Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 79 minuti |
Regia di | Chiara Campara |
Attori | Leonardo Lidi, Alice Torriani, Giovanni De Giorgi, Andrea De Onestis, Sebastiano Fumagalli Giancarlo Previati, Marco Trotta, Georgiana Florina Zãrescu. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 2,89 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 novembre 2020
La storia di Yuri, che si ritrova a dover crescere molto in breve tempo. In Italia al Box Office Lessons of Love ha incassato 693 .
CONSIGLIATO SÌ
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Yuri è un allevatore di mucche trentenne a cui manca una relazione che non sia quella strettamente legata al nucleo familiare d'origine. Conosce Agata, spogliarellista in un locale, e con lei avvia una relazione a piccoli passi che lo spingerà a lasciare le montagne per accettare un lavoro in città.
Nel recensire questa opera prima si sente la necessità di occuparsi di Chiara Campara sotto due profili professionali. La Campara regista sa dirigere i suoi attori ottenendo da loro una naturalezza (anche quando gli offre brevi apparizioni) che sfiora il documentaristico. La vita in montagna con le mucche e quella in cantiere in città hanno ritmi e modalità di espressione assolutamente veridiche. Sa poi accostarsi a loro leggendone le motivazioni nel quotidiano con uno stile che, a tratti, ricorda quello del cinema di Rohmer.
Non ha bisogno di monologhi 'spiegoni' o di dialoghi sull'esistenza per farci comprendere il disagio del suo protagonista. È sufficiente vederlo tornare con una nuova mucca alla stalla e difenderne l'acquisizione per comprendere cosa conta per la sua vita in quel preciso momento. Però la Campara sceneggiatrice (insieme a Lorenzo Faggi) così abile nel far percepire i perché anche con il non detto finisce, come certi atleti della corsa, con il cedere sulla distanza. Il cedimento avviene proprio sul rapporto di coppia a cui sembrerebbe far riferimento il titolo (non si comprende per quale ragione quest'ultimo sia in inglese). Perché una svolta fondamentale della narrazione (lo spettatore scoprirà quale sia) viene imposta senza che sia né preparata né giustificata. Si dirà che ci sono fatti nella vita che accadono senza spiegazioni e si tratta sicuramente di un'affermazione vera. Quando però in un film si è motivata ogni singola azione con grande sensibilità, l'inserire un accadimento ex abrupto finisce con il rappresentare uno scarto che suona come una stonatura che si poteva tranquillamente evitare. Le capacità non mancavano. Bastava davvero poco.
Un film piccolo, semplice, in astratto di minor categoria ma che augurabilmente potrebbe vincere tra i 10 film che ArteKino festival ha offerto in streaming questo dicembre. Tutti film europei, ritratti di vite e luoghi diversi, attuali e giudicati da una giuria di giovanissimi. Lessons of love è il solo italiano, molto semplice, fatto con un tratto lieve e sensibile, nessuna violenza [...] Vai alla recensione »
Forse, Lessons of love di Chiara Campara, trentatreenne regista veronese che proviene dal mondo del documentario e con questo film fa il suo esordio nel lungometraggio di fiction (una fiction non a tutto tondo però), offre il destro per scrutare una superficie del poliedrico mondo del cinema, decisamente in ombra, anzi del tutto escluso da ogni considerazione.
Yuri è mal sintonizzato sulle frequenze della vita. Ha un allevamento di vacche, fa il formaggio, taglia la legna, fa il miele, porta le vacche in alpeggio, scorrazza a bordo della sua moto nei boschi, ma non è contento. Lo si evince dal malessere che trasuda dai suoi gesti e dai suoi sguardi e dalla rabbia a stento trattenuta perché Yuri è un taciturno, preferisce osservare piuttosto che parlare. Vai alla recensione »
La regista veronese Chiara Campara, classe 1987, si mette alla prova a Venezia76 con il suo primo film di finzione, Lessons of love, finanziato dal concorso Biennale College. Una storia di solitudine ambientata ai margini della società, dove si scontrano mondo rurale e urbanizzato. Il protagonista Yuri (Leonardo Lidi) ha trent'anni ed è "uno di quelli che alle feste sta sempre seduto al bancone". [...] Vai alla recensione »