Anno | 1952 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Pierre Billon |
Attori | Massimo Serato, Andrée Debar, Armando Francioli, Michel Simon, Nerio Bernardi, Olga Solbelli Gualtiero Tumiati, Franco Giacobini, Franco Balducci, Carletto Sposito, Giorgio Albertazzi, Liliana Tellini. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO SÌ
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Nella Venezia cinquecentesca, un vecchio usuraio ebreo vuole vendicarsi del nobile Antonio e stringe con lui un terribile accordo. Se questi non salderà un suo debito dovrà regalargli una libbra di carne. Non salda il conto e il poverino sembra non avere scampo, ma la bella Porzia, con un trucco legale, riuscirà a salvarlo.
Il mercante di Venezia secondo Michael Radford. Ovvero un film in costume, saturo di effetti e broccati rinascimentali, girato nei luoghi shakespeariani, rispettato nel testo e contestualizzato da una spiegazione storica iniziale chiara: nel 1586 gli ebrei erano rinchiusi nei ghetti di notte e costretti a lavorare solo nell'usura, arte tabù per i cattolici.
Il catalogo degli adattamenti cinematografici delle immortali opere scespiriane è interminabile e ha prodotto una mole impressionante di monografie e libri, dibattiti e tesi universitarie. Scegliendo di andare a vedere «Il mercante di Venezia», una coproduzione italo-britannica che vede in prima fila l'Istituto Luce, si rischia quindi di essere schiacciati dalle variazioni, dalle repliche e dalle firme [...] Vai alla recensione »
Ci vuole coraggio a portare sullo schermo Il mercante di Venezia per l’inevitabile polverone -con relative strumentalizzazioni annesse e connesse- che si solleva ogni qualvolta si tocchi qualche tema sul popolo ebraico. Ma a parte ciò il film di Michael Redford è efficace nelle sue ricostruzioni visive sebbene sia più ‘cinematografico’ rispetto alle trasposizioni avanguardiste di Orson Welles o teatrali [...] Vai alla recensione »
Nei suoi furori shakespeariani, Orson Welles prendeva per sé i caratteri fieri e grandiosi (Otello, Macbeth, Falstaff). Al Pacino preferisce gli umiliati e offesi, motivati dal rancore e dall'odio: dopo il deforme Riccardo III, si dedica a Shylock, il mercante di Venezia disprezzato e sbeffeggiato che tenta di lenire le ferite inferte al suo orgoglio rivalendosi sulla carne di un cristiano.
Venezia, XVI secolo. Bassanio (Joseph Fiennes) chiede al mercante Antonio (Jeremy Irons) 3mila ducati per corteggiare Porzia (Lynn Collins) e l’amico, pur di accontentarlo, si rivolge all’ebreo Shylock (Al Pacino) che attende da tempo l’occasione di vendicarsi delle umiliazioni subite da lui stesso e dalla sua gente, vittima di persecuzioni. Entro tre mesi, qualora la somma non venga restituita, l’usuraio [...] Vai alla recensione »
Dopo tanti Shakespeare attualizzati o sbarazzini, ecco un Mercante di Venezia tenebroso e “filologicamente corretto”. Arricchito da un prologo quasi didattico sulle infamie del ghetto a evitare scomodi paralleli con l’attualità. Ricorderete la storia, anche se la sapiente ambiguità del testo ne fa uno dei meno frequentati in epoca moderna, specie dal secondo dopoguerra.
Che la penale sia fissata esattamente in una libbra della vostra bella carne,! da prendersi e tagliarsi in quella parte/ del vostro corpo che più mi aggrada». Avvolto nella vile gabbana d’ebreo, gli occhi pieni di dolore e risentimento, la pronuncia sapientemente strascicata, Shyloch «il mostro» conclude il suo patto con Antonio, il gentiluomo borghese bisognoso di ducati.
Scorrendo la filmografia di Michael Radford si ha la sensazione di trovarsi davanti a un regista onesto ma senza spiccata personalità, capace di mettersi al servizio di un attore, ma comunque segnato da una lunga pratica televisiva: dall’esordio nell’83 (Another Time, Another Piace) in pieno naturalismo British Renaissance allo svagato Il postino, con (e di) Massimo Troisi, dal pomposo Misfatto bianco [...] Vai alla recensione »