La grande abbuffata |
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Un film di Marco Ferreri.
Con Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Andréa Ferréol.
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Titolo originale La grande bouffe.
Commedia,
durata 125 min.
- Italia, Francia 1973.
MYMONETRO
La grande abbuffata ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Quattro amici decidono di suicidarsi in una orgia di cibo e di sesso. Si ritirano in una vecchia villa parigina assediata da palazzi moderni. Muoiono ...
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![]() Quattro amici decidono di suicidarsi in una orgia di cibo e di sesso. Si ritirano in una vecchia villa parigina assediata da palazzi moderni. Muoiono uno ad uno oppressi da colossali mangiate. Sacerdotessa della loro morte è Andréa Ferréol. |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Un orgia erotico-culinaria di stampo allegorico
domenica 24 ottobre 2010
di il cinefilo
TRAMA:Quattro uomini decidono di isolarsi all'interno di una villa e di auto-distruggersi con il cibo...COMMENTO:Eccessivo,scandaloso,volgare o cialtronesco...sono questi alcuni dei possibili commenti che si possono(comprensibilmente)ascoltare a proposito di quest'opera che,però,merita un attenta analisi critica prima di una qualsivoglia stroncatura. Il film sembrerebbe rivelare,nella maniera più chiara e feroce possibile,una critica alla società consumistica(sia del continua » |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Un capolavoro
domenica 6 marzo 2011
di joker 91
si tratta di un lavoro potentissimo sotto l'aspetto psicologico nella rappresentazione di personaggi distrutti nella loro interiorità dove la realizzazione interiore non è avvenuta ed cosi ci si abbandona per alcuni a malattie psichiche ed per altri a vero e prorio senso di desolazione interiore,Ferreri è molto bravo nella rappresentazione dei personaggi regalando attorno ad essi totale desolazione ed per di più colonna sonora pressochè inesistente se si esclude continua » |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Un po' noioso...da vedere solo per gli attori
domenica 30 gennaio 2011
di paride86
Nonostante le citazioni di Feuerbach e l'intelligente polemica satirica sul mondo borghese che consuma, consuma, consuma fino a scoppiare, affondando nel proprio narcisismo egoista, trovo che questo film sia pleonastico e ridondante nel concetto che vuole esprimere. Insomma, bastava un cortometraggio, non serviva farla così lunga! Da vedere solo per gli attori. continua » |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() I principi del grottesco
martedì 17 aprile 2012
di frenky 90
In principio era il grottesco. Si potrebbe sintetizzare così “La grande abbuffata” di Marco Ferreri, indubbio capolavoro di genere. Impossibile non essere colpiti come una palla di cannone dalle immagini di questo film caotico, compulsivo, ovviamente orgiastico, sorprendentemente “calmo”. Ferreri decide di non ergersi a protagonista con i movimenti di macchina ma con ciò che l'apparecchio cattura, dato che la potenza delle scene è impattante al punto tale che renderebbe dannoso calcare la mano. continua » |
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Ugo Tognazzi, sintetizzando praticamente il film | |
Io alzo il mio bicchiere, non so a che cosa ma alzo il mio bicchiere… | |
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Ugo Tognazzi a Michel Piccoli | |
Mangia! Se tu non mangi, non puoi morire. | |
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Michel Piccoli, con una delle prostitute | |
Se escludi il cibo, tutto è epifenomeno: la sabbia, la spiaggia, lo sci, l'amore, il lavoro, il tuo letto: epifenomeno. Come dice l'Ecclesiaste: vanitas vanitatum. | |
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Altre frasi celebri del film La grande abbuffata
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DVD | La grande abbuffataUscita in DVD
Disponibile on line da martedì 23 luglio 2013
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di Pier Paolo Pasolini
I quattro brevi prologhi che precedono il corpo del racconto della Grande bouffe sono quattro brevi ritratti di personaggi. Sono eseguiti esattamente come potrebbe eseguirli un pittore che, dopo aver scoperto le regole della prospettiva, avesse scoperto anche le regole del movimento. L'immobilità «figurativa» resta sostanziale. La prospettiva - illusoria esattamente come negli affreschi di Masaccio o negli olii del Caravag- gio, o nei disegni di Courbet - e il movimento sono accessori. I movimento tenderebbe a creare una composizione a tutto tondo, cioè qualcosa di simile alla scultura, ma non è così. » |
di Fabio Ferzetti Il Messaggero
Nel 1972 Bernardo Bertolucci aveva chiuso Marlon Brando e Maria Schneider in un appartamento altoborghese di Passy e li aveva fatti amare fino a distruggersi. Nel 1973 Marco Ferreri prese quattro fra i massimi divi italiani e francesi, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Michel Piccoli, e li chiuse in un villino alle porte di Parigi per farli mangiare fino a morire, circondati da femmine mercenarie presto in fuga (tranne una, la maestra Andréa Ferreol) e da beni di consumo non meno inutili e impotenti dei protagonisti. » |
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di Alberto Moravia
Ho visto ieri sera La grande bouffe di Marco Ferreri e mi è sembrato a un tratto di capire che le proteste degli spettatori di Cannes e altrove contro questo film e contro altri non meno inconsueti come quello di Bertolucci, erano quelle di una società in fondo formalista contro l’infrangimento delle norme di buona creanza da lei stessa istituite. Con Tango si potevano avere dei dubbi; con La grande bouffe, no. In realtà la buona educazione vieta che si parli delle proprie prodezze erotiche come dei disturbi della digestione. » |
di Gian Luigi Rondi Il Tempo
È La grande bouffe, il film francese di Marco Ferreri presentato quest’anno, con molti contrasti, al Festival di Cannes. Un film ambizioso, corposo, ma che si accosta a fatica e, spesso, con fastidio, anche se sono sensazioni comunque, che l’autore ha inteso suscitare di proposito. L”abbuffata” del titolo si riferisce a un’orgia gastronomica (ed erotica) cui si abbandonano, in una villa della periferia parigina, quattro amici di mezza età: un pilota, un magistrato, un annunciatore della radio, il gestore di un ristorante; un’orgia, però, con cui non intendono festeggiare la vita e i suoi piaceri, ma, ce ne accorgiamo a poco a poco, con cui vogliono darsi invece la morte, in polemica, a quanto sembra, con la vita e con le delusioni che ha loro procurato (di cui, comunque, non ci informano). » |
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