Anno | 2021 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Manuel Crosby, Darren Knapp |
Attori | Tyson Brown, Shelby Duclos, Jesse Janzen, Nicole Berry, Samuel Ademola Ryan Quinn Adams, Angela Barber, Dave Reimer, Scott E. Noble, Leah Finity. |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 ottobre 2021
Il primo appuntamento da incubo di un ragazzo americano alla guida di un'auto piena zeppa di eroina.
CONSIGLIATO NÌ
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Innamorato della compagna di scuola Kelsey, l'adolescente Mike, pressato dal migliore amico Brett, si convince a invitare la ragazza a un primo appuntamento. Timido e spiantato, per fare bella figura Mike compra una vecchia Chrysler New Yorker da un venditore scovato online e si ritrova in un mare di guai: il tizio è infatti uno spacciatore e la scassatissima macchina è piena zeppa di eroina, ovviamente pretesa da bande di criminali senza scrupoli. In balia degli eventi, perseguitato da una coppia di poliziotti corrotti, poco alla volta sempre più invischiato in avventure assurde e violente che finiscono per coinvolgere anche Kelsey, Mike dovrà darsi per sopravvivere alla serata tanto attesa.
Una commedia criminale che pare saltata fuori dagli anni '90, volutamente inattuale nel suo evidente, un po' forzato, omaggio alle atmosfere grottesche e assurde del primo Tarantino.
L'esordio della coppia di registi Manuel Crosby e Darren Knapp sembra ignorare il passaggio del tempo e i cambi d'abitudine e costume tanto nel cinema quanto nelle nuove generazioni. La storia di un primo appuntamento - o in generale di una serata eccezionale ma in fondo comune - che diventa una notte da incubo è già di per sé un ricettacolo di citazioni e riferimenti, ma i due autori la rendono ancora più gratuita creando un'atmosfera sospesa e volutamente assurda.
First Date è ambientato in un sobborgo della California settentrionale, in una zona così inadatta a farsi teatro di un noir popolato di spacciatori, gang e pazzi assassini da diventare, al contrario, un perfetto palcoscenico: non è nemmeno il caso di scomodare Lynch, dal momento che associare l'idea di follia al paesaggio americano borghese è un esercizio così naturale da diventare ovvio e ozioso.
Ugualmente, di fronte alle battute, ai personaggi, alle situazioni, alle derive di First Date è ovvio pensare a Tarantino, ai Coen, a Scorsese, a John Landis, persino a commedie meno raffinate e un po' più recenti come Notte folle a Manhattan, senza però che i vari incontri di Mike e Kelsey - lui un personaggio piuttosto insipido, lei invece un mix attraente di dolcezza e forza - con spacciatori sciatti, mogli disperate e armate, coppie di anziani fuori di testa, poliziotti ridicoli e pericolosi, amanti della letteratura pronti a passare alle mani pur di difendere il proprio punto di vita su "Uomini e topi" e così via, riescano, se non proprio a divertire, almeno a lasciare la sensazione di un lavoro che vada oltre l'omaggio e la citazione fuori tempo massimo.
A quanto pare, nel nord della California i social network non esistono, i ragazzi si parlano solo via telefono, WhatsApp non è stato ancora inventato e la gente può perdersi di vista nel raggio di qualche chilometro come poteva succedere con maggior credibilità in un mondo pre-digitale. Il problema di First Date, a volerlo prendere sul serio - ma lo si potrebbe tranquillamente prendere come l'ennesima commedia noir che si vede e si dimentica nel giro di un'ora - è proprio la sua fragile, a volte buffa inconsistenza.
Certo, il desiderio di Crosby e Knapp è proprio quello di portare il loro film in un universo nostalgico o quantomeno così assurdo da non invocare la richiesta di maggior realismo o credibilità (alla maniera di Brick - Dose mortale di Rian Johnson, per quanto qui il livello e il talento non siano gli stessi...). I due registi non sono però né abbastanza bravi né abbastanza audaci da trovare un'idea di messinscena o di scrittura che sappia elevare il loro film, che resta relegato in una simpatica dimensione da B-movie, o meglio, in omaggio all'epoca a cui i due registi vorrebbero tanto rivivere (gli anni '90 del frullatore post-moderno), da "straigt-to-video", confuso insieme a decine d'altri sullo scaffale di una videoteca.