Regista italiano discreto, ma luminoso, regista di un prezioso documentario di elevata qualità artistica che ripercorre i fasti del nostro cinema italiano.
I film
Nipote del produttore Silvio Clementelli, studia alla Scuola di Cinema Gaumont ed esordisce cinematograficamente con il film a episodi Juke box (1985) con Massimo Bonetti, Maddalena Crippa, Barbara De Rossi, Ugo Gregoretti, Franco Interlenghi, Philippe Leroy, Didi Perego, Remo Remotti e Mario Scaccia. Accanto a lui, partecipano altri registi come Carlo Carlei, Enzo Civitareale, Sandro De Santis, Antonello Grimaldi, Daniele Luchetti e Michele Scura. Il suo primo lungometraggio è invece La città dei nostri sogni (1988). A dieci anni di distanza, firma quello che è reputato il suo capolavoro: Messaggi quasi segreti (1998) con Ivano Marescotti, Brendan Gleeson e Anita Zagaria. La storia è quella del figlio di un ingegnere che viene mandato a Dublino per studiare l'inglese e si trova, suo malgrado, coinvolto in una fuga amorosa con la figlia dark della famiglia che lo ospita. Una commedia realistica sull'incontro fra culture, società, generazioni, raccontante con una leggerezza, una freschezza e una sincerità che lo hanno fatto premiare dalla critica. Nel 2003 arriva Sulla mia pelle e, nel 2010, La scuola è finita che si spinge a raccontare la realtà dello spaccio all'interno degli istituti scolastici.
I lavori come sceneggiatore
Oltre che regista e sceneggiatore di film propri, Jalongo firma anche soggetti e copioni altrui, come Il goal del martin pescatore (1997) di Ruggero Miti con Mara Venier e Caterina Sylos Labini, scritto a più mani con lo stesso Miti e con altri sceneggiatori (Marco e Luca Mazzieri, Andrea Galeazzi).
Altre opere
Una sola esperienza di regia televisiva: quella per la fiction Torniamo a casa (1999). Mentre per quanto riguarda i documentari, firma Di me cosa ne sai (2009), interessante indagine sul cinema italiano che racconta ben tre anni di vita cinematografica nel nostro paese e che la critica ha definito come "documento struggente e pieno di informazioni" e ha trovato in esso la riscoperta della bellezza e della ricchezza del nostro cinema Anni Sessanta-Settanta.
Assolutamente in linea con suoi registi coetanei, è un autore di discreta fattura e molto ricco.