBBLICO 2,70
CONSIGLIATO SÌ
Adattamento storico efficace di un romanzo d'appendice di Balzac.
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 16 febbraio 2007
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 16 febbraio 2007

Armand de Montriveau, giovane e attraente generale francese, ritrova nell'isola di Majorca come suora di clausura la duchessa Antoinette de Langeais, di cui si era perdutamente innamorato cinque anni prima. Riviviamo da questo momento le varie fasi di una passione maschile abilmente contrastata da una donna attratta ma non disposta a cedere.
Jacques Rivette si rivolge questa volta a Balzac per continuare l'esplorazione di quei sentimenti contrastanti che sono la passione che acceca e l'attrazione erotica che ha bisogno di tortuosi percorsi per potersi manifestare, ivi compresa la negazione della sessualità esplicita. L'adesione al testo è però questa volta ancor più radicale che nel passato. Rivette ammette che è stato Rohmer a spingerlo a leggere Balzac e Dostoevski fin dagli anni Cinquanta, ma che la resistenza è stata forte. Complice una notte insonne l'incontro è finalmente avvenuto. Ecco allora che il regista ha sentito il bisogno di non 'modernizzare' chi già di per sé era moderno, ma di realizzare una trasposizione che rispettasse il sentire dell'autore.
In quel progressivo avvicinarsi e perdersi che non ha età ed epoca (e che in Balzac riusciva anche a riflettere i mutamenti sociali del periodo storico che descriveva) Rivette inserisce i ritmi della lettura. I cartelli che rimandano all'epoca del muto non sono altro che le interpunzioni linguistiche di un cinema che non rinnega la letteratura per trasformarla, ma cerca in essa una forma comunicativa. Per far questo occorrono però due interpreti all'altezza, e Jeanne Balibar e Guillaume Depardieu lo sono. La prima offre al film una 'non bellezza' estremamente seducente modulata su canoni di un'altra epoca che non diventano mai ridicoli, perché riescono a far comprendere come le parole e le convenzioni mutino ma il gioco dell'amore rimanga eternamente simile a se stesso. Il secondo ripropone la fisicità paterna senza cercare di imitarla. Il suo De Montriveau è ricco di chiaroscuri umorali che segnano un percorso tanto determinato quanto ricco di contraddizioni, che condurranno alla battuta finale che è al contempo metafora di un'epoca ma anche di una condizione umana.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 31 maggio 2013
zanze61

Rilettura molto stendhaliana di un non eccelso racconto di Balzac (dalla Storia dei Tredici), il film di Rivette dimostra splendidamente che per fare un cinema d'ambientazione storica non occorrono rutilanti scenografie, costumi sfarzosi, ingenti risorse economiche: basta un autore originale e innovativo (nonostante i suoi ottant'anni), dotato di una solida cultura letteraria, e capace di trasfonder [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Acciaio contro acciaio, così Armand de Montriveau (Guillaume Depardieu) descrive l'amore con Antoinette de Langeais (Jeanne Balibar). È questo uno strano modo di intendere l'amore. O forse ne è solo un modo, uno fra i molti. In ogni caso, scrivendo La duchesse de Langeais ( 1833), Honoré de Balzac sembra averlo sofferto proprio come scontro e conflitto (nel 1832, lo scrittore fu crudelmente beffato [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
L'Espresso

Balzac scrisse nel 1832 "La duchessa di Langeais": il pettegolezzo biografico-letterario dice che la storia dell'amore tormentoso tra l'aristocratica e un generale napoleonico sia stata ispirata dal rapporto tra il romanziere e la marchesa de Castries che non lo amava, lo prendeva in giro, se lo trascinò dietro fino a Aix-les-Bains e a Ginevra, lo lasciò brutalmente; altri collocano il romanzo nella [...] Vai alla recensione »

Antonello Catacchio
Ciak

Un'isola spagnola. Il generale Armand de Montriveau scopre in un monastero Teresa, la donna che sta cercando da anni. Ottiene il permesso per un'udienza che avrà risvolti clamorosi. Per comprendere, bisognerà tornare indietro di qualche anno, nella Francia della Restaurazione. Lì, l'allora moglie del duca di Langeais non sembrava affatto disdegnare le attenzioni del generale de Montriveau.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Pensano di amarsi alla follia, ma forse non è proprio così. L'ancor giovane generale dell'armata francese, già al servizio di Napoleone, e la nobile parigina si sentono avvolti in un turbine di passione, ma in realtà amano solo se stessi, in una vorticosa, angosciante impossibilità di uscire dal proprio ipertrofico Io. Jacques Rivette descrive nella Duchessa di Langeais, tratto da un racconto lungo [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

«La duchessa di Langeais» era un romanzo della «Commedia Umana» che Balzac, nelle «Scene della vita parigina», aveva ricompreso nella sezione detta «dei Tredici» di cui faceva parte anche quella «Ragazza dagli occhi d’oro» già riletta per il cinema da Jean-Gabriel Albicocco. Jacques Rivette, però, uno dei Grandi del cinema francese, non si è rifatto né a quella riduzione né alle altre, numerosissime, [...] Vai alla recensione »

Vito Attolini
La Gazzetta del Mezzogiorno

Dall'omonimo libro di Balzati,. un autore evidentemente caro al regista che al grande romanziere francese si è ispirato per altri due film, Jacques Rivette, uno dei capostipiti della ex «nouvelle vague», ha fatto un film di grande modernità in cui la sfasatura dei sentimenti, il caso, l'imponderabile trasformano in dramma quella che sembrava una elegante commedia dei sentimenti.

Laura Putti
La Repubblica

Un uomo in divisa militare percorre una chiesa a passi lunghi e sonori e arriva davanti a una grata di ferro. Dietro, qualcuno sparisce in fretta. Il fruscio degli abiti è come una scudisciata. Lo spettatore capisce che quel breve incontro tra l'ufficiale e la suora è una deflagrazione. Ma è l'inizio del film e ne ignora il motivo. Vede un'isola, Maiorca, e sull'isola un convento di clausura.

Manohla Dargis
The New York Times

Jacques Rivette’s “Duchess of Langeais” seems to me a nearly impeccable work of art — beautiful, true, profound. Based on Balzac’s 1834 short novel and set against the French Restoration — Napoleon is in exile and a Bourbon king again sits on the throne — it traces how a passionate affair of the heart curdles into cruelty and obsession. Originally titled “Don’t Touch the Ax” (a threat guaranteed to [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Esce oggi nelle sale italiane La Duchessa di Langeais, era allo scorso festival di Berlino, l'unico che un distributore avrebbe dovuto comperare senza se e senza ma. Lo ha fatto Mikado scegliendo però l'uscita estiva sempre sacrificata in Italia nonostante il tentativo di trasformare le abitudini del calendario come in altri paesi. Esplosivo come è il romantico film stile Impero dal titolo originale [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

La prima metà dell’Ottocento francese offre alla letteratura un’inesauribile fonte d’ispirazione e il cinema d’oltralpe approfitta spesso e volentieri del patrimonio messo a disposizione da autori del calibro di Zola, Flaubert, Maupassant e Balzac. Quest’ultimo, in particolare, si adatta benissimo alle trasposizioni perché la sua prodigiosa lente d’ingrandimento ama scrutare da vicino - senza paura [...] Vai alla recensione »

Federico Raponi
Liberazione

Sedurre quasi per gioco può accendere un fuoco in grado di capovolgere i ruoli e ardere tutto. Non toccare la scure avvertiva - usando altra metafora - Honorè De Balzac nel titolo del suo romanzo che dieci anni dopo avrebbe cambiato in La Duchessa di Langeais . Giurando fedeltà allo scrittore, il cineasta Jacques Rivette e gli sceneggiatori Pascal Bonitzer e Christine Laurent hanno "compresso" per [...] Vai alla recensione »

Marie-Noëlle Tranchant
Le Figaro

Durante una spedizione a Maiorca, il generale francese Montriveau ritrova la donna che amava e di cui aveva perso ogni traccia, diventata monaca in un convento di clausura. Spogliando la storia dal contesto politico e sociale in cui era ambientato il romanzo di Balzac, Rivette si concentra sulla storia dei due amanti. Guillaume Depardieu, selvaggio, emotivo e impetuoso è un Montriveau affascinante, [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Inizio matarazziano. Donna sbrindellata dalla passione e dalla delusione si fa suora e si rinchiude in un convento. L'amante la trova e progetta di trascinarla fuori, per ripartire da zero. Solo che non sono "figli di nessuno", anzi. Lui è un generale dell'armata francese, eroe della Restaurazione nonché parente di Bonaparte; lei è una nobildonna parigina, duchessa di Langeais.

Dario Zonta
L'Unità

Sulle code di una stagione cinematografica esausta, ma infinita, si aggirano, come spettri tra i blockbuster americani, due film francesi, per di più d'autore. Che parlino della Parigi ai tempi della Restaurazione, La duchessa di Langeais di Jacques Rivette, o della Parigi ai tempi dell'Aids, I testimoni di André Téchiné, sembrano essere, nel contesto di questa estiva distribuzione di maghi ribelli [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
il Foglio

La duchessa di Langeais è una perfetta stronza. Chiamatela allumeuse di gran talento, se volete usare un linguaggio più forbito, ma la sostanza non cambia. Nel racconto di Balzac – nato da una personale e cocente sconfitta sentimentale, con una marchesa a lungo corteggiata e mai assaltata, mossa che probabilmente avrebbe sparigliato il gioco – civetta come nessuna ha mai civettato.

Alessandra Levantesi
La Stampa

Nuovo adattamento dal romanzo di Balzac La duchessa di Langeais dopo quello del 1941 con Edwige Feuillere e il copione di Jean Giraudoux che apportò notevoli variazioni all'intrigo. Stavolta il veterano della Nouvelle-Vague Jacques Rivette ha voluto attenersi al dettato letterario, ma il film corretto quanto esangue manca proprio della capacità di Balzac di far balzare dalla pagina appassionanti e [...] Vai alla recensione »

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giovedì 12 luglio 2007
Letizia della Luna

Magro week end cinematografico di una settimana in cui la parte del leone spetta senza dubbio a Harry Potter e l'Ordine della Fenice, uscito nelle sale l'11 luglio. In arrivo Sguardo nel vuoto, esordio dietro la macchina da presa di Scott Frank già sceneggiato [...]

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