Arrivederci amore, ciao

Film 2006 | Azione 107 min.

Regia di Michele Soavi. Un film con Alessio Boni, Isabella Ferrari, Michele Placido, Carlo Cecchi, Alina Nedelea. Cast completo Genere Azione - Italia, 2006, durata 107 minuti. Uscita cinema venerdì 24 febbraio 2006 - MYmonetro 2,95 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Michele Soavi traduce per lo schermo il romanzo crudo-noir di Massimo Carlotto, Arrivederci amore ciao. Il film omonimo racconta la vita senza uscita di Giorgio, ex terrorista che vuole la riabilitazione. Ad ogni costo. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Arrivederci amore, ciao ha incassato 764 mila euro .

Consigliato sì!
2,95/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,77
PUBBLICO 3,07
CONSIGLIATO SÌ
La peggio gioventù degli anni di piombo nel ritorno al cinema di Michele Soavi.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Giorgio è un terrorista di sinistra condannato all'ergastolo e rifugiato in un avamposto guerrigliero nel Centro America. Nel 1989, col crollo del muro di Berlino e successive smobilitazioni, Giorgio decide di rientrare in Italia ma soltanto per tornare ad essere un uomo normale. Consegnatosi alla polizia italiana, come da copione e su suggerimento del vice questore della Digos, Anedda, l'ex-terrorista "canta", rivelando i tanti nomi dei suoi vecchi compagni. Scontata una pena minima in carcere, il Codice Penale prevede cinque anni di buona condotta per ottenere la riabilitazione e Giorgio la vuole ad ogni costo e con ogni mezzo. La strada verso la reintegrazione sociale abbatterà vite colpevoli e innocenti. Giorgio non ripara, non risarcisce, non si pone interrogativi morali e i suoi delitti restano senza castigo.
L'ultimo film di Michele Soavi è tratto dal romanzo di Massimo Carlotto e senza mezzi termini racconta la parte peggiore della generazione giovane degli e negli anni '70. La visione del regista dei famigerati anni di piombo è tutt'altro che romantica e ribellistica, la lotta armata e i suoi crimini sono storia vera. Di quella peggio gioventù, Soavi sceglie il peggio: un'idealista senza una forte connotazione ideologica che confluisce nell'organizzazione terrorista quasi a sfogare una spontanea inclinazione al crimine. L'ex terrorista, interpretato in maniera convincente da Alessio Boni, è credibilmente e definitivamente cattivo. Il suo personaggio, contrappasso del Matteo Carati arruolato in polizia ne La Meglio Gioventù, non ha sfumature, non ha cedimenti, non ha redenzione. Giorgio acquista, perché la paga, la riabilitazione e il codice fiscale, ribadendo la sua aggressività e riconfermando la vocazione alla prevaricazione. Il finale crudele, ambientato nel nord-est di un'Italia mai così cruda e nera, non rassicura lo spettatore ma resta addosso come la canzone di Caterina Caselli, magnifica ma privata da Soavi della connotazione leggera. Perché anche lo spettatore dovrà morire "un po' per poter vivere".

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 15 giugno 2010
Kronos

Il ritorno al grande schermo di Michele Soavi, dopo lustri di Fiction TV, ha lasciato il segno: tra entusiasmi e stroncature è innegabile che "arrivederci amore ciao" sia lontano anni luce da quella piattezza televisiva che caratterizza una parte importante del cinema attuale. Soavi non ha avuto paura d'osare e probabilmente ha realizzato il suo miglior film: un amorale noir dalle ascendenze tarantiniane [...] Vai alla recensione »

sabato 25 agosto 2012
andyflash77

C’è stata una generazione allo sbando nel nostro paese. Una classe d’età che pur di comprarsi il biglietto per un mondo migliore ha intrapreso il cammino della forza armata. Quella generazione ormai è stata affondata dai risvolti della storia e cerca da tempo un modo per redimersi. Una maniera per rientrare nella società come esseri normali, assoggettati alle [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 agosto 2010
paride86

Un film parzialmente riuscito, quello di Michele Soavi. Il personaggio principale è un caimano che tutto domina e tutto calpesta, purtroppo non egregiamente interpretato dal bell'Alessio Boni, forse non adatto a un ruolo così nero. Per il resto questo film è un'occasione sprecata per parlare del terrorismo italiano, dei risvolti politici, ecc. Rimane un buon film d'azione.

sabato 1 maggio 2010
ultimoboyscout

Tutto avrei pensato meno che questo sarebbe stato un gran bel film! Michele Soavi è conosciuto solo per boiate pazzesche e film vari di serie B e C e invece stavolta si esalta confezionando un prodotto davvero coi fiocchi! Boni non mi aveva mai convinto e anche lui, in questo caso, firma un'interpretazione notevolissima. Molto bello, forte e incisivo (finchè dura) il personaggio [...] Vai alla recensione »

lunedì 27 giugno 2022
no_data

Tratto dall'omonimo romanzo di Massimo Carlotto, questo film con ambientazione "noir" soddisfa solo a meta', per il mestiere della regia di Soavi e per l'ottima prestazione degli attori, tutti giovani, la Ferrari, Boni e il collaudato Michele Placido. Il protagonista vive una vicenda un po' improbabile, fra amori, gangsters e uccisioni da "killer", conservando pero' [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Dario Zonta
L'Unità

Michele Soavi, master of horror all’italiana (figlio putativo di Dario Argento), adatta Arrivederci amore, ciao di Massimo Carlotto in un film di genere. Impresa non facile, benché invogliata da una prosa lucida e tagliente che ritrae la figura di un ex terrorista di sinistra in cerca di una nuova verginità sociale, raggiunta con il cinismo di un assassino imbelle.

Federica Lamberti Zanardi
La Repubblica

Tratto dal romanzo di Massimo Canotto, questo film girato con mano ferma da Michele Soavi è una bella metafora della società moderna dove alla fine sembrano vincere sempre i peggiori (vedi anche Woody Allen nel suo ultimo Match Point). Alessio Boni interpreta con maestria il cattivissimo Giorgio Pellegrini, un ex terrorista che, dopo aver trascorso anni di esilio in Sud America combattendo accanto [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Da colonna sonora di sentimenti nobilmente dolorosi com'era in La stanza del figlio (chi non ricorda quella scena della famiglia in macchina, quando cantano tutti insieme?) la voce di Caterina Caselli che intona Insieme a te non ci sto più diventa colonna sonora del marciume di Giorgio Pellegrini, il personaggio creato da Massimo Carlotto nel romanzo che da un verso della famosa canzone prende il titolo, [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Violento, incalzante, cattivista, sensuale. E, soprattutto, un film (se vi sembra poco pensate al resto del cinema italiano). Con Arrivederci amore, ciao Michele Soavi dimostra che non sono sfiorite le promesse di DellaMorte DellAmore (1994) e non possiamo permetterci di tenere a bagnomaria un talento così disinibito e non omologato: tratta dall'omonimo romanzo di Massimo Carlotto, ex militante di [...] Vai alla recensione »

Serafino Murri
XL

Con l'ausilio del romanzo (certo non il migliore) del re del noir nostrano Massimo Carlotto, Soavi torna al cinema per raccontarci la parabola infame di un ex terrorista rosso, bello e spietato (Alessio Boni) pronto a tutto pur di riciclarsi in un’Italia incarognita. Tra un fumetto de L’intrepido e uno Scorsese rivisitato, un ritorno sopra te righe del poliziottesco all’italiana dove non basta la bravura [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Destino di un ex terrorista che passa dalla militanza al crimine, accompagnato da una vecchia canzone di Caterina Caselli, in Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi, tratto dall’omonimo romanzo pubblicato da E/O di Massimo Carlotto, il più dark e veloce degli scrittori italiani. Nella selva latinoamericana, la notizia della caduta del Muro di Berlino raggiunge nel 1989 pure due italiani condannati [...] Vai alla recensione »

Raffaella Giancristofaro
Film Tv

Giorgio Pellegrini, nome di battaglia "Che Guevara", rientra in Italia dopo la latitanza sudamericana da extraparlamentare di sinistra. Baratta il suo reintegro con informazioni sui suoi compagni di militanza a un dirigente senza scrupoli della Digos, che lo ricatta coinvolgendolo in crimini e omicidi a sangue freddo. Nella corsa ad arricchirsi, niente e nessuno viene risparmiato.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Dalla banda della Magliana a certi “pentiti” anni ’70. Da Romanzo criminale a Arrivederci amore, ciao. Due libri, prima che film, scritti guardando al genere ma con cognizione di causa. De Cataldo ha seguito da magistrato il processo alla banda romana. Carlotto le prigioni le ha viste da dentro. Il risultato sa di pulp ma allude a certa Italia di oggi, corrotta, delinquenziale, pronta a tutto.

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

È «un romanzo sulla parte peggiore della mia generazione. Quella che ha imboccato la scelta scellerata della lotta armata e, una volta sconfitta, ha scelto di non pagare il conto con la giustizia e tra pentitismo, delazione e ricatti è riuscita a evitare l’ergastolo». Così Massimo Carlotto su «Arrivederci amore, ciao» scritto dopo «Il fuggiasco», diventato anche quello un film.

Max Stèfani
Il Mucchio

Se ne è parlato molto di questo film. Non tanto per le sue qualità prettamente cinematografiche, ma per il tema e per l’autore del libro dal quale è tratta la sceneggiatura: Massimo Carlotto. Fuoriuscito da 25 anni, condannato in contumacia all’ergastolo, rifugiato dal 1990 a Parigi, gli viene concessa la grazia nel 1993 da Scalfaro. Tutto era cominciato il 20 gennaio del 1976, quando il giovane militate [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Danni dei cd regalati dai giornali. La brava ragazza torna a casa dal fidanzato, prova una serie di completini sexy, sposta il materasso qua e là perché l’appartamento non è ancora arredato, e finalmente si sdraia in posa da odalisca (impresa superiore alle sue doti di attrice). Lui intanto sta in cucina, a cercare qualcosa nel frigo. Passano trenta secondi, e il cd spara a tutto volume “Arrivederci [...] Vai alla recensione »

winner
miglior canzone
David di Donatello
2006
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