Titolo originale | Felicia's Journey |
Anno | 1999 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna, Canada |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Atom Egoyan |
Attori | Bob Hoskins, Peter McDonald, Elaine Cassidy, Arsinée Khanjian . |
MYmonetro | 2,70 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un pacifico, quasi timido, responsabile della cucina di una grande azienda vive una vita solitaria, concedendosi, naturalmente, cibi squisiti e una se... Al Box Office Usa Il viaggio di Felicia ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 728 mila dollari e 43,1 mila dollari nel primo weekend.
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Un pacifico, quasi timido, responsabile della cucina di una grande azienda vive una vita solitaria, concedendosi, naturalmente, cibi squisiti e una serie di video di sua madre, antica diva della TV. In realtà l'uomo è un serial killer. Quando si interessa di una ragazza sola e spaesata, mette in atto il suo piano che dovrebbe portare all'ennesimo assassinio. Ma qualcosa si inceppa. Ruolo adatto per Hoskins. Cassidy regge il gioco. Ma è un gioco freddo, una partita a scacchi già disputata.
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Sono d'accordo con la recensione di Farinotti, Il Viaggio di Felicia è un buon film, ma un gioco freddo, quasi un esercizio di stile. La profondità di introspezione si ferma giusto al punto in cui si riuscirebbe a provare empatia per i personaggi, così come il messaggio morale religioso si ferma giusto prima di poter comprendere la vera posizione del regista.
Cosa c'è di più terribile della perfezione? Nel film di Atom Egoyan la perfezione, sinistro presagio di deviazione, è incarnata dal suo inamidato protagonista, l'irreprensibile signor Hilditch, cresciuto all'ombra di una madre ossessiva e invadente, stella televisiva delle ricette di cucina negli anni 50. Una perfezione raggiunta attraverso terribili complessi, e tradotta in un'apparente, tranquilla [...] Vai alla recensione »
Bob Hoskins è straordinario ne Il viaggio di Felicia di Atom Egoyan, tratto da un romanzo di William Trevor (editore Guanda). Recita, benissimo, un grande personaggio: un maturo gastronomo di Birmingham, supervisore di catering industriale, corpulento scapolo solitario, ordinato, menzognero e soave. Un uomo che non ha mai dimenticato la bella madre bruna che dava lezioni di cucina alla TV negli Anni [...] Vai alla recensione »
C’è un fotogramma di Il viaggio di Felicia, di Atom Egoyan, che riassume tutto il film. Una ragazza timida e introversa, Felicia appunto (Elaine Cassidy) viene osservata con sguardo avido e malato da un uomo molto più anziano di lei, Hilditch (Bob Hoskins). La Bella e la Bestia, suggerisce lo stesso regista, ma non è la sola lettura possibile. Felicia è anche una novella Capuccetto Rosso nelle grinfie [...] Vai alla recensione »
Il cinema è anche l'arte di catturare i momenti perduti. Ma "c'è qualcosa di nostalgico e di terrificante nel potere del cinema di ricreare le cose". È Atom Egoyan, armeno di Toronto, a ricordarcelo, a proposito di Il viaggio di Felicia (Canada/Gb), da qualche settimana nelle sale dopo l'anteprima di maggio a Cannes. Lì il regista di Exotica svelò anche passioni ossessive e segrete per Bergman e Pasolini [...] Vai alla recensione »
Anche i serial-killer hanno un'anima. E magari, come il monsieur Verdoux di Chaplin, sono gentili, soavi, prodighi di attenzioni. Finché non cominciano a uccidere. A due anni Da Il dolce domani, il regista armeno-canadese Atom Egoyan è tornato con un film denso e inquietante tratto dal bel romanzo di William Trevor (edito da Guanda) Il viaggio di Felicia.
Nella filmografia di Atom Egoyan, regista canadese di origine armena (classe 1960), ha sempre avuto un ruolo preponderante il tema della solitudine - analizzato e ripreso da ogni possibile prospettiva - e una sorta di voyeurismo diversificato. Considerando la sua costante 'sintomatologia' tematica ad Egoyan deve essere sembrato naturale adattare l'omonimo romanzo dello scrittore irlandese William Trevor [...] Vai alla recensione »
«Giaceremo in pace»: così, nel doppiaggio italiano, Felicia (Elaine Cassidy) allude a una futura, auspicabile condizione generale di felicità. Al termine di Il viaggio di Felicia (Felicia’s Journey, Canada, Gran Bretagna e Usa, 1999) la donna ripensa a Hilditch (Bob Hoskins), il suo “persecutore gentile” che solo per un caso non è stato anche il suo assassino.
Una storia di madri e di figli, di padri e di figlie. Una storia silenziosa e, talvolta, raccapricciante, nella quale due personaggi, ugualmente solitari e in qualche maniera "diversi", si incontrano per lo spazio di un incubo. Lei è Felicia, una ragazza irlandese sbarcata a Birmingham alla ricerca del suo fidanzato, ritornato in patria alla ricerca di un lavoro.
Armeno d'origine; egiziano per nascita; canadese per passaporto. Atom Egoyan è un regista dalle varie radici, diventato subito relativamente noto per il sopravvalutato Exotica (1994), ma che ha presto aggiustato il tiro con Il dolce domani, tratto dall'omonimo romanzo di Russell Banks (Einaudi), che gli valse il Gran premio della giuria al Festival di Cannes del 1997.
Come una farfalla destinata alla gelida bacheca di un Collezionista - citazione da William Wyler accreditata dall'autore - la dolce Felicia è caduta nella rete di un serial killer di mezza età che, nella Birmingham operaistica dei nostri giorni, si è ritagliato un angolo in stile anni 50, un giardino dell'innocenza che nella sua perfezione contrasta con tutte le brutture del mondo, dal disgustoso laboratori [...] Vai alla recensione »
Thriller psicologico. Serial killer-movie. Ma ogni definizione sta stretta alle sperimentazioni narrative del canadese d'origine egiziana Atom Egoyan una sorta di Hitchcock malinconico con la cultura delle Mille e una notte. Un grande Bob Hoskins, sedotto dal mito della madre comunicatrice e chef televisiva, circuisce giovani vittime con simulazioni e raggiri.
Se è vero, come sosteneva Auden, che "coloro cui è stato fatto del male fanno del male a loro volta", Il viaggio di Felicia, il bel film di Atom Egoyan presentato a Cannes e trascurato da un demenziale palmarès, ne dà la perfetta dimostrazione. Ecco dunque un bravissimo Bob Hoskins nei panni del signor Hilditch: vecchio scapolo responsabile della mensa di una grande industria di Nottingham, gourmet [...] Vai alla recensione »